Bonus e malus per gli incentivi alla mobilità sostenibile

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Il decreto rilancio stabilisce il bonus del 60% e fino a un tetto di 500 euro per l’acquisto di bici muscolari, e-bike, monopattini ecc.

Dopo un primo allarme subito rilanciato sulla sua cancellazione (troppo subito, a volte inseguire il primato nell’ora di pubblicazione porta al facile errore) adesso sappiamo ci saranno.

Già da stamattina avrete sicuramente letto come funziona, quindi inutile riportare qui.

Che sarebbe stato modificato rispetto alla bozza iniziale lo sapevo da un paio di giorni, della mia militanza politica conservo amicizie di lunga data e le “sfrutto” come fonti interne.

Che sarebbe stato modificato in peggio lo sospettavo e da ieri ne abbiamo certezza.

Si abbassa la soglia del bonus, che scende dal 70 al 60%.

Poco male, è sempre un bel risparmio.

Simulando alcuni acquisti ne vien fuori che la scelta più conveniente è per le bici appena sopra gli 800 euro. Buona soglia, si trovano modelli interessanti, anche blasonati.

Purtroppo non scompare quella che ritengo sia grave ingiustizia e scelta poco oculata: il limite di accesso al bonus solo per residenti nei comuni con minimo 50.000 abitanti.

Grave ingiustizia perchè opera una disparità di trattamento profondamente penalizzante.

Scelta poco oculata perchè sembra ignorare la realtà degli spostamenti pendolari, con sedi di lavoro spesso fuori città e lavoratori che trovano più conveniente vivere nel piccolo paese.

I 10/15 km che li separano dal luogo di lavoro potrebbero essere coperti facilmente in bici invece che in auto.

Ma è evidente come la priorità sia svuotare i mezzi pubblici delle città piuttosto che incentivare la mobilità sostenibile in ogni suo aspetto.

Senza mai dimenticare la errata visione, propria del ceto politico da decenni, per cui andare in bici è tutto sommato il giretto dell’isolato, come ampiamente dimostrato dalle irrisolte questioni della differenza tra sport e attività motoria presenti in ogni decreto da marzo in poi.

Mancano i decreti attuativi, quindi sulla forma di erogazione del bonus possiamo solo fare ipotesi.

Visto che nel decreto è stabilita la sua irretroattività, la possibilità cioè di ottenerlo per acquisti precedenti all’entrata in vigore, a rigor di logica è tramontata l’alternativa di uno sconto immediato alla cassa (rimborsato poi al negoziante dallo Stato) in favore di una richiesta inoltrata dal ciclista al ministero competente, presumibilmente allegando documenti vari in formato elettronico su piattaforma apposita che verrà, in modo da ottenere il successivo rimborso.

Sino a esaurimento fondi.

Col concreto rischio che tra inoltro domanda, suo esame, burocrazia varia di cui siamo eccelsi creatori, i soldi puff, finiscono.

Questo sistema presenta due pecche, quindi.

La prima è che in un periodo in cui la liquidità scarseggia, obbligare a pagare tutto subito terrà lontani molti possibili acquirenti.

La seconda è il rischio finiscano i fondi prima di riuscire a vedere evasa la propria pratica.

Perchè dobbiamo capire una cosa: questo bonus non serve a noi ciclisti, una o più bici l’abbiamo già, molti di noi già la usano per andare al lavoro.

No, questo bonus serve (servirebbe) a incentivare acquisto e uso da parte di chi la bici non la tiene, usa l’auto o il trasporto pubblico e di pedalare probabilmente non ci ha mai pensato.

Se lo scopo è togliere persone dai mezzi pubblici, l’obiettivo è sfiorato e non centrato.

Se lo scopo è togliere auto dalla strada, l’obiettivo è clamorosamente fallito; soprattutto per la questione della densità abitativa di residenza.

