Verniciatura telaio bici fai da te, parte terza

La tecnica di verniciatura

Tempo di lettura: 13 minuti

La tecnica di verniciatura

Titolo altisonante per qualcosa che è piuttosto facile descrivere; meno attuarlo, serve un minimo di esperienza. E qualche buon consiglio

Per la prima posso nulla, per i secondi sto spendendo fiumi di parole.

Inutile ribadire che qui parleremo solo della tecnica usando bombolette, non l’aerografo.

Paradossalmente le bombolette sono più difficili da usare; la vera difficoltà dell’aerografo è la corretta regolazione di tutti i parametri e saper usare l’ugello giusto per ogni tipo di vernice. Costanza nella pressione e nel flusso permettono di verniciare in modo uniforme, accettando anche di essere (moderatamente) inclinato per raggiungere i punti nascosti.

Le bombolette no; hanno erogazione omogenea ma non costante; sono concetti diversi perché omogenea significa che mantiene un certo range non che la pressione è identica in ogni momento.

L’ugello quello è; e seppure a misura giusta tenderà a chiudersi leggermente durante la verniciatura. 

Risentono dell’inclinazione e se questo conta poco col fondo, diventa rilevante con la tinta e fondamentale col trasparente.

Vediamo qualche consiglio.

STUDIARE il percorso di verniciatura. Se state leggendo questo articolo immagino sia la vostra prima volta. Che si sa mai si dimentica, però facciamo in modo sia ricordo piacevole.

Bomboletta in verticale e flusso che arriva frontale sul telaio il segreto per un buon risultato.

Piazzatevi davanti al telaio bomboletta in mano e mimate la verniciatura. Io lo faccio senza bomboletta, ma non imitate quello che faccio e fate quello che dico 😀

Questo vi permette di capire la sequenza migliore, quante volte siete costretti a ruotare il telaio per far si la  bomboletta sia sempre orizzontale (e scegliere il percorso che vi permetterà il minor numero di movimenti), quanto tempo vi occorre per ruotarlo e come farlo senza toccare punti sensibili (comodo per esempio infilare un dito nel tubo sterzo) e soprattutto vi farà capire come e quando arriverete ai punti nascosti, dandovi modo di decidere meglio come affrontarli.

E c’è una altra cosa che riuscirete a scoprire con questa simulazione: la verniciatura “collaterale”.

Per esempio: telaio in orizzontale davanti a noi, scendiamo lungo l’esterno del pendente del carro: quanta possibilità c’è che residui di vernice si depositino sul pendente opposto, dal lato interno? Creando una fastidiosa finitura ruvida che poi andrà carteggiata? 

Se, sempre a titolo di esempio, la possibilità è concreta, una volta scoperto sapremo anche come reagire: basterà verniciare in sequenza prima i due esterni e poi i due interni. Così che la vernice depositata si andrà a legare con la poca appena posata, senza generare ruvidità.

E’ un inconveniente che si può verificare usando la bomboletta, che ha flusso sempre più “aperto” diciamo così rispetto all’aerografo che invece ci permette una precisa regolazione.

AGITARE per bene le bombolette prima dell’utilizzo. Di solito sono indicati due minuti ma nel dubbio abbondate.

Non agitare sempre nello stesso verso; un buon trucco è alternare: una volta agitiamo 30 secondi con la bomboletta in un verso, poi facciamo altri 30 secondi tenendola capovolta e così via.

Agitare in modo energico, dobbiamo sentire la sferetta interna sbatacchiare allegra. 

FONDAMENTALE rispettare la giusta distanza, qualunque sia la vernice. Nella maggior parte dei casi è fissata in circa 20/25 cm per fondo e tinta, poco in più per il trasparente. Meglio chiedere al colorista la “sua vernice” che distanza preferisce.

MAI PARTIRE DAL SUPPORTO DA VERNICIARE, SEMPRE POCO PRIMA. 

In pratica si tratta di partire a vuoto e poi proseguire lungo la linea di verniciatura, terminando ancora a vuoto.

Questo semplice stratagemma impedisce l’accumulo di vernice nel punto di partenza, perché tutta la verniciatura deve essere sempre un costante movimento.

VERNICIARE A INTERVALLI, non uno spruzzo continuo. In pratica si segue una linea da vuoto a vuoto, si ferma la bomboletta e poi si riprende, sempre da vuoto a vuoto.

