Casco pieghevole Morpher

Le conclusioni

Tempo di lettura: 6 minuti

Le conclusioni.

Due le obiezioni che sempre mi oppongono i ciclisti contrari all’uso del casco in città: il caldo e la facilità di trasporto appena scesi di sella: ambedue risolte brillantemente da questo Morpher Helmet.

Ci sarebbe in realtà anche una terza: che il casco è inutile. Ma sapete che su questo non sono disposto a negoziare, è uno dei miei punti fermi da moltissimi anni. Si può essere in disaccordo, ma non modifico di una virgola la mia posizione, stavolta si intransigente.

Torniamo sul nostro Morpher. Crearlo non è stato semplice. Uno pensa beh, prendi un casco normale, lo tagli a metà e hai il prototipo.

No, non basta. La particolare costruzione a settori avrebbe indebolito la struttura, rendendo impossibile ottenere la necessaria omologazione.

Qui abbiamo anzitutto un casco vero e proprio, come certifica l’omologazione EN1078, quindi sul piano della sicurezza possiamo sentirci tranquilli.

E poi arriva il resto: la chiusura a libro e l’ottima ventilazione, che risolvono le obiezioni dei più restii a proteggersi la capoccia.

Non è l’unico casco richiudibile presente sul mercato, ma che occupi uno spazio così limitato si. Il sistema di chiusura è semplicissimo da manovrare, basta premere due pulsanti e il gioco è fatto. I magneti presenti nel meccanismo di blocco evitano che il casco possa riaprirsi.

L’apertura invece, come detto, è più laboriosa. La lavorazione è precisa ma a volte c’è da manovrare un poco di più per avere certezza che il casco sia bloccato in posizione aperta. Se non lo fosse, come non manca di avvisare anche il costruttore, la sicurezza ne risulterebbe pregiudicata.

Portarselo dietro una volta scesi di sella è a prova di qualunque borsa o zaino. Dove entra una cartelletta, entra pure lui.

Non è leggerissimo, 400 grammi da me rilevati lo pongono nella parte alta della classifica dei caschi testati sul blog; ma a parte l’estensione della calotta, quindi più materiale, c’è da considerare il peso aggiuntivo dei magneti. Uno dirà poca cosa. vero, ma 20 grammi qui, 30 là ed eccoci quei 100 grammi in più di altri caschi.

Il casco è comunque bilanciato, solo i più sensibili avvertiranno per i primi minuti un peso superiore alla nuca; ci si abitua in un attimo.

Il comfort è buono; non ottimo ma buono. L’interno ha una imbottitura piacevole e traspirante ma sottile. Giustificata dalla chiusura, però alla lunga la struttura si sente. Non so bene come inquadrare la cosa. E’ un casco a vocazione urbana, dove, per definizione, gli spostamenti sono di breve durata e poiché un superiore spessore dell’imbottitura lo avrei gradito dopo la prima ora di utilizzo, quindi una permanenza in sella che di solito in città non si copre, non so francamente se appuntarla nella colonna dei limiti o no.

Lascio decidere a voi, dipende da ognuno che distanze copre.

La praticità di utilizzo è posta in grande attenzione, e te ne accorgi nell’uso. Facilità di sgancio e aggancio del sottogola, visibilità anche con un berretto come si usa spesso in città e non solo, semplicità di regolazione della calzata tutto contribuisce a rendere comodo e semplice sfruttare questo casco.

Io ne sto facendo ampio uso per andare al lavoro, proprio perché non mi trovo a dover vagare col casco appeso alla borsa: lo infilo e via.

La protezione di tempie e nuca è buona, avrei esteso un altro poco quella sopra le orecchie.

La taglia unica non accontenta tutti i ciclisti, ma da 52 a 58 resta comunque un buon range. Nessun problema nemmeno per le fanciulle, legare i capelli è possibile senza che il cinturino alla nuca intralci.

Il prezzo sullo shop ufficiale è espresso in dollari USA e, come specificato, tutte le transazioni sono in questa valuta. Quindi c’è da fare la tara col tasso di cambio del momento. In linea di massima, fluttuazioni eccessive a parte, siamo a circa 120 euro, spedizione inclusa con corriere tracciabile (ottimo il servizio offerto, molto preciso e costantemente aggiornato), che mi sembra richiesta giustificata dalla qualità costruttiva e soprattutto dal plus della richiudibilità: che fa la differenza.

So che l’azienda sta lavorando ad accordi con un distributore italiano, ma c’è l’embargo sulla notizia finché non sarà ufficiale. Quando sarà, aggiornerò questa parte.

