Trek Checkpoint ALR

Le conclusioni

Tempo di lettura: 9 minuti

Le conclusioni

Inutile che provo a giraci intorno: la Trek Checkpoint ALR mi è piaciuta. Tanto.

Ha superato in godimento globale qualunque bici abbia finora sottoposto a test e non scrivo qui una classifica perché sarebbe inelegante.

Molto, ammetto, ha contribuito l’allestimento che ho dato a questo telaio, sfruttando sempre componestistica di qualità.

Ho trattato questa Checkpoint come mia, non come bici/telaio da test.

Ho voluto assemblarla con una cura del dettaglio che non riservo sempre al materiale in prova perché porta via tempo (pensate solo ai cordini per sostenere le guaine…) ma qui ci stava.

Anzitutto perché il telaio lo trovo bellissimo, e mi spiace non riuscire a rendere in foto la profondità del suo verde, elegantissimo.

Vero che da subito c’è stato un certo “trasporto emotivo”, mi ha fatto tornare indietro di anni lavorare su questo telaio.

Non certo per le sue soluzioni tecniche, tutte attuali, ma proprio per quel nome sull’obliquo, che mi ha riportato a quando cercavo Trek della famiglia Multitrack per i miei esperimenti.

Non nascondo che avevo aspettative molto alte, non avrei accettato nulla di meno che la perfezione in ogni dettaglio; statico e dinamico.

Per il primo aspetto non mi lamento, avrei gradito solo una superiore pulizia delle saldature di un paio di occhielli, in pratica quelli bassi sui pendenti. Non che sia fatta male, però dovendo privilegiare la robustezza si è scelto di abbondare. Decisione ineccepibile dal punto di vista tecnico, la resa finale però non a tutti è gradevole.

Anche perché è inevitabile il confronto con le saldature del telaio, precisissime. 

Per il secondo aspetto sono del tutto soddisfatto, difficile far di meglio. Stiamo parlando, fin qui non l’ho detto ma ora è il momento, di un framekit che costa 919 euro di listino. Sicuramente con qualche sconto un 10% lo abbatti.

E se anche non fosse, avere così tanto con così poco non è facile.

Senza tralasciare che nel kit sono comprese la serie sterzo, accessori di montaggio e la forcella già pronta. Che significa, per la forcella, zero spese in attrezzi per il suo montaggio.

Avevo in mente una idea quando ho scelto di testare il gruppo Shimano GRX a 10 velocità, ingiustamente snobbato per il pignone in meno rispetto ai fratelli di gamma: volevo creare una bici universale a un costo tutto sommato non elitario.

Vero che poi le esigenze dei test mi hanno imposto di montare qui alcuni componenti non proprio economici, per esempio la sella Brooks e il kit Redshift.

Ma è anche vero che la bici ha girato per diverse settimane senza di loro, altrimenti avrei avuto difficoltà a isolare il telaio, a decifrarne il carattere.

Quindi posso affermare che l’obiettivo è raggiunto, ho abbastanza elementi per poter dire che ce l’ho fatta; anzi, che Trek ce l’ha fatta.

E’ il classico esempio di bici scaccia pensieri, ovunque tu voglia andare sui pedali e qualunque sia la tua declinazione del ciclismo misto stradale/sportivo/gravel con la Trek Checkpoint non resti mai deluso.

Il comfort di marcia è di altissimo livello, innalzato dalla componentistica che ho scelto ma resta alto anche senza ricorrere al kit Redshift.

L’assetto in sella è perfetto, non tragga in inganno l’orizzontale lungo: la proporzione delle quote è quella giusta, il movimento è esattamente dove deve essere così come la piega.

La trasmissione dell’energia alla ruota motrice è scevra da qualunque ritardo o assorbimento, senza pregiudicare mai la gran comodità.

Solo provando a rilanciare partendo già da una velocità elevata non hai l’immediatezza di una sportiva pura; ma lo scatto nel misto guidato, soprattutto in fuoristrada, è preciso e rapido, cioè quello che serve per venir fuori da ogni situazione.

La forcella si è rivelata precisa ed ottima incassatrice. Tutto l’avantreno non ama che lo si carichi al massimo in una volata, lo senti perdere precisione. Ma essendo una gravel (anche se continuo a dire che è definizione che le va stretta) direi che mi sembra giusto così.

La possibilità di variare la geometria facendo scivolare i forcellini Stranglehold è un plus e non inutile complicazione.

Molto nella loro regolazione incidono le preferenze personali.

In linea di massima viaggiando tranquilli non hai motivo di star lì a scervellarti, li tieni tutto dietro se porti spesso bagaglio, tutti avanti se i sentieri sono il tuo pane quotidiano.

Alzando il ritmo, sia in strada che in fuoristrada, ne apprezzi invece tutte le potenzialità.

