Il tempo che ci vuole

Tempo di lettura: 2 minuti

Per un lavoro ben fatto serve il giusto tempo.

Bravo, ottima apertura banale. Grazie.

Lo so.

E’ che spesso sminuiamo l’importanza di ciò che è ovvio.

Capita piuttosto di frequente che mi chiedete quanto tempo ci vuole per un determinato lavoro e io non so mai bene che rispondere. Non lo so quantificare con esattezza, troppe variabili in gioco.

L’altro giorno mi sono svegliato con un inizio di mal di schiena e invece di uscire in bici ho preferito rimontare la Gios che avevo messo a nudo per fotografare il telaio.

Quando uno di voi seppe che avevo smontato la volpina mi rispose “chi te lo fa fare? Una giornata di lavoro”

No, in realtà a smontarla avevo impiegato un quarto d’ora scarso; e a rimontarla credo circa 25, che sarebbero stati assai meno se avessi avuto sottomano dei cavetti freno e cambio nuovi, perché reinfilare quelli usati (quindi sfilacciati) fa perdere una quantità di tempo.

Però se dicessi a chi non ha mai montato una bici in vita sua che in mezz’ora ce la fa, gli starei rendendo un pessimo servizio. Dopo mezz’ora al più avrebbe montato il movimento e la guarnitura, forse assicurati al telaio cambio e deragliatore e al trentunesimo minuto partirebbe lo sconforto.

E quando si lavora demoralizzati, si lavora male.

Ognuno impiega il suo tempo; esperienza e tipo di lavoro determinano quanto.

Ma una regola c’è: la fretta deve essere bandita.

La voglia di vedere il risultato, subito, è la strada sicura per sbagliare.

E c’è un lavoro in particolare dove fretta equivale al disastro: la verniciatura.

Argomento che non ho mai trattato sul blog, dal punto di vista tecnico intendo.

Non ho mai voluto scriverne anche se spesso mi occupo in prima persona anche della verniciatura delle bici che escono dalla microfficina perché si può dire che ogni volta è una storia a sé.

Telaio nuovo, grezzo; telaio usato, in buone condizioni; telaio usato, in pessime condizioni; telaio in acciaio saldato; telaio in acciaio a congiunzioni; telaio in acciaio a congiunzioni cromate; telaio in alluminio; telaio in alluminio con forcella in carbonio; telaio full carbon; e così via.

Ogni ipotesi richiede un approccio diverso. A seconda di cosa abbiamo tra le mani la preparazione è diversa.

Però sempre, qualunque sia il telaio che abbiamo tra le mani, la preparazione è fondamentale. Ed è quella che richiede sempre molto tempo, tanta pazienza ed è pure noiosa. Oltre al fatto che non solo non vediamo risultati ma dopo ogni ora di lavoro il telaio ci appare sempre messo peggio.

Sembra di lavorare per rovinare tutto invece del contrario.

Perché tranne il caso di telaio nuovo e grezzo, dove serve giusto una buona pulita con antisiliconici prima di passare il fondo, in tutte le altre ipotesi le ore scorrono lente.

Quante ore? E’ la domanda che spesso mi rivolgete via mail e io, al solito, quando un quesito si propone di frequente, provo una risposta direttamente qui.

A meno di sabbiare, preparare telaio e forcella per la verniciatura richiede dalla 4 alle 10 ore di lavoro.

Perché è lavoro da fare a mano, usare elettroutensili può danneggiare irrimediabilmente il supporto, cioè il telaio. Se poi è carbonio allora è sicuro sarà da buttare dopo.

Perché una bici è un insieme di tubi e con tanti angoli nascosti, non una semplice lamiera piana come quelle delle auto. E lavorare sui tubi tondi è uno sperpetuo…

Tanto tempo, lavoro monotono, diventa facile sbagliare: chi ce lo fa fare?

Il gusto di pedalare su una nostra creazione, sicuramente; e anche il risparmio.

C’è chi con 60 euro si propone di verniciare un telaio, contro i 160/200 euro che sono la richiesta base per un monocolore senza pretese. Se vogliamo colori particolari e grafiche elaborate, i costi si impennano.

Perché tanta differenza di prezzo? Perché una buona preparazione richiede ore di lavoro, anche a chi fa questo di mestiere.

Elessar avrei voluto verniciarla io, ho preferito affidarmi a dei professionisti perché la preparazione era oltre le mie capacità. Lì bisognava mascherare con cura tutti i gigli e la miriade di cesellature delle congiunzioni: una mano esperta ha impiegato quasi due giorni e, vi assicuro, ci voleva una mano davvero esperta.

Se però non avete telai “complicati” (quelli in alluminio i più semplici, spesso hanno tubi quadri che velocizzano il lavoro) vale la pena dedicarsi in prima persona; almeno per la preparazione, affidandosi poi a un professionista se non si ha la attrezzatura per verniciare.

Il risparmio è notevole, almeno un 50% e a volte qualcosa in più, sempre riferito a monocolore senza disegni particolari. Proprio perché una buona preparazione richiede tanto tempo. 

Ora quale preparazione è necessaria, dipende dal caso. Ma che sia la rimozione completa della vernice oppure il suo trattarla per ricevere una nuova tinta (opzione consigliabile quando il telaio è in buone condizioni, sfruttare la vernice originale come fondo permette ottimi risultati anche se è la strada più difficile a causa del pericolo di incompatibilità tra le composizioni chimiche) l’unica certezza è che serve il giusto tempo: scorciatoie significa rovinare il risultato finale.

