Canale You Tube, tempo di bilanci

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Dopo poco meno di un anno dall’avvio del canale You tube del blog è tempo di tracciare un bilancio.

Si, erano già presenti alcuni video, ma solo perché non potevo pubblicarli direttamente qui a causa dei limiti di spazio, un file media non può superare i 20 Mb, quindi sceglievo di “stivarli” sulla nota piattaforma ma senza che ci investissi più di tanto.

Anche perché lo strumento video mi è poco congeniale.

Ma da tempo avevo consapevolezza che tanti argomenti, soprattutto quelli tecnici a me cari, erano mortificati dall’esposizione in solo testo e foto.

Ci sono passaggi quando impugni gli attrezzi che serve vedere, seguire in ogni fase. Nessuna foto o nessuna descrizione può essere immediata e chiara come un filmato.

L’esordio del nuovo corso nei video, ossia filmati creati proprio per il canale e non più il suo uso come semplice punto d’appoggio, ha visto una lunga preparazione logistica.

La creazione di un set, cioè una nuova officina, spaziosa; l’acquisto di videocamera di superiore livello, microfono direzionale e luci; l’abbonamento a software per la post produzione; e tanti altri piccoli dettagli necessari.

Che poi sia riuscito a capire ben poco delle funzioni della videocamera, di come piazzare e regolare le luci per non parlare dei software ché per me fossero stati in aramaico sarebbe uguale, è nell’ordine naturale della mia poca passione per la tecnologia.

Ho eseguito molti esperimenti fino a mandare in onda il primo filmato del nuovo corso, un video a metà tra la recensione e l’officina che aveva protagonista delle leve studiate per copertoncini tubeless.

Non fu, mi dissero, un esordio malvagio.

Ho proseguito cercando una strada, un linguaggio, io che nasco con la parola scritta ma che con le parole ci campo.

Alcuni filoni li ho abbandonati, per esempio quello delle recensioni.

I miei test sono sempre molto lavorati, spesso più di quanto tanti ritengono naturale. Un impegno che mal si concilia con un video, trova sfogo solo nel testo scritto. O sono io che non riesco a rendere la stessa completezza.

Quale che sia la ragione, il risultato è che ritengo le mie video recensioni molto al di sotto della sufficienza. E siccome non amo i lavori malfatti, ho preferito abbandonare. Forse un giorno ci tornerò, di sicuro non a breve.

Ho puntato moltissimo sulla sezione Officina, quella che più trae giovamento dalla spiegazione in video. 

Creando in questi mesi un buon archivio con quasi tutte le operazioni fondamentali.

A modo mio, ossia anzitutto non curarmi troppo della durata: prendendomi sempre tutto il tempo che ritengo necessario per una spiegazione completa e chiara.

Chiara almeno nell’esposizione, sulla fotografia (soprattutto le luci) c’è molto ancora da lavorare.

Mi servirebbe aiuto ma per girare i video ho solo una finestra di tempo a cavallo dell’alba, capite che chiedere a qualcuno di venir qui alle 5 del mattino supera ogni confine della sincera amicizia.

Altro filone abbandonato è quello delle video pillole; dopo mesi di prove e la pubblicazione di un solo video mi sono reso conto che somma due limiti, uno oggettivo e uno soggettivo.

Col secondo che è figlio del primo: la mia insofferenza alla incompletezza delle informazioni si riverbera in una esposizione poco efficace.

Il fatto che una operazione meccanica richieda, nel suo eseguirla, una manciata di minuti, non significa che spiegarla richieda lo stesso tempo o addirittura meno. 

E siccome sono da sempre convinto che comprendere il “perché” è più importante del “come”, rinunciare al primo significa mutilare il secondo. 

Certo, so che potrei comunque ridurre di almeno un quarto la durata media attuale dei video pubblicati, sfrondando l’introduzione e limitando l’ultimo blocco, quello delle conclusioni.

E potrei ottimizzare i tempi se creassi prima il dialogo, prima cioè di girare, e ripeterlo a memoria o leggendo.

Se qualcosa posso provare per ridurre il blocco introduttivo, nulla farò per i dialoghi.

Parlo a braccio, da sempre. Senza scaletta, senza discorsi scritti in precedenza e questo dai tempi del liceo, passando per le assemblee all’Università, fino alle attuali arringhe in Aula.

Le pochissime volte in cui ho provato a preparare prima un discorso o un intervento il risultato è stato pessimo.

Devo parlare a braccio, è il mio modo, forzarmi significa far male.

Quando, per restare qui sul blog, giro un video, accendo la camera, entro nel mio mondo di parole e lascio che siano libere. Senza provare a imbrigliarle. Ogni frase è pensata quel battito di ciglia prima di essere pronunciata, senza un copione o una scaletta.

Piaccia o meno, io so lavorare così. Altri modi non mi riescono.

