Pirelli PZero Velo

La prova su strada

Tempo di lettura: 11 minuti

La prova su strada

Deformazione: cos’è? Ne ho già parlato in altri test di pneumatici ma vale la pena riprendere il concetto. Un copertoncino non è granitico nella sua struttura. Una volta messo su strada l’impronta a terra cambia, sotto il peso dell’insieme bici più ciclista e reagendo alle forze che sono impressa durante l’azione.

E’ un aspetto su cui pochi prestano attenzione, dimenticando che di fatto è una delle caratteristiche più importanti nel determinare il comportamento su strada. E’ influenzato da tanti parametri, il più importante la pressione di esercizio: che deve essere quella corretta per il singolo ciclista.

A bici ferma noi vediamo questa bella curva regolare del profilo del copertoncino, una volta iniziato a pedalare la curva appiattisce. Di quanto, come detto, dipende da tanti fattori.

La deformazione è necessaria, né più né meno come l’elasticità di un telaio: se fosse troppo rigido si spezzerebbe. Uguale col copertoncino, troppo rigido non avrebbe giusta impronta a terra, soprattutto in curva.

Ma un telaio troppo “morbido” finirebbe col disperdere energia fino al limite (ipotetico, non esistono in commercio telai così) di rendere la bici inguidabile, un anguilla sfuggente.

Allo stesso modo i copertoncini: troppo morbidi avrebbero una cedevolezza, ossia deformazione, tale da perdere scorrevolezza o, peggio, rendere la bici inguidabile.

Quindi riassumendo: un copertoncino troppo rigido ci farebbe scivolare alla prima curva, uno troppo morbido si incollerebbe all’asfalto che manco la gamba di Sagan farebbe smuovere. Ok, la mia è una iperbole, nella realtà non esistono gomme siffatte, ma rende l’idea.

Ecco allora la formula magica: deformazione controllata. Solo che non è una magia, magari: è frutto di studi intensi, ricerche, prove, tecnologie sempre nuove.

Creare la perfetta alchimia tra la corretta deformazione che garantisce scorrevolezza e tenuta senza sacrificare nessuna delle due è qualcosa di molto prossimo all’incubo di ogni progettista.

Incubo che avrà provocato non poche notti insonni agli ingegneri Pirelli: però a quanto vedo l’hanno risolto in modo brillante.

Al di là della eccellente mescola e di tutte le altre tecnologie più o meno immediatamente visibili, il pregio di questo Pirelli PZero Velo (e di tutta la gamma) sta proprio in questa deformazione perfetta.

Hai tenuta eccezionale, ogni gomma nelle sue condizioni di utilizzo, grandissima scorrevolezza e soprattutto la sensazione di avere molta più gomma a terra di quanto sia naturale per quella dimensione.

Certo, in questo test ho scelto la 700×25 e per avere un raffronto dovrei pedalare almeno con la 700×23 a parità di tutte le altre situazioni. Però l’esperienza serve anche a questo e mai, io che uso da tanto tempo gomme più larghe, da ben prima “scoppiasse la moda”, mi sono ritrovato una 25 che ricorda una 28: detta così per semplificare.

Questa lunga introduzione prima di poggiare le ruote sull’asfalto potrà forse annoiare il visitatore frettoloso, persona che su questo blog raramente capita; è stata necessaria perché è qui la chiave per interpretare questo Pirelli PZero Velo. Piuttosto che darvi solo le conclusioni lo sapete preferisco sempre descrivervi perché a quelle conclusioni sono arrivato.

Prima di pedalare doverosa premessa su bici e ruote usate.

La bici è stata la solita Rose X-Lite Team, il mio cavaliere oscuro che, dico la verità, malgrado sia alla sua terza stagione con me ed è raro mi tenga una sportiva tanto tempo, continua a offrirmi soddisfazioni; e ormai la conosco talmente bene che non ho alcuna intenzione di cambiarla, perché conoscere a fondo la bici che usi per un test è fondamentale.

Le ruote sono state due coppie. Inizialmente solo le Spada Oxygeno, ruote leggerissime da salita e che a causa della loro estrema specializzazione pagano in piano e nel mantenere velocità quando si affronta un vallonato o si perde la scia e si cerca di rientrare. E che comunque in pianura chiedono di essere rilanciate spesso per tenere il passo.

