Topeak Survival Tool Wedge II

Tempo di lettura: 3 minuti

Il mercato delle borse da sella è vastissimo, la varietà praticamente infinita per coprire ogni esigenza; la qualità è altrettanto diversificata e questo significa che esiste la borsetta da una manciata di spiccioli ma che dopo poche uscite avrà la cerniera saltata o le cuciture strappate; e quella più cara ma decisamente durevole.

Topeak non ha nell’economicità dei propri prodotti il suo punto di forza ma nella qualità. E alla fine non solo è ciò che conta ma, a ben pensarci, nel lungo periodo significa risparmiare. La compri una volta e ti dura anni. Uso alcune loro pompe, sia da officina che da telaio ed è vero che non le pagai pochissimo (ma nemmeno uno sproposito va detto) e sono ancora lì dopo anni a svolgere diligenti il loro dovere. E poi, aspetto non trascurabile, sono disponibili i ricambi per mantenerle efficienti nel tempo.

Ma non è delle pompe che parliamo oggi bensì di una borsetta sottosella con di serie già una serie di attrezzi utili; non proprio completi per tutte le esigenze ma la maggior parte si.

Partiamo dalla borsa, la Topeak Survival Tool Wedge II.

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La forma come si vede è quella classica trapezoidale, il sistema di attacco del tipo QuickClick, ossia con una parte da fissare al carrello della sella e l’innesto rapido per poterla agganciare e soprattutto sganciare immediatamente.

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L’abbraccio con il tubo reggisella è garantito dalla solita fascetta in velcro.

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Il volume interno varia da un minimo di 0,95l a un massimo di 1,25l grazie al sistema a soffietto espandibile.

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Come presidio di sicurezza abbiamo una asola in gomma sul retro a cui agganciare una luce a clip e una banda rifrangente che copre i tre lati. Una guarnitura rifrangente orla anche le bandelle in tessuto delle cerniere.

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Ma i pregi di questa borsa sono tutti celati all’interno.

Nella tasca inferiore troviamo, ripiegata e assicurata da una fascetta elastica, la pratica custodia impermeabile.

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Il suo squillante giallo garantisce ulteriore aumento della visibilità, e con la pioggia è sempre buona cosa. Una apposita apertura è dedicata alla fascetta in velcro per il reggisella, quindi montarla è molto pratico e veloce.

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La tasca superiore è quella che nasconde però gli oggetti più preziosi; aprendola vediamo fare capolino una buona dotazione di attrezzi, compresi quindi nel prezzo di acquisto della borsa; e questo spiega e giustifica l’esborso richiesto.

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Su un pannello sagomato e facilmente removibile (due placchette in velcro garantiscono la tenuta all’interno della borsa) troviamo un minitool, una chiave multipla per raggi, una combinata 8/10, due leve per copertoni, toppe adesive, uno smagliacatena e l’uncino per tenere unita la catena durante la rimozione del pin.

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Il minitool ha sette elementi di buona fattura, molto solida.

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In dettaglio prevede una serie di chiavi a brugola in misura 2, 3, 4, 5 e 6; un giravite piatto e una a croce.

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Per essere perfetto dovrebbe avere anche la brugola da 2,5 (standard usato su alcuni impianti freno cantilever per i registri tensione molle) e una Torx T25 che è la misura solita delle viti che assicurano il disco al mozzo e, ormai, anche di molte bussole per freni caliper stradali, quelle da inserire nel telaio per serrare il corpo freno. Peccato.

Le leve per rimuovere i copertoni sono in nylon e di robusta costruzione; hanno l’uncino per assicurarle al raggio e un bottone a pressione per tenerle unite; sono due, tre sarebbe stato meglio.

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Invece di pezze e mastice abbiamo una serie di sei pezze autoadesive con un piccolo quadrato di carta abrasiva per la pulizia della superfice della camera. Grande innovazione questa delle pezze autoadesive, io le uso da anni e mi ci trovo benissimo. Sono immediate, non ti sporchi le mani col mastice e tengono anche alte pressioni.

