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Come è assemblata

Tempo di lettura: 17 minuti

Come è assemblata

Spendo qualche parola per l’allestimento, per mostrarlo e per farvi comprendere con cosa ho pedalato. 

Poiché, non mi stanco di ripeterlo, è un kit telaio e poi ognuno assembla a suo piacimento, non ha senso star lì a cavillare su ruote, trasmissione o sella. 

Comunque mi è stata consegnata con un montaggio di ottimo livello, capace di esaltare le qualità dinamiche di questo telaio. 

Il comparto trasmissione è fornito da Campagnolo e sarebbe parso strano il contrario 😀

E’ un Potenza Power Torque, con pacco pignoni col 32 finale, che è per questo servito dal cambio a gabbia media. Guarnitura Compact, quindi agilità quanto basta.

Le ruote, importantissime su una bici, provengono dal catalogo Miche. Una coppia di ottime Race Axy, ovviamente per freno a disco. Non leggerissime, siamo sui 2 kg, ma reattive il giusto, robuste e con un profilo che aiuta il passo.

Il trittico arriva da Deda, con la confortevole piega gravel dal flame appena accennato; e che ben si sposa con l’ottima ergonomia dei comandi Campagnolo.

I freni sono i Trp Spyre meccanici; pinze flat mount a doppio pistoncino contrapposto. 

La bici è accessoriabile con parafanghi e portapacchi; le borse non la sminuiscono.

Una coppia di portaborraccia chiude l’allestimento; e grazie alla geometria (quasi) tradizionale sul secondo possiamo tranquillamente usare borracce da un litro. Quando sappiamo che con gli sloping diventa un problema anche quella da mezzo litro.

Ma soprattutto: solo io vedo un cuore formarsi tra guarnitura e portaborraccia? Ok, ok, l’ho appuntato già che devo farmi vedere da uno bravo.

 

Come detto prima non ha senso soffermarsi troppo sull’allestimento; ognuno sceglierà la componentistica che più gli aggrada.

Sapere come è montata ci serve giusto per avere idee più chiare quando la bici andrà su strada: cioè nel prossimo paragrafo.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Gran bella bici e prova, che ti permette di effettuare un ciclismo ad ampio raggio, non solo allenante ma anche di lavoro e tempo libero, più mezzi in uno, da godersi separatamente ed insieme, ottimo.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, il progresso in questo settore è stato notevole. Le prime bici di impostazione tuttofare/sportiva non si avvicinano a quanto abbiamo ora.
      Se all’epoca le provavo e mi piacevano è perché rapportavo sempre a quanto disponibile.
      Se lo stesso modello lo testassi oggi, beh, ne uscirebbe un verdetto differente.
      Se poi al progresso aggiungiamo il valore aggiunto della artigianalità potete capire perché io mi sia innamorato della volpina.
      Giornalista ok, ma prima di tutto sono un ciclista. Molto appassionato 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Condivido in pieno da appassionato utilizzatore e ciclista amatoriale/turistico.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, hai una volpina? Se si, e se ne hai voglia ovvio, mi piacerebbe conoscere le tue impressioni. Per quanto posso essere attento il pericolo mi sia sfuggito qualcosa lo metto sempre in conto.

      Fabio

      • <cite class="fn">Giovanni</cite>

        No posseggo una bottecchia in alluminio con gruppo base, la volpina è tutt’altra bici.
        Comunque resta sempre il piacere di pedalare.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Beh Giovanni, quello non deve mancare mai. Qualunque sia la bici che abbiamo. E il ciclista felice sarà sempre chi saprà godersi la sua bicicletta, mai chi invidia le altre.

          Fabio

      • <cite class="fn">Df</cite>

        Ciao ma in teoria si possono montare le 650b Sulla foxy?

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao, si ma tieni presente che ha clearence basso (il kit tubi quello permette) e poi ognuna è fatta su misura, quindi una risposta pratica e non solo teorica te la possono fornire solo in Gios.

  • <cite class="fn">EugenioEugenio</cite>

    Bellissima bici, giudizio assolutamente riduttivo visto che si limita alla mia sola lettura del tuo articolo. Traspare assolutamente il fascino che solo i prodotti pensati da chi ha assoluta conoscenza e padronanza riescono a trasmettere. La bici dei sogni, potrebbe essere sicuramente la mia bici dei sogni! Ha fascino da vendere, anche solo leggendo l’articolo e guardando le fotografie, una bici con l’anima, non otto tubi da Taiwan al prezzo di un su misura artigianale…Una di quelle bici vive, quelle che ti stregano, si l’abbiamo capito Fabio!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Eugenio, rileggendo la bozza dopo la prima stesura mi è venuto il dubbio “accidenti, quante lodi; ho esagerato? Capiranno i miei lettori che c’è passione in questa bici, qualcosa che va oltre il mezzo meccanico, qualcosa che non puoi descrivere ma solo sentire col cuore?”

      Però poi ho pensato che voi conoscete me, io conosco voi.

      Voi conoscete la mia passione, io conosco il vostro amore per le cose ben fatte e mi sono risposto che avreste capito il mio trasporto nel raccontarvi questa bici.

      Raramente sono soddisfatto di un articolo, trovo sempre mille difetti in ogni mio scritto. Stavolta no, sono davvero contento di questo test.
      C’è però un senso di incompiuto, io che mi conosco lo vedo, ed è perché a causa della scivolata mi è rimasta una casella bianca sul notes. Mi spiace aver chiuso senza tutte le verifiche che avevo preventivato.