Ma, e qui sta anche un altro motivo del ritardo nella pubblicazione di questo test, ho voluto procurarmi un secondo set di ruote. Ruote da velocità, a profilo medio, leggere, rigide, performanti in ogni situazione: il connubio perfetto con queste PZero Velo. E così ho contattato Corrado Spada chiedendo la disponibilità per una coppia di Breva, nella nuova versione con canale da 18 e (bellissima) grafica stealth. Malgrado la richiesta all’ultimo momento e il periodo indaffaratissimo, il buon Corrado è riuscito a inviarmele in tempo per pedalare con le Velo e proseguire i test con la versione TT. Ovviamente leggerete un test dedicato solo alle ruote. Sono belle, vero?

Inoltre da sempre le ruote in alluminio Spada offrono una pista frenante eccellente, tanto da rendere il mio impianto caliper Sram Force molto più prestante di tante bici frenate a disco. E questo è stato un plus fondamentale per saggiare il grip delle PZero Velo in frenata, che è davvero tanto. Insomma, per farvela breve, test molto sudato ma sapeste quanto mi sono divertito 😀

E ora in sella.

Clima non sempre benevolo, gennaio ha dimenticato di essere un mese invernale ma febbraio e marzo hanno restituito freddo e pioggia con gli interessi. Che male non è stato se non per la salute del vostro attempato tester, perché il meteo avverso mi ha permesso di capire meglio questo Pirelli PZero Velo e confrontarlo con le versioni 4S e TT.

Due i dubbi che mi premeva subito sciogliere: avrei ritrovato la grande comunicativa della versione 4S? Ha senso questa versione quando la 4S ha dimostrato di essere una gran gomma anche su asciutto?

Si alla prima e si alla seconda. Il dialogo incessante tra copertoncino e ciclista che tanto ha contribuito al mio entusiasmo, per nulla celato, non si è interrotto passando a questa versione. La 4S non teme freddo e pioggia, la Velo preferisce qualche grado in più, diciamo da 10/12 in poi. Sotto questa soglia la tenuta della versione quattro stagioni è superiore. In tutte le altre situazioni è stato un testa a testa assai duro, per nulla semplice da decifrare.

Questo però non vuole essere il test comparativo tra le varie versioni, arriverà alla fine un articolo riassuntivo, ma solo quello del modello Velo, quindi chiariti i dubbi possiamo concentrarci su di lui.

La tentazione sarebbe parlarvi da subito del gran feeling che si instaura tra ciclista e gomma, per certi versi anche superiore a quello, eccellente, già rilevato e ampiamente discusso nel precedente test. Verrebbe però fuori un articolo troppo simile a quello del fratello invernale, quindi tornerò allo schema classico delle mie recensioni di copertoncini sportivi; partendo dalla salita però e non dalla pianura come faccio di solito.

Perché la salita? Perché è la situazione che più mi ha colpito.

Non che piano, discesa, passo, rilanci e ogni altra immaginabile manovra non lascino il segno.

E’ che mi ha stupito, spiazzato direi, scoprire quanto sia piacevole pedalare con queste Pirelli PZero quando la strada si impenna.

Di solito godi di più con leggere slick da velocità perché con le forti pendenze anche pochi grammi in più diventano macigni.

Più che le pendenze estreme però, dove la TT vi anticipo è sorprendente, sono quelle pedalabili ad avermi fatto apprezzare questi copertoncini. Le migliaia di salite che punteggiano il nostro Paese, quelle con pendenze dal 5 e punte fino al 12-13%; insomma le salite medie, equilibrate mi vien da dire: come queste Pirelli PZero Velo…

Salite però mai costanti, la strada spiana, impenna, trovi curve larghe e tornanti, vai su di passo ma ogni tanto devi alzarti sui pedali a rilanciare, hai lo scarto improvviso per la buca non segnalata o piccoli massi e detriti che ti occupano la traiettoria.

Mai fatto caso a quante manovre differenti eseguiamo in salita? Io si, quando la fatica non è ancora tale da mandarmi in trance…  😀

In queste situazioni apprezzi la leggerezza di questi copertoncini che con camera montata sono più leggeri di tantissimi tubeless latticizzati (e pure no…) e competitivi coi tubolari.

Apprezzi la pronta risposta a ogni manovra, che sia il rilancio improvviso per recuperare sul compagno di strada che ti ha appena passato o lo scarto all’ultimo istante per scansare quella pietra che non hai visto mentre pedali col naso sull’attacco manubrio.

Apprezzi il notevole comfort che, mai mi stancherò di ripetere, vuol dire risparmiare energie.

Apprezzi l’efficace smorzamento e la naturalezza con cui la gomma copia la strada.

Presagisci ciò che apprezzerai in piano e soprattutto ciò che scoprirai quando vinta la salita riscuoti la meritata discesa a tutta.

E imbocchiamola questa discesa: che, lo sapete, è l’unico modo che ho per mettere alla frusta bici e componenti a velocità decenti.

