Una giornata con la Bianchi Via Nirone 7

Tempo di lettura: 3 minuti

La bici protagonista di questo test è una delle più diffuse, la Bianchi Via Nirone 7.

Molto apprezzata dai neofiti della bici da corsa, tanto da essere tra i modelli maggiormente consigliati nei molti forum presente in rete.

test bianchi via nirone 7

Perché? Il prezzo tutto sommato non è particolarmente abbordabile e, con la politica solita del marchio Bianchi, l’allestimento non è proporzionato alla cifra richiesta. Per dirla fuori dai denti, il rapporto qualità prezzo non è uno dei suoi pregi.

Badate bene: non parlo di qualità oggettiva della bici, ma del rapporto tra cifra richiesta (a listino, senza sconti o offerte) e qualità dell’allestimento. Perché nel primo caso, la bici di motivi per farsi piacere ne ha parecchi.

Ed è proprio al “perché?” di sopra che cercherò di dare risposta.

Al solito il giro usato per testare la bici non è stato particolarmente lungo, troppo tempo in sella finisce con l’abituarti a eventuali difetti classificandoli poi come caratteristiche.

Il percorso di prova è sempre il mio solito, stavolta leggermente abbreviato sia per il freddo e sia per il poco tempo che avevo a disposizione.

Percorsi più o meno 95 km, di cui quasi metà sul pavé. Quattro salite, una pedalabile e tre abbastanza “robuste” ma brevi, con un  dislivello complessivo di circa 1100m.

Una parentesi. Malgrado l’alto numero di bici che transitano nella mia microfficina, i test languono.

Questo per due motivi. Il primo è la taglia; finché la bici è della mia misura o una in più/in meno, il test è fattibile. Una bici troppo piccola o troppo grande renderebbe la pedalata infruttuosa, falsando il risultato. Il secondo è che molte delle bici che mi sottopongono non sono di particolare interesse, quindi non vale la pena scriverne.

Iniziamo a presentare la bicicletta.

La Nirone provata è una versione destinata al mercato statunitense, che differisce da quella italiana per alcuni componenti.

In questa configurazione il suo telaio in alluminio che si congiunge alla forcella in carbonio (stelo in alluminio) tramite la serie sterzo Fsa, è assemblato con un gruppo Shimano Sora a nove velocità, pacco pignoni 11-25 e guarnitura compatta 34-50 della Prowheel, modello Ounce a perno quadro.

I comandi sono la versione St-3400, con indicatore del rapporto inserito e a cavi esterni.

test bianchi via nirone 7 comandi sora 9 velocità

Piega Deda, attacco manubrio in alluminio Reparto corse (in foto un Fsa montato da me), stessa provenienza per il reggisella in alluminio e carbonio sormontato da una sella san Marco Ponza.

Una utile aggiunta sono le leve freno supplementari in stile ciclocross della americana Tektro.

test bianchi via nirone 7 leve freno supplementari

Freni reparto corse, uguali a quelli installati sulla versione europea.

test bianchi via nirone 7 freni reparto corse

Le ruote differiscono.

Non le Bianchi reparto corse ma una coppia di mozzi Novatec a cuscinetti sigillati montati su cerchi Rapida Flayer a 28 fori, sia all’anteriore che al posteriore, che toccano l’asfalto su copertoncini Vittoria Zaffiro 700×23.

All’inizio ho scritto che il rapporto qualità prezzo non è il suo miglior argomento. Gli oltre 1000 dollari spesi dal proprietario me lo confermano.

Ma la bici di qualità intrinseche ne ha e una svetta sulle altre già dopo pochi metri: la comodità.

Sapete che il comfort di marcia è uno dei miei parametri più importanti nella valutazione di una bicicletta. Perché una bicicletta comoda, che non ti spezza braccia e schiena si traduce in più tempo sui pedali, meno fatica per contrastare le asperità della strada, quando il pavé ti “mangia” le gambe, e una migliore prestazione globale del ciclista non agonista, quello che come voi e me usa la bici per diletto e non può permettersi 15000 km l’anno in sella.

