Denim Vaude Larvik PrimaLoft

Le conclusioni

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Le conclusioni

Questo test è nato per caso e si è trascinato dietro tutti gli altri. Avevo accantonato l’idea di dedicare una serie di recensioni al ciclismo urbano, argomento che mi sta a cuore e che volevo, nelle mie intenzioni, trattare lo scorso autunno.

L’accavallarsi continuo di nuove incombenze e altro materiale da sottoporre a verifica faceva sempre slittare la decisione di impegnarmi, tanto che alla fine mi ero detto che forse sarebbe stato meglio rinunciare.

Fino all’arrivo di questi Vaude Larvik: una mail dall’ufficio stampa che cura la Panorama Diffusion, distributore italiano del marchio tedesco e non solo, con la news dei jeans. E si è attivato il neurone.

Ricevuta conferma della disponibilità di un esemplare per un test su strada è iniziata la selezione di tutto il resto: partendo dai pedali Rose Pro Duo Plus, salendo con le scarpe Chrome Tusk Pro Bike Shoe, saltando la giacca perché proprio non ce la facevo, arrivando ai caschi della gamma Urban di Met Helmets e proseguendo con antifurto, luci, borse e parafanghi come anticipato in questo articolo.

Sono stati tra i primi ad arrivare ma non i primi ad essere pubblicati perché ho voluto passarci parecchie ore in sella. Volevo essere sicuro, memore di quando molti anni fa provai per una rivista del settore un denim tecnico dedicato alla moto che si rivelò una cocente delusione. Settori diversi, esigenze diverse senza dubbio; ma un dubbio io lo tengo sempre quando tratto qualcosa di non specialistico.

Invece questo benedetto dubbio potevo pure evitarmelo, perché il Vaude Larvik è a tutti gli effetti un capo tecnico: pensato, studiato, ottimizzato per andare in bici. E posso assicurarvi che la cadenza non ne risente.

Manca un fondello a identificarlo immediatamente come dedicato al ciclismo: e devo dire meno male. Per quanto sottile l’avessero potuto inventare, l’effetto “pannolone” sarebbe stato automatico, vanificando tutto: cioè la possibilità di pedalare in assoluta libertà e una volta scesi di sella essere pronti per l’ufficio, l’aperitivo in centro o un cinema serale.

Molte ore in sella, molte uscite, praticamente quotidiane potendo sfruttare la rapidità con cui si asciugano dopo il lavaggio, selle comode e scomode, pedali flat e agganciati per aumentare facilmente la cadenza e alla fine ho potuto tirare le somme.

Parto dal prezzo, perché quando ormai ti porti a casa un jeans a meno di una serata in pizzeria, qualcuno potrebbe chiedersi se vale la pena investire i 130 euro richiesti per indossare questo Vaude Larvik. Prezzo sul sito ufficiale, in rete l’ho trovato a meno nei vari store e non solo quelli di ciclismo.

Se guardo solo alla cifra sembrano tanti soldi; se guardo alla resa e all’incredibile comfort, al senso di libertà di movimento durante la pedalata che offrono questi denim allora dico che il prezzo è giusto. E potendo contare sulle tante offerte presenti in rete il prezzo di acquisto scende ancora, quindi diventa un buon affare. In ogni caso non ha concorrenti: quello che offre lo offre solo lui, quindi nemmeno si può fare un raffronto su prezzi differenti semplicemente perché non hai qualcuno con cui raffrontare.

Chi si sposta quotidianamente in bici e non può usare abbigliamento tecnico (chi si presenta in ufficio col completino in Lycra?) ha sempre dovuto fare i conti coi tanti piccoli e grandi fastidi causati dall’abbigliamento civile.

Uno alla fine si abitua e come detto all’inizio, si fa di necessità virtù. Si provano tanti modelli diversi finché ci si imbatte fortunosamente in qualcosa che bene o male ci permette di pedalare; si guarda ad altri settori, per esempio in inverno uso spesso dei pantaloni di una nota catena sportiva presi dal reparto caccia e pesca: che nulla hanno a che fare con la bici, ma il taglio più largo mi permette di pedalare un poco meglio.

Ma sempre soluzioni di compromesso sono.

E poi finalmente mi imbatto in questi Vaude Larvik e compromessi non devo farne più.

Spesso durante lo svolgimento di questo test mi sono confrontato con altri ciclisti che, come me, usano la bici ogni giorno e non solo per allenarsi. E sempre mi sono sentito rispondere “Beh, io coi jeans pedalo, alla fine va bene così”.

Ecco il punto: qui è una esperienza nuova. Non sono paragonabili nella resa a dei pantaloni normali. Sono incredibilmente vicini a un pantalone tecnico, un lungo invernale sportivo. Almeno dal cavallo in giù, perché, giustamente ribadisco, si è scelto di non dotarli di alcuna imbottitura.

La libertà che ho goduto nel muovere le gambe è stata la stessa. E nessun pantalone “civile” può garantirmelo.

Quindi riassumiamo.

Cavallo con inserto supplementare per garantire libertà di manovra.

Ginocchia sagomate a lasciare spazio.

Taglio a sigaretta per evitare impicci con la guarnitura.

Tasche posteriori sagomare per non farle interferire con al sella.

Tessuto morbido, caldo e elastico quanto basta per cedere senza sforzo durante la pedalata.

Inserti rifrangenti a scomparsa, celati sotto il risvolto.

Qualità dei materiali e nelle finiture.

Il tutto a poco più di un jeans di marca famosa.

Potendo contare su un look adatto alla vita quotidiana e senza alcuna rinuncia una volta in sella.

Non vi nascondo che con questi test dedicati al ciclismo urbano mi sto divertendo un mondo. Sono lavorati; molto perché c’è da uscire ogni momento; e c’è da riparametrare tutti i miei protocolli, dedicati a componenti e accessori specialistici e con uso ben chiaro e definito.

Ma è un lavoro che ho svolto e sto svolgendo con piacere, perché mi sto imbattendo in oggetti dalla doppia personalità, da scoprire poco alla volta, da interpretare nei dettagli.

Trovando così tante cose buone per la nostra quotidiana vita sui pedali. A volte mi lamento per i troppi impegni, per il tempo che non basta mai. In realtà sono fortunato nel poter vivere appieno questo mondo e sono felice quando un test mi rimanda solo risultati ottimi, come in questo caso. Se c’è una cosa che non mi piace e ritrovarmi a presentare qualcosa che alla fine non vi servirà, mi sembra di aver sprecato il mio e il vostro tempo.

Non è successo con questa ed altre recensioni. Forse prima dei caschi avrei dovuto sforzarmi di più e inserire una giacca, per avere un quadro completo. Ma già così siamo a un ottimo punto nella vestizione del perfetto ciclista urbano.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Ciao Fabio, ho letto la prova dei due denim che hai pubblicato già da qualche tempo, poichè mi è nata l’esigenza, o meglio la possibilità di un maggior spostamento quotidiano in bicicletta quindi non solo legato all’uscita ” agonistica”. Mi sembrano ottimi capi ben studiati, ma il mio dubbio rimane sui possibili, per non dire certi, attriti che forse alle volte sono dovuti più all’intimo che non al pantalone. Nel caso a questo denim si può abbinare un underware più indicato di un altro? Grazie

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, no, la vestibilità è quella di un jeans normale, tagliato per favorire la mobilità ed evitare eccessivi attriti, ma pur sempr eun capo cittadino è.
      Ossia, da indossare nei trasferimenti urbani, la mezz’ora per capirci.

      Fabio

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