Kenda Small Block Eight

Come è fatta

Tempo di lettura: 7 minuti

Come è fatta

Ampia disponibilità di misura per questi Kenda Small Block Eight; noi qui conosceremo la 700×35, forse la dimensione più equilibrata in ottica di copertoncino tuttofare.

La lunga scritta sul fianco riporta marca, versione, misura e tecnologie usate.

Scopriamo così che è un 60 Tpi, valore buono per una gomma da uso prevalentemente off-road; e che sfrutta la costruzione Dual Tread Compound.

Prestate attenzione al piccolo Yin e Yang a sinistra della scritta: reca due numeri, 50 e 60. Che significa? E’ appunto la costruzione a doppia mescola, per cui abbiamo al centro una gomma più dura e scorrevole e sul fianco una gomma più morbida e tenace nella presa.

E’ una tecnologia esclusiva Kenda e questo, in parte, giustifica il costo più elevato. Ed è tecnologia presente anche nella nuova versione, che in più vanta la costruzione tubeless compatibile. A parte poi una grafica aggiornata, altro non cambia.

In pratica qui abbiamo la sola scritta Kenda in bianco, sulla nuove versione anche la versione ha identico stile.

Pressione di esercizio che parte da 3,5 e arriva a 5,9 bar, convertito in PSI sono 50/85. Non manca anche l’ulteriore scala in kpa, che ci rimanda valori tra 350 e 590.

Tripla scala anche per indicare le dimensioni. A chiudere la sequenza fotografica sulle diciture poste di fianco, la necessaria freccia che impone il verso di montaggio.

Verso di montaggio unico, non come alcune gomme da fuoristrada che lo invertono a seconda se il copertoncino sia destinato alla ruota anteriore o posteriore.

Ed è bene seguirlo, perché anche se non sembra, la fitta tassellatura ha un suo preciso verso.

Vediamo più in dettaglio.

Al montaggio la prima caratteristica che salta all’occhio è il profilo piatto al centro e tondeggiante ai lati.

E questo malgrado la tacchettatura laterale sia più alta di quella centrale.

Tacchettatura molto fitta, con un disegno a X nella disposizione che crea un reticolato lungo tutto il battistrada.

Invisibile all’occhio ma sicuramente interessante la tecnologia DTC; che spiega comunque la differente altezza dei tacchetti tra centro e fianchi e come mai, malgrado questa differenza, il copertoncino risulti quasi omogeneo nella scesa in piega: è grazie alla deformazione più pronunciata che non annulla del tutto lo scalino ma mitiga qualcosa.

Ecco in dettaglio.

Non c’è molto altro da aggiungere, è una gomma tutto sommato semplice, classica diciamo. Che è al tempo stesso il suo punto di forza e quello debole.

Aspetti che leggeremo nel prossimo paragrafo, dedicato alla prova su strada.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Dal test delle GravelKing (che ormai conosco a memoria) “non scivolano come altre gomme che ho provato e di cui avete letto o leggerete a breve” Cos’avrà voluto dire? 😀
    Ero interessato al test in vista di un nuovo acquisto: tante recensioni parlavano di gomma da “hard pack” e dello scarso grip sul fango… ma così sembra davvero tremenda. Per fortuna (o grazie ad altri test 🙂 ) mi sono rivolto altrove

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Paolo, kenda di solito fa cose buone, alcune loro gomme sono state piacevoli scoperte. Qui proprio non me la sento di consigliarle e un poco mi dispiace. Non per la gomma in sé ma perché cerco sempre di proporvi test utili. Dove per utile intendo scovare ciò che potete usare divertendovi. Però alla fine anche queste recensioni servono, uno evita…

      Fabio

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