Portapacchi BacMilano, diversi montaggi

Tempo di lettura: 7 minuti

Tutti qui sul blog conoscete già il bellissimo portapacchi creato da Alfonso Cantafora col suo marchio BacMilano.

L’ho testato un anno fà, ho intervistato Alfonso, sembrerebbe ci sia null’altro da aggiungere. Invece no, perché da quella mia prima presa di contatto sono cambiate tante cose.

Alfonso non è rimasto inoperoso e ha messo a punto nuove gambe e molte staffe per rendere l’installazione davvero universale.

Mi piacerebbe potervi raccontare che anche io ho contribuito in queste creazioni ma non è così. E’ vero che lo scorso autunno Alfonso mi ha inviato un portapacchi e tanti accessori di montaggio e che io, da allora, monto il BacMilano su qualunque bici mi capiti a tiro, raccogliendo informazioni che poi giro al suo ideatore. Però è vero che ogni singolo dettaglio è frutto solo della mente del buon Alfonso, che ha mostrato incredibile pazienza con tutte le mie fisime.

Tutto merito di questo architetto meneghino con la passione per le bici e le cose ben fatte. Un merito che gli ho riconosciuto spesso, però i miei apprezzamenti valgono poco.

Molto di più vale la menzione d’onore al Compasso d’oro, il più prestigioso premio mondiale di design.

Si, design: perché qui siamo oltre la semplice utilità, il mero oggetto con una sua funzione e basta. Io ho trovato bellissimo questo portapacchi dal primo momento in cui ci ho posato lo sguardo e l’ho trovato bellissimo proprio perché è un portapacchi.

Un componente umile, già nel nome è insito il concetto di lavoro, fatica: nascosto dalle borse gli si chiede solo di non rompersi reggendo carichi pesanti.

Prendere qualcosa che non riesce a evocare epiche imprese, qualcosa che nell’immaginario collettivo è null’altro di qualche tubo a cui agganciare il bagaglio, renderlo invece un elemento di design che contribuisce a rendere ancor più bella la nostra bici va ben oltre il concetto di portapacchi in sé. Supera l’oggetto.

Io sono un appassionato; di bici, bella meccanica e curate lavorazioni. Aver conosciuto Alfonso è stata una delle fortune che mi capitano gestendo questo blog. E’ nata una amicizia, c’è reciproca stima per il lavoro che ognuno di noi svolge.

Mi sono appassionato al suo portapacchi ma non gli ho risparmiato appunti lì dove ritenevo si dovesse migliorare. Mai con cattiveria, non sono il tipo. Puntiglio questo si, sempre. E Alfonso lo ha ogni volta compreso.

Abbiamo molto in comune noi due. BacMilano è una solida realtà ma è nata dalla mente di un uomo solo, che tutto gestisce e cura in prima persona: come questo blog. Siamo incapaci a delegare? Forse; o più probabilmente teniamo troppo alle nostre creature, le abbiamo allevate con cura e non riusciamo a vederle in mani altrui.

Abbiamo la passione per la bici, ci basta pedalare, senza tante fisime; in questo il nostro designer è più fortunato di me perché non ha obblighi “editoriali” mentre io sono ormai da molti mesi costretto ad andare in bici solo per raccogliere i dati che poi trasformo qui in articoli.

Abbiamo una certa ritrosia, per non chiamarla manifesta incapacità, a promuovere noi stessi. Ha inserito una piccola immagine sul suo sito per ricordare la Menzione d’onore al Compasso d’oro, quando altri avrebbero inondato social e agenzie di stampa con comunicati vari; io credo di essere l’unico autore che ha sempre glissato sulle varie offerte per presentare i propri lavori in consessi vari.

Ci separano tre quarti della nostra Penisola, altrimenti ne verrebbero fuori tante belle serate di birre e racconti.

E poi raccontare storie è mestiere mio, o no? 😀

Una introduzione molto personale questa, lo so. Però dovete tener presente che qui non ho a che fare con una azienda nel senso classico del termine.

Mi trovo tra le mani l’idea trasformata in realtà da un appassionato. Ci guadagna? Certo, e son contento per lui. E sono ancora più contento se posso dare spazio a chi è animato da tanta passione, come me. Se poi i miei articoli gli permettono di vendere qualche portapacchi in più ci trovo nulla di male. Non è di questo che vive Alfonso così come io non vivo di questo blog.

Siamo solo due ciclisti che danno tutto di se stessi in quello che sanno fare meglio. E, sia chiaro a scanso di equivoci: siamo anche tutti e due profondi estimatori dell’altra metà del cielo; no, beh, sapete, uno potrebbe pensare che… 😀

Dai, scherzi a parte, basta chiacchiere e cerchiamo di capire a che serve questo articolo visto che la prova su strada c’è già.

Infatti il test vero e proprio non lo leggerete; le prestazioni, definiamole così, non sono mutate e non aveva senso (e io il tempo…) di ripetere tutti i test.

No, quelle che vedremo sono diverse opzioni di montaggio, grazie a staffe e gambe nuove che all’epoca della mia prova su strada non c’erano. Non saranno tutti montaggi puliti, nel senso che in un paio di casi ho preferito mostrare le possibilità più che il montaggio in sé. Quindi staffe orientate in modi differenti, ruotate e altro.

Di fatto posso dire che adesso il portapacchi BacMilano ha guadagnato l’universalità di montaggio che all’inizio mancava. Vabbè, diciamo quasi universalità, mi tengo un margine di sicurezza.

Due gli elementi che hanno permesso questo netto passo in avanti: gambe più corte e staffe superiore di ancoraggio più lunghe. Ma non solo.

Voltiamo pagina e facciamo la loro conoscenza.

COMMENTS

  • <cite class="fn">alfaluna</cite>

    gambe corte……… e via,
    Gitana che è piccina ora è bellissima e monta il supporto faro che ti piace tanto 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Lorenzo, le gambe corte hanno risolto parecchi problemi a tanti; aumentando pure la scelta delle staffe adesso lo monti ovunque. Io continuo a giocare con diverse opzioni, a seconda se lo voglio più basso o più lungo o come mi pare. Poi un giorno metterò tutto sotto lo pressa, questo Alfonso lo sa… 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

    Visto il tuo ultimo articolo di officina sarebbe interessante pensare ad un sistema quick per montare/smontare il portapacchi !
    😉

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Oibò, visto il mio ultimo articolo in Officina, sarebbe ancor più interessante se mi stessi un poco fermo… 😀

      Fabio

      • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

        Anche se un pò mi spiace, ogni tanto fermarsi e uscire in bici per il solo piacere di poterlo fare è una gran cosa.
        🙂

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Non ricordo cosa sia uscire in bici solo per piacere…
          La scorsa settimana, in una delle cicliche telefonate tra me e Alfonso (BacMilano) gli confessavo la voglia di tagliuzzare qualche bici col flex, sono davvero stanco

          Fabio

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