Chrome Industries Truk Pro Bike Shoe

La prova su strada
La prova su strada
Due bici chiamate ad accompagnarmi, vari pedali sia flat che Spd che doppia funzione e lunghe passeggiate sia a suola “tutta gomma” che con le tacchette. Una uscita con la pioggia (una sola, non siamo in estate e alla mia età devo riguardarmi) parecchie col freddo ed altre con temperature primaverili (ho rilevato 19 gradi, che a gennaio non è poco, un paio di settimane fa) per testare a fondo ogni possibile situazione.
E ovviamente non sono mancate lunghe passeggiate, sia con suola “a tutta gomma” che con le tacchette montate. In quest’ultimo caso ho affrontato anche la prova regina: il marmo 😀
Parto dalla calzata: comoda, larga, da scarpa civile per capirci. Quindi nella scelta della taglia è alle scarpe civili che dovete fare riferimento, non a quelle da ciclismo, che sembrano avere taglie tutte loro.
Il look è da sneakers, con la punta che guarda leggermente in su per favorire la camminata.
Mi piacciono molto in questa versione nera e mi piace la nota di colore data dal logo ricamato in rosso; mi piacciono pure i lacci rossi e infatti quelli volevo usare ma è passata mia figlia, ha compatito la mia barbetta grigia, lanciato uno sguardo sdegnoso al mio tentativo di giovanilismo (aiutato dai denim Vaude Larvik che vedete in foto e oggetto di altro test) e sono tornato ai lacci neri. E vabbè.
Però sono uno che demorde e profittando della distrazione della giovincella sono uscito anche coi lacci rossi: carini eh?
Ma adesso mettiamo da parte le vicende familiari e pedaliamo.
Parto dal pedale flat, ne ho usati due tipi differenti: uno da freeride, quindi ampio e con le sue punte su tutta la superfice, e un altro vintage, i Maillard della mia Peugeot. Del resto sono bici ancora molto apprezzate, soprattutto oltreoceano, dagli urban bikers.
In ambedue i casi la tenuta della suola è stata sempre ottima, anche inforcando la bici con le suole bagnate. Un aspetto da non sottovalutare in città, perché è vero che queste scarpe possono montare le tacchette e presumibilmente saranno scelte proprio da chi preferisce pedalare agganciato, altrimenti opterebbe per la versione a suola intera Truk Bike Shoe; però è anche vero che può capitare di usare quel giorno una bici diversa, con pedali liberi e so per esperienza quanto è pericoloso nel traffico perdere improvvisamente la presa…
Usando pedali da freeride, quindi piuttosto larghi, la suola cede pochissimo. Si mantiene rigida il giusto per non sprecare forze e al tempo stesso ha l’elasticità necessaria a non essere scomoda. Però qui gioca anche il fattore pedale, così esteso da occupare quasi mezza scarpa.
Meglio provare con pedali più sottili, come appunto i Maillard; e ci ho aggiunto i Rose Duo Plus, ovviamente lato flat.
Non hai, giustamente, la rigidità di una scarpa sportiva; non hai, e qui sta il bello, la cedevolezza di una scarpa civile. Inforcata la bici puoi pedalare anche per più ore, spingere in salita o alzarti sui pedali potendo contare su una ragionevole rigidità. La suola non flette, si comprime un poco e così anche la soletta interna, ma senza quell’effetto di affondamento che avvertiresti pedalando con sneakers normali, non pensate per la bici.
E questo unito all’ottimo grip di cui ho detto mi ha permesso una pedalata molto efficace, inferiore a quella di scarpini sportivi agganciati ma decisamente superiore a quella di qualunque scarpa normale mi sia trovato a indossare mentre pedalo.
Non era un risultato scontato. Ho usato spesso scarpini da bici non specialistici, dotati comunque di attacco Spd come alcune scarpe da trekking proposte da diverse aziende. Dopo meno di una ora era tutto un formicolio alla pianta pedalando liberi, dopo mezz’ora un fastidio fortissimo in zona tacchette pedalando agganciati. Segno di una suola troppo morbida malgrado fossero scarpe pensate per andarci in bici.
Cosa che non è accaduta con queste Chrome Tusk Pro Bike Shoe, anche spingendomi su durate ben superiori a quelle tipiche del ciclismo urbano. In configurazione flat ho spesso superato le due ore, agganciato mi sono spinto fino al limite delle cinque ore a zonzo e solo alla quarta ora ho avvertito la pressione delle tacchette. Un risultato, sotto questo aspetto, da scarpa sportiva più che urban.
Insomma, per farla breve: si possono spingere ben oltre i confini delle città.
E ora passiamo all’uso con le tacchette.
Come visto prima, sotto lo sportellino in gomma abbiamo due coppie di fori per tacchette Spd; nessun problema nemmeno con alcune Crank Brothers.
