Come acquistare una bici usata senza brutte sorprese
Pillole di buon senso
Pillole di buon senso
Il nostro legislatore usa da decenni un parametro buono per tutte le occasioni anche se indefinibile: “la diligenza del buon padre di famiglia”.
Nel corso degli anni ci si è scagliati contro questa impostazione con motivazioni varie, mai tecniche però. In realtà dietro una concezione forse arcaica della società (ma teniamo conto del quando è stata decisa) c’è il richiamo al semplice buon senso.
Chi avverte su di sé la responsabilità di badare alla propria famiglia tende a non sperperare denari, cerca di comportarsi con onestà, è accurato nelle scelte: insomma, evita colpi di testa.
Però qui parliamo di bici, di passione e sappiamo bene che è fin troppo facile spegnere il cervello, almeno una volta ci siamo cascati tutti.
Nulla di male, a patto aver perso la testa per la bici giusta: perché se non lo è, allora la delusione è doppia.
Mi verrebbe da scrivere che la prima regola è identificare il giusto modello che fa per noi, ma siccome questo lo devo dare per scontato altrimenti non ne veniamo fuori, passo oltre.
Per questo la prima pillola di buon senso nella ricerca dell’usato è avere pazienza. Mai farsi prendere dalla frenesia, dalla fretta, il mercato dell’usato è diverso, da qualche parte c’è la bici giusta per noi, diamole il tempo di venir fuori.
Tenere d’occhio i mercatini specifici, magari attivare le notifiche su quella data ricerca, fare due chiacchiere con negozianti seri e può essere domani o dopo un mese o tre mesi, la nostra pazienza sarà premiata.
La seconda pillola di buon senso è confrontare la bici dell’annuncio con la scheda tecnica presente sul sito ufficiale. Ormai tutte le grandi aziende hanno il loro archivio, se la bici ha meno di dieci anni è facile sia nel database, altrimenti internet nulla dimentica e qualcosa si trova sempre.
Il confronto con la scheda tecnica serve ad appurare se la bici è stata modificata e dove; perché a volte non sempre le modifiche sono realmente migliorative.
Anche capire se magari il venditore ha preferito tenersi alcuni componenti. Nulla di male, è legittimo: a patto lo specifichi chiaramente nell’annuncio. In tanti si tengono le ruote se sono buone per passarle sulla bici nuova, d’accordo. Però a quel punto lo scrivi, perché ovviamente sotto la bici in vendita ci saranno ruote più scarse e questo oltre a ridurre il valore della bici può essere un ostacolo alla vendita, perché si suppone che il nuovo acquirente non voglia mortificare la bici con ruote non all’altezza e quindi dovrà andare incontro a ulteriore spesa.
Ovviamente nel caso di bici vintage o storiche o di possibile interesse storico l’originalità è fondamentale. Ogni modifica ne sminuisce il valore, poco importa se magari il componente è migliore. Diverso il caso di upgrade con pezzi sempre d’epoca, dello stesso periodo.
Ma qui entriamo in un settore dove si muovono ciclisti già esperti, sanno il fatto loro e io nulla potrei aggiungere a quanto già conoscono.
A proposito di conoscenza, ecco la terza pillola: farsi aiutare da un amico esperto.
Però attenzione a non confondere. Perché esperto non significa che va in bici da più anni ma che abbia conoscenze tecniche e soprattutto non sia di quelli che ritengono il loro modo di andare in bici l’unico universalmente valido.
Vi faccio un esempio. Durante questa estate appena trascorsa mi sono trovato al centro di una discussione tra un possibile neo ciclista e un sedicente esperto. Al centro giusto perché il mio ombrellone era tra i loro, io ho preferito continuare la mia lettura senza mai intervenire.
Il possibile neo ciclista era interessato ad acquistare una bici per andare a fare la spesa e farsi qualche breve giro nei dintorni, nulla di impegnativo, distanza tra i 20 e i 30km per lo più su asfalto, al massimo una scampagnata sul lago e il tutto con un limite di spesa piuttosto basso.
Uno davvero esperto lo avrebbe indirizzato su una buona trekking, facile da usare e con pochissima manutenzione.
Invece il sedicente esperto ha sentenziato: 1. Ti serve una gravel; 2. Deve avere il monocorona sennò non è gravel; 3. Devi usare i tubeless sennò sullo sterrato sei scomodo; 4. Quando devi andare in negozio ti porto io sennò quelli chissà che ti vendono.
E infatti dopo queste massime incise nella pietra il possibile neo ciclista ha abbandonato…
Quindi se non abbiamo noi le conoscenze per scegliere e capire cosa fa al caso nostro, cerchiamo chi abbia una visione più ampia, sappia ascoltarci e indirizzarci su scelte adatte a noi, non a lui. Chi davvero ha competenza non imporrà mai agli altri il proprio ciclismo.
L’ultima pillola di buon senso è talmente scontata che non dovrei nemmeno citarla; eppure nel corso degli anni troppe volte son venuti qui ciclisti disperati perché non riuscivano a trovare un assetto decente in sella.
Già, perché o mal consigliati o letteralmente truffati da negozianti poco attenti avevano commesso l’errore più grave.
Quindi, anche se qui è in coda, in realtà dovrebbe essere al primo posto: assicurarsi sempre che la bici scelta sia della giusta taglia.
Però dobbiamo essere attenti anche qui, senza fidarci delle lettere e nemmeno tanto dei numeri: dobbiamo cercare le geometrie sul sito del produttore.
Tradotto: una M dell’azienda X non è la M dell’azienda Y; e spesso avviene anche se invece delle lettere abbiamo i numeri, per cui una 53 di una non è detto sia analoga alla 53 di una altra.
Certo, mi rendo conto dell’antinomia in questa ultima pillola: se uno sa valutare in autonomia taglia e geometrie allora già ha esperienza e se ha esperienza non gli serve leggere qui; mentre questo articolo è rivolto proprio a chi non ha esperienza.
Come ne esco? Beh, se siete arrivati qui sul blog allora passateci un altro poco di tempo perché tra test e articoli vari (per esempio nella categoria Pedalare bene) trovate le informazioni che servono per decifrare le taglie e per prendervi le misure.
Senza dimenticare una cosa: se esistessero due ciclisti con identiche quote antropometriche, potete essere sicuri che avranno un assetto in sella diverso.
Quindi la taglia telaio è fondamentale ma se la bici che avete trovato ha uno stem di misura diversa o una sella troppo larga non è un problema, si cambiano con facilità.
A loro si rimedia, al telaio sbagliato no.
E adesso l’ultima parte, quella dedicata ai controlli.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.