Sono dubbioso se dedicare qualche articolo della sezione Officina alla verniciatura faidate.

Il rischio concreto è che una procedura illustrata non sia adatta poi a quel caso concreto e avrò messo il ciclista fuori strada. Oltre alle difficoltà logistiche, fotografare mentre si vernicia non è così semplice.

Ci sto pensando, perché appena riuscirò a trovare il tempo ho in lista proprio la riverniciatura di un telaio e quindi potenzialmente anche materiale per le foto.

Non so, credete possa servire? Non porterò il telaio a nudo ma preparerò la vernice originale per ricevere fondo, colore e trasparente. Che è pure la procedura più lenta perché un errore significa dover sverniciare completamente e quindi serve proprio tanta pazienza.

Varrebbe la pena provare a ricavare qualche articolo oppure sarebbe superfluo? Che ne pensate?

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Dfficilissima domanda! Molto soggettiva, come dicevi, e soprattutto dipende molto da chi legge e applica. Personalmente, anche se (soprattutto grazie al tuo blog, lo ammetto) mi sono montato da zero due bici, raggiato quattro ruote centrate con precisione di 300 micron etc etc, non penso mi metterei mai a verniciare un telaio. Questo perché avendo verniciato tante volte metallo e legno so quanto è facile sbagliare e rovinare un lavoro lungo ed un substrato (ovvero il telaio) che è costato soldi e fatica… Non lo so nemmeno io, io preferirei portarlo dallo specialista! Nel caso ad esempio di Vetta mi ha aggiunto cataforesi e verniciatura a forno, non penso si possa replicare la cosa facendo da soli, giusto? O no? Non so appunto… 😀

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Io ho verniciato un telaiuccio dopo sverniciatura e fondo; Il tutto usando un aerografo. Risultato appena accettabile per mezzi casalinghi. Credo sarebbe interessante invece un articolo teorico in modo da fare scelte appropriate ai propri desideri quando ci si rivolge ad uno specialista: altrimenti si naviga nel buio e di notte tutti i gatti sono grigi…

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    E che te lo dico a fare?

    Daniele

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Ciao Fabio, avendo una carrozzeria di famiglia con 58 anni di vita credo di poter dare qualche indicazione utile e rispondere anche al tuo dubbio su un eventuale articolo sulla verniciatura. L
    La verniciautra è una fase complessa del restauro o della riparazione o della creazione di un telaio o un oggetto in genere e richiede preparazione ed attenzione come giustamente hai scritto nell’articolo. fare un ritocco, riverniciare nuovamente o verniciare per prima volta sono tre situazioni completamente diverse e che richiedono attenzioni diverse. Un’altro problema non da poco sono ormai le tinte, in generale quelle “a solvente” come venivano definite prima non dovrebbero esistere più, però siccome l’Italia è una paese “particolare” potrete tranquillamente trovarle dal ricambista o dal colorificio. In generale si dovrebbe avere a che fare solo con basi all’acqua, che hanno lo svantaggio di avere una minore compertura ed anche un punto tinta diverso rispetto al loro omologo a solvente. Bisogna poi tenere presente che per ogni codice colore esistono le varianti, più chiara, più scura, più rossa ect, varianti che in numero posso arrivare anche a trenta e questo rende la ricerca della giusta tonalità particolarmente difficile sopratutto se non si dispone degli strumenti adatti. Come giustamente detto da Fabio,fare un lavoro adeguato risulta costoso proprio per tutte le attenzioni che si rendono necessarie,attenzioni che però assicurano una lunga durata nel tempo. il discorso è lungo ed andrebbe trattato con più ampiezza,speroperòche dia un minimodi input.
    Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, facevo molto affidamento su un tuo intervento, proprio perché so che sei un professionista del settore.
      E, sai bene che per un lavoro professionale serve appunto il professionista.
      Come lo so pure io, infatti quando mi serve un certo standard non mi azzardo proprio ad accendere il compressore.

      Però ci sono anche volte dove la spesa non vale la bici su cui si lavora oppure la base è buona, non si hanno pretese eccessive e qualcosa di buono da soli si riesce a ottenere.
      Ed è proprio qui il motivo per cui ho sempre evitato di scriverne: con attrezzature hobbistiche e scarsa esperienza è impossibile ottenere gli stessi risultati (soprattutto in termini di durata) di un verniciatore professionale. Il mio timore è che eventuali articoli invece potrebbero essere interpretati proprio così, quindi un invito a far da sé sempre e comunque, capovolgendo la mia impostazione.
      Io tra articoli acchiappaclick (perché l’argomento è assai gettonato) che però potrebbero indurre in errore e non pubblicare proprio, scelgo sempre la seconda strada.

      Dammi tempo di chiudere l’arretrato, poi ti chiederò consiglio sfruttando le tue professionalità, se la cosa non ti disturba ovviamente.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Con piacere a tua disposizione quando vuoi. Si potrebbe strutturare l’articolo sulla base di tre esempi appartenenti a tre fasce di prezzo con tre tipologie di intervento diverse via via crescete. Credo che così non ci dovrebbero essere “fraintendimenti”.
    Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Grazie Giovanni; appena riesco a chiudere tutto quello che è in lavorazione mi metto a tavolino e studio come impostare la cosa.

      Fabio

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