Zero rh+ Z Alpha Mips

La prova su strada

Tempo di lettura: 8 minuti

La prova su strada

Casco sportivo stradale il nostro rh+ Z Alpha Mips. Protocollo dei test lo vorrebbe quindi in azione solo in quest’ambito.

Io però sono andato oltre. Già, purtroppo rilevo, non tutti i ciclisti hanno un casco, figuriamoci uno per ogni disciplina o uso.

Così l’ho portato a zonzo per boschi profittando della concomitanza con le uscite di prova delle Michelin Power Gravel; e con me in città, perché è ambiente ben più pericoloso della strada.

Ne sono venuti fuori risultati interessanti, soprattutto in città dove le modeste andature e l’alternarsi di pioggia a giornate tipicamente estive ha messo alla frusta il sistema di aerazione. Ben più di quanto sarei riuscito a fare limitandomi al ciclismo sportivo.

Meglio però andare per ordine, partendo dalla calzata. Che è quella tipica di un casco sportivo, quindi influenzata dal taglio alto alla fronte e sopra le orecchie.

Appena indossato avverti la presenza della calotta, senti la testa fasciata (soprattutto se i capelli son radi…) ma è sensazione di un attimo, svanisce in fretta così come è venuta.

Regolarlo perfettamente è importantissimo.

Sappiamo lo è con qualunque casco, ho detto prima lo è ancor più se abbiamo il Mips. E in questo lo Z Alpha Mips non delude: preciso e stabile il cinturino sottogola, ottime le clip laterali, perfetto il sistema Power Fit Evo.

La possibilità di far scivolare la fascia posteriore su tre differenti altezze permette la calzata ottimale a chiunque; mentre la rotellina sposta di poco il sostegno alla nuca a ogni scatto, in modo da trovare sempre la compressione ottimale.

Aggiungo che è casco adatto anche alle fanciulle; non perché gli serva casco differente ma perché, di solito, i capelli sono lunghi e legati per praticità in una coda. Che non interferisce con la regolazione posteriore.

Come sempre con caschi di alta gamma, dove gli strumenti per la regolazione sono diversi, c’è da perdere qualche minuto per trovare il set up definitivo.

Soprattutto la corretta lunghezza del Power fit Evo: meglio non fermarsi alla prima impressione e passare qualche minuto con casco in testa confrontando le differenti posizioni.

La sua altezza influenza tutta la calzata, vale la pena dedicarci il giusto tempo.

Lo stesso per le clip laterali, i divider per capirci. La chiusura a clip ha l’innegabile vantaggio della solidità: una volta regolati non si spostano più.

Di contro rendono più laboriose le regolazioni “in corsa”, quando per esempio a causa delle mutate condizioni meteo decidiamo di indossare un cappellino.

La soluzione migliore è regolarle in modo tale resti un dito sotto le orecchie. Ricordate che la corretta posizione vuole che queste siano perfettamente fasciate.

Troppi sottovalutano l’importanza di questa regolazione, demandando tutto al solo sottogola. No, è ugualmente importante: lo sono entrambe e devono lavorare in simbiosi.

Una volta trovata la giusta regolazione il casco si rivela assai confortevole.

L’imbottitura interna è morbida il giusto e non costrittiva. Si adagia sul capo, copia il profilo e non senti punti di pressione anomali. La seconda imbottitura fornita col casco, quella che abbiamo visto essere più sottile, è quasi altrettanto comoda; l’ho preferita le volte che sono uscito indossando il cappellino, ma più che altro perché l’avevo lì e non per reale necessità. Anche usando quella più spessa sempre con cappellino non ho avvertito costrizioni di sorta.

Inevitabile che in questo articolo abbia dedicato molte parole al Mips; era argomento di cui volevo parlarvi da tempo e il test di questo rh+ Z Alpha Mips è sicuramente la giusta occasione.

Senza però dimenticare il casco in sé. Soprattutto due aspetti: aerodinamicità e aerazione.

Per il primo ovviamente devo rifarmi a quanto dichiarato dalla casa, non ho certo una galleria del vento a mia disposizione; per la seconda invece sono attrezzato, compreso la solita prova della bandana bagnata, perfetta per avvertire immediatamente i flussi in entrata.