      Mi spiace ancor più non essermi preso quella settimana a test chiuso per andarcene a zonzo io e la volpina, ma non potevo abusare oltre della grande disponibilità di Marco Gios.

      Ma soprattutto mi spiace averla mandata su, se non avessi da affrontare tutte le spese di questo blog (se vi dicessi quanto mi è costato in spese vive gestire solo questo test… diciamo solo che un ottimo set di ruote sportive ci usciva tranquillo) puoi stare sicuro che la compravo per me.

      Fabio

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    Che dire!
    Aspettavo con ansia la pubblicazione di questo test. Sin dalle immagini di anteprima pubblicate dai social, non stavo nella pelle e avrei voluto conoscerne subito le tue impressioni. L’attesa è stata lunga ma devo dire che (nonostante il tuo rammarico per non aver completato ogni possibile scenario) sei andato letteralmente a fondo con i dettagli! Sei riuscito persino a denudare la bicicletta! Sembra assurdo!
    Eppure devo ammettere che in questo modo si mette in risalto la vera “opera” che è il telaio; denudato dei componenti (non me ne voglia campagnolo) commerciali che possono avere tutti, si pone meglio l’attenzione sul prodotto vero e proprio che l’artigianato Gios offre.
    Complimenti dunque; a te per l’articolo e a Gios come azienda che ha nuovamente dimostrato di essere al passo coin i tempi sfornando la sua versione di un prodotto esattamente in linea con le richieste del mercato, oltre che lungimirante nell’affidarti così a lungo una bici per un test approfonditissimo. Questo anche a controprova del fatto che sono certi della qualità dei loro prodotti e non temono nemmeno la più dettagliata delle recensioni.
    Essendo di Torino, ero già passato allo showroom Gios per curiosare non appena avevo visto le prime immagini sui social, purtroppo ero fuori oraruio di apertura e non sono riuscito a toccare con mano. Poco male, ora ho un’idea decisamente chiara di quello che ritengo l’ennesimo gioiello di manifattura del marchio Torinese.
    Sono contento di leggere di questa bici. Sono contento di essere di Torino.

    Daniele

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      E io son contento di averci pedalato; un poco meno esserci caduto, ahia…

      Fabio

      ps che poi questa di non aver completato ogni scenario, di avere per la prima volta dovuto lasciare una casella bianca sul mio notes: è così evidente che ci sono rimasto male? Sto messo così? Si, mi farò vedere da uno bravo…

      • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

        Più che altro mi chiedo di questo passo dove andrai a finire. Forse la prossima bici in test oltre a smontarla la svernicerai?
        Ahhhhhh!!!!
        😀

        Daniele

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Mumble mumble, potrebbe essere una idea…

          No, scherzo ché se poi qualche azienda legge mi gioco il supporto 😀
          E comunque tra infortunio al ginocchio, stanchezza mia accumulata e voglia di occuparmi più di tecnica, test per ora non ne programmo. Serve una pausa pure a me, questo della Gios è stato molto impegnativo. Soprattutto la produzione e postproduzione, sono andato parecchio oltre i miei canoni e lo sforzo fotografico ha richiesto capacità che non ho, studiare tutto è stato un casino.

          Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Amo Torino che mi ha dato tanto così come amo l’acciaio, come testimonia la mia Carlà. Non nascondo neanche il fatto di aver contattato tempo fa Marco Gios perchè un giorno mi piacerebbe regalarmi un bel telaio fatto da loro. Qualcuno potrebbe dire che sono già di parte ma vedrò di dare più spazio alla ragione che non al cuore. Il telaio mi sembra dimostri una grande cura nella progettazione e nel sapere che comportamento voler conferire alla bicicletta come superbo è il modo con cui è stato modellato il tubo sterzo. Personalmente trovo il telaio molto curato e traspare il grande livello di conoscenza tecnica che porta con se. Ogni grado ogni mm, è stato scelto per conferire quel particolare comportamento,non ci sono di mezzo scelte aziendali per risparmiare sugli stampi o per conferire misure universali, qui trovo che c’è l’espressione del grande artigianato italiano. Come detto da Fabio,inutile parlare di componenti,visto che li possiamo scegliere, ognuno di noi monta quello che vuole, personalmente sarei già al telefono con Corrado Spada per le ruote, con la Campagnolo per avere il gruppo completo di freni idraulici e con la Deda per manubrio ed attacco. Ritengo che se pur paghi qualcosa in termini di peso rispetto ad un telaio in fibra di carbonio, possa anche essere scelta per qualche gara da ciclocross, perchè precisione di guida , di inserimento in curva come di trasmissione delle forze valgono qualche grammo in più. Fabio, ha descritto molto bene la sensazione di guidabilità come anche quella che si ha nella trasmissione della forza dal posteriore, la conosco bene perchè la mia Carlà ha lo stesso comportamento, senti una rotonda sensazione e senza accorgerti la velocità sale in maniera performante più di quanto i sensi ti trasmettano. Complimenti alla famiglia Gios. Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, io vorrei scrivere qualcosa di intelligente in risposta, anche per mostrare che leggo sempre i vostri interventi e li apprezzo.
      Ma tra il fatto che cose intelligenti non so scriverle e che hai già detto tutto tu, io che aggiungo?
      Appunto, ‘sta cazzata che ho appena scritto.
      E vabbé

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Adesso mi fa arrossire 🙂

  • <cite class="fn">bk</cite>

    Su quella saldatura tra tubo orizzontale e piantone il problema non è estetico, semplicemente non è fatta bene. Il cordone della saldatura deve essere uniforme, la non c’è stata la completa fusione tra due tubi o manca il materiale d’apporto. Per carità non si romperà.

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