La borsetta in dotazione non farà gridare al miracolo ma è utile e comoda; lancio una idea per un optional: una lucetta posteriore da applicare al cinturino alla nuca, lì dove c’è il bottoncino col logo della casa. Dubito che il vulcanico ideatore di questo casco non saprebbe come risolvere…

Chiudo con la mia soluta considerazione presente in altre recensioni di caschi: a me non importa quale modello scegliete, io cerco di farvi conoscere cosa offre il mercato. A me importa solo convincervi che il casco serve, quindi scegliete quello che fa al caso vostro e usatelo. Sempre.

Questo il sito ufficiale Morpher Helmet

Buone pedalate.

COMMENTS

  • <cite class="fn">xtanatos</cite>

    Domanda assolutamente off topic…
    Ma il taccuino in foto dove lo hai preso ??????

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      E dai, uno si sbatte a scrivere e pubblicare un test a settimana e tu guardi il taccuino? Però è caruccio, eh? 😀
      L’anno scorso, alla Feltrinelli. Lo fa o lo faceva Legami; ne presi tre, non so se è ancora a catalogo. Comunque, è appropriato agli appunti durante i test…

      Fabio

      • <cite class="fn">xtanatos</cite>

        ahahahahha
        Hai ragione e infatti mi sono vergognato mentre scrivevo…. ma la curiosità era troppa !
        Adesso commento anche il l’articolo.
        E’ un casco interessante proprio per il fatto che potrebbe aiutare tutti quelli che non amano il casco ad usarlo. Non sempre è comodo portarsi dietro un caschetto classico (anche se l’ingombro è veramente minimo…).
        A vederlo però mi da la sensazione quasi un giocattolo…

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          No, tranquillo, non è un giocattolo.
          E’ un casco omologato, molto ben fatto. Le soluzioni tecniche necessarie a renderlo pieghevole sono state a lungo testate e collaudate, quindi sul piano della sicurezza nulla di meno di altri caschi.
          Sono per la massima libertà di scelta, ognuno decida come vivere il proprio ciclismo. L’unico punto fermo sul quale proprio ho difficoltà a essere tollerante è l’uso del casco. Se questi test servono a farvi trovare il modello più adatto, è un bene. Ma l’importante è che qualunque sia, che ci sia sempre un casco sulla capoccia.

          Fabio

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Domanda sull’acquisto e sul prezzo: Da dove viene spedito? Bisogna poi aggiungerci le tasse di importazione?
    E invece rispetto al Closca Fuga che hai recensito un po’ di tempo fa? Come sono messi a confronto, per uso e ingombri?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Damiano, sei fortunato perché diversamente dal solito anche io ho seguito la procedura di acquisto come fossi un cliente, quindi posso fornire informazioni.
      Lo specifico perché la roba per i test segue tutti altri canali, sono gli uffici stampa e/o marketing e comunicazione a inviarmi direttamente il materiale.
      Qui invece ho ordinato dal sito, a costo zero inserendo apposito codice, ma la procedura è identica.
      Spedizione dall’Inghilterra, nessun costo aggiuntivo né dazi doganali. Ho fatto ordine direttamente sullo shop ufficiale di lunedì e ho ricevuto il casco il lunedì successivo, direi ottimi tempi per una spedizione europea senza costi extra.

      Un confronto diretto col Closca Fuga non è fattibile; pieghevoli tutti e due ok, ma con struttura troppo differente per poterli paragonare. In ambedue i caschi le soluzioni tecniche sono dettate dal diverso modo in cui è possibile richiuderli e questo rende un confronto impossibile.
      L’unica cosa che sicuramente posso dirti è che la ventilazione del Morpher è superiore, proprio grazie alla diversa foggia; e proprio grazie alla diversa foggia il Fuga è più comodo una volta indossato.
      Sono caschi unici nel loro genere, come unico sarà il Fend quando, finalmente direi, risolveranno alcuni problemi sorti in produzione che ne hanno ritardato l’immissione sul mercato; e che dovrei riuscire a proporvi appena disponibile, sono da tempo in contatto con loro.

      Fabio

      • <cite class="fn">Damiano</cite>

        Ah, molto bene e molto utile il test del Fend! Difatti guardavo anche quello 😀 Allora aspetto la recensione anche di quello, dopo l’ultimo piccolo incidente vorrei sempre avere un casco indosso, ma non sempre è pratico portarsi dietro un casco completo al bar o al cinema. Queste soluzioni sono molto interessanti.
        Ormai sei il mio tester di riferimento per i componenti strani! Tipo i pedali MKS che alla fine ho preso, con estrema soddisfazione (più tardi aggiorno sulla sezione commenti del tuo articolo le mie impressioni d’uso)

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Damiano, per il Fend mi sa dovrai attendere e non poco. Era dato in produzione a giugno/luglio 2017, l’ultimo aggiornamento che mi ha inviato l’azienda parla di agosto 2018 come data possibile ma poco probabile.
          Dubito quindi che prima del prossimo autunno lo potremo vedere qui, se tutto va bene.

          Fabio

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