Pirelli PZero Velo 4S

Come è fatta

Tempo di lettura: 11 minuti

Come è fatta

Ogni versione PZero si riconosce per colore; nel caso delle 4S è stato scelto l’azzurro. Che contorna la finestra da cui fa capolino la gomma, nella sua elegante confezione.

 

Sarà pur vero, ripeto spesso, che non si giudica il libro dalla copertina; ma è altrettanto vero che un packaging ben fatto è un bel biglietto da visita. Trasmette lusso questa confezione.

Una volta aperta possiamo tirare fuori il nostro copertoncino che è, ovviamente, pieghevole.

 

Cura del dettaglio anche per un elemento tutto sommato secondario come la molla per tenere in posizione. Una simpatica fascetta con il logo impresso, colorato in tinta con la versione, e che ricorda tanto quei braccialetti spesso usati dai ragazzi.

Nessun foglio di istruzioni o altro all’interno. Solo su un fianco della scatola interna una serie di vignette con i suggerimenti per l’installazione.

 

Comunque Pirelli non fa mancare sul suo sito alcuni fondamentali consigli per un corretto montaggio. E nemmeno io, in questo articolo. 😀

Montaggio che, vi anticipo, è di una semplicità disarmante: vanno su che è un piacere. SENZA levette, che mai, come non mi stancherò di ripetere, vanno usate se non in casi estremi e per gli ultimi centimetri prestando massima attenzione.

A gomma montata sul cerchio delle mie Spada Oxygeno, con canale da 17, possiamo vedere le varie diciture riportate sul fianco.

La prima è la l’indicazione di gamma e versione; in elegante argento, leggermente riflettente (vedremo più avanti, sempre compatibilmente con le mie scarse capacità di fotografico nel rendere la brillantezza…) e incorniciato da due fregi nel colore dedicato alla serie 4S.

 

A seguire l’indicazione della misura, in doppia scala.

 

Proseguendo lungo la circonferenza troviamo la prescrizione di pressione minima e massima di esercizio.

Che parte da 6 bar e si ferma a 7,7 bar; in media con la concorrenza la pressione massima, un poco più alta la minima. Comunque, e lo vedremo nel corso della prova su strada, anche se il range sembra stretto, in realtà questo copertoncino sente molto bene le variazioni di pressione e ogni decimo di differenza è realmente sfruttabile nel trovare il giusto set-up.

Non poteva mancare l’indicazione del verso di rotazione. Anche se, visto il disegno del battistrada, è difficile far confusione.

 

Continuando a girare la nostra ruota ci imbattiamo in altro logo della casa, sempre argento riflettente con baffi azzurri, e uno minimale, a rilievo.

Un giorno, forse, imparerò come si fotografano i dettagli riflettenti; e dire che sono uno che quando chiede il materiale in prova alle aziende mette sempre tra i parametri proprio la presenza di elementi ad alta visibilità: che poi non riesce mai a mostrare come vorrebbe…

Vabbè, accontentatevi e fidatevi delle mie parole: al solito, brillano più di quanto riesca a mostrarvi.

Ora possiamo girarlo e apprezzare la forma della carcassa nella vista frontale.

Profilo con raggio di curvature differente tra centro e spalla, buona impronta a terra e fianchi che degradano dolcemente. Ma, al solito, c’è più di quello che si vede in superfice.

Già, tanta tecnologia in questi Pirelli PZero Velo 4S.

Il diagramma ci aiuta nella scoperta.

Come si vede, questo Pirelli PZero Velo 4S punta molto su grip sul bagnato e resistenza alla foratura. Ma c’è da capire che ogni risultato è sempre la somma di più fattori, quindi non basta la mescola o il disegno del battistrada o una fascia di protezione a garantire lo scopo: tutte le singole tecnologie devono lavorare insieme.

E c’è una altra cosa: il grafico è fuorviante. A una prima lettura sembra che la gomma abbia ottima tenuta sul bagnato ed efficace resistenza alla foratura; a discapito di comfort e scorrevolezza. No, non è così. Perché scorrevolezza è comfort sono ottimi, solo che graficamente la “percentuale” diciamo così vira su altre caratteristiche. Comunque vedremo meglio nel paragrafo dedicato alla prova su strada. Per ora restiamo sulla gomma ancora ferma.

Abbiamo una carcassa a 127 Tpi disegnata con raggio di curvatura differenziato tra battistrada e fianco per assicurare la deformazione controllata in ogni situazione e angolo di piega. Il battistrada è scolpito per assicurare immediata espulsione dell’acqua grazie agli incavi che Pirelli definisce “a fulmine” (effettivamente…) e, grazie ad angoli stretti nella fascia centrale che via via si allargano spostandoci sul fianco, abbiamo una ottima impronta a terra in ogni situazione. Oltre, aggiungo, a grande comunicativa e sensazione di sicurezza.

La mescola sfrutta la tecnologia SmartNET Silica messa a punto da Pirelli: poca resistenza al rotolamento e ottima aderenza sul bagnato. Questo perché la molecola a base di silice che è utilizzata per la mescola ha forma “a bastoncino”: si dispone naturalmente in modo ordinato a non casuale come avviene con le molecole di silice sferiche.