VERNICIARE A LINEE CONTIGUE, non sovrapposte. Una linea, stop, si riprende lungo una altra linea parallela, solo leggermente sovrapposta. Da destra verso sinistra o dal basso verso l’alto, a seconda di come è orientato il telaio

MAI SOFFERMARSI su un punto; corollario a quanto appena detto: muoversi, sempre. Se un punto ci sembrerà non curato ci torneremo dopo, nessuna tentazione di un “puff” di vernice sparato direttamente.

AGITARE spesso la bomboletta durante la verniciatura; aiuta a mantenere più omogenea l’erogazione, soprattutto quando inizia a svuotarsi.

RUOTARE il telaio in modo da poter usare la bomboletta sempre nella corretta posizione: il più possibile verticale.

Ruotare il telaio anche per tenerlo frontale rispetto al flusso di vernice. Se, per esempio, vogliamo verniciare la parte superiore del tubo orizzontale, non basta la bomboletta in verticale, dovrà esserlo pure il telaio altrimenti la vernice arriva ad angolo e non copre.

E qui serve qualche distinguo, sempre tenendo presente che pure il telaio deve essere in posizione corretta.

Il fondo è più semplice, accetta di essere inclinato e in qualche caso è possibile persino mettere la bomboletta orizzontale per un “puff” molto breve necessario a coprire l’angolo nascosto. Un “puff”, però.

La tinta è più semplice se pastello; anche qui una moderata inclinazione ma solo per tragitti molto brevi (per esempio seguire il profilo di una scatola movimento con telaio in verticale) è tollerabile. Se tinta metallizzata/perlacea meglio non eccedere: l’inclinazione porta sempre a una modifica nell’erogazione e questo con vernici dai pigmenti lucenti si avverte a lavoro ultimato. Provando a dare i numeri (e li sto dando davvero, la stesura di questo articolo è assai impegnativa…) diciamo massimo 30 gradi per tinte pastello, 20 per le altre. Ma sempre per brevi tragitti.

Il trasparente è la vera carogna di ogni verniciatura. Lo è con aerografo, figuriamoci con la bomboletta.

Se volete riconoscere il professionista, allora è sulla posa del trasparente che avrete la prova del nove.

Più di fondo e tinta, il trasparente risente di mille cose; temperatura, umidità, distanza e nel caso della bomboletta, l’inclinazione.

La distanza è sempre superiore alle vernici, circa 30cm; in alcuni casi 35, ma ve lo saprà dire il colorista perché dipende dalla marca.

L’inclinazione semplicemente non c’è: il trasparente in bomboletta va dato sempre tenendola verticale.

Giusto il “puff” finale nell’angolo nascosto ma deve essere brevissimo e l’inclinazione minima, una decina di gradi non di più.

Capito adesso perché è importante un supporto per il telaio che ci permetta di muoverlo in ogni direzione?

E che ci permetta di essere rapidi perché non devono esserci tempi morti durante la verniciatura.

Rispettare i tempi tra una mano e l’altra; anche se, come detto in altri paragrafi, la sezione tonda aiuta a essere meno fiscali.  

Questi i consigli, per l’esperienza dovete provvedere voi.

Anche se un un ultimo consiglio mi sento di darlo perché serve a fare esperienza.

Investite pochi spiccioli nell’acquisto di un tubo di alluminio o acciaio, a seconda del vostro telaio, e usatelo per fare qualche prova.

Dategli fondo, tinta e trasparente ma non su tutto il tubo; bastano 15 cm, il resto lo mascherate. Vi permetterà di familiarizzare con la bomboletta e la sua erogazione, la distanza, il colore che verrà e così via.

Fatelo due o tre volte, per questo ho consigliato di mascherare.

Usare come cavia un telaio alla prima verniciatura non è saggio. Un poco di allenamento fa bene 😀

Altro da aggiungere non c’è, vediamo l’ultima operazione che è la posa degli adesivi.

