Casco Met Strale

Tempo di lettura: 4 minuti

Mi piace alternare test di accessori o componenti tipicamente urbani e turistici con altri più sportivi. Perché è il mio modo di interpretare la bici; è la mia “vita sui pedali”, fatta di uscite sportive o randagie, di tirate allo spasimo o lenti trasferimenti cittadini.

Per questo vedremo un casco sportivo: il Met Strale; anche se posso anticipare che dopo averlo usato per diverse settimane e in uscite molto lunghe (l’ultima rifinitura in un giro di sei ore, non tutte pedalate sia chiaro, ma sempre col casco in testa pure quando mi fermavo a riposare) grazie a comfort e leggerezza va benissimo anche nell’ambito non esclusivamente sportivo.

Cercavo da testare un casco che rientrasse in una fascia di prezzo media, perché non tutti i ciclisti sono disposti a spendere diverse centinaia di euro. Cercavo un casco che offrisse tutte le necessarie qualità di sicurezza, leggerezza, ventilazione e comfort. Cercavo un casco che avesse anche un qualcosa in più, per esempio la possibilità di montare una luce posteriore facilmente. Ho ritrovato tutte queste caratteristiche nel Met Strale, non restava che chiederne uno in prova e scoprire se avevo visto giusto. Detto, fatto: dopo pochi giorni la divisione marketing e PR di Met Helmets mi ha fatto recapitare il casco, completo della graziosa lucina posteriore a led dedicata.

E noi facciamo conoscenza con il Met Strale, proposto in sette varianti di colore e due taglie: la M (52/58) e la L (59/62). Il peso da me rilevato per la versione in taglia minore è 260 grammi. Informazioni dettagliate sono reperibili sulla pagina ufficiale, inutile ricopiarle qui. Concentriamoci su come è fatto.

Il casco ha 14 prese d’aria, eppure a guardarlo sembrano molte meno, il primo impatto è quello di un casco “pieno”, del tipo aerodinamico per capirci. Poi a girarselo tra le mani scopri invece che si, ci sono tutte le prese d’aria dichiarate, e il casco rimanda una bella sensazione di leggerezza, più di quanto afferma la bilancia.

A dominare la scena nella vista anteriore è la grossa presa frontale, molto estesa in lunghezza, affiancata ai lati da altre due fessure; segnalo che accolgono perfettamente gli occhiali quando li togliamo, per chi ha questa abitudine. Io non posso, uso occhiali con clip da vista, se li tolgo non so più dove vado… Seguono sui fianchi altre due prese di ventilazione piuttosto estese, una per lato, che riprendono la foggia di quelle anteriori ma a disegno invertito. Nelle immagini in basso si nota appena, per motivi di inquadratura, la presa superiore con effetto Venturi, ma la vedremo meglio più avanti.

La vista da dietro è aggressiva, a me piacciono molto le due grosse bocche di sfiato incorniciate nella zona superiore da altre quattro piccole feritoie. Nella vista di tre quarti si apprezza meglio il disegno. Qui il casco è tutto bianco, ma in altre varianti cromatiche la zona posteriore è in contrasto e ne si gusta ancor più la foggia grintosa.

La regolazione della calzata sfrutta le tecnologia messa a punto da Met Helmet e denominata Safe-T Duo, che garantisce anche 4cm di escursione verticale. Vediamo come agisce.

In posizione classica abbiamo il pomello.

L’escursione è notevole, come si può vedere nelle immagini in basso.

Una traslazione così ampia non coinvolge solo la fascetta. Infatti c’è un ulteriore regolazione integrata: avvitando il pomello si muove anche una lunga cinghia infulcrata sulla sommità del casco, all’interno. Questo consente una regolazione ottimale della taglia.

Ma non è l’unico sistema per gestire in modo micrometrico la calzata. Infatti la lunga cinghia interna mossa dal pomello è a sua volta regolabile su quattro diverse posizioni. E’ un sistema pratico, bastano pochi secondi di prove per trovare la lunghezza corretta per noi e da quel momento in poi dovremo agire solo sulla rotellina posteriore. Nella foto a seguire la freccia indica il movimento che può essere eseguito per questa seconda regolazione. E si può meglio osservare il Safe-T Duo nella sua interezza.

Vi propongo un video ufficiale, superfluo girarne uno io, dove è mostrato il casco e meglio in dettaglio il sistema Safe-T Duo.

