Guida alla scelta dei pedali; biomeccanica della pedalata

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Qual è il pedale per noi più adatto? Esiste un pedale universale? Quali sono i punti di forza e quelli deboli per ogni tipo? 

Queste e altre domande quelle a cui si proverà a dar risposta.

Perché esistono migliaia di pedali, districarsi non è facile.

Perché troppo spesso i ciclisti sottovalutano l’importanza di questo componente.

Perché nella scelta sovente guardano solo il peso e non le caratteristiche.

Perché, forse, alcune soluzioni tecniche sono sopravvalutate.

Perché, spesso, gli aspetti più importanti sono sconosciuti.

C’è però un problema: ogni serio discorso sui pedali non può prescindere dalla scarpa.

Serve a nulla avere un pedale rigido e performante se poi usiamo una scarpa cedevole, che vanifica ogni pregio tecnico.

La trasmissione dell’energia parte dal ciclista, scende lungo la gamba, si imprime nell’insieme scarpa/pedale, scorre attraverso la guarnitura, arriva con la catena sino ai pignoni, si irradia dal mozzo alla ruota tutta, incontra il copertoncino e finalmente giunge sull’asfalto.

Ho volutamente lasciato fuori il telaio, dando per scontato che non disperda energia ma nella realtà sappiamo non è così.

Un bel tragitto, pieno di ostacoli da superare.

Come si colloca il pedale in questo viaggio tra la nostra forza e la strada? 

In posizione prioritaria, da solo può fare la differenza molto più di altri componenti.

A patto sia anche abbinato alla scarpa giusta.

Se poi scarpa e pedale sono progettati insieme, per lavorare in simbiosi, abbiamo la soluzione perfetta.

Ma sono casi rari, troppo rari per farne casistica. E nemmeno è possibile analizzare ogni possibile combinazione scarpa/pedale.

Shimano è al momento l’azienda che propone la perfetta integrazione tra scarpa e pedale, ampliando il discorso a tutta la trasmissione dell’energia. 

Ma o parlo solo di lei o tento un discorso più generale.

Per questo debbo ricorrere a un artificio, assumendo che ogni elemento attraversato dalla nostra energia sia “neutro”: sia cioè ininfluente, non assorba energia.

Non è vero, anzi. Ma o così oppure non ne veniamo fuori. 

E’ argomento complesso e spinoso, dove i dati oggettivi si scontrano con le esigenze personali e le preferenze.

E con la poca esperienza, perché è difficile che un normale ciclista riesca in un breve lasso di tempo a provare ogni tipologia di pedale e avere quindi elementi sufficienti per un confronto.

L’errore più comune è gridare “Look tutta la vita!”; oppure “Spd tutta la vita!”.

Non perché siano pedali in sé sbagliati, ma perché se lo gridi senza mai aver usato pedali diversi, stai sbagliando. 

Ogni ciclismo il suo pedale, ogni ciclista il suo pedale. 

Mettere insieme queste due esigenze è operazione difficile ma non impossibile.

Sicuramente è una operazione lunga.

Per questo ho deciso di dividere in puntate. 

Oggi, come da titolo, ci dedicheremo a conoscere i nostri piedi, la biomeccanica della pedalata e dedicheremo due note alla lunghezza delle pedivelle.

Aspetti molto importanti, preliminari alla comprensione delle diverse tipologie di pedale. Non che la lunghezza pedivella influisca nella scelta ma visto che è comunque parte della biomeccanica, mi sembra giusto parlarne ora.

In un secondo articolo conosceremo le “famiglie” di pedali, che divideremo in strada tre fori, Spd, doppia funzione e flat. Una semplificazione necessaria, perché troppo alto è il numero di pedali (intesi come versione) sul mercato per poterli analizzare tutti.

Un terzo articolo proverà a dare qualche suggerimento per il posizionamento delle tacchette; una operazione facile tecnicamente, complessa nell’applicazione perché sbagliare è un attimo e l’errore palese si avverte subito, quello minimo dopo ore e ore sui pedali ed è il più insidioso. Una infiammazione può richiedere periodi di riposo forzato anche di svariate settimane.

Un quarto articolo darà alcune linee guida sulle scarpe, perché seppure per finzione le diamo “neutre” parlando dei pedali nella realtà così non è; come per i pedali però ne esistono troppe in commercio per poterle analizzare tutte, quindi anche qui ci sarà una divisione in “famiglie”: scarpe strada, scarpe Mtb, scarpe doppia funzione e scarpe per pedali flat.

Un quinto e ultimo articolo proverà a indicare alcune soluzioni ai dolori e fastidi più comuni, causati da una posizione errata della tacchetta e, in parte, dall’assetto in sella. 

Molto difficile, dividere per precise zone è impossibile, in caso di dolori è tutto l’insieme che deve essere ponderato per poter trovare la causa. Ma come per tutto il resto, non è pensabile in un articolo inserire tutto, bisogna per forza generalizzare. 

Ogni volta che sarà possibile, gli articoli sfrutteranno i tanti test pubblicati, sia di scarpe che di pedali, così da avere un parametro cui ancorarsi.

Un progetto editoriale lungo da gestire, non posso già da ora garantirvi tempi certi di pubblicazione. Ci sono i test da condurre e tante altre cose per mandare avanti questo blog.

Introduzione lunga ma visto che serve anche da presentazione di tutta la serie di articoli, stavolta sono sicuro mi perdonerete.

Voltiamo pagina e conosciamo meglio i nostri piedi.

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