I pedali scelti sono stati gli Shimano Pd-M545 e dei vecchi Shimano Deore 505 che mi servono da pedale jolly: dove necessito, li monto. Il grosso dei chilometri però li ho pedalati ancora una volta coi Rose Pro Duo Plus, anche perché dovevo starci coi tempi e l’unica era condurre i test insieme.
Inizio dalla facilità di aggancio, perché, ricordo, le tacchette non sono sporgenti dalla suola come una scarpa da Mtb ma incassate in un nicchia e quindi la prima cosa era scoprire se un pedale più largo avrebbe causato difficoltà o lentezza nella manovra.
No, nessuna difficoltà, né coi Rose né con i PD-M545; e confesso che temevo che con questi ultimi avrei avuto problemi. Ovviamente tutto è filato liscio con pedali Spd nudi ma era prevedibile, ed è stata prova fatta per scrupolo. Chi si orienta su queste scarpe difficilmente userà pedali spogli, preferendo versioni a doppia funzione o con gabbia esterna, più adatti alla guida cittadina.
Sulle prime, passando da una scarpino sportivo a queste Chrome Tusk Pro Bike Shoe si avverte la superiore morbidezza della suola e questo mi aveva fatto immaginare che dopo poco avrei avuto difficoltà con la pressione della tacchetta.
In realtà è stata solo la sensazione nel passaggio immediato, durante una uscita in cui avevo con me tutte e due le scarpe per il raffronto istantaneo. Come ho detto prima, pedalando agganciato mi sono dilungato ben oltre i confini urbani, trasformando una uscita di prova in un vero e proprio lungo. Dove è mancato solo il passo sportivo, ma la durata è stata quella.
Non è una scarpa sportiva e mai potrei chiederle uguali prestazioni, sarebbe ingiusto. Però un tentativo andava fatto.
In fase di spinta la suola mostra una buona rigidità, me ne ero già accorto pedalando libero. Nella fase di risalita emerge la vocazione urban, con una avvertibile flessione della suola.
Ma attenzione: non è un difetto. Sono io che ho voluto travalicare lo scopo di queste scarpe, sfruttandole ben oltre lo scopo per cui sono state concepite. Mi sono fatto prendere la mano, anzi il piede.
Quindi ben lungi dall’essere un limite, il fatto che abbia comunque potuto sfruttarle anche con una pedalata più sportiva indica possono vantare una efficienza superiore ai limitati tragitti urbani. Che la suola abbia rimandato la flessione in fase di risalita è normale, non abbiamo a che fare con una rigida suola in carbonio.
Mi ha colpito invece che la flessione è stata ben inferiore a quanto mi sarei aspettato e decisamente inferiore a scarpe da bici stile trekking che usavo tempo addietro. Inutile dire quali, mai pubblicato qui un test e non sarebbe un confronto corretto. MI ha colpito pure che un altro ciclista, a cui ho usare queste scarpe per uno scambio di impressione, la flessione non l’abbia proprio notata…
L’unico momento in cui bisogna prestare attenzione è quando ci si ferma, piede a terra e lastricato bagnato. Non sempre, dipende dal movimento che si è soliti compiere e dalla posizione della tacchetta. Io che uso una altezza sella solo poco più bassa di quella mia su bici sportive, mi trovo a fermarmi, scivolare dalla sella e poggiare la zona del metatarso al suolo. Significa che spesso a toccare terra è propria la tacchetta in metallo, che seppure incassata, nella posizione da me scelta sporge quel poco nella parte anteriore.
Ma ripeto, non accade sempre e dopo poco ci si abitua e si poggia il piede nel modo giusto.
Pedalando senza tacchette o facendo toccare prima la suola in gomma, la sua costruzione antiscivolo scongiura ogni pericolo. Piede sempre ben saldo in appoggio e sappiamo tutti quanto sia importante muovendoci nelle nostre trafficate e disordinate metropoli.
A proposito di bagnato: a impermeabilità come stiamo messi? Abbastanza bene.
La tomaia subito imbibisce, l’acqua non scivola via per capirci; ed è normale visto che non sono garantite idrorepellenti. Però anche dopo parecchi minuti il bagnato non filtra all’interno. Resta questo cotone luccicante di pioggia e si inizia ad avvertire l’umido dopo circa mezz’ora, tre quarti d’ora. Dipende anche dalla intensità della pioggia.
In queste immagini le ho praticamente irrorate sotto la fontana, tenendoci la punta per un bel po’ di tempo.
Quindi direi che siamo su buoni livelli di protezione, malgrado non siano specificatamente studiate per la pioggia.
Nessuna infiltrazione, ci mancherebbe, tra tomaia e suola grazie alla costruzione mediante vulcanizzazione.
La traspirabilità è anch’essa su buoni livelli, merito dei materiali di qualità.
Quindi promosse sia pedalando liberi che agganciati. Ma a piedi?