Andiamo.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Caro Fabio, grazie mille per questi articoli interessantissimi e molto utili! Sto riverniciando un vecchio telaio. Dopo averlo carteggiato a dovere e datogli il fondo 2k, mi chiedevo quanto tempo possa passare tra una mano di tinta (pure 2k) e la seguente. Ne ho passata una e poi mi é terminata la bomboletta, quindi passeró la seconda a distanza di 2-3 settimane, perché ha tardato molto l’arrivo della nuova bomboletta…é un problema? Inoltre sto pure aspettando i decals, dovrebbero arrivare tra una settimana. Mi chiedevo se dopo la seconda mano di tinta posso ancora aspettare un’ulteriore settimana prima di mettere il trasparente (in modo che possa applicare i decals prima del trasparente), o se vale la pena aspettare che mi arrivino i decals per passare la seconda mano di tinta, applicare i decals e poi il trasparente a distanza di 2-3 giorni (giusto il tempo che si asciughino e che possa carteggiare ad acqua tra una mano e l’altra). Grazie mille in anticipo e complimenti per l’ottimo lavoro, si vede che ci metti molta passione!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, i tempi sono indicati dal produttore della vernice, ognuna ha i suoi.
      Si va dall’oretta scarsa alle 24/48 ore.
      Giorni di distanza no, non riesce più a legare.
      In pratica è come riverniciare, devi trattare di nuovo. Il problema sarà altrimenti la tenuta del tempo, e col trasparente l’effetto buccia d’arancia.

      Fabio

      • <cite class="fn">Luca</cite>

        Grazie mille della rapida e precisa risposta! Avrei solo un’ultima domanda per favore: quando dici che devo “trattare di nuovo”, significa che devo carteggiare tra una mano e un’altra o ricominciare tutto da zero? (Fondo, tinta, etc) se ho ben capito, il fatto di passare la seconda mano di tinta a distanza di settimane può dare problemi a lungo termine, giusto? Grazie ancora!

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Luca, si, devi dare una leggera carteggiata alla vernice ormai asciutta da molti giorni, altrimenti non hai presa.
          Ricorda che il tempo tra una mano e l’altra lo stabilisce il produttore della vernice, quindi devi informarti con lui.
          Per esempio, ci sono trasparenti da passare dopo un’ora, dopo una giornata o a colore ancora umido.

          Fabio

  • <cite class="fn">sapereamaremigliorare</cite>

    Ciao Fabio, Ho fatto sabbiare un telaio in alluminio da un sabbiatore. E’ ruvido, l’effetto è giusto? o hanno già passato una qualche vernice loro? il colore è grigio opaco. Sono alla ricerca disperata di info, perchè vorrei procedere con la verniciatura ma non so se è necessario passare un primer o se devo carteggiarlo con grana fine per rimuovere queste effetto ‘non-liscio’.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao, che sia opaco dopo la sabbiatura è normale. Non va carteggiato, se la sabbiatura è stata eseguita con i prodotti giusti, ossia non troppo aggressivi ma questo io non lo so, non ho il telaio davanti. Il primer va sempre dato, ha effetto riempitivo tra le altre cose e quindi elimina le rugosità.
      Il colorista saprà indicarti il prodotto specifico.

      Fabio

  • <cite class="fn">Dario</cite>

    Ciao, ho già fatto cinque telai e vorrei riportarti la mia esperienza per farti delle domande.

    La prima bici l’ho fatta tutta a bomboletta 1k, fondo per ferro, colore, trasparente per carrozzeria (Talken Krystal).
    Subito dopo averla finita ho capito quanto fosse debole il tutto, appena si appoggiava ad un palo, o mentre si avvitava un bullone si toccava con la chiave, la vernice saltava, una piccola parte ma si capiva che dopo qualche mese di utilizzo sarebbe stata tutta da piena di buchi di vernice, quindi l’ho rifatta da zero.
    Questa volta però ho usato un trasparente da carrozzeria 2k, passata a pistola a spruzzo, pensando che il solo stato esterno più risistente fosse sufficiente per rendere la vernice a prova di palo, ma così non è stato, o meglio non tanto resistente quanto immaginassi.
    Vorrei chiederti quindi, perché dici che tutti gli strati devono essere dello stesso tipo: 1k o 2k? Posto che per
    esperienza fatta purché si mantenga la stessa base tra fondo, colore, trasparente (acrilica, poliuretanica, sintentica, nitro, acqua o solvente) non si riscontrano problemi, se usassi il solo primer 2k e il resto 1k, l’ancoraggio degli strati di vernice sarebbe più resistente ai colpi?
    Ti ringrazio

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Dario, come indicato dalla prima “puntata” di questi articoli, mi sono avvalso della consulenza di due aziende specializzate in verniciatura di bici. Se loro mi dicono chiaramente di usare sempre stesso tipo di vernice io eseguo, gli specialisti sono loro. Sul perché e il per come si può discutere ore o giorni ma alla fine cambia nulla, se un tecnico del settore mi indica una procedura io così faccio.

      Fabio

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