La ricerca della migliore calzabilità, fondamentale per la sicurezza perché un casco che “balla” è un casco inutile, passa anche attraverso le due precise clip poste sul cinturino sottogola. Basta aprirle, trovare la lunghezza giusta, ossia con la V che parte dal casco ad abbracciare l’orecchio, e chiudere lo sportellino a pressione che bloccherà in posizione la cinghia. Preferibile, e di molto, alla semplice fibbia a scorrimento presente su caschi anche più costosi.

Classica la clip per la chiusura del sottogola, dimensionata in modo da non infastidire ma grande abbastanza per poter essere maneggiata anche con pesanti guanti invernali.

Minimale l’imbottitura interna, removibile e lavabile; è comunque correttamente posizionata, con la fascia frontale più confortevole di quanto il ridotto spessore farebbe presagire.

Interessante l’idea di offrire tra gli optional una striscia frontale in gel, in dimensione universale e quindi adatta a qualunque casco della casa, capace di mantenere freschi oltre che rendere il casco più confortevole. Se sia efficace o meno non posso dirvelo, non ho pensato a richiederla. Magari in futuro, così integriamo questo test.

In ogni caso a mantenerci al fresco provvede la presa d’aria con effetto Venturi, che prima abbiamo solo intravisto.

Cos’è l’effetto Venturi? E’ un paradosso e spiegarlo non è semplice per me, studente non dei migliori in fisica. Ci provo.

Nelle giornate più afose tutti noi iniziamo il giro della casa sperimentando diverse combinazioni di finestre aperte e chiuse. Fuori c’è poco più di un leggero refolo, eppure una volta trovata la combinazione giusta riusciremo a ottenere una dolce brezza rinfrescante. Questo perché il nostro timido refolo una volta costretto a passare attraverso una strettoia, cioè la finestra, aumenterà la sua velocità per mantenere inalterata la sua massa. Se però ci spostiamo in una stanza più ampia tutto il nostro bel venticello sarà sparito, anche se le tende della finestra si agitano baldanzose. E infatti raggiungendola riacciuferemo la nostra provvidenziale frescura e questo perché la brezza ha rallentato nel locale più ampio; ma in prossimità della seconda strozzatura, nel nostro esempio domestico rappresentata dall’altra finestra aperta, l’accumulo di massa determinerà un nuovo aumento della velocità in uscita. In pratica con l’effetto Venturi abbiamo un flusso che in condizioni normali nemmeno avvertiamo, ma se lo sottoponiamo a questo paradosso ne aumentiamo l’efficacia. Il vento fuori casa quello è, non è che aumenta se apriamo le finestre. Siamo noi a costringerlo aprendo, appunto, le finestre.

D’accordo, ma tutto questo come lo riportiamo sul nostro casco? Avere una presa d’aria a effetto Venturi significa che in teoria anche a bassa velocità, e quindi con un flusso limitato, grazie a questa otteniamo una moltiplicazione della sua efficacia: testa al fresco pure andando piano.

Con l’aiuto di una luce artificiale ho evidenziato la presa Venturi e l’ostacolo interno che ha lo scopo di rallentare e dividere il flusso.

 

Però quello che a noi realmente interessa sapere è se alla teoria segue la pratica; e soprattutto se funziona in salita quando la velocità è bassa e caldo e sforzo si fanno sentire. Anticipo qui che funziona, egregiamente devo dire. Catturiamo anche il più piccolo flusso mentre ci arrampichiamo a velocità al limite dell’equilibrio, e la nostra presa d’aria a effetto Venturi lo trasforma in piacevole frescura, espellendo rapidamente l’aria calda dalle bocche posteriori.

Ma proseguiamo con la presentazione statica, quasi finita, e poi passeremo alle valutazioni su strada.

Come detto all’inizio, tra i requisiti cercavo anche la possibilità di installare facilmente una luce posteriore. Il Met Strale lo permette, con una sua piccola luce di appena 6 grammi a tre led, molto luminosi, che si incastra perfettamente e in modo saldo al pomello di regolazione della calzata. Ha sia luce fissa che funzione intermittente. Ed è compatibile con tutti i caschi di casa Met con sistema Safe-T Duo.

Altri modelli, per esempio il Rivale, usano una luce diversa.

Oltre la luce removibile c’è un altro presidio di sicurezza: una sottile striscia riflettente nella zona posteriore, più efficace di quanto le ridotte dimensioni e la mia poca abilità di fotografo fanno supporre.

In questa versione bianca il colore è piacevolmente perlato.

Oltre il bianco, altre sei versioni cromatiche.

E adesso indossiamolo.