Servono prove per decifrarli e serve che ogni volta sia possibile replicare identiche condizioni; io che in alcuni casi raggiungo i miei circuti di prova in auto con bici, cavalletto da lavoro, ricambi e attrezzi al seguito, ho potuto verificare sul momento.

Percorrendo identici tratti nella identiche condizioni e, da ciò che ho annotato, rilevo che su asfalto la regolazione migliore resta comunque quella allungata, forcellini tutti indietro. Compattare la bici aiuta solo in specifiche situazioni, misto molto stretto con rilanci continui a bassa velocità dove (realmente) hai superiore prontezza.

Avere invece un carro più lungo permette quella migliore stabilità (e senso di sicurezza, che aiuta) che sempre gradisco quando provo ad andar forte.

Viceversa in fuoristrada mi sono trovato meglio coi forcellini regolati tutto avanti, bici più compatta. Anche se molto ha influito il terreno dei test, ci fossimo trovati nella bella stagione probabilmente avrei preferito anche qui lasciare l’assetto allungato. Che è davvero utile su sentieri compatti e veloci, ma che io durante i test ho sempre trovato più morbidi a causa del maltempo e del poco sole capace di asciugarli.

Negli slalom tra gli alberi non c’è partita: forcellini tutti avanti, sempre.

E’ una bici, o un telaio dovrei dire, dalle tante facce, ognuna capace di far contento un ciclista.

Mi è mancato solo montare questo Trek Checkpoint ALR in configurazione singlespeed ma dubito avrei aggiunto qualcosa a quanto già scritto.

Un test, lo avete capito, dove è vero che non mi sono risparmiato; e dove, non ne ho fatto mai mistero, l’appassionato ha spesso preso il posto del giornalista.

Da troppo tempo non pedalo per mio gusto, Elessar riposa davanti la mia scrivania, visibilmente offesa, dallo scorso giugno. La gestione del blog vuole tutto il tempo che posso dedicargli, pedalo solo per test e verifiche e non sempre con bici che mi appassionano. Per esempio con la Holdsworth Mystique, montata esclusivamente per condurre determinati test, non sono proprio riuscito a legare, mai realmente divertito.

Con la Trek Checkpoint già dai primi chilometri si è creato un solido affiatamento, abbiamo iniziato da subito a capirci al volo; e credo abbia gradito le tante cure che le ho riservato. 

Perché, voi non credete che le bici se ne accorgono se le trascuri? Invece si…

Sono contento di aver portato a (parziale) conclusione questo progetto editoriale, che è partito con la presentazione e ha seguito quasi passo passo il montaggio; e sono contento di averlo fatto con un telaio in alluminio, sperando sia servito a sfatare qualche leggenda metropolitana.

Con un telaio facile da assemblare, adatto a una infinità di usi, capace di lasciar libero sfogo alla fantasia del ciclista, bello e offerto a un prezzo più che abbordabile.

Ho deciso, in accordo con l’azienda, di continuare a usarlo per altri test, proprio per la sua enorme poliedricità. Quindi, ahimè, mi toccherà pedalarci ancora.

Quanti sacrifici per voi… 😀

Vi lascio alcun link diretti.

Sito ufficiale TREK Bikes

Gamma gravel TREK

Framekit Checkpoint ALR

Buone pedalate.

COMMENTS

  • <cite class="fn">giovanni</cite>

    Prova completa e accurata come sempre, mi piacerebbe sapere quale preferisci fra questa e la Gios “volpina”.
    Grazie mille

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, come ho scritto nella recensione una classifica sarebbe inelegante; e comunque la risposta che cerchi è nell’articolo…

      Fabio

  • <cite class="fn">GIOVANNI</cite>

    hai ragione Fabio!

  • <cite class="fn">Vincenzo Muccione</cite>

    Ciao Fabio, scusami se ti importuno, sono in procinto di acquistare una Checkpoint ALR 5 2×11 GRX, molto influenzato dalle tue recensioni entusiastiche. Il sito Trek mi da come taglia ideale la 54, alto 170, cavallo 80cm. Sul sito Trek ho letto qualche recensione dove viene detto che benché il sito dava come taglia corretta la 54 il venditore ha consigliato la 52, e l’acquirente si è trovato benissimo. Cosa ne pensi, grazie.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Vincenzo, difficile darti certezze senza vederti in sella.
      Di base le indicazioni Trek sono corrette, fra me e te ballano solo 2cm e io uso la 54. Però la vecchia 54, geometrie diverse dalla Checkpoint attuale. Sulla carta, ossia leggendo le quote, avrei dovuto chiedere adesso anche io la 52. Poi però la Checkpoint SL che ho recensito mi è arrivata in tg 54 e mi sono adattato subito.
      Andrebbe provata per essere sicuri ma è difficile un negozio le abbia tutte e due disponibili, purtroppo il cambio di quote rispetto al telaio che ho testato io mi rende difficile valutare.
      Ma tenderei a dare fiducia alle indicazioni della casa madre.

      Fabio

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