Residenza e non anche domicilio, altro punto che classifico malus. Tantissime persone che lavorano e vivono altrove hanno scelto di conservare la propria residenza originaria. E poichè il domicilio è dove si ha la prevalente attività, quindi anche il lavoro, ecco che limitare ai residenti è un errore. 

Ci sono poi nodi che credo resteranno irrisolti anche con l’emanazione dei decreti attuativi.

Ne prendo tre ad esempio.

Bonus su prezzo effettivo o di listino? Uno pensa, vabbè vale la fattura. Beh, non è così semplice.

Acquisto online su sito UE ma fuori Italia? Se becco l’offerta sul sito tedesco o francese, che succede?

Acquisto online, ITA o UE, bonus al netto della spedizione o su importo totale? Ok, qui facile dire che la spedizione non fa testo. Ok, allora perchè per la dogana si?  Meglio non dare nulla per scontato…

Giorni addietro alcuni si sono risentiti per le mie critiche all’operato del Governo.

Sbagliando, perchè il compito di un buon giornalista è mettere sempre in rilievo le incongruenze.

Spesso nella aule di Tribunale difendendo qualche collega giornalista ho ricordato che il nostro compito è essere i cani da guardia della democrazia. Non i cani da guardia del potere.

Se questo Governo fosse un monocolore del partito nel quale sono cresciuto e sempre votato, non esiterei a metterne in evidenza le sciocchezze. E infatti lo faccio, visto che seppure come partito di minoranza, al governo quel partito c’è.

Sono da un lato contento di questi incentivi.

Sono altresì deluso, perchè pretendo che quando si fa una cosa, la si faccia bene.

Vedremo coi decreti attuativi.

Nel frattempo, voi che potete, godetevi buone pedalate.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Antonio P.</cite>

    Ciao Fabio, intanto complimenti per il tuo blog. Hai sollevato dubbi sulla fruizione del bonus che mi sono posto anche io e come tutti spero vengano chiariti con i decreti attuativi. MI chiedevo se anche l’acquisto di un frameset possa valere ai fini del bonus; tu che dici?
    Buone pedalate
    Antonio

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Antonio, a intuito avvocatesco direi di no. E, aggiungo, dalle indiscrezioni sul funzionamento della futura piattaforma con gli acquisti online potrebbero sorgere problemi, soprattutto se su shop esteri anche se UE.

      Fabio

  • <cite class="fn">Fabio</cite>

    Odio i bonus.
    I negozianti alzano aumaticamente i prezzi. Vanno anche a chi non servirebbero.
    Hanno sempre limitazioni (si ha “effetto annuncio” e poi si risparmiano soldi limitando la platea).
    Occorre sempre tanta burocrazia per cercare di limitare che i furbi ne approfittano.
    I “ladri” riescono ugualmente ad approfittarne.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Fabio, non amo i bonus nemmeno io, preferirei una visione strategica sul lungo periodo.
      E, se questo blog è davvero un osservatorio privilegiato, a giudicare dai segnali che mi arrivano sarà sfruttato da chi è già ciclista.
      Fallendo lo scopo che è sostituire un automobilista/fruitore mezzi pubblici in novello pedalatore.
      Vedremo.

      Fabio

  • <cite class="fn">vinicio bonometto</cite>

    Mi raccomando tienici informati sugli sviluppi dell’intricata vicenda. Pure io trovo più malus che bonus. Conveniva usare questi soldi interamente per fare infrastruttura. Ma che “suggeritori” hanno al governo?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Vinicio, seguo ma piuttosto che il lancio immediato della notizia preferisco l’approfondimento. E il decreto non è stato ancora bollinato, passato al Quirinale e poi Gazzetta. Quindi, in linea teorica è ancora modificabile.
      Aggiungiamo la mia difficoltà a scrivere, riesco ancora a usare solo un dito della mano sinistra, quindi proprio tempestivo non sarò. Ma ci sarò.

      Fabio

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