Grinduro 2024, il prologo
Oggi è partito il Grinduro Italia 2024, con il classico prologo.
Formula rivista rispetto lo scorso anno, stavolta si è scelto di offrire tre tentativi cronometrati e infiniti (o quasi) per provare il percorso.
Un fettucciato breve ma reso insidioso dal fondo umido e con un “gradino” scivoloso sempre a causa della tanta acqua caduta nei giorni precedenti. E che sta bagnando Massa Marittima pure adesso, mentre compongono queste brevi note.
La mattinata l’ho dedicata a familiarizzare con il GRX 2x12v Di2. A causa di un problema sulla taglia della bici che è arrivata qui per me ho dovuto operare un cambio al volo, passando dalla 3T a una Factor.
Poco male, tanto non conosco nessuna della due, quindi l’una o l’altra sempre ignorante sono…
Bici che possiamo far rientrare in quello delle gravel molto sportive ed in effetti mi è sembrato essere su una stradale con le gomme larghe; ma devo dire che malgrado la piega integrata, quindi nessuna modifica alle quote possibile, mi sono trovato subito a mio agio e comunque non è la bici ad interessarmi.
Sono qui per la trasmissione Shimano GRX 2x12v Di2 e ho pensato solo a lei.
Un test breve, ho scelto di pubblicare solo in video e dovrebbe essere online a metà della prossima settimana.
Ma sono qui anche per il Grinduro Italia 2024, quindi raccontiamo questa prima giornata, di riscaldamento dovrei dire ma io sono già sfiancato…
A mezzogiorno la registrazione, poi di nuovo a lavorare sul GRX e dopo il pranzo, che però ho saltato, in sdraio ad attendere il prologo.
Primo giro, per prendere confidenza con il tracciato ma pure con la bici sullo stretto e capire la tenuta sul fondo reso viscidi dalla pioggia ma risolto bene dalla Continentale Terra. Tempo complessivo cattivo ma poco importa.
Secondo tentativo, stravolta partito più veloce, arrivato al gradino viscido il badge al polso mi ha intralciato facendomi premere per sbaglio il pulsante del deragliatore: corona sulla 48 e conseguente slittata della ruota motrice, rapporto troppo duro.
Ok, resta il terzo tentativo. Sfrutto un tratto ij discesa prima dell’inizio dopo essermi accordato per farmi “placcare” il badge passando in velocità, così da non partire da fermo e guadagnare secondi preziosi.
A tutta sul fettucciato, il gradino che prima mi aveva tradito davanti a me, io lanciato, carico al massimo il peso sulla sella per non perdere trazione e…zac! il reggisella che cala a pacco facendomi uscire di traiettoria.
Rientro mesto al paddock per farmi sistemare la sella e ritirare la striscia coi tempi.
Che manco ho guardato, mi sono rimesso sulla sdraio per piangermi addosso e farmi consolare da mia moglie, che mi ha accompagnato per questa volta.
“Lori, mi riposo 10 minuti poi rientriamo che devo farmi la doccia e sistemare il girato di stamattina”.
Con la strisciata sui tempi a infastidirmi nel taschino della salopette.
La prendo per buttarla, poi la curiosità: e vedo solo due passaggi registrati. Il terzo, quello con partenza al volo e reggisella a pacco, non è stato registrato, troppo balorda la mia idea.
Eh no, allora si va.
Riprendo la bici, abbasso di un minuto il mio tempo e si, ora posso rientrare.
Ma non chiedetemi il best lap, ho visto gente che con quel passo mi avrebbe doppiato sei volte.
Vediamo cosa riserverà il domani, se non diluvia state certi che ve lo racconterò.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.