Pochi giri di pedale su un tratto malmesso il lieve discesa e subito ti rendi conto che puoi tenere una andatura decente, senza essere costretto a rallentare e a sfiorare appena la sella con le gambe chiamate ad ammortizzare i sobbalzi della strada. Resti comodamente seduto in sella, ci pensa il telaio. Non dico che riesci a tenere la stessa andatura sullo sconnesso che avresti con una Mtb, ma sicuramente superiore a quella della mia Xeon Crs o altre bici altrettanto specialistiche che ho guidato.

Tutto però ha un prezzo, e l’ho pagato subito dopo quando ho eseguito alcune ripetute, prima di riscaldamento e poi di potenza per testare la prontezza della bici.

In fase di riscaldamento, con rapporti leggeri, la bici ha avuto un comportamento neutro, facile da tenere in traiettoria e prevedibile in ogni frangente.

Aumentando il ritmo e la forza sui pedali tanta “morbidezza” è stata evidente.

Il ritardo di risposta negli scatti è avvertibile, a tratti fastidioso se la variazione di velocità è improvvisa; così come è avvertibile lo “stantuffo” quando si spinge veloce un rapporto duro, soprattutto in discesa.

E’ proprio la discesa il suo punto debole, anche per pecche nell’allestimento. Il telaio tiene bene la traiettoria, è molto preciso, anche più di biciclette dalla impostazione più sportiva ma anche più nervosa.

Segue la traiettoria con precisione, la stabilità è quella di una bici da turismo, raggiungi facilmente il limite di tenuta delle gomme in tutta sicurezza. Ma non puoi spingere più di tanto sui pedali altrimenti senti la bici che ti rimbalza sotto e i freni sono un promemoria a rallentare, non certo a tirare una staccata fin dentro la curva.

Su una altra Nirone li cambiai con dei più performanti Campagnolo Centaur Skeleton, e il proprietario ne trasse enorme beneficio. Non testai la bici, troppo grande per me, faticavo a raggiungere il manubrio, quindi posso solo fare affidamento sulle sue parole.

Un vero peccato, seppur facilmente rimediabile con una spesa modesta, perché il senso di insicurezza dato dall’impianto frenante non ti invoglia ad affrontare le curve con il piglio garibaldino consentito dalla grande stabilità, soprattutto dell’avantreno, che rimanda perfettamente al ciclista come sta lavorando. Sempre a patto di non buttare dentro l’undici e pestare di brutto sui pedali. Forse due ruote più rigide mitigherebbero l’effetto stantuffo, ma già uno cambia i freni, poi le ruote, la spesa sale. Per questo dico che il rapporto qualità prezzo non è dei migliori e mi spiace che un telaio con tante belle caratteristiche sia poi mortificato da alcuni componenti non all’altezza.

La trasmissione è nota, Shimano è sempre garanzia di funzionamento impeccabile.

Seppure ingiustamente classificata come entry level, definizione che vuol dire nulla, svolge perfettamente il suo compito.

Una volta settata a puntino, solo la regolazione del deragliatore richiede un poco di malizia per avere un funzionamento ottimale del trim (il mezzo scatto per evitare la catena strisci all’interno della gabbia durante gli incroci) il tutto gira una meraviglia.

I comandi no, non mi piacciono. Molto risentono della mia avversione alla leva freno che gestisce la salita di rapporto, che ho sempre trovato scomoda perché pedalo tanto in presa sui comandi.

Spesso, contravvenendo a una regola fondamentale di sicurezza, anche in discesa; per cui il cedimento verso l’interno della leva durante la frenata, ancora più avvertibile con questi 3400 che sono decisamente morbidi, lo trovo fastidioso.

Ma questo è gusto personale. Quello che invece non è gusto personale è la critica al pulsante di discesa dei rapporti. Troppo piccolo e posizionato troppo in alto per essere azionato facilmente in presa bassa, limitando fortemente l’efficacia dell’azione in discesa (ancora lei, la discesa, il tallone d’Achille di questa bici) perché è difficile raggiungerlo e buttare dentro quei due pignoni, scalati in precedenza grazie alla salita multipla, in rapida successione fuori dalle curve.

Ma questi difetti, tutto sommato rimediabili con la sostituzione di alcuni componenti, sono ampiamente superati dall’ottimo comportamento sullo sconnesso, dove il ritmo è davvero alto, grazie al carro che smorza bene, pure troppo (ma la ruota motrice è sempre ben attaccata al suolo) molto più che con bici di alta gamma ma dalla impostazione rigida.

