Zero rh+ Z Alpha Mips

Come è fatto

Tempo di lettura: 8 minuti

Come è fatto

Z Alpha Mips: top di gamma e con in più questo benedetto Mips impossibile da non notare nel suo giallo squillante. Però sarebbe un errore ridurre il tutto alla presenza della magica calottina, perché è casco nato nel Power Logic Lab della casa e quindi dalla tanta tecnologia e con furbe soluzioni. Che ovviamente vedremo in dettaglio. Ma proprio in ogni dettaglio e leggetela come minaccia:-D

Casco sportivo stradale come mostrano forma, taglio e abbondante areazione.

Ben quattordici prese d’aria, contando come uniche le due grosse prese poste sulla sommità.

Vediamole, partendo da quella frontale, sicuramente la più caratteristica.

Una enorme bocca con griglia di canalizzazione domina la vista anteriore.

Ai lati altre due prese che proseguono verso l’alto assicurando notevole afflusso di aria fresca.

Le tempie non sono state trascurate; ampie prese pure qui con aggressiva sagomatura di invito.

Continuando a ruotare il casco arriviamo alla zona posteriore con le uscite di espulsione.

Alla nuca due bocche di uscita affiancano un terzo ampio sfogo centrale.

Non sono però le uniche vie di espulsione dell’aria calda. Le prese frontali che corrono sui lati proseguono fin sul retro.

Risalendo abbiamo poi lo sfogo superiore, ben incassato nella linea del casco.

In dettaglio la vista posteriore, molto riuscita. Sia tecnicamente perché l’espulsione dell’aria è immediata (ne leggeremo nel paragrafo dedicato alla prova su strada) e sia stilisticamente, grintosa e cattiva il giusto.

Non mancano le classiche canalizzazione sotto il frontino.

Ricorro al mio solito escamotage dell’illuminazione interna per evidenziare le innumerevoli prese d’aria.

Oltre la loro disposizione, la luce interna permette di apprezzarne meglio l’estensione. Che nel caso di quella frontale è davvero notevole. Talmente notevole che rh+ ha una furba soluzione per migliorare l’aerodinamica e, io dico soprattutto dopo averci pedalato con pioggia e freddo del primissimo mattino, la protezione.

Eccola.

Cos’è? E’ una conchiglia da inserire a incastro sulla grossa presa frontale, sigillandola.

Anzi, quasi sigillandola perché, comunque, non rinuncia a un suo intaglio.

Una volta montata, la sua presa d’aria si sovrappone esattamente a quella prevista sulla struttura frontale.

La sicurezza passiva è tenuta in debito conto. Adesivi riflettenti ornano la zona posteriore.

Non sono propriamente ad alta visibilità, ma in questa versione cromatica le bande gialle poste lateralmente pure aiutano a farci notare.

Ora che conosciamo la calotta da ogni possibile angolazione, due parole sulla struttura. E’ in policarbonato termoformato e nasce sfruttando la tecnologia del co-stampaggio. In pratica calotta e Eps (la struttura interna per capirci) sono stampati insieme. Ne risulta un casco più leggero e resistente. Il peso rilevato da me è 320g in taglia M.

Adesso tocca a chiusura e regolazione della calzata.

Prima la chiusura. All’insegna del classico, con cinturino ampiamente regolabile e dotato di confortevole pattina imbottita.

Due i sistemi di regolazione.

Il primo è quello per la lunghezza dei cinturini sotto le orecchie.

I divider sono a clip, quindi una volta bloccati in posizione restano ben saldi.

Il sottogola prevede la classica fibbia a incastro con regolazione continua della lunghezza. Abbondante l’imbottitura che blocca anche l’eccesso di cinturino. Non manca la solita molla di fermo, che non vediamo perché coperta dall’imbottitura.

Ed ecco il dettaglio della fibbia.

Doppia anche la regolazione della calzata, secondo la tecnologia che in casa rh+ è chiamata Power Fit Evo

Abbiamo un pomello per calibrare la circonferenza.

 

E poi una slitta che permette l’escursione su tre posizioni di tutta la struttura.

Giustamente dimensionata la fascia alla nuca, avvolge perfettamente senza spostarsi.

Non c’è alcuna imbottitura o inserto antiscivolo all’interno delle “orecchie” di tenuta; ma grazie alla precise regolazioni, una volta indossato il casco non si sposta di un millimetro.

Come per tutti i caschi più raffinati, la regolazione posteriore non si limita a spostare la fascia dietro la nuca ma prevede il meccanismo collegato a due cinturini che corrono ai lati. La testa ne viene ben fasciata. E se un casco perfettamente calzato è fondamentale perché lavori bene, poter regolare al meglio un casco col Mips è indispensabile.

L’imbottitura interna è morbida e copre il giusto.

Facilmente removibile è anallergica, in tessuto rh+ Fire Dry, e lavabile, realizzata in un unico pezzo a cellule aperte 3D per garantire massimo comfort e rapida dispersione del sudore.