Questo permette di ottenere una superiore elasticità (da non confondere con la cedevolezza), migliori scorrevolezza e direzionalità e, non ultimo, diminuzione del calore prodotto e della resistenza al rotolamento. E uno dice semplicemente gomma…

Sotto la mescola una fascia in fibre aramidiche fa da scudo contro le forature. Fibre, come sappiamo già da altri test di copertoncini che pure sfruttano questo materiale, capaci di non inficiare la scorrevolezza e non rendere la gomma rigida, monolitica posso dire, grazie alla loro elasticità. Certo, rispetto a una protezione in caucciù o altro materiale che troviamo su gomme turistiche, le fibre aramidiche pagano dazio. Ma qui abbiamo una gomma sportiva, leggerissima e assai scorrevole (anche in questa versione 4S, non vi dico la TT quanto mi sta divertendo…) dove il ricorso alla aramide è obbligato, altrimenti non avremmo uguali prestazioni su strada.

Insomma, uno dice copertoncino e pensa sia una cosa semplice; no, quando parliamo di gomme top sportive nulla è semplice. In realtà nulla è semplice su una bici, solo che la tanta tecnologia non si vede.

Benissimo si vedono invece gli intagli a fulmine; in questa immagine ravvicinata spero sia riesca ad apprezzare la profondità, garante di buona durata. Inoltre se osservate con attenzione potete distinguere le tre diverse fasce: quella centrale, più larga, e le due laterali che hanno in sé la maggior scolpitura e infine le fasce più esterne, lì dove partono le saette, dal gran grip: che non si vede, ma lo anticipo io 😀

La durata a detta della casa, io sapete non posso eseguire test in tal senso, bloccando una bici e me stesso per molte migliaia di chilometri fino a scoprire quando, finalmente, sono visibili le tele. Posso solo dirvi che al termine del test, quando ho smontato queste S4 per montare le PZero Velo, il grado di usura era basso. Andando ad occhio direi che i 6000 km sono facilmente alla loro portata. Ma è dato da prendere con beneficio d’inventario, potrebbero essere qualcosa in più o poco in meno. Lo ricavo solo da ciò che ho visto e calcolandolo sulla base della mia esperienza.

Il fianco presenta una fitta lavorazione che impedisce screpolature o cedimenti.

Ho montato questi PZero 4S 700×25 sui cerchi con canale da 17 delle mia Spada Oxygeno e, gonfiati a 6,8 bar, mi hanno rimandato una larghezza misurata ai fianchi di 28 mm.

Ultima notazione sul peso: nella versione in prova ho rilevato appena 215 grammi, sulla media di 10 pesate. Quindi poco meno di quanto dichiarato dal produttore. Se anche voglio calcolare un errore per difetto, saremmo comunque su un valore notevole per una gomma da bagnato.

Che però non è solo da bagnato, anzi. Quindi voltiamo pagina per salire in sella e scoprire come si comporta su strada.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Molto esaustivo come test. Però mi trovo un attimo in dubbio nel dover confrontare questo pneumatico con altri. Ovviamente con tutti i caveat del caso, ovvero sulla difficoltà del test, la lunghezza, la soggettività di alcuni elementi di valutazione (sensazioni di comunicatività del copertone, ad esempio),
    Diviene però importante laddove si volesse capire quale sia lo pneumatico, non dico migliore, ma perlomeno quello che fa al caso nostro…
    PS: ma ricordo male o finora non hai mai recensito tubeless?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Damiano, quale sia la gomma più adatta a ognuno lo può sapere solo il ciclista.
      Con i test si cerca di mettere in luce il comportamento di un componente in ogni situazione probabile, a volte anche quelle improbabili. Poi dovrà essere il ciclista a ragionarci su e valutare cosa sia meglio per lui, non posso stabilirlo io per chiunque.
      Se scrivessi “il copertoncino tal dei tali” è il migliore in assoluto non vi renderei un buon servizio, anzi. Vi precluderei la possibilità di formarvi una opinione ponderata; che è invece lo scopo dei mie test.
      Nel caso specifico di questo test, avevo già annunciato lo schema di lavoro perché a essere provata sarà tutta la gamma. Quindi i singoli, lunghi, test e un ultimo articolo riassuntivo su pregi, difetti (che fatico a trovare…) e utilizzo tipo. E’, credo, il modo migliore di fornirvi informazioni che possiate usare.

      Non sbagli, tubeless non ce ne sono sul blog. Non è al momento settore sul quale voglio concentrarmi, il copertoncino resta ancora la scelta migliore per la stragrande maggioranza di ciclisti e di usi, quindi preferisco tenermi su questa tipologia. Senza contare che ormai più di un copertoncino si sta rivelando più performante sia dei tubeless che dei tubolari…

      Fabio

  • <cite class="fn">Salvo</cite>

    Ciao
    Volevo chiederti se le misure sono reali o maggiori perché vorrei acquistare pzero velo da 28 ma ho paura che poi sia più grande e non potrei montarlo.
    Grazie in anticipo e complimenti per il test.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Salvo, i 28 non li ho mai montati e quindi non so dirti. Posso dirti che i 25 su cerchio da 17 hanno sfiorato i 28. In genere più si sale di sezione più lo “sfasamento” si attenua (ma dipende anche del cerchio) però se sei proprio al limite potresti non farcela.

      Fabio

Commenta anche tu!