In salita, dove il peso non proprio basso non pregiudica l’efficacia della pedalata.

In piano, dove la comodità complessiva della bici consente molte ore in sella senza avvertire affaticamento, se non quello richiesto dalla pedalata.

E allora provo a dare una risposta alla domanda che mi è sempre frullata per la testa quando sento parlare di questa bici: perché è una bici da neofiti?

Non lo è, risposta.

E’ una bici con precise caratteristiche, una su tutta l’estrema facilità di utilizzo, tranne in discesa.

Comodità e sincerità nelle reazioni ne fanno si una bici adatta a chi ha poca dimestichezza con le bici da corsa, rendendo meno traumatico il primo impatto con la piega da corsa.

Ma questi suoi pregi possono far gola anche al ciclista già esperto che però vuole una bici che non richiede uno specifico allenamento per essere sfruttata a fondo (un ciclista potente vivrebbe come un limite la sua “paciosità”) oppure ha già una racing pura nel box e vuole qualcosa per passare tante ore in sella senza cercare la prestazione a tutti i costi.

E poiché il tempo per allenarci a dovere non tutti lo abbiamo, oltre che per ciclisti neofiti la vedo adatta a ciclisti maturi, nell’animo se non nel corpo, che apprezzano il gusto della pedalata senza curarsi troppo del tempo impiegato.

La vedo anche molto adatta anche a ciclisti che preferiscono una impostazione in sella confortevole, perché l’orizzontale abbastanza lungo in proporzione alle altre quote e il cannotto di sterzo alto consentono un assetto da sport-touring, mutuando una classificazione dal mondo delle ruote a motore.

E la vedo, magari in versione equipaggiata con la tripla, perfetta per i randonneur più minimalisti, quelli che limitano il bagaglio a una borsetta al manubrio e un portapacchi da reggisella.

Perché alla fine su questa bici puoi fare tanta strada. Tirando i remi in barca in discesa, rinunciando agli scatti fulminei e affrontando lo strappo con un cambio di rapporto più che in piedi sui pedali.

Può essere un pregio o un difetto, dipende dal modo che ognuno di noi ha di vivere la bicicletta.

Io mi sono trovato tutto sommato bene, a parte i rilanci e le discese che mi sono goduto poco.

Sono sicuro che un mio amico, ciclista potente e atletico, e la cui bici, rigidissima, proverò nei prossimi giorni, la mollerebbe dopo nemmeno un chilometro, trovando frustrante per il suo modo di pedalare una bici che non scatti in avanti anche solo al pensiero di dare un giro di pedali.

Il prezzo è il suo vero limite. Certo, il blasone sull’obliquo si paga, ma la cifra richiesta a listino non è all’altezza dell’equipaggiamento complessivo. Una cosa trovo poi assolutamente indecente e sono i freni, da sostituire senza indugio.

Un aggiunta, perché a distanza di mesi la bici è stata profondamente modificata e quindi nuovamente provata.

Trovate l’articolo in questa stessa categoria, titolato “Il torrente infinito”.

Buone pedalate


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COMMENTS

  • <cite class="fn">parkerken</cite>

    Allora, intanto grazie per la recensione: fanne tante, ogni volta che ti capita l’occasione di provare una bici o un accessorio che possa essere di interesse generale. Non mi è chiaro come i 1000 dollari si traducano in euro al MRP qui da noi, per questa configurazione. Per me il problema non è il Sora (tra il Sora e il 105 c’è pochissima differenza di prestazioni e moltissima di prezzo) ma la pletora di componenti “reparto corse” di scarsa qualità che abbassano il rapporto qualità/prezzo.
    Certo, il messaggio che dai di una bici “comoda” è molto interessante…

    • <cite class="fn">fabiolora</cite>

      Ciao Parken,
      quando parlo di rapporto qualità/prezzo è sempre riferito al listino, quindi non prendo in considerazine eventuali offerte.
      Che modificano il mio approccio a questa bici, tanto che più di una volta l’ho caldamente consigliata pure io, come quando me ne è capitata una a 600 euro nuova montata campay veloce.
      Il proprietario, anzi, il vecchio proprietario perché la bici è poi passata ad altro frequentatore della microfficina, la pagò 1080 dollari Usa, persino più di quanto è adesso riportato sul sito ufficiale americano.
      Secondo me, un prezzo troppo alto. Perché non basta fare una semplice conversione dollaro/euro, devi anche valutare il prezzo in rapporto a cosa trovi su quel tale mercato con quella cifra per rendere meglio l’idea del valore dei denari richiesti.