La calotta è piccola, nessun effetto “testa a funghetto” per capirci; la calzata come già detto è davvero ottima grazie all’efficace sistema di regolazione, la cui fascia posteriore avvolge la nuca senza costrizione. Con un modello più fotogenico posso garantirvi che l’effetto estetico finale è decisamente migliore. Ah, poiché tra la caratteristiche indicate nella scheda tecnica viene fatta menzione della Ponytail compatibility, ho ritenuto doveroso legarmi i capelli e provare pure questo. Coscienzioso, eh? 😀

La svasatura per le orecchie è ampia, a tutto vantaggio della facilità nel mettere e togliere gli occhiali, senza incontrare ostacoli, e del peso.

Già, il peso. Non è uno dei caschi più leggeri sul mercato, ma è sicuramente uno dei più leggeri in questa fascia di prezzo. E grazie all’ottimo bilanciamento una volta indossato i suoi grammi si fanno meno pesanti.

Saliti in sella si apprezzano le tante qualità di questo piccolo casco, prima fra tutte l’efficacia della ventilazione. Mi ha sorpreso, a vederlo distrattamente sembra quasi un casco pieno a cui hanno tagliato qualche feritoia per fare scena. Invece il sistema frontale si è rivelato ottimo, garantendo un giusto apporto d’aria nuova; e la circolazione interna permette di tenere la testa al fresco. Ma quella che si è rivelata davvero efficiente è stata la presa d’aria superiore a effetto Venturi. Non ero del tutto convinto, sapete mi avvicino sempre con scetticismo, soprattutto quando i produttori magnificano all’eccesso le caratteristiche di un prodotto. Stranamente Met menziona l’effetto Venturi ma non lo va sbandierando, e per mia esperienza è qualcosa che fanno solo quelli che sono sicuri del fatto loro.

Ho eseguito un test empirico, poco ortodosso ma efficace, per avere netta la percezione della ventilazione: ho bagnato la bandana da indossare sotto il casco e mi sono messo a pedalare con il fresco del primo mattino. Vi assicuro che così si avverte immediatamente se entra aria, da dove e con quale velocità. Il mal di testa al pomeriggio è il prezzo da pagare, ma cosa non si fa per amore di verità…

Viaggiando veloci in piano e in discesa superfluo dire che la ventilazione è stata sempre eccellente. Ma il vero campo di prova è stata la salita, alla mia andatura appena dignitosa: esame superato, ho avvertito continuo e costante questo zufolo di vento, ben superiore a quello che la mia velocità avrebbe consentito. Il ricambio d’aria quindi c’è ed è continuo, con una velocità superiore a quella che stiamo tenendo su strada.

Il peso relativamente contenuto, ulteriormente mitigato dall’ottimo bilanciamento, e la forma aerodinamica fanno presto dimenticare di stare indossando questo caschetto.

Il comfort è di ottimo livello in relazione alla fascia di prezzo del casco; il sistema Safe-T Duo contribuisce in modo determinante a favorire una perfetta calzata e per questo non appare un limite la presenza di sole due taglie. L’imbottitura, pur sottile, assicura comodità. Non posso pronunciarmi nella tenuta sul tempo, dopo mesi per capirci. Continuerò a usare il casco, se dovessi rilevare falle integrerò il testo.

A cercare un difetto l’unica cosa non è bellissima da vedere è il materiale interno EPS che fa capolino nella parte inferiore: soprattutto nella zone delle orecchie è troppo ampia la zona a vista.

Ma sapete che quando stilo le mie colonne di pregi e difetti cosa inserire da una un parte o dall’altra lo stabilisco sempre anche in rapporto al prezzo. Qui mi trovo al cospetto di un casco che costa meno di 80 euro, quindi decisamente un prezzo basso; quello che su un casco da centinaia di euro avrei bollato come difetti qui non posso farlo, proprio perché devo tener conto di cosa offre in cambio del poco che chiede per essere portato a casa. E anzi, ho trovato soluzioni e accorgimenti degni di caschi di fascia superiore, come la regolazione micrometrica e l’efficientissimo sistema di ventilazione. Così come un plus è la possibilità di accedere con facilità a tutta la gamma di ricambi e accessori, garantendo sempre la piena efficienza del casco. Manca però una rete di protezione anti insetti, non prevista nemmeno come accessorio after-market. Io almeno non sono riuscito a trovarla sul sito ufficiale, e vista l’ampiezza della presa frontale potrebbe rivelarsi utile averla.

