Sks Speedrocker

La prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

La prova su strada 

Quasi un mese consecutivo di pioggia e allerta meteo varie, scuole chiuse e vento fortissimo. Poi mi consegnano i parafanghi e splende il sole, si superano i 20 gradi e io mi trovo a consultare il meteo al contrario: non cercare le belle giornate per uscire in bici ma sperare nella pioggia per provare i parafanghi.

Sapeste quante volte mi chiedo chi me lo fa fare…

Ma prima della protettività qualche cenno sulla stabilità.

Il montaggio a fascette sulle prime potrebbe lasciare dubbiosi.

E’ vero che Sks adotta un sistema per certi versi simile su altri parafanghi della casa, penso ai RacerBlade. Ma quelli sono per bici da corsa, teoricamente dovrebbero viaggiare solo su asfalto e quindi niente scossoni e salti.

Questi Sks Speedrocker invece sono destinati a gravel, ciclocross e allroad in generale. Quindi fuoristrada.

Come reagiscono alle infinite sconnessioni?

Bene, meglio di quanto mi aspettassi.

Gli attacchi mai si sono allentati durante tutto il test, nessuna necessità di serrare nuovamente le fascette.

Qualche “sbatacchiamento” e conseguente rumorosità solo nelle asperità in rapida successione affrontate con piglio molto sportivo.

Non è fastidioso ed è facilmente rimediabile. Infatti i rumori mi sono arrivati quando ho usato le Michelin Power Gravel 700×42 scegliendo un montaggio molto a filo, col parafango aderente al profilo della gomma.

Ho lasciato pochissima luce ma se c’è una cosa che odio e vedere spazio vuoto tra copertone e parafango.

Alzandoli un poco e/o usando gomme appena più sottili, l’inconveniente è sparito.

E’ la metà anteriore, la parte piccola, che vibra entrando a contatto con la ruota. Ma solo, come detto, affrontando veloci asperità in rapida successione. E risolvibile alzando un poco.

La parte bassa dei parafanghi, quella assicurata con le astine, è stabile il giusto. 

Il giusto perché non confronto con parafanghi classici, quelli che hanno la astina a V e quindi possono vantare quattro punti di ancoraggio e non due come questi.

Mi riferisco all’ancoraggio del’astina sul parafango, non il fissaggio al telaio. Anche perché le fascette si sono dimostrate efficaci quanto le viti.

C’è più flessione ma solo se paragoniamo a parafanghi con astine a V. Se invece facciamo riferimento ad analoghi prodotti da avvitare al telaio ma sempre ad astina singola, non c’è differenza.

Non mi piace invece, ma è solo valutazione estetica, la distanza che si crea nella parte finale del parafango posteriore, lì dove entra in contatto con il tubo piantone.

Si, per me il parafango deve sempre seguire fedele la circonferenza della ruota…

Si può rimediare facile, basta frapporre un tamponcino in neoprene e la distanza si annulla. 

Magari fissandolo con del biadesivo per non perderlo.

E ora parliamo della protezione.

Superiore alle aspettative, soprattutto considerando il posteriore che finisce abbastanza prima rispetto a come sono abituato.

L’ampliamento della superficie nella parte finale nonché il profilo che rialza rispetto alla ruota aumentano la protettività, bloccando il ventaglio d’acqua che così non raggiunge la nostra schiena.

Cioè, non raggiunge la nostra schiena l’acqua sollevata dalle ruote, perché quella che cade dal cielo si…

L’anteriore prosegue giù per un buon tratto, quindi protegge bene anche lui. Fra tutti e due la colonna d’acqua trova solido muro.

Qualche perplessità me la dava l’apertura centrale, quella tra le due parti con la forcella in mezzo.

Lo spazio vuoto è minimo, la colonna d’acqua è già neutralizzata e quindi filtra nulla.

Solo affrontando in velocità una pozzanghera, quindi una notevole mole d’acqua che investe in un tempo brevissimo, si ha qualche infiltrazione diciamo così. Che sporca la testa della forcella però, noi restiamo asciutti.

Ovviamente la parte bassa della testa della forcella non gode alcuna protezione ed è normale vista la struttura “sdoppiata”. Si sporca ma non troppo perché comunque il grosso è stato bloccato.

Stabili e protettivi, quindi promossi.

Sono parafanghi, altro da testare non c’è, andiamo alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">ALESSANDRO</cite>

    Innanzitutto ti faccio i complimenti per la articolata e precisa recensione. Ho una domanda: hai misurato la larghezza del parafango nella parte in cui si inserisce tra i foderi obliqui posteriori del telaio? Anche la mia bici gravel monta copertoni da 40 mm e vorrei capire se questo modello di parafango sia compatibile con il mio telaio. Grazie!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Alessandro, ti fornisco la misura del parafango, che è 42mm costante, quindi puoi verificare sulla tua bici.
      Grazie alla sua forma, se c’è spazio nel carro ci copri tranquillamente i 700×40, senza fermarti al 700×32 come indicato dalla casa.
      Ma, appunto, dipende dalla foggia/luce della bici. Se accoglie gomme fino a 700×50, ce la fai.

      Fabio

Commenta anche tu!