Sks Speedrocker

Le conclusioni

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Le conclusioni

Una recensione breve, almeno per i miei standard. Dettata dal fatto che su un paio di parafanghi non puoi certo fare letteratura; e perché sto riprendendo a piccoli passi dopo l’infortunio dello scorso gennaio.

Anche se arrivati molto dopo altro materiale da sottoporre a prova su strada, ho scelto di iniziare la sequenza dei test da questi Sks Speedrocker proprio perché non richiedevano di essere “pedalati” più di tanto.

Però che si tratti di una coppia di parafanghi o di una bici di alta gamma, nulla viene lasciato al caso e ogni aspetto esaminato con ugual cura.

In questo caso c’è semplicemente meno da passare al microscopio.

Molti associano i parafanghi all’inverno, alla pioggia.

Io no; soprattutto in fuoristrada poter godere di un minimo di protezione l’ho sempre gradito; e ne ho (quasi) sempre dovuto fare a meno perché tra la protezione e gomme di sezione maggiore ho sempre scelto queste ultime.

Più della semplicità di montaggio e della loro universalità, visto che possono equipaggiare bici sprovviste di attacchi specifici, quello che mi ha colpito di questi Sks Speedrocker è stato poter sfruttare al massimo la luce consentita dal telaio per il passaggio gomme.

All’anteriore è come non ci fosse: il disegno in due pezzi annulla qualsiasi limite alla misura dei copertoncini che non sia solo quello dettato dal passaggio sotto la testa della forcella.

Al posteriore anche se presente un ponticello, che quindi in teoria limita la luce disponibile perché non puoi alzare il parafango, il profilo piatto e lo spessore minimo fanno si che anche al retrotreno sia possibile montare parafango e gomma larga, senza limitazioni.

Ecco, credo sia questo il maggior pregio di questo originale set di parafanghi.

Poi certo, parliamo di Sks, quindi azienda top nella produzione di questi e altri accessori, e quindi è stato naturale ritrovare tutta la qualità a cui sono abituato, io che per le mie bici e quelle create in microfficina spesso sono ricorso a loro parafanghi.

Plastiche solide, attacchi ben fatti, protezioni giustamente sagomate (nessuna difficoltà lì dove ho montato sopra la guaina freno), disponibilità dei ricambi.

E poi; ottima protezione, nessun cedimento, solo qualche rumore dovuto al contatto col copertoncino se si sceglie di montarli a filo altrimenti nemmeno questo.

Ancora; velocità di installazione, possibilità di rimuoverli e rimontarli senza ausilio di attrezzi in una manciata di secondi.

Tanti pregi e io che cercavo un accessorio utile e al tempo stesso originale da proporvi tra i test di primavera sono contento di averci visto giusto con questi Sks Speedrocker.

Ultime note sul prezzo.

Come tutti i parafanghi Sks non sono regalati. Costano il giusto in rapporto alla qualità che offrono. Io ne ho alcuni che girano ancora dopo anni senza aver mostrato alcun cedimento e malgrado siano stati ampiamente maltrattati.

Al momento in cui scrivo queste note, che ricordo è sempre parecchio antecedente alla data di pubblicazione, una ricerca in rete mi ha dato come prezzo medio 45 euro per un set di Sks Speedrocker.

Considerando qualità, dotazione e soluzioni tecniche direi che il rapporto qualità prezzo è ottimo.

Buone pedalate, all’asciutto.

COMMENTS

  • <cite class="fn">ALESSANDRO</cite>

    Innanzitutto ti faccio i complimenti per la articolata e precisa recensione. Ho una domanda: hai misurato la larghezza del parafango nella parte in cui si inserisce tra i foderi obliqui posteriori del telaio? Anche la mia bici gravel monta copertoni da 40 mm e vorrei capire se questo modello di parafango sia compatibile con il mio telaio. Grazie!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Alessandro, ti fornisco la misura del parafango, che è 42mm costante, quindi puoi verificare sulla tua bici.
      Grazie alla sua forma, se c’è spazio nel carro ci copri tranquillamente i 700×40, senza fermarti al 700×32 come indicato dalla casa.
      Ma, appunto, dipende dalla foggia/luce della bici. Se accoglie gomme fino a 700×50, ce la fai.

      Fabio

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