In bici si resta giovani

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L’attività fisica e la bici in particolare aiutano a restare giovani.

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Bella forza, direte, lo sappiamo già. Giusto, in effetti quello che è diventato uno slogan è tale perché vero. Ma un studio svolto da Alessandro Sale, ricercatore dell’Istituto di neuroscienze Consiglio Nazionale delle Ricerche e Claudia Lunghi, del Dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia dell’Università di Pisa, e pubblicato da poco sulla rivista Current biology certifica in modo scientifico ciò che sappiamo dai tempi di Giovenale che a sua volta elaborò il concetto di mens sana in corpore sana prendendolo da Aristotele. E così diamo un senso all’aver frequentato il liceo classico.

Però questo studio è interessante perché va oltre la semplice dimostrazione che una costante attività fisica mantiene in forma oltre il fisico anche la mente. Qui l’oggetto della ricerca è l’attività binoculare.

Per spiegare cos’è cito le parole di uno dei due ricercatori Alessandro Sale: “Quando i nostri occhi vedono due immagini diverse, il cervello va in confusione e, per uscire dall’empasse, privilegia ora l’uno ora l’altro dei due segnali. Quindi se vengono inviati stimoli contrastanti (per esempio linee orientate in modo diverso) ai due occhi di un soggetto, egli riporterà una continua alternanza delle due immagini, che verranno percepite per una durata temporale che è funzione della forza dell’occhio a cui lo stimolo è presentato.”

Continuo citando: “Abbiamo dimostrato che se si chiude per circa due ore l’occhio dominante, lo stimolo proiettato all’occhio che era stato chiuso sarà percepito per tempi più lunghi. In pratica chiudere un occhio non indebolisce la forza attribuita ai segnali che gli vengono inviati, anzi la potenzia. 
Abbiamo testato gli effetti di due ore di bendaggio di un occhio su 20 soggetti adulti in due diverse condizioni sperimentali: in una i soggetti stavano seduti durante le due ore di bendaggio e nell’altra pedalavano […] i risultati sono sorprendenti: quando i soggetti svolgevano attività motoria gli effetti del bendaggio monoculare sono apparsi molto più marcati, con un notevole potenziamento della risposta agli stimoli presentati all’occhio che era stato chiuso rispetto all’analoga risposta osservata quando erano stati a riposo. Questo studio rappresenta la prima dimostrazione degli effetti dell’attività motoria sulla plasticità del sistema visivo e ci porta a considerare l’esercizio fisico non solo come un’abitudine salutare, ma anche come un aiuto per il cervello a mantenersi giovane”.

Tutto questo, da come ho capito, ha un importante risvolto “pratico” diciamo così: la possibilità di curare in modo non invasivo una patologia molto diffusa e al momento priva di efficaci terapie, ossia l’occhio pigro o ambliopia.

Ora, al di là di ogni risvolto scientifico e medico, resta un dato fondamentale: l’attività fisica fa bene, la bici fa bene e in più, aggiungo io, pedalare ci rende felici. Questo studio pone l’accento su un risultato particolare. Io non so a cosa altro possa far bene, mi basta pedalare sapendo che in qualche modo aiuto il mio fisico malandato, che quei pochi neuroni non ancora ammutinati lavorino al meglio delle loro capacità e che l’umore migliora.

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Una nota di servizio; da un paio di giorni sono comparsi diversi problemi tecnici al blog. Per questo motivo, in attesa che il buon Antonello torni da una trasferta in crucconia, eviterò ulteriori pubblicazioni. Già comporre questo brevissimo articolo è stato uno sperpetuo…

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