E’ arma a doppio taglio, lo so.

La mia impostazione risente, e non potrebbe essere altrimenti, di quella data al blog.

Non cerco e non voglio il grande pubblico, perché non potrei gestirne i numeri (rispondo a tutti, sempre, lo sapete) e sia perché significherebbe aprire la porta alle frange estremiste, quelle che trovano nei social il loro terreno ideale.

Preferisco da sempre la nicchia di approfondimento, lettori e non visitatori ripeto spesso. Persone che sono disposte a tollerare le mie divagazioni ricevendo in cambio una informazione completa e del tutto autonoma. 

Se però il blog è mio, naviga nel mare magnum della rete ma con sua solitaria rotta, i video si inseriscono su una piattaforma elefantiaca, dove chiunque abbia una videocamera si sente in diritto di dire la sua. Senza alcun reale controllo sulla veridicità delle informazioni, nel caso nostro senza alcuna verifica sulla esattezza tecnica.

Ho visto scene da far rabbrividire chiunque abbia una minima competenza tecnica e amore per i lavori ben fatti. Non solo operazioni del tutto errate ma anche gli utensili, le fasi di lavorazione, tutto insomma.

Non mi curo di ciò che altri fanno, mai interessato. Resta però il problema dei ciclisti indotti in errore, chi cerca informazioni è perché non le possiede, è dovere per chiunque voglia cimentarsi fornire quelle esatte.

Però non è semplice per il ciclista appassionato distinguere, setacciare i semi dalla pula.

Ho sempre creduto che esiste una fascia di persone, di ciclisti per non valicare i nostri attuali confini, che preferiscono essere informati, studiare se necessario, piuttosto che fidarsi di poche frettolose notazioni.

Intercettare un tale pubblico non è stato facile con il blog, ma col tempo l’obiettivo è stato centrato.

Mi rendo conto, a fare un bilancio, che con i video è più complicato. 

La crescita c’è, costante. Lenta ma costante, e del resto con migliaia e migliaia di altri video sull’argomento non è facile catturare l’attenzione.

Da parte mia c’è il limite della totale assenza di “promozione”. A parte la condivisione sul mio profilo personale di FB (non ho nemmeno una pagina…) il nulla.

Il marketing non è tra le mie corde.

Chi arriva sul canale finisce quasi sempre per apprezzarlo, con commenti lusinghieri al limite del mio personale imbarazzo.

Bastano i contenuti, da soli, a farsi conoscere? No, non bastano.

Eppure non riesco a convincermi che dovrei investire di più nella promozione, del blog come del canale. Si, da un lato so che dovrei farlo, dall’altro mi rispondo che non mi interessa e che significherebbe non essere più io, sarebbe una forzatura troppo grande del mio modo di pensare perché possa riuscirci.

Avere numeri almeno accettabili è sicuramente importante, è un fattore tenuto in conto quando pianifichi un test e contatti una azienda. 

Per fortuna in molti hanno compreso che qui c’è un pubblico competente e interessato, capace di distinguere, che non può essere abbindolato con chiacchiere e sa come spaccare il capello in quattro; e quindi il solo dato numerico perde importanza, uno solo di voi vale mille e più di chi guarda una foto e via. Spesso senza nemmeno capirla, come ho notato su alcuni gruppi social.

A quasi un anno di distanza dal video d’esordio, posso dire che il canale You Tube del blog inizia a raccogliere intorno a sé un pubblico simile a quello che viene qui.

Non c’è stato il netto travaso dal blog al canale video, piuttosto l’intercettare chi non riesce sempre a trovare ciò che cerca in formato video.

A parte una quota di lettori che naturalmente si rivolge anche al video, sono molti quelli che dal canale arrivano sul blog e non viceversa.

Credevo sarebbe stato il contrario ma non è certo la prima volta che commetto errori di valutazione.

Visti i risultati, se non in termini di iscritti (ma ogni giorno tra le 5 e le 10 persone aderiscono) ma per l’apprezzamento, continuerò a seguire il canale You Tube.

Dopo aver pubblicato una buona quantità di video dedicati alle operazioni più importanti posso dedicarmi a quegli argomenti che non ho mai trattato sotto forma di articoli perché il formato foto e testo mal si adattava alla facile comprensione. Non seguirò la strada delle video pillole, mi vengono male e non ha senso fare qualcosa che non so fare. Forse in qualche caso ricorrerò alla video recensione ma solo se l’oggetto del test lo richiede, se cioè testo e immagini da soli non bastano.

Proverò a capire cosa sono quei simboli e lettere trasmessi dal monitor della videocamera e magari migliorare le riprese, ma su questo posso solo promettervi l’impegno, non il risultato.

E soprattutto se avete idee e suggerimenti, io sono qui. Non mi interessa perché vi piace, mi interessa sapere cosa non vi piace.

Buone pedalate.

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