Il peso non rappresenta un limite, proprio perché continuo a valutarlo nel rapporto costo/qualità e so che per scendere di 50 grammi ci toccherebbe pagare più del doppio. E poi, come detto, il peso indicato dalla bilancia una volta indossato il casco sembra assai meno, grazie all’ottimo bilanciamento. La foggia aerodinamica fa il resto nel contribuire alla sensazione di non avere alcun impedimento in testa.

In definitiva con una spesa modesta possiamo portare a casa un casco dalle molte qualità, leggero, comodo e fresco. Per vostra comodità vi indico la pagina dove è possibile trovare i rivenditori.

Adatto al ciclista sportivo come al turista, ha un design piacevolmente aggressivo ma senza eccessi e una ampia scelta di colori per accontentare tutti. Il rapporto qualità/prezzo è notevole, con alcuni accorgimenti (ventilazione e sistema di regolazione della calzata) degni di caschi superiori che bilanciano l’unico limite (l’imbottitura eccessivamente a vista nella zona sopra le orecchie) e onestamente non posso pretendere di più.

Buone pedalate.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Luca Di Cristofaro</cite>

    Alcuni mesi fa ho acquistato un casco Met Lupo e sembrava davvero ottimo come rapporto qualità prezzo.

    E’ stato un vero peccato constatare la fragilità delle clips per la regolazione del cinturino sottogola: dopo alcuni giorni una clip mi è rimasta in mano, spezzata di netto.

    A mio avviso, le clips usate da Met, o hanno uno spessore troppo sottile o il materiale non è adeguato.

    Restituito al venditore.

    p.s. maneggio qualunque cosa con estrema attenzione ed i prodotti di qualità mi durano sempre a lungo.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, ho passato una buona mezz’ora ad aprire e chiudere le clip, senza alcuna delicatezza, per vedere se erano fragili o meno. E sono rimaste integre. Così come ho tirato ogni cinghia allo spasimo, maltrattato il Safe-T duo ecc, proprio perché verifico ogni dettaglio e l’esame è stato superato. Forse una partita difettosa, forse nel frattempo hanno rilevato la fragilità e hanno cambiato, su questo non posso fornire dati certi. Di sicuro sull’esemplare in prova è andato tutto bene, e non è che gli esemplari per la stampa sono differenti da quelli in vendita. Più che al venditore la cosa andava segnalata direttamente in azienda, se ti ricapita di passare dal venditore sarebbe interessante sapere come è andata.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Occorre aggiungere un dettaglio Fabio, che ho omesso nel post precedente.

    Il casco Met Lupo ha un cinturino sottogola in kevlar piuttosto spesso, la causa potrebbe essere quella; a giudicare dalle foto, il casco da te testato dovrebbe avere un cinturino tradizionale.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Questo potrebbe spiegare, ma non giustificare. Non si deve rompere a prescindere. Ma ripeto, almeno nel mio caso, e posso parlare solo per ciò che testo personalmente, la qualità globale va oltre il prezzo richiesto e mi ha colpito favorevolmente. Tranne l’eps a vista in zona orecchie, troppo estesa la zona. Ma alla fine parliamo pur sempre di una casco che costa davvero poco per ciò che offre; costasse 250 euro l’avrei giudicata una colpa gravissima, su un casco da meno di 80 euro e con altre ottime soluzioni lo reputo un peccato di poco conto.

      Fabio

  • <cite class="fn">methelmets</cite>

    Ciao Luca,

    il nostro obiettivo è quello di fornire sempre un prodotto eccellente e siamo molto dispiaciuti nel leggere la tua esperienza negativa. Ci auguriamo che il rivenditore MET abbia saputo aiutarti al meglio, altrimenti scrivici direttamente a: met@met-helmets.com.

    C’è stata una partita di clips difettose, che abbiamo sostituito in garanzia, probabilmente anche il tuo casco faceva parte di quel lotto. Ora il problema è stato risolto e ti assicuriamo che le clips sono affidabili al 100%.

    MET Team

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Accolgo con molto piacere questo intervento diretto di Met Helemts qui sul blog, con quella che è a tutti gli effetti una offerta di aiuto. Denota serietà e attenzione per noi ciclisti e ne sono felice.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    @methelmets,

    il casco è stato acquistato e restituito lo scorso anno, sono passati diversi mesi ed il rivenditore, persona corretta e disponibile, si è limitata a ritirare il Met Lupo difettoso dicendomi che ne avrebbe parlato con chi rappresenta la Met ma poi non ne ho saputo più nulla; la somma pagata è stata dirottata (con un bel conguaglio) su un paio di pantaloncini da endurance di fascia alta e mi sono tenuto il “vecchio” casco, uno Scott, ancora in perfette condizioni.