      I componenti Reparto corse sono un limite di questa bici; finché parliamo di reggisella o attacco manubrio, alla fine, in un certo range, uno vale l’altro.
      Freni e ruote no. Per fortuna in questa versione le ruote, il componente più importante di una bici, non sono reparto corse e si sono rivelate di buona qualità in rapporto al prezzo.
      I freni sono da cambiare, anche se, da quando l’ho scritto, il neoproprietario della bici è in crisi e da ieri sera è alla ricerca in rete di una coppia di freni. Mi sento un poco in colpa…

      Si, come ho scritto, la bici è comoda, morbida. Io la considero una qualità, altri un difetto. Ma tutto dipende da cosa cerchi in una bdc.
      La mia Rose Xeon crs l’ho scelta proprio perché, tra le bici di netta impostazione sportiva, garantiva quella capacità di smorzamento che non ti rompe braccia e gambe.
      Il progetto Elessar è stato impostato sin dall’inzio per avere una bici sportiva ma comoda.
      E siccome con Elessar l’obiettivo è stato perfetamente centrato, mi è venuto lo sghiribizzo di sostuituire la Xeon con la sua sorella maggiore X-lite, più rigida ed estrema nell’impostazione.
      E questo spiega perché mi sta tenendo il broncio 🙂

  • <cite class="fn">parkerken</cite>

    € 739 da Wiggle…

  • <cite class="fn">Fabio</cite>

    Ciao, ho letto questa recensione in quanto neofita nel settore ciclistico e alla ricerca di una prima bici da corsa mi stavo orientando su una via nirone 7.. recensione stupenda complimenti niente nel web mi ha reso l’idea di che cosa si tratta come le tue parole… volevo farti una domanda, qual’è l’alternativa magari equipaggiata un pelo meglio e con rapporto qualità prezzo ottimale? grazie attendo risposta

    • <cite class="fn">elessar bicycle</cite>

      Ciao Fabio, mi fa piacere che questo breve test ti sia utile.
      La Nirone è una bici un poco particolare, anche se si colloca in una fascia di prezzo affollata, in realtà ha poche concorrenti a causa della impostazione “soft”.
      Ma se non hai remore all’acquisto online, allora dai una occhiata alla gamma in alluminio di Rosebikes (io ho una loro bici, come puoi leggere qui sul blog), perché le ritengo tra le migliori in rapporto al prezzo richiesto, ovviamente rispetto ai prezzi di listino, non in caso di strepitose offerte.

      Fabio

  • <cite class="fn">Simone</cite>

    Grazie per la recensione.
    Sono un neofita in tutti i sensi della bici (provengo dalla corsa…a piedi) e a 42 anni suonati vorrei cimentarmi in qualcosa di nuovo.
    Ho trovato la Nirone 7 scontata del 15/20 % e devo scegliere solo se allestita con Campagnolo o Shimano.
    Vedrò a breve il da farsi.

  • <cite class="fn">emilio</cite>

    Ottima recensione. Ho una Bianchi via Nirone 7 comprata 3 anni fa all’inizio della mia “carriera da stradista” e mi trovo bene. Mi piacerebbe fare un salto di qualità con una nuova bici e dopo i tuoi consigli ho sbirciati il sito Rosebike, mi sembra che il rapporto qualità/prezzo sia molto buono.
    Anche le Scott non mi sembrano male. Altri aiuti per un eventuale acquisto?
    Volevo chiederti anche un altro parere, che ne pensi della tripla? Intendo, spesso mi sono trovato a corto di soluzioni sia in salita che sul piano e non mi sarebbe dispiaciuto avere altre combinazioni di marce da usare.
    grazie
    emilio

    • <cite class="fn">elessar bicycle</cite>

      Ciao Emilio, la scelta è davvero così ampia che indicare un modello senza nemmeno conoscere stile di pedalata, uscite, budget ecc è impossibile.
      Alla tripla non sono contrario, io la uso su alcune bici e l’ho usata anche in bici da corsa e trovo stupido l’ostracismo di cui è vittima in Italia; mentre in altre nazioni avviene esattamente l’opposto.
      Se si ha poco tempo per allenarsi (perché alle fine la scelta dei rapporti è tutta questione di allenamento…) o semplicemente si vuole avere la sicurezza di rapporti che ti salvano la gamba in situazioni critiche non vedo alcun motivo per non montarla.

