Scarpe B’Twin RoadR 500

La prova su strada

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La prova su strada

Parto da fermo, con la calzata.

La scarpa è stretta ma non costrittiva, non la senti premere come avviene, per restare in casa Decathlon, con le Van Rysel RoadR 900 recensite in estate.  

Resta una scelta delle taglie non proprio ottimale, anche se stavolta col 42 non ho avuto problemi come avvenne con la versione top della casa. Del resto pretendere le mezze misure su una scarpa da 50 euro sarebbe eccessivo.

Il taglio è più largo, stretto il giusto alla caviglia ma con più spazio in punta e nella zona mediana.

E se il piede inizia a gonfiare sotto sforzo, seppure senza l’immediatezza di un Boa o simile, le fascette le allarghi rapidamente, anche senza scendere di sella.

Installare le tacchette strada tre fori non presenta difficoltà, i riferimenti incisi nella suola sono buona guida; un poco più laboriosa la regolazione dell’inclinazione perché le linee sono tutte orizzontali e ne abbiamo solo una verticale, al centro. Comunque grazie alle due serie di linee poste in basso che si estendono sino a bordo suola, si riesce a non perdere i riferimenti.

Le tacchette Spd due fori si installano con altrettanta facilità e non si avverte la mancanza di una seconda coppia di fori. C’è escursione sufficiente, e sono chi pedala molto sulla punta potrebbe volere tutto spostato più avanti. Per una regolazione normale diciamo così, con metatarso in linea sull’asse pedale, va bene.

La curvatura della suola in zona attacco è precisa, regolare e si adatta perfettamente ai vari tipi di tacchette tre fori; solo con le Time, assai più grandi delle Look e Shimano Spd-Sl, serve ricorrere allo spessore fornito in dotazione con queste. Con tutte le altre il profilo è seguito senza affanno.

E ora pedaliamo; in due modalità, perché ho sfruttato sia tacchette strada tre fori, a loro più congeniali, sia Spd due fori.

Prima in configurazione strada tre fori.

La suola si è rivelata efficace, la flessione c’è ma è minima.

La zona di spinta rigida, senti il piede che preme e trasferisce energia sul pedale; è avvicinandosi al tacco che qualcosa si perde, non hai quel blocco unico di una suola in carbonio.

Ma siamo comunque assai lontani dalla cedevolezza di una scarpa turistica, qui con le RoadR 500 se si vuol pestare sui pedali lo si fa tranquillamente.

Decisamente ben riuscito il taglio alla caviglia, col lato interno ben scavato che lascia amplissima libertà di rotazione.

Avrei preferito avere un taglio poco più basso anche sul lato esterno; però è anche piacevole questa protezione ulteriore.

A proposito di protezione; inusuale su una scarpa stradale trovare lo scudo al tallone, è più da scarpa da fuoristrada.

Ma è sagomato in modo corretto, la scarpa avvolge bene, non lascia il tallone ballare. E, soprattutto, come vi ho già accennato (e come le “ferite” mostrano), ne ho testato l’efficacia e ringrazio per la sua presenza.

La tomaia non trasmette calore, il tessuto mesh interno unito alla buona ventilazione assicurano fresche pedalate.

Nelle giornate più calde, quelle che ho incontrato a settembre e sembrava agosto, si vorrebbe qualche foro in più sulla patta, che tra l’altro è comodissima ed esenta da grinze grazie al fissaggio laterale.

Di contro, ovviamente, nelle giornate più fredde in cui ho concluso il test, ho gradito molto non avvertire eccessivi spifferi.

Molto buona l’aerazione in punta, efficace quella laterale.

La suola presenta due fori per l’aria, uno in ingresso e l’altro in uscita; identici a quello della più costosa Van Rysel RoadR 900 e soluzione tecnica che su una scarpa dal costo così basso non ti aspetti di trovare.

Però non appare altrettanto efficace come sulla sorella dalla suola in carbonio. Condensa si forma, nella zona posteriore. Forse, anzi direi quasi sicuramente, la responsabilità è della soletta e non delle canalizzazioni d’aria.

Manca infatti, l’abbiamo visto nel paragrafo precedente, la foratura al tallone: di fatto il flusso d’aria è bloccato.

Rimediare è semplice, basta segnare la zona e praticare qualche forellino.

Il normale effetto collaterale dell’ampia zona in tessuto forato sulla punta è che in caso di pioggia è facile via d’acqua.

Francamente, vista la naturale destinazione d’uso e il pubblico di riferimento, non baratterei la freschezza per superiore impermeabilità.

La chiusura a tre fasce si è rivelata pratica e veloce, e questo lo avrebbe intuito chiunque.

Meno intuibile l’efficacia, grazie alla tomaia semirigida: riesci a tendere, avvolgere il piede in sicurezza e non avverti cedimenti nemmeno quando ti alzi sui pedali per lo scatto finale.

Si pedala bene da seduti, la scarpa forma corpo unico col pedale e non perdi efficacia. In piedi senti che qualcosa in più farebbe comodo, poi pensi che la RoadR 500 costa un quarto del tuo scarpino in carbonio e ti rispondi che va bene così.

Diverse le sensazioni usando una tacchetta Spd due fori.

Resta la solidità della zona di attacco ma, agendo su una superficie sia della scarpa che del pedale parecchio inferiore al connubio tacchetta/pedale stradale, si avverte maggiormente la minor solidità nella zona posteriore.

Inoltre la foggia della suola, conformata per privilegiare la tacchetta stradale, pone quelle Spd a torreggiare, solitarie; viene meno quell’appoggio laterale di una scarpa studiata solo per tacchette Spd, che hanno la zona di attacco più infossata e permettono un minimo di appoggio sulla (limitata) zona del pedale da fuoristrada.

Ho provato sia pedali Spd nudi che con gabbia esterna che doppia funzione ma la situazione è rimasta analoga; manca quel poco perché si riesca a sfruttare l’appoggio supplementare della gabbia.    

Inoltre c’è da fare i conti con la curvatura della suola, necessaria per la corretta simbiosi con tacchetta tre fori ma che mal si sposa con una da fuoristrada. Si avverte, poi dipende anche dalla regolazione, la scarpa che tende ad alzarsi in punta. In pratica col pedale in fase di spinta, da h13 a h 17, il tallone è sempre un filo più basso della punta.

Un raffronto fotografico può aiutare. Per maggiore chiarezza ho preferito foto in studio, in azione sarebbe stato difficile cogliere cogliere i dettagli.

Ecco montate i due tipi di tacchette, in questo caso ho scelto tutto Shimano: Spd-SL e Spd. Vi ricordo dal la sigla SL indica la versione stradale.

 

Ambedue sporgono, ma i pedali son differenti.

Quindi mentre con un pedale stradale l’appoggio è completo, con uno Spd, quale che sia la foggia, il fatto la tacchetta non abbia la sede incavata e dritta come avviene con scarpe specifiche solo per questo standard, non permette di sfruttare la (minima) superficie d’appoggio fornita dal pedale.

La scarpa B’Twin RoadR 500 nasce anzitutto come scarpa stradale, quindi è giusto e normale che usando tacchette Spd si abbiamo risultati diversi. Che ritroviamo con qualunque modello utilizzi la soluzione della suola con doppio formato.

Comunque, normale o no, usando tacchette Spd due fori si avverte maggiormente la leggera flessione della suola nella zona tallone, anche perché è più impegnata.

Nessun fastidio, nessuna pressione e conseguente formicolio in zona tacchetta; segno della buona rigidità della suola ad altezza attacco.

Ultime note per quando poggiamo i piedi a terra.

Non è una scarpa turistica, quindi non le chiedo di permettermi la passeggiata nel borgo.

La conchiglia in punta è molto efficace nelle soste senza scendere di sella; solo con le tacchette Time, che ricordo ancora una volta sono decisamente più estese delle Look e similari, toccano prima queste. Ma avviene con qualunque scarpa.

Con tacchette strada “normali” si può contare sul grip immediato offerto da questa furba soluzione: nessuna scivolata al semaforo, grama figura.

Lo stesso vale per le due tacchette sotto il tallone, soluzione presente su tante scarpe della casa. Sono assai valide se nella sosta al semaforo poggiamo loro e non la punta.

Sono validissime quando la sosta è quella per la pausa caffè e possiamo camminare abbastanza agevolmente. Un minimo di cautela serve sempre, e molto dipende dal tipo di tacchetta stradale usata.

Per esempio, quando avevo le Shimano Spd-Sl potevo camminare quasi normalmente; con le Time un poco meno. 

Bene, possiamo tracciare le conclusioni. 

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