Casco sportivo semi aerodinamico il nostro Z Alpha. Intendendo così non è un casco pieno.

Secondo i test eseguiti in galleria del vento, applicando la cover abbiamo un miglioramento della penetrazione avvertibile superando i 40 km/h.

Bene, io lo prendo per vero perché non ho motivo di dubitarne, parliamo di una azienda sul mercato da molti anni e non andresti così lontano raccontando frottole.

Però raccontando frottole non andrei lontano nemmeno io e quindi non vi dirò che me ne sono accorto. Sensibilità è una cosa, millanteria è una altra.

La cover invece l’ho avvertita e assai gradita in due condizioni: il freddo primo mattino (in questo inizio autunno strano sono uscito con appena 10 gradi, che poi sono saliti a 26 alla fine del giro: non male come escursione) e la pioggia.

Se col caldo la famelica bocca frontale che convoglia aria in quantità è un toccasana, col freddo e soprattutto l’acqua diventa fastidiosa.

Ne entra di pioggia: però sbarrarle il passo con la conchiglia in dotazione è il tempo di un click; e la musica cambia.

Certo, con pioggia molto forte restano le altre feritoie ad adempiere al dovere di ospitalità facendola accomodare senza troppi complimenti. Ma è anche vero che se piove forte abbiamo sempre un sottocasco.

Diciamo quindi che la chiusura della presa frontale si rivela utile nell’improvviso acquazzone che ci prende alla sprovvista. E col freddo, anche se le ore passate a pedalare con basse temperature sono state poche alla fine. In inverno potrò darvi conferma.

Sospendo un momento l’esposizione per introdurvi un novità: la gallery in formato slide. Questa che trovate qui sotto e una altra (con immagini differenti) nel prossimo paragrafo. Ho acquistato il software la scorsa primavera ma non avevo mai avuto il tempo di studiarlo. Ora che me la sto prendendo con più calma ho possibilità di curare anche questi dettagli.

Proseguiamo.

Quello che posso confermarvi subito è che col caldo la ventilazione è eccellente. Non solo per la presa frontale, che ha buona parte dei meriti ma non tutti, quanto per la rapidissima espulsione.

A far entrare abbondante aria fresca son bravi tutti: in un casco conta l’espulsione. Se l’aria entra ma poi staziona sulla nostra capoccia sudiamo e basta. E ci viene pure un bel mal di testa.

Non con lo Z Alpha Mips. Linea ottimizzata in galleria del vento a garantire le prestazioni aerodinamiche si, ma anche un attento studio dei flussi in ingresso e uscita, con il taglio delle canalizzazioni interne studiate proprio per favorire l’espulsione.

Una immagine ufficiale aiuta a chiarire.

Sono ricorso a questa foto perché non avrei potuto mostrarvelo in altro modo. Però sapete che verifico ogni informazione e così sono ricorso al test che uso da tempo per verificare empiricamente la validità della ventilazione: la bandana bagnata. Ti permette di apprezzare subito l’aria in ingresso (pure troppo…) ma soprattutto la validità dell’espulsione: più il sistema è efficace più rapida l’asciugatura.

Che è stata effettivamente molto veloce, anche a bassa velocità grazie all’effetto Venturi (il paradosso idrodinamico per cui la pressione di una corrente fluida aumenta con il diminuire della velocità e di cui ho parlato in altri test di caschi) e quindi posso promuovere a pieni voti la ventilazione tutta.

Non contento ho aggiunto due ulteriori ambientazioni dove poter godere di efficace raffreddamento è importante; e dove le basse velocità non aiutano: fuoristrada e città.

Si, è casco sportivo, quindi se anche non avesse passato la prova non ci sarebbe stato di che recriminare.

E invece comfort e ventilazione di alto livello hanno permesso di superare anche questi esami fuori piano studi.

In queste particolari condizioni quello che ho più apprezzato sono state la quasi nulla formazione di condensa e la velocità con cui l’imbottitura asciuga quando a causa del caldo, sforzo e ridicola velocità, di vento della corsa ne arriva nulla e quindi si suda; e il taglio alto del frontale che ospita benissimo il cappellino che sempre uso in città e spesso anche in off road.