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Già così la dotazione è sufficiente per i normali giri sui pedali, basta aggiungere una pompa; o al telaio o una minipompa come la Airbone che uso io e che coi suoi appena 10 cm scarsi entra facilmente in qualunque borsa sottosella, anche quelle minimali e non ampie come questa.

Ma se si fermasse qui il prezzo sarebbe ancora alto, quindi c’è altra roba da vedere.

Una chiave combinata in misura 8 e 10; anche se ormai i dadi sono quasi del tutto spariti dalle bici.

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Utile invece la chiave multipla per i raggi.

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Ha quattro standard, di cui due davvero poco diffusi e questo fa la differenza perché è raro trovarli in un unico attrezzo. Abbiamo lo standard Shimano da 4,5, quello più usato dalla casa giapponese; anche se spesso quei nippli sono montati su raggi piatti e quindi occorre portarsi dietro anche una chiave apposita, altrimenti insieme al nipplo ruota pure il raggio. Poi quello Mavic “stellare” M7, lo standard di quasi tutte le ruote francesi tranne alcune sportive e quelle con raggi in carbonio. E i più tradizionali 14 e 15g, che corrispondono il primo a 3,3mm che è il nipplo universalmente montato, e il secondo a 3,23mm che è quello usato molto da Dt Swiss.

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Questo attrezzino mi è simpatico, come mi è simpatico il prossimo: uno smagliacatena scomponibile, adatto per catene fino a 10v, volendo ci fai anche le 11v ma poi non le ribatti.

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L’impugnatura deve essere avvitata al corpo dello smagliacatena che ha pin removibile (sostituibile quando usurato) e viene azionato dall’innesto a brugola; quindi deve essere usato sempre con il minitool o comunque una chiave a brugola da 6 che fornisca buona leva.

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L’ho provato su un pezzo di catena e il suo lavoro lo fa, anche se la forma dell’impugnatura è piccolina. Ma l’ampia e decisa zigrinatura impedisce che scappi dalla mano.

Impugnatura che ha doppia funzione: alloggiamento per l’uncino, molto comodo quando smagliamo per togliere tensione alla catena (in piccolo è lo stesso che uso sempre io quando smaglio una catena) e, rimuovendo il tappo in gomma, offrire alloggio ai pin catena di ricambio ma non a una falsamaglia, non c’entra.

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Poiché è disponibile come ricambio il solo QuickClick F25 è possibile usare la stessa borsa su diverse bici, agganciandola su quella su cui pedaliamo quel giorno.

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Chiudo con le dimensioni che sono: 16,5 cm di lunghezza, 10,5 cm di larghezza massima e 5,5 minima e poco più di 12cm in altezza, tenendola a soffietto di espansione chiuso.

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Una borsa di ottima fattura, sia per materiali che per finitura; la capienza è elevata, è possibile riporvi due camere, una minipompa, piccoli oggetti. Anche la copertura impermeabile è di robusta fattura, solida: si vede che non la strappi appena la calzi sulla borsa.

La dotazione di attrezzi invece mostra qualche limite; non sulla qualità, maneggio attrezzi da anni e li riconosco al “tatto” quelli buoni. Piuttosto l’assortimento. Un piccolo sforzo e il minitool sarebbe stato perfetto: aggiungendo una Torx T25, una brugola da 2,5 e magari quella da 8 col sistema a bussola removibile (in pratica la punta da 8 si innesta sulla chiave da 6 per risparmiare spazio); così come una terza leva per copertoni avrebbe potuto trovare spazio e non sarebbe poi stato chissà che costo in più. Certo, la dotazione è ampliabile e può essere calibrata sulle singole esigenze, ma poi a questo punto tanto vale farsi una dotazione per conto proprio. Così com’è soddisfa molti ciclisti, ancora poco e potrebbe soddisfarne un numero maggiore.

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