Colnago Steelnovo: 17.000 euro ma non mi scandalizzo
Qualche giorno fa Colnago ha presentato la Steelnovo: solo 70 esemplari, per festeggiare i 70 anni di attività.
Telaio in acciaio, saldature invisibili, dettagli stampati in 3d, trasmissione Campagnolo Super record abbondantemente personalizzata, personalizzazione estrema anche in dettagli secondari come i perni passanti e la viteria.
A lavorare in team su questa bici il meglio della nostra industria, da Colnago a Pirelli, da Carbon-Ti a Additiva, da Columbus a Campagnolo.
Prezzo finale: 17.000 euro, tondi tondi.
Quando ho visto le immagini e letto la release, devo dire che l’ho guardata e mi son detto: bella è bella, chissà dal vivo.
E archiviato la notizia, già è raro che pubblichi le release, questa per me era abbastanza priva di importanza.
Buona per catturare click per quelle testate che vogliono giocare sulla polemica dei prezzi, sobillare commenti e interazioni, ergersi a duri e puri ma poi, alla fine, tentarle tutte per raccattare lettori.
Insomma, bella bici ma per me non era una notizia.
Lo diventa oggi, seppure al contrario: nel senso che io del prezzo di questa bici non mi scandalizzo.
Colnago non è un semplice produttore: l’azienda è in mano a un fondo di investimento degli Emirati Arabi, la Chimera Investment LCC.
Nel suo diversificato portafoglio, il fondo emiratino non ha mai fatto mistero di puntare anche al mercato del lusso, investendo in marchi capaci di andare oltre l’oggetto prodotto per divenire oggetti del desiderio.
Giudicare la Colnago Steelnovo valutando l’allestimento o chiedendosi, come ha fatto qualcuno, il peso; o compararla con altre bici che montano stesse ruote e gruppo non ha alcun senso.
Con la Steelnovo pedali e questo è l’unico punto in comune.
Poi è un bellissimo oggetto da possedere se puoi, mostrare se vuoi, incorniciare se preferisci. Sfoggiare se sei un pacchiano arricchito.
E la cosa si ferma qui.
Serie limitata, soluzioni e dettagli senza risparmiarsi, il chiaro intento di trasformarsi in bici per facoltosi collezionisti, come un Rolex in serie limitata o una penna Cartier per pochi.
Pure l’orologio da due spiccioli segna l’ora e la Bic scrive, ma nessuno si sogna di paragonarli al Rolex e alla Cartier e nessuno si scandalizza perché c’è chi spende 20.000 per una penna.
Quindi perché dovrei scandalizzarmi per questa Colnago, creata non per il grande pubblico ma per una ristretta elite economica che probabilmente manco ci pedalerà?
Del resto, dopo un bilancio 2023 decisamente roseo per l’azienda, che ha visto il fatturato passare dai 42 milioni del 2022 ai 56 milioni l’anno successivo e dopo le dichiarazioni dell’AD Rosin che ha sempre rimarcato la volontà di creare “gioielli”, bici cioè destinate al mercato del lusso, francamente mi sembra pure normale che tirino fuori questa Steelnovo.
Star lì a chiedersi se vale tutti questi soldi è proprio inutile, una bici simile, in edizione limitata, non la valuti col normale metro di giudizio del rapporto qualità prezzo o delle doti dinamiche.
Star lì a scandalizzarsi per una pura operazione pubblicitaria, tecnicamente pregevole ma pur sempre pubblicitaria, è tempo sprecato.
Star lì a pubblicare a getto continuo la notizia usando ogni pretesto giusto per scatenare inutili dibattiti ha ancora meno senso.
Non dimentichiamo che come media abbiamo anche dei doveri, primo fra tutti far chiarezza, non creare guazzabugli.
Per chi vuole, c’è anche il video a questo link diretto o in miniatura in basso.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Direi anche: questo esercizio di stile chi altri nel mondo poteva farlo se non Colnago? Ci vuole non solo la tecnica – ampiamente condivisa nel settore – ma quel quid che pochissimi hanno, dovuto alla cultura e alla tradizione del saper fare e della bellezza.
Questo è il risultato estremo di queste doti che travalicano il sostantivo bicicletta.
Frega niente del prezzo. La vera discussione andrebbe fatta sul nome: una gran trovata o una cag*ta pazzesca? 😀