Non ho da proporvi un crash test per lo stesso motivo per cui non ne ho in galleria del vento. Una sola volta mi è capitato mio malgrado di sperimentare l’efficacia di un casco: mi sono rialzato dopo una fortissima capocciata, intontito ma vivo e questo ha solo rafforzato la mia convinzione sull’importanza di indossare un casco, sempre.

Vale il discorso della serietà dell’azienda e della qualità dei prodotti a loro catalogo. I caschi li provo in tutti gli aspetti possibili ma alla mia portata. Per la robustezza mi affido al buon nome dell’azienda e siccome con rh+ casco in piedi (ahaahahah; brutta è? Ok…) mi sento tranquillo.

Bene, quello che potevo l’ho verificato, possiamo voltare pagine e dedicarci alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Luigi Iannelli</cite>

    Ciao Fabio, utilissima recensione, come sempre… 😉 tra l’altro dopo la mia recente caduta capita proprio a “fagiuolo” visto che sono alla ricerca di un nuovo casco “protettivo”, principale criterio che sto considerando. Avevo visto il Briko Ventus che mi sembrava davvero niente male e poi il Manta Strale di cui ci hai già parlato ed ora mi sa che avrò da valutare anche questa opzione MIPS…. spero in ogni caso che qualunque scelta sia da considerarsi equivalente in termini di protezione e sicurezza.
    Proprio riguardo la sicurezza ed il corretto utilizzo del casco volevo chiederti un paio di chiarimenti.
    Scrivi che le orecchie devono essere perfettamente fasciate: cosa intendi? Che i cinturini del casco devono circondarle e non ricoprirle, giusto?
    Altra cosa: dalle foto vedo che indossi gli occhiali in maniera tale che le astine vadano al di sotto del primo cinturino del casco. Non sarebbe più indicato che le astine vadano al di sopra del cinturino? In caso di caduta non sarebbe auspicabile che l’occhiale voli via con facilità onde evitare danni al viso che potrebbero aversi nel caso in cui il cinturino del casco li tenga bloccati? Te lo chiedo perché qualche ciclista mi ha fatto presente questa eventualità (oltre ad averlo letto su qualche forum) ed anche perché nella mia recente caduta i danni maggiori li ho subiti causa occhiale (taglio sopracciglio e naso in corrispondenza del frame superiore e del nasello) che forse ha contribuito pure alla ferita al padiglione auricolare….:-( dico forse perché non ricordo assolutamente se questa volta indossavo gli occhiali sotto il cinturino del casco o sopra… insomma mi farebbe piacere avere una tua opinione sulla questione visto che si tratta di sicurezza ed è senz’altro di interesse per tutti, pur sapendo che alla fine nessun comportamento virtuoso potrà mai annullare completamente il rischio e che una caduta è pur sempre un evento unico ed imprevedibile e magari se l’occhiale vola via eviti il taglio al sopracciglio ma hai gli occhi a rischio…. insomma, meglio non cadere e, come hai ben scritto, evitare di testare direttamente il casco…:)
    saluti e grazie.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luigi, Manta e Strale sono modelli diversi; tutti e due MET ma differenti.
      Forse una confusione di battitura e volevi dire solo Met Strale. Che è un ottimo casco considerato il prezzo bassissimo. Ma che ovviamente paga dazio in termini di comfort rispetto a caschi più raffinati.
      Il Manta è un modello particolare e gli sono affezionato perché fu lui a salvarmi la capoccia.

      Cinturino; abbracciare le orecchie, non passarci sopra.

      Occhiali; giusto indossarli sopra e non sotto. Purtroppo la mia è cattiva abitudine che ha ragione di essere nel fatto io sia miope. Quando indossi sempre occhiali da vista dimentichi di averli. Che c’entra? C’entra col fatto che anche gli occhiali da bici hanno clip da vista e ne ho rotti diversi facendoli volare: toglievo il casco senza prima sfilare gli occhiali, lanciandoli. Proprio perché quando indossi occhiali da 30 anni, dimentichi che stanno lì. Per questo ho preso l’abitudine a indossarli sotto il cinturino, l’unico modo per non romperli quasi a ogni uscita…
      Diciamo che regola di prudenza li vorrebbe sopra il cinturino, prassi economica (costano occhiali, clip e lenti da vista) me li fa indossare sotto.

      Fabio

Commenta anche tu!