    Malgrado avessi già un buon casco, avevo acquistato il Met Lupo affidandomi al mio fiuto che aveva subito individuato un prodotto dall’ottimo rapporto qualità prezzo, inoltre il cinturino sottogola in kevlar, la striscia frontale in gel, la calzata convincente mi avevano subito conquistato.

    Prima del cedimento della clip, ho avuto anche modo di provarlo su strada apprezzandone l’ottima aerazione.

    Una nota di merito va alla scelta del cinturino sottogola in kevlar; a differenza dei materiali tradizionali, ho avuto l’impressione che la scelta fosse ottima per una ragione precisa: il kevlar non si impregna di sudore come gli altri materiali producendo poi uno sgradevole odore, inoltre, data la sua consistenza, credo sia molto più facile da pulire, dovrebbe essere sufficiente qualche strofinata con una spugnetta e un pò di detergente.

    Apprezzo molto il vostro interessamento diretto e concordo con Fabio: denota serietà nei riguardi dei clienti, un merito che non tutte le aziende possono vantare.

    Sono certo che in futuro l’esperienza vi metterà al riparo da simili spiacevoli inconvenienti.

    Luca

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Acquistato oggi Met Strale, le clips NON mi convincono, domani prova su strada con la nuova bici da corsa. Resto dell’idea che le clips vadano riprogettate, dure da aprire, dure da chiudere: si può fare di meglio. Permane la sensazione di fragilità, già rivelatasi fatale sul Met Lupo.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, come ho avuto già modo di dirti quelle clip le ho aperte e chiuse per ore per saggiarne la resistenza e non hanno ceduto. Lo stesso sto facenco con altro casco di casa Met, il Manta che sto provando in questi giorni e anche qui zero problemi.
      Del resto vanno regolate la prima volta e poi basta, non è che si sta sempre ad aprire e chiudere le clip, si usa la regolazione del sottogola per i piccoli aggiusti. Anzi, è fondamentale che una volta trovata la esatta regolazione sotto le orecchie, poi quella regolazioni non la si tocchi più.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Ciao Fabio, in linea generale è come dici tu, una volta trovata la giusta regolazione delle clips sotto le orecchie, quella rimane. Tuttavia, chi come me, indossa sempre una cuffia sottocasco, leggera in estate, molto più pesante in inverno, (la calvizie presenta anche dei vantaggi), può sentire il bisogno di piccoli aggiustamenti anche delle clips. Non voglio farne una polemica, ma, al di là dei problemi riscontrati, la parte fissa delle clips molto spessa e quella mobile decisamente sottile e che fatica a chiudersi la trovo una scelta poco felice. In fondo si tratta di un componente banale, che non richiede chissà quali studi per essere ottimizzato.

    Il Met Strale, così come era accaduto con il Lupo, lo trovo un ottimo casco da bici: calzabilità eccellente, grande sensazione di confort e ottima aerazione.

    Dulcis in fundo, il prezzo, davvero interessante, vista la qualità generale del prodotto.

    Luca.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, ti dirò che quando ho iniziato a guardarmi intorno per scoprire se un casco di prezzo medio, ma comunque di marca nota, fosse comunque un buon acquisto e scelsi questo Strale. Che alla prova dei fatti ha dimostrato un eccellente rapporto qualità prezzo.
      Paradossalmente lo sto apprezzando ancor più adesso, mentre pedalo con il Manta della stessa casa, che possiamo tranquillamente definire il loro top tra i caschi sportivi. Il Manta è un top di gamma e come tale si comporta, per questo sto guardando allo Strale con occhio ancor più benevolo. Proprio perché alla fine è davvero poco distante da un top di gamma e le soluzioni per risparmiare non hanno inficiato né qualità né comodità; solo un poco l’estetica.
      Goditi bici e casco, non so che bici hai ma per il casco hai fatto una buona scelta.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    BMC roadmachine 02 Ultegra, la compagna ideale del Met Strale. Non una bici top di gamma, ma devo dire che le prime sensazioni sono davvero buone. Domattina alle 6, prima uscita impegnativa.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, bella bici.
      Se ne hai voglia, e quando hai tempo, se riporti le tue impressioni sul casco penso sia buona cosa. E’ sempre bene avere più voci e non solo la mia.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Domenica 11 giugno 2017, nazionale adriatica direzione sud, all’uscita di Giulianova, supero un incrocio e rilancio, tratto di asfalto dove erano stati eseguiti dei lavori, ampio rattoppo in asfalto che non arriva alla banchina, dove passano i ciclisti rialzo di qualche centimetro fra vecchio e nuovo asfalto, che io non vedo e si vede poco, effetto binario, volo e rovino a terra.