      Fabio

  • <cite class="fn">emilio</cite>

    Ciao Fabio, intanto ti ringrazio per la pronta risposta, la disponibilità e la competenza che dimostri.
    Il mio stile di pedalata… non lo conosco 🙂 sono un principiante nel senso che ho la bdc da soli 3 anni (prima facevo solo mtb) da quando ho iniziato a fare triathlon.
    Abito a Milano quindi le uscite sono prevalentemente in piano anche se le salite non mi dispiacciono nel senso che mi sembra di essere “portato” (quindi sono un passista??)
    Uscite domenicali tra i 50 ed i 70 km , qualche uscita in settimana più corta e poi quelle 5/6 gare di triathlon all’anno. Quest’anno ho fatto anche la GF dei Vigneti d’Oltrepò di 109km.
    Come budget non vorrei spendere più di 1500euro, non capisco nemmeno se al mio livello alluminio vs carbonio fanno la differenza, forse è meglio puntare alla componentistica per restare nella spesa.
    Mi piacerebbe la tripla (che sulla “vecchia” mtb trovo insostituibile e finchè non proverò una delle nuove combinazioni a due o una corona non cambierò idea!!) perché molte volte mi sono trovato in salita o in piano veloce in difficoltà per mancanza di soluzioni.
    Ecco tutto, ti ho dato qualche spunto per un consiglio più mirato
    Grazie ancora
    emilio

    • <cite class="fn">elessar bicycle</cite>

      Ciao Emilio, per costume mio sul blog non fornisco indicazioni e/o parere su modelli specifici; sarebbe alla fine pubblicità e non è il caso.
      Ma contattami in privato all’indirizzo del blog (lo trovi cliccando in alto a sx sotto l’immagine della testata) che una soluzione, anzi una bici, la troviamo.

      Fabio

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    Ragazzi, ho la Via Nirone 7 2014 da un anno, ho fatto l’upgrade da 7 giorni ai cerchi Vision Trimax T30 e copertoncini Vittoria Rubino Pro slick. Son contentissimo. Non sento più il bisogno da passare ad una full carbon sinceramente. Come sella ho una Smp Extra. E basta, domenica dopo 100 km ho incontrato una Scott Foil che ha ingaggiato un garino di circa 3km e senza stargli in scia le sono stato dietro bene. Quindi per i possessori di Bianchi Via Nirone 7 posso solo che consigliare un upgrade come il mio è siete a posto.

  • <cite class="fn">Claudio68</cite>

    Ciao,
    complimenti per la recensione !
    Anche se sono passati quasi tre anni, spero abbia ancora voglia di parlarne e di dare consigli.
    Possiedo da qualche anno una scott speedster 50 con cui vado su e giù per colli e colline bergamaschi, facendo circa 1500/2000 km nel periodo estivo, secondo te cambiare per una Nirone 7 claris 8s mod.2016 per 600 euro ha senso? Grazie della risposta.
    Buona serata. Claudio

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Claudio, la speedster 50 è una buona bici in giro da molti anni, aggiornata nel tempo ma sempre con lo stesso nome; quindi bisognerebbe anzitutto capire tu che versione hai.
      Però, indipendentemente dall’anno, a meno che la bici non abbia raggiunto la fine del suo ciclo vitale o per qualche motivo richiede interventi onerosi, un cambio per una Nirone Claris non ha poi molto senso. La Nirone è solo un pelo più comoda, ma non avresti un reale miglioramento lasciandola di serie. E se inizi a cambiare ruote e gruppo finisci con lo spendere più di quanto ti costerebbe partire da una bici meglio equipaggiata.

      Fabio

      • <cite class="fn">Claudio</cite>

        Ciao,
        gentilissimo e velocissimo.
        E’ quello che sospettavo anche io, mi ingolosiva il fatto che la bici sia nuova e offerta a 600 € (invece che 860) perché il negozio chiude, inoltre la mia scott ha qualche ruggine (mozzi) e cigolii (freni).
        GRAZIE.

        Buona giornata. Claudio

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