Col casco è fornita una seconda imbottitura, leggermente meno spessa di quella che è installata.

E’ un gradito omaggio.

Sarei dovuto partire dalla confezione e non l’ho fatto; rimedio quando siamo in chiusura di paragrafo.

Giusto le informazioni essenziali per la scatola; dove però è posta in rilievo la presenza del Mips.

E al cui interno troviamo oltre la conchiglia di chiusura della presa d’aria e la seconda imbottitura già viste, un ulteriore e gradita dotazione: una sacca da ricovero/trasporto in microfibra.

Due le taglie previste: XS/M e L/XL per un range di circonferenze di 54/58 e 58/62.

Quattro i colori disponibili al momento in cui scrivo. Oltre il nero con bande gialle visto fin qui abbiamo lo stesso nero ma con bande rosse, un elegante bianco/rosso/nero e infine un grintoso nero/fibra di carbonio.

Chiudo questo paragrafo con una notazione interessante. Trovo sia una ottima idea fornire a ricambio ogni singolo componente del casco, facilmente acquistabili nella apposita sezione del sito ufficiale. Non tutti lo fanno, i più si limitano all’imbottitura. Brava rh+!

E ora andiamo alla scoperta del Mips.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Luigi Iannelli</cite>

    Ciao Fabio, utilissima recensione, come sempre… 😉 tra l’altro dopo la mia recente caduta capita proprio a “fagiuolo” visto che sono alla ricerca di un nuovo casco “protettivo”, principale criterio che sto considerando. Avevo visto il Briko Ventus che mi sembrava davvero niente male e poi il Manta Strale di cui ci hai già parlato ed ora mi sa che avrò da valutare anche questa opzione MIPS…. spero in ogni caso che qualunque scelta sia da considerarsi equivalente in termini di protezione e sicurezza.
    Proprio riguardo la sicurezza ed il corretto utilizzo del casco volevo chiederti un paio di chiarimenti.
    Scrivi che le orecchie devono essere perfettamente fasciate: cosa intendi? Che i cinturini del casco devono circondarle e non ricoprirle, giusto?
    Altra cosa: dalle foto vedo che indossi gli occhiali in maniera tale che le astine vadano al di sotto del primo cinturino del casco. Non sarebbe più indicato che le astine vadano al di sopra del cinturino? In caso di caduta non sarebbe auspicabile che l’occhiale voli via con facilità onde evitare danni al viso che potrebbero aversi nel caso in cui il cinturino del casco li tenga bloccati? Te lo chiedo perché qualche ciclista mi ha fatto presente questa eventualità (oltre ad averlo letto su qualche forum) ed anche perché nella mia recente caduta i danni maggiori li ho subiti causa occhiale (taglio sopracciglio e naso in corrispondenza del frame superiore e del nasello) che forse ha contribuito pure alla ferita al padiglione auricolare….:-( dico forse perché non ricordo assolutamente se questa volta indossavo gli occhiali sotto il cinturino del casco o sopra… insomma mi farebbe piacere avere una tua opinione sulla questione visto che si tratta di sicurezza ed è senz’altro di interesse per tutti, pur sapendo che alla fine nessun comportamento virtuoso potrà mai annullare completamente il rischio e che una caduta è pur sempre un evento unico ed imprevedibile e magari se l’occhiale vola via eviti il taglio al sopracciglio ma hai gli occhi a rischio…. insomma, meglio non cadere e, come hai ben scritto, evitare di testare direttamente il casco…:)
    saluti e grazie.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luigi, Manta e Strale sono modelli diversi; tutti e due MET ma differenti.
      Forse una confusione di battitura e volevi dire solo Met Strale. Che è un ottimo casco considerato il prezzo bassissimo. Ma che ovviamente paga dazio in termini di comfort rispetto a caschi più raffinati.
      Il Manta è un modello particolare e gli sono affezionato perché fu lui a salvarmi la capoccia.

      Cinturino; abbracciare le orecchie, non passarci sopra.

      Occhiali; giusto indossarli sopra e non sotto. Purtroppo la mia è cattiva abitudine che ha ragione di essere nel fatto io sia miope. Quando indossi sempre occhiali da vista dimentichi di averli. Che c’entra? C’entra col fatto che anche gli occhiali da bici hanno clip da vista e ne ho rotti diversi facendoli volare: toglievo il casco senza prima sfilare gli occhiali, lanciandoli. Proprio perché quando indossi occhiali da 30 anni, dimentichi che stanno lì. Per questo ho preso l’abitudine a indossarli sotto il cinturino, l’unico modo per non romperli quasi a ogni uscita…
      Diciamo che regola di prudenza li vorrebbe sopra il cinturino, prassi economica (costano occhiali, clip e lenti da vista) me li fa indossare sotto.

      Fabio

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