    Immediatamente soccorso da altri ciclisti, arrivo ambulanza del 118 in tempi brevi, spalla sinistra rovinata, lastre, ecografia, frattura scapola, frattura clavicola, sono convinto di non aver battuto la testa.

    Arriva dopo un pò mio fratello e mentre sto per essere dimesso, mi fa notare il lato sinistro del casco, ampiamente ammaccato, il colpo è stato talmente forte che le scritte dell’etichetta interna sono stampate sul lato sinistro della mia testa, sopra la tempia, io non ho sentito il colpo preso, completamente assorbito dal casco, non ho alcun tipo di disturbo alla testa.

    Posso tranquillamente affermare che il casco Met Strale mi ha salvato la vita.

    Molte grazie, Met!

    Test definitivo superato a pieni voti.

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Devo aggiungere che il casco era allacciato stretto, sia per quanto riguarda il cinturino sottogola, sia per la regolazione della rotella, riporto pari pari le parole del referto medico del pronto soccorso: “nega trauma cranico, portatore di casco rimasto in sede”

    In giro si vedono troppi cinturini sottogola penzolanti, comodità e sicurezza non vanno mai a braccetto per quanto riguarda l’uso del casco.

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Abbiamo controllato meglio, sul lato sinistro della testa ho un piccolo ematoma che riproduce il reticolo della regolazione interna in plastica.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, avevo solo chiesto le tue impressioni, non un test cosi probante 😀 😀

      Mi permetto di scherzarci su per sdrammatizzare: perché davvero hai rischiato la vita e il casco, qualunque casco purché buono, salva la vita. E davanti allo scampato pericolo la cosa migliore e scherzarci su e guardare avanti.

      Mi spiace davvero per l’accaduto, anche se le conseguenze sarebbero potute essere ben più gravi sono comunque seri i danni che hai riportato. Ma, appunto, senza indossare un casco sarebbero state quasi sicuramente fatali e questo significa che il casco serve. Anche se ci sono idioti che si ostinano a negarlo.

      Un ematoma, immagino piccolo e superficiale, in corrispondenza del sistema di regolazione è normale ci sia: quello che conta è che l’energia dell’urto sia stata dissipata dal casco. Si è rotto lui e non la tua capoccia, quindi il suo dovere lo ha fatto.

      Ti auguro di tornare in sella prima possibile, però dovrai per forza lavorare sulla riabilitazione della spalla perché in bici arrivano colpi che fanno male. La canoa fa miracoli 9 volte su 10 nella riabilitazione dei traumi alle spalle, però dipende anche dal tipo di frattura. Parlane col medico, sempre meglio della noiosa riabilitazione al chiuso.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Ti ringrazio per gli auguri ed i consigli, Fabio.

    Molte strade, anche importanti, versano in condizioni precarie ed i ciclisti che le percorrono sono gli utenti più esposti; sul comportamento di pedoni, automobilisti e ciclisti “da passeggio”, meglio stendere un velo pietoso.

    La Dea bendata è già stata dalla mia parte in altre occasioni e temo che inizi a sbuffare nei miei confronti; a botta calda penso che dovrò valutare attentamente quale sarà il mio futuro in sella e se ci sarà.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, sono sicuro ci sarà. E’ ovvio che ora il pensiero di tornare a pedalare non ti sfiora, anzi. ma col tempo la voglia torna.
      Ci sono passato…

      Fabio

  • <cite class="fn">xtanatos</cite>

    Ottima recensione come sempre. Dovendo cambiare il casco che uso con la London Road, secondo te c’è una differenza tra STRALE e RIVALE ? In sostanza ha senso spendere un pò di più per il RIVALE ? 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Massi, mi stai chiedendo un paragone con l’unico casco stradale di Met che non ho provato… 😀
      Onestamente non so, non avendolo testato non posso dirti le caratteristiche del Rivale. Ho imparato a conoscere però molto bene la qualità Met, e soprattutto l’ottimo rapporto qualità/prezzo e posso solo dirti che qualunque scelta fai, caschi (caschi ahahahahah) in piedi.

      Fabio

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