Impossibile non andare con la mente alla eccezionale tenuta dei Pirelli PZero 4S, soprattutto perché amo sempre scendere veloce con gomme quattro stagioni e perché dati i ritmi serrati di questi test il passaggio da una gomma all’altra è stato quasi quotidiano.

Spesso mi sono ritrovato a uscire la mattina con una versione e a sera provare alcune cose con altra versione.

A parte qualche incertezza nel grip con temperature molto basse, ma da intendere come incertezza solo se raffrontata al rigore privo di dubbi della 4S, questa Pirelli PZero Velo si è dimostrata una ottima gomma da discese veloci.

Per certi versi persino migliore della versione invernale, che mi aveva creato qualche difficoltà nelle curve spigolate.

Entrano in gioco diversi fattori, ognuno col suo contributo essenziale a creare il perfetto amalgama. Al primo posto devo mettere la comunicatività, il feeling di guida diciamo così, che è perfetto. Come ho avuto modo di dirvi spesso, io sono uno che in bici come in moto ha paura: o tutto è sotto controllo e sento perfettamente cosa sta succedendo o tiro i remi in barca. Sentire la gomma che lavora è l’elemento fondamentale per togliermi ogni remora.

Al secondo posto piazzo la forma della carcassa e la mescola; e li metto insieme perché non saprei dirvi cosa è merito di chi: posso dirvi che discesa in piega e tenuta in curva sono di altissimo livello. La bici scende lungo la traiettoria in maniera graduale, controllata, decisa ma non violenta; e sempre con la rassicurante sensazione di avere tanta impronta a terra che è più di una sensazione perché, effettivamente, l’impronta a terra è superiore grazie alla questione della deformazione controllata con cui ho aperto questo paragrafo.

Non c’è scalino o incertezza, che la curva sia larga o stretta; l’avantreno resta svelto, senza accusare inerzia; e se optiamo per una traiettoria spigolata (ingresso ritardato e molto stretto per avere piena visibilità in uscita) nemmeno quella piccola indecisione che avevo rilevato nel precedente test della 4S.

Questo scendendo con le Oxygeno; con le Breva è stato un ulteriore passo avanti.

Vuoi il nuovo canale da 18 che ha permesso di sfruttare ancora meglio il profilo delle PZero Velo, vuoi la rigidità del cerchio che ha reso l’avantreno della X-Lite più granitico, vuoi l’aiuto che il profilo di queste ruote fornisce in velocità, vuoi qualunque cosa, quella che mi è rimasta è stata una media altissima su tutte le discese dei miei circuiti di prova e, soprattutto, una incredibile sicurezza in ogni situazione.

La fase più bella? L’inserimento in curva. Potendo contare su un impianto frenante perfettamente a punto e sulla grande efficacia delle piste ho potuto sfruttare l’enorme grip in frenata. Puoi staccare all’ultimo millimetro, indirizzare la bici in traiettoria con precisione chirurgica e lasciare alle PZero Velo il compito di accompagnarti in ingresso e farti tenere la traiettoria senza sbavature. Ottieni così una velocità di percorrenza molto elevata, ossia meno necessità di rilanciare perché non hai perso molto e arrivato in piano blocchi il cronometro parecchi secondi prima di come fai di solito.

Già prevedo le difficoltà nella stesura dell’articolo riassuntivo sulla intera gamma PZero, perché se la temperatura è mite (non serve il caldo, basta una promessa di primavera) con questa Velo si scende veloci, tanto veloci. Forse pure più delle 4S ma per averne certezza ho deciso di organizzare un test nella stessa giornata cambiando gomme (tutte e tre le versioni) sulla stessa discesa e in condizione climatiche uguali. Ma dovrò aspettare temperature più adatte alla versione TT. Che non è detto non siano arrivate quando leggerete questa prova, ma che sembrano lontane mentre la scrivo. Un test, lo sapete, è impaginato e chiuso anche diverse settimane prima della data di pubblicazione.

Così come il fratello invernale, questo PZero Velo accetta correzioni fulminee e perdona la guida sporca, spesso figlia di errori del ciclista (io…) che si è lasciato prendere dalla foga.

Foga che porta anche a strizzare i freni oltremisura per riuscire a stare se non in traiettoria, che ormai è bella e andata, almeno in strada ché per volare non sono attrezzato. La gomma si attacca all’asfalto sotto la forza impressa dai freni, non slitta, non svirgola, qualche lieve bloccaggio al posteriore dovuto allo spostamento di peso tra asse posteriore e anteriore (succede, scivolando leggermente in avanti sul sellino) facilmente eliminabile restