Franks Bike blanket

Tempo di lettura: 4 minuti

Ci sono ciclisti per i quali ogni graffio alla bici va indossato con orgoglio, una medaglia al valore di una vita vissuta pericolosamente. Ci sono ciclisti che davanti a un salto di vernice non battono ciglio, pronti in sella a pedalare felici. Ci sono ciclisti che per un graffio non dormono una settimana e per un salto di vernice scatenano l’Armageddon. Secondo voi io in quale categoria rientro? Appunto, e infatti come già sapete mi prendo cura delle mie bici sin dal primo giorno, creando protezioni adesive per i punti più esposti a piccoli graffi e urti. Lavoro che svolgo ancor più meticolosamente sulle bici che mi affidano in prova: una cosa è se spacco una ciclocross scendendo piano un gradino di dieci centimetri, e allora è colpa della bici; altra se per mia incuria faccio cadere la preziosa di turno rimandandola indietro in condizioni pietose.

Quando monto una bici o svolgo manutenzione applico sul telaio dei tubi in gommapiuma, perché un attrezzo può sempre scappare. Nelle foto degli articoli tecnici ovviamente non li vedete, li rimuovo prima di scattare. Lo stesso faccio quando trasporto la bici in auto; una modesta station wagon che ha il pregio di essere lunga e alta a sufficienza per farci entrare la bici senza bisogno di smontarla. E resta spazio per il bagaglio vacanziero, quindi ogni volta proteggo la bici per evitare che una valigia me la graffi. Esagerato eh? Voi guardatela da un altro punto di vista: chi compra una mia bici può veramente dire: senza un graffio 😀

Lo svantaggio è che imballare e sballare la bici a ogni trasporto richiede tempo, parecchio tempo; e mi sono sempre messo in testa di inventare un sistema più rapido. Però per esperienza so che quando ho una buona idea basta cercare e trovo qualcuno che l’avuta prima di me e messa in pratica meglio di come avrei potuto fare io. Ossia quello che è puntualmente successo quando ho scovato questo Franks Bike Blanket: una unica fascia appositamente sagomata che in quaranta secondi avvolge la bici proteggendola nei punti più esposti durante il trasporto.

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Come molte delle cose che mi piace testare anche questo progetto è stata finanziato grazie al crowfunding, lanciato sulla piattaforma Kickstarter dal suo ideatore Matt Franks. E come molte delle cose che mi piace testare questa protezione è stata pensata da un ciclista per i ciclisti. Non che una bici la progetti un ingegnere automobilistico, avete capito cosa intendo: nessun ufficio marketing a dettare regole e target ma gente che sui pedali ci sta tutti i giorni e capisce, perché le vive, le nostre esigenze. Pure quelle di un fanatico come me. E non è mica facile. Chiedere un Franks Bike blanket per poterlo toccare con mano è stato un passo naturale a cui Matt ha risposto con immediato entusiasmo, inviandomene uno a stretto giro. Vediamo allora come è fatto.

La nostra copertina arriva a casa in un simpatico tubo di cartone rigido con una grafica classica che mi è piaciuta.

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Al suo interno il bike blanket avvolto in una bustina di plastica e il minimale manuale con le istruzioni.

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Che vi riporto fedelmente, oltre ai graffi sul telaio detesto anche essere approssimativo…

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Aperto solo a metà si apprezza la consistenza del tessuto antistrappo ed elasticizzato; che nell’uso ha mostrato anche di temere poco l’olio della catena.

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Ottima la qualità costruttiva e te ne accorgi dai dettagli, per esempio i robusti e ben inseriti bottoni automatici e la fascia tenacemente cucita lungo tutto il perimetro.

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Una volta aperto completamente scopriamo dei rinforzi interni per le zone a contatto con pignoni, catena e QR (o disco) della ruota posteriore.

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Una buona idea ma migliorabile come leggeremo più avanti.

Al centro l’apertura attraverso cui far passare la sella, con bordi adeguatamente rinforzati; a impreziosire la zona il marchio ricamato.

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Spostandoci all’altra estremità troviamo le due fasce di diversa lunghezza che andranno ad avvolgere la zona sterzo, chiudendosi su essa grazie al piccolo cinturino regolabile, e le due “orecchie da coniglio” che avranno il compito di proteggere la forcella, facilissime da fissare grazie agli anelli elastici.

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Le istruzioni sono semplici perché semplice è applicare la protezione alla bici, comunque ve le propongo tradotte; non letteralmente, preferisco spiegarle a modo mio.

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Dopo aver completamente svolto il Franks Bike blanket facciamo passare il sellino attraverso la piccola apertura posta in prossimità della scritta.

 

 

 

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Svolgiamo la parte anteriore lungo l’orizzontale, afferriamo le due lunghe fasce a protezione della forcella e assicuriamole ai QR grazie agli anelli elasticizzati.

 

 

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Alziamo la ruota posteriore e facciamola passare attraverso l’ampia apertura, girandole a mano; il naturale attrito tra copertoncino e materiale interno della copertura aiuterà il posizionamento a protezione del carro.

 

 

 

 

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Proseguiamo l’azione svolgendo la copertura verso la ruota anteriore, andando così ad avvolgere anche la guarnitura.

 

 

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Fasciamo l’obliquo del telaio facendo passare il lato più lungo della protezione, quello destro, intorno al tubo sterzo e stringiamo il tutto grazie al cinturino regolabile a sgancio rapido. Chiudiamo i due bottoni automatici posti sotto l’orizzontale, quelli in prossimità del portaborraccia all’obliquo (tre, per offrire diverse possibilità ed evitare conflitto col portaborraccia) e l’ultimo posto sul pendente sinistro del carro. Finito. Più lungo leggere che farlo.

 

Rimuoverlo è ancora più veloce. Qui di seguito un breve video che mostra come applicarlo e toglierlo. Ci metto più tempo del necessario per due motivi: il primo è evitare movimenti troppo veloci che avrebbero messo in crisi l’autofocus (anche per colpa della giacca riflettente che indosso) e il secondo è che lavoro sempre dietro la bici per lasciare campo libero alla ripresa video e questo impaccia (molto) i movimenti, farlo dal lato guarnitura è più semplice. Inoltre a causa dell’ingresso cavi trasmissione in una zona particolare del telaio è risultato difficile far passare la fascia attorno al tubo sterzo e ho preferito evitarlo.

Eliminate le esigenze cinematografiche ho impiegato quaranta secondi per applicarlo alla bici e meno di trenta per toglierlo e ripiegarlo. Ottimo.

Ed ecco alcuni dettagli una volta montato sulla bici, partendo dalla zona sella. L’apertura è larga a sufficienza per un sellino sportivo e grazie alla elasticità del tessuto non ci sono problemi nemmeno se è montata una piccola borsa sottosella o la sella è più larga.

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Gli anelli elastici sono agevoli da afferrare, anche usando guanti invernali, e tengono ben ferme le due fasce a protezione della forcella.

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Saggia l’idea di applicare più bottoni automatici e in posizione differente; trovarne almeno uno libero che non intralci col portaborraccia è facile.

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Sia a destra che a sinistra abbiamo due fasce interne per evitare che i pignoni o i QR danneggino il tessuto e al contempo offrire maggior protezione a queste zone.

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Avrei visto bene un ulteriore bottone automatico per chiudere la protezione intorno al fodero basso del carro, che rimane troppo aperta.

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Una ulteriore protezione interna è prevista per la guarnitura; però sempre nel caso della mia Rose X-lite Team mi sono trovato sfasato.

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Il motivo è da cercare nella geometria moderatamente sloping di questo telaio. In pratica l’apertura sella impone la distanza per tutta la parte posteriore di questo Frank Bike blanket. E poiché la zona reggisella è “più in alto” rispetto a uno sloping tradizionale tutta la fasciatura ne risulta accorciata. Ho fatto alcune prove con altri telai dallo sloping più accentuato e mi sono ritrovato perfettamente nelle quote, con la protezione che avvolge bene sia il cambio che la guarnitura. Ma, lancio l’idea a Matt, sarebbe utile aumentare la lunghezza della protezione interna. Nessun problema invece a sinistra, anche montando la copertura su una bici da corsa con freno a disco: la protezione interna lo ha avvolto perfettamente.

Infine l’intoppo che ho avuto in zona sterzo, cui ho fatto cenno prima, a causa del punto di innesto delle guaine di trasmissione. Per semplificarmi la vita ho evitato di avvolgere completamente il tubo sterzo.

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Con un poco di pazienza è fattibile, ma non ne viene fuori un lavoro pulito come invece ho ottenuto con bici a cavi esterni o a cavi interni ma con ingresso sotto l’obliquo.

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Non ha aiutato la mia fissa di avere passaggi guaine piuttosto rasenti al telaio. Con una curva più ampia delle guaine non avrei trovato difficoltà a far passare la fascia sotto esse. Ma soprattutto anche qui non ha aiutato il poco sloping del telaio; perché come l’apertura per il passaggio del sellino incide sulla copertura posteriore allo stesso modo sfasa anche la parte anteriore. Se tutta la fasciatura che corre lungo carro, guarnitura e obliquo si trova ad essere accorciata, arrivati in zona sterzo giocoforza saremo corti. Non tanto però da pregiudicare la protettività del sistema. E comunque resta un problema circoscritto a telai con geometrie più tradizionali, come detto provando il Bike blanket su telai sloping tutto è andato a posto in un attimo.

Quindi non mi lamento, tenuto conto che in molto meno di un minuto proteggo la bici, pronta ad essere caricata in auto o su un portabagagli posteriore. Non uno da tetto, in velocità alcune zone creerebbero un fastidioso effetto vela. Ma non è un difetto, il sistema non è progettato per questo utilizzo; anche se aiutandosi con qualche fascetta in velcro è comunque possibile “chiudere” le zone che si gonfierebbero col vento della corsa.

Provandolo su due Mtb, una con ruote da 26 e l’altra da 29, non ho riscontrato problemi di sorta. Con la 26″ è filato tutto liscio, con la 29r è bastato scaricare il cambio per recuperare quella lunghezza necessaria a chiudere il sistema. Gli anelli elastici hanno fatto presa ugualmente grazie al loro generoso dimensionamento, anche se alla forcella c’era il perno passante e non ho potuto sfruttare il normale QR. L’unico dubbio è che ho usato due bici di piccola taglia, una S e una M. Non so con sicurezza se con taglie superiori il bike blanket sarebbe lungo a sufficienza, anche se è elasticizzato. Il carro di una Mtb è sempre lungo, ma è anche vero che il fortissimo sloping aiuta a compattare le distanze.

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Giudizio finale? Un nove pieno, per il dieci andrebbero sistemate alcune cose. Tutta la fascia trasmette una impressione di solidità e certosina cura del dettaglio. Proprio perché ci troviamo davanti a tanta cura, stonano l’assenza di una chiusura ulteriore sul fodero basso a sinistra e la poca estensione della protezione interna per la guarnitura. D’accordo che quest’ultima è risultata giusta con altri telai e quindi la causa è da ricercare nel disegno della bici usata per le foto. E mi rendo conto che progettare un prodotto universale per il ciclismo, dove di universale è rimasto solo che le bici hanno due ruote, è praticamente impossibile. Eppure basta davvero poco per il dieci pieno. Lo applichi in una manciata di secondi e lo togli in ancora meno, protegge le zone più esposte, è facilmente ripiegabile e trasportabile, non si macchia con facilità, le cuciture sono molto tenaci e il tessuto è robusto. E’ molto bello il marchio ricamato, che nulla aggiunge o toglie alla funzionalità del prodotto: però a me piace la cura del dettaglio. E mi piace il confezionamento. Lo si potrebbe vendere, sicuramente a prezzo inferiore, risparmiando sul tubo in solido cartone e spedendo il Bike blanket in una semplice busta di plastica. Ma so che non mi avrebbe colpito come ha fatto quando ho aperto il pacco consegnatomi dal corriere. E poi così diventa anche una buona idea regalo. Insomma, in definitiva questo Franks Bike blanket mi ha convinto, con pochissimi aggiusti riuscirebbe a coprire la quasi totalità delle bici.

Il Franks Bike blanket è in vendita a un soffio dalle 40 sterline direttamente sul sito ufficiale. Un prezzo giusto, sia per la qualità del prodotto che per i soldi risparmiati in ritocchi al telaio per coprire graffi e salti di vernice. Senza contare il risparmio di nervosismo, almeno per i fanatici come me…

COMMENTS

  • <cite class="fn">marko</cite>

    Noooo vabbè come il maglioncino per i cani da borsetta 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Tu non fai testo: il batticatena te l’ho messo io, se era per te hai voglia scardature…
      Cioè profondi graffi per i non partenopei 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    io mi accontenterei della modesta station vagon per poter caricare internamente la bici……
    Comunque interessante prodotto, oggigiorno esiste proprio di tutto.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      eh Loré, io non sono un appassionato di auto come te. Se ti dico che macchina tengo inorridisci…

      Fabio

  • <cite class="fn">edoardo</cite>

    Anche a me, leggendo l’articolo, é venuto di pensare ai maglioncini per cane.
    Sono però d’accordo con te che il telaio della bici vada protetto ed io lo faccio economicamente ed efficientemente con i tubi isolanti usati dagli idraulici. Questi tubi si comprano nei grandi negozi “Fai da te”, solo lunghi 2 o 3 metri, sono di vari diametri e costano meno di un euro. Sulla bici che normalmente uso in città li lascio sempre montati in modo da non rischiare di graffiare la vernice legandola ai pali o agli stalli per bicicletta.
    Ciao e grazie per tutti i tuoi articoli.
    Edoardo

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