Eh già, mica stiamo parlando di uno scarpino sportivo, fatto solo per pedalare. Queste Truk Pro Bike Shoe devono accompagnarci in sella e proseguire con noi una volta lasciata la bici al palo.
Sono comode, davvero molto comode usate senza tacchette. Nulla da invidiare e nulla di meno di scarpe pensate solo per passeggiare. E dopo qualche tempo di utilizzo il tessuto cede quel poco per adattarsi al nostro piede. La presenza della piastrina in gomma che cela le sedi per le tacchette non si avverte proprio, così come le due piccole brugole incassate che la tengono chiusa.
Però quello che mi interessava di più erano le sensazioni andando a spasso con le tacchette montate.
Passeggiando su terra battuta non te ne accorgi proprio, né dal rumore né per il loro impatto al suolo. Passando al lastricato del marciapiede senti un leggero “tic” se hai le tacchette montate avanzate e la superfice è molto irregolare, per esempio il basolato tipico dei nostri centri storici, altrimenti nulla pure qui.
Non sembra di averle le tacchette. Però non mi bastava, serviva la prova regina: il marmo! Che non esiste sono nelle chiese e nelle dimore di lusso. Basta passeggiare in qualche galleria dei nostri centri città.
Mi sono avvicinato con cautela, sai che figure scivolare davanti a tutti. Tre passi e ho preso baldanza, tenuta perfetta e nessun rumore perché la superfice è regolare.
Ormai lanciato non ho resistito è ho aumentato la difficoltà: il vetro temprato!
Scivolato? Macché. Tutto filato liscio e nel massimo silenzio. Tranne il brusio intorno a me del pubblico che nel frattempo si era formato per vedere questo strano individuo fare su e giù spingendo una bici con una mano e fotografandosi i piedi con l’altra. La prossima volta indosso la pettorina Press, almeno salvo le apparenze. 😀
Volevo aggiungere la prova parquet tirato a lucido ma nessuno si è offerto volontario. E vabbè.
Posso dire che l’esame è stato superato a pieni voti, nulla di meno di quanto era lecito aspettarsi, anzi, come nelle altre situazioni, qualcosa in più in termini di resa e comfort.
Poi starà alle esigenze di ognuno decidere: ma o si pedala poco e si cammina tanto o viceversa, onestamente il lascerei le tacchette sempre montate. Comunque ricordo esiste anche la versione a suola piena Truk Bike Shoe.
Chi pedala molto e riduce l’uso dei piedi a brevi passeggiate da un luogo all’altro potrà usare questa versione Pro con tacchette in sede senza grosse rinunce in termini di comfort; e con solo la necessità di prestare attenzione alla superfice su cui cammina e sempre solo in basa alla posizione delle tacchette.
Bene, penso che abbiamo raccolto dati a sufficienza e possiamo andare alle conclusioni.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Molto belle le scarpe assolutamente fantastica la borsa (da quel che si vede ne sito) forse ho trovato una sostituta per la mia ottima e indistruttibile Timbuk2, (che mi permetto di segnalarti come messenger per ciclista)
http://www.timbuk2.com
Ciao Luca, hai ragione: la borsa è bellissima e, aggiungo, di gran qualità. Non so se riuscirò ad averne una da presentarvi, non l’ho nemmeno chiesta né ancora accennato la cosa, troppo roba al momento mi sta impegnando.
Però se chiudo alcuni test provo a chiederne una
Fabio
Belle scarpe. Ero interessato al marchio ma vedo che siamo carenti di distribuzione qui in Italia.
Come si potrebbero acquistare? Le scarpe sarebbe meglio poterle provare…
Ciao Paolo, io mi limito ai test; sulle questioni commerciali e/o distributive sempre meglio far capo all’azianda.
Comunque cercando in rete le ho trovate su Rosebike.
Visto che mi servo spesso, anche per me e non solo per il blog, da loro, so che il servizio reso è gratuito ed efficiente. Alla peggio, se non ti vanno, le rispedisci a costo zero.
https://www.rosebikes.it/articolo/chrome-truk-pro-shoes/aid:855384
Fabio
Grazie, è un’ottima soluzione. Comunque guardando bene c’è qualche rivenditore fisico su nel nord Italia (Milano e dintorni principalmente)…
Ciao Paolo, qualcosa avevo visto cercando; ma non sapendo da quale città scrivi diventava inutile segnalarlo. Mettiamo che sei a palermo, che te ne fai del negozio a Milano? Almeno l’online annulla le distanze 😀
Fabio
Ciao Fabio, sulla calzata come ci si regola?
Tu che misura di scarpe civili utilizzo di solito, uguale a quella delle scarpe in prova?
Ciao Fabrizio, la calzata è regolare; uguale a quella delle scarpe civili per capirci e non come uno scarpino da ciclismo dove raramente corrisponde.
Fabio