Sono finite le bici in negozio

Tempo di lettura: 2 minuti

I negozi hanno praticamente terminato le scorte di bici nella fascia di prezzo medio-bassa, i depositi delle aziende e dei fornitori sono vuoti o fermi, in Italia come in altre Nazioni europee, si fatica a produrre dopo i blocchi dall’Estremo Oriente con le spedizioni come i collegamenti che riprendono a rilento.

Col senno di poi son bravi tutti a declamare che hanno sbagliato i negozianti così come poco previdenti le aziende.

Ah, ma io l’avevo detto che appena l’emergenza finiva tutti saltavano in bici, cosa c’è di meglio!

Scemenze.

A parte che l’emergenza non è finita, basta guardare cosa accade nei continenti Nord e Sud Americani e in Russia, con dati ampiamente sottostimati secondo l’autorevole Johns Hopkins University, qualcuno di noi a inizio marzo immaginava cosa sarebbe successo?

Quanti di noi, e mi ci metto anche io, hanno sottovalutato la portata di questa pandemia, sul piano economico e ancor più su quello umano?

Quelli che adesso gridano al “lo dicevo io” o, peggio, “è tutto un complotto” dovrebbero avere la dignità di tacere in rispetto di tutti quelli che hanno visto perire i loro cari. Direttamente o indirettamente a causa del virus. Anche indirettamente, numeri che non sono numeri ma persone che non hanno potuto attingere alla abituale rete di cure, con la sanità collassata, per precise colpe, sotto lo tsunami che ci ha investito.

Che almeno da noi il virus abbia, sembra, perso carica virulenta, è un dato da prendere in seria considerazione, il netto calo dei malati gravi sembra suggerirlo. Da qui a interpretare le parole di chi, esperto, lo afferma e usarle (senza capirle) per sostenere che è stato tutto un complotto, le chiusure e le limitazioni inutili ce ne vuole.

Ma soprattutto: quale negoziante a fine marzo, con migliaia di contagi al giorno e centinaia di decessi, senza sapere cosa sarebbe successo da lì alla settimana prossima, senza liquidità per la chiusura, senza pubblico perché eravamo chiusi in casa, stava lì a ordinare centinaia di bicicletta?

Chi li accusa di scarsa lungimiranza da dove ricava la certezza che le cose sarebbero migliorate, in Italia, come sembra siano al giorno d’oggi?

E se anche ci fosse stato un negoziante disposto all’azzardo, perché tale sarebbe stato, quali bici ordinare e a chi?

Che fascia di bici e a quali aziende?

La quasi totalità della produzione è in Cina. Ossia la Nazione che prima di tutte ha imposto severe misure di contenimento, bloccando quindi anche le fabbriche.

Telai, componenti, accessori e non solo bici complete ma tutto ciò che serve a crearle con le linee di produzione ferme.

Lo stesso in Europa, fabbriche ferme anche da noi.

E i magazzini Olandesi, Francesi e così via delle aziende che una volta svuotati non potevano essere riempiti.

Pochi giorni fa ho sentito il responsabile comunicazione di una grandissima azienda americana per pianificare l’apertura del blog al gravity, e mi serve una bici adatta ai test.

“Fabio – sintetizzo il discorso – abbiamo i negozianti isterici perché non possiamo rifornirli, la produzione va a rilento per mancanza di componenti, in un altro momento facevo partire oggi la richiesta. Ora posso solo provarci per luglio ma non prometto niente”.

Quindi che colpa avrebbero i negozianti? Non pensate si stiano mangiando le mani? 

Eppure, anche volendo, non avrebbero potuto rifornirsi se non in minima parte.

Facile oggi dire che sono stati poco previdenti. Ma se le cose fossero andate in modo diverso, con un aumento esponenziale dei casi di contagio, come del resto già sta avvenendo in molte areee del mondo, ora staremmo ancora chiusi in casa, altro che bici. 

E nessuno di noi poteva immaginare e tantomeno prevedere che piega avrebbero preso gli eventi.

L’effetto annuncio del bonus bici ha fatto il resto e seppure io non condivida la scelta del bonus se resta unico intervento spot, preferendo vedere investiti questi denari e tanti altri in una seria politica a favore della mobilità ciclistica, capace quindi di attrarre sui pedali ben più persone di un aleatorio sconto, nemmeno posso dar ragione a chi, lautamente stipendiata da noi da molti anni, grida allo scandalo perchè il Governo ha deciso questo bonus.

Il fatto che strilli la sua incredulità per l’esistenza di persone che decidono di andare al lavoro in bici o monopattino la dice lunga sulla considerazione che ha di noi ciclisti e persone attente alla salute del pianeta.

Sono stanco dei soloni, di chi insegue click e pubblica senza conoscere, di chi parla senza studiare, di chi grida “io non leggo e dico quello che voglio”, di chi crede che la propria opinione priva di ogni fondamento scientifico valga quanto quella di chi studia da decenni, di chi vede una foto e manco la capisce.

Bene, fine dello sfogo, ne avevo bisogno.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">fabii</cite>

    giusto e condivisibile. Purtroppo l’Italia (o il mondo) va in un’altra direzione.

  • <cite class="fn">Gabriele</cite>

    Scrivo da appassionato ciclista, di quelli che ormai pensa a fare il più possibile in sella ad una bicicletta, ma soprattutto da scienziato e precisamente da immunologo. Certo, non virologo, ma penso comunque di saperne di più rispetto a chi ha aperto un libro di scienze in quinta elementare per l’ultima volta nella sua vita. Mi sono trovato a litigare più volte con tutti questi appassionati del complotto, perché ad un certo punto il mio cuore da scienziato non poteva più fare finta di nulla dinnanzi alle continue fesserie che leggevo sui social e nei gruppi Whatsapp. Così facendo insultano anche me per gli anni che ho passato, passo e passerò a capire meglio come funziona il nostro corpo per creare nuovi farmaci (lavoro per una compagnia farmaceutica), insultano la mia passione, i sacrifici che ho fatto per andare all’estero per migliorarmi, scoprire e conoscere. Aveva ragione chi diceva che ora con i social, con internet disponibile a tutti, anche lo scemo del bar riesce ad avere la stessa visibilità e CREDIBILITÀ di scienziati che lavorano da decenni su malattie infettive e virus. Era il prezzo da pagare per tante altre cose belle che internet ci ha portato.
    Bene, fine dello sfogo anche per me.

    • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

      Quindi sei al soldo di BIGPHARMA? KI TI PAGA!!111??
      Sorry 😀
      Capisco benissimo lo sfogo, mi sono trovato a discutere su social (fb in primis) su argomenti diversi da quelli attuali ma con dinamiche simili. Tanto di cappello a chi ha la pazienza e si mette a disposizione per spiegare e discutere con sconosciuti per cercare di portare un po’ di ragionevolezza e senso in certe discussioni. La mia opinione è che però è sostanzialmente impossibile fare qualcosa di utile se non si rimane all’interno di spazi “predisposti”… non ricordo di preciso, ma qualche amico ha partecipato in uno di questi gruppi (che non trovo più) per qualche tempo, dove con molta semplicità e pazienza diversi ricercatori/esperti cercavano di rispondere a domande di tutti i generi – ma lì il grosso del “pubblico” era composto da persone con dubbi e domande, disposti ad ascoltare e a imparare, quindi c’era una certa selezione in partenza. Già è difficile discutere, farsi capire e far cambiare idea a qualcuno di persona, figurarsi con degli sconosciuti su internet che non hanno la minima idea di come il mondo della ricerca e il metodo scientifico funzionino (con tutti i loro limiti, eh). Capisco la rabbia, ma di fronte a certe cose non resta che ignorare e lasciar perdere. È una battaglia persa. Se davvero si vuole provare a cambiar qualcosa, secondo me, bisogna incominciare da parenti, amici e colleghi (che anche tra esperti di un certo campo a volte circolano idee assai balzane sul proprio o altri settori), dove il rapporto personale può valere qualcosa, e discutere davanti ad una birra o un bicchiere di vino è assai meglio che attraverso uno schermo… anche se evidenze aneddotiche mostrano che pure lì a volte è impossibile smuovere qualcuno da certe assurde convinzioni. Sicuramente non serve a nulla fare il “Burioni” e insultare chi sbaglia o la pensa diversamente – anche se a volte risulta impossibile trattenersi 😀
      Il rapporto tra “pubblico” e “scienza” è assai complicato, come pure dimostrano certe recenti dichiarazioni di ministri, che dagli scienziati si attenderebbero certezze assolute… manco fosse una religione.
      In bocca al lupo per il lavoro e buone pedalate 🙂

Commenta anche tu!