René Herse Switchback Hill, a cura di Paolo Mori

Prova su strada

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Prova su strada

Pur cercando di strutturare il test indipendentemente, il confronto con i Juniper Ridge sarà inevitabile in questo paragrafo, almeno in parte. Altrettanto inevitabile è l’influenza, che ho cercato di filtrare, della Kona Rove su cui queste gomme sono state montate.

La prima sorpresa nell’uso riguarda la pressione: nella prima prova su strada, davanti a casa, è stato evidente come la pressione fosse troppo bassa, nonostante il volume generoso. È evidente che i fianchi molto morbidi della versione extralight richiedono una pressione più elevata rispetto alla versione standard per supportare lo stesso peso. Il non troppo accurato manometro della mia pompa segna 2.5 bar invece dei circa 2.2 bar che usavo per i Juniper Ridge con carcassa standard. Dopo aver corretto la pressione, le ottime sensazioni provate con la versione standard sono tornate a galla, amplificate. Sia su asfalto che su fondi leggermente sconnessi le asperità vengono filtrate a meraviglia.

Se le condizioni lo richiedono, ci si può permettere di abbassare la pressione per migliorare assorbimento e grip se si ritiene utile: la dimensione dei pneumatici permette di utilizzare pressioni molto ridotte anche con camere d’aria senza grossi rischi di foratura. Il montaggio tubeless è comunque possibile per chi dovesse preferirlo.

Per quanto riguarda la tenuta in curva, su asfalto mi è stato praticamente impossibile portare al limite gli SBH: ogni volta la traiettoria rimane molto più chiusa di quanto l’esperienza suggerirebbe, è come se arrivare in curva troppo veloci non fosse possibile (Ma non prendo responsabilità per eventuali incidenti. Usate i freni e il cervello. E il casco.). Le prima volta ho quasi rischiato di toccare l’interno in una curva a destra, tanto è il cambiamento della traiettoria. Ammetto di non essere un discesista esperto, e non saprei dire se il merito è della mescola, del tipo di battistrada, della quantità di gomma a terra o della somma delle tre cose, ma la quantità di grip è assolutamente impressionante.

Il lato negativo di usare gli SBH su una bicicletta come la Rove, che per essere chiari non è stata progettata per questo formato di pneumatici, è l’influenza sullo sterzo. Come in una mtb, a basse velocità lo sterzo tende ad essere impreciso e a deviare dalla traiettoria, oscillando a destra e sinistra – come caso peggiore si pensi ad una salita ripida su asfalto. In questo caso la gomma sembra appiccicata a terra e contribuisce a peggiorare la situazione. Al contrario, in fuoristrada il problema praticamente non si avverte.

In discesa e in velocità questa combinazione di geometria e gomme causa qualche incertezza in curva, con casi di fastidioso sovrasterzo (e pur scervellandoci, non siamo riusciti a spiegarci la causa esatta di questo fenomeno). Questo purtroppo impedisce di sfruttare al massimo le ottime caratteristiche di queste gomme sulla Kona Rove, anche se va detto che permettono comunque di osare di più rispetto a copertoncini sottili o tassellati. Per esempio, i Juniper Ridge con il loro battistrada tassellato hanno meno attrito sull’asfalto e il comportamento dello sterzo risulta più intuitivo e naturale sulla Rove pur avendo meno grip sull’asfalto, o forse proprio grazie a questo. Posso immaginare che gli SBH siano una fantastica combinazione con bici stradali con geometrie più tradizionali o randonneur a basso trail, dove l’alta aderenza è solo un vantaggio e lo sterzo non ne verrebbe influenzato negativamente.

In fuoristrada sono invece riuscito a trovare il limite di aderenza degli SBH, purtroppo… frenare bruscamente, in curva, su fondo compatto ma cosparso di ghiaia è al di là delle loro possibilità. Per tutto il resto, sull’asciutto sono ottime: ghiaia, pietre, terra, erba non sono un ostacolo in salita né in discesa. Ovviamente sul ripido bisogna stare seduti per mantenere trazione, ma è difficile che perdano aderenza per più di una frazione di secondo. Anche in curva sono abbastanza prevedibili, non capita spesso di perdere controllo in maniera repentina e incontrollabile, le piccole sbandate segnalano per tempo che il limite è vicino. Almeno se si usa con giudizio il freno anteriore…

Sul bagnato le cose ovviamente cambiano: sopportano il fango finché si rimane in piano e a velocità costante. Hanno il vantaggio di raccoglierne poco e di pulirsi subito vista la mancanza di tasselli. Su pendenze moderate, così come in caso di pietre e radici viscide, bisogna andare cauti: una scivolata è sempre in agguato. Pedalare in salita è possibile mantenendo peso sulla sella, ma se ci si ferma è molto difficile ripartire. Ma non sono gomme pensate per questo tipo di utilizzo, ed è inevitabile che siano poco adeguate.

In uso stradale il vantaggio delle SBH sulle Juniper Ridge è il silenzio (ovviamente, senza i tasselli) e l’usura minore. Dopo 2000 km principalmente su asfalto, il battistrada della ruota posteriore ha quasi perso le righe al centro: è probabile che durino altri 2 o 3 mila km.

Il vantaggio della versione extralight in termini di comfort è soggettivo e difficile da quantificare, ma è avvertibile. La differenza in pressione è quantitativa (per quanto dipendente da bici, ciclista, ecc) e mostra quanto poco sostegno i fianchi del pneumatico offrano: l’analogia con un “cuscino d’aria” è più che mai accurata.

Per quanto riguarda l’efficacia, la velocità media della mia “uscita tipo” è aumentata di circa 1.5 km/h subito dopo la sostituzione. Sicuramente poco scientifico come metodo visto che le condizioni non sono strettamente controllate e poco ripetibili: ma mi ha stupito assai e val la pena riportarlo, seppur sia solo un dato aneddotico e il cambio di battistrada sia un’altra variabile.

Per quanto riguarda le preoccupazioni sulla fragilità della carcassa: anche stavolta non ho risparmiato maltrattamenti di sorta alle gomme. Nonostante questo, ho forato una volta in 2000 km e non ci sono danni visibili o permanenti sui fianchi o sul battistrada. Ovviamente l’incidente è sempre possibile e dipende, spesso, dalla sfortuna. Ma extralight non significa extra fragile in questo caso.

In conclusione.

Come la prima recensione delle gomme René Herse, anche questa esperienza è stata molto positiva. La versione extra light è però davvero costosa, si parla di circa 90 euro a copertone in Germania.

È una gomma stradale, dove però strada non significa solo asfalto. Non che su asfalto sia fuori posto: stando ai test di alcune riviste i René Herse extralight sono alla pari o migliori di molte gomme da performance pura. Nel caso specifico degli Switchback Hill, la larghezza e le basse pressioni che questa permette offrono anche gran comodità. L’enorme grip significa divertimento e sicurezza in discesa, in curva e sul bagnato. E la durata è un altro vantaggio.

Oltre a questo, ogni strada può essere percorsa efficacemente, per quanto malmessa. Asfalto mal tenuto, terra, ghiaia non fanno più paura, anzi, significano infinite nuove possibilità anche per una bici da strada.


Bel test, interessante e che accende un faro su un prodotto particolare. 

Certo, a mio parere il loro essere 650b accentua alcune problematiche ma siccome io non ci ho mai pedalato, taccio.

Quindi i complimenti fateli a lui; e pure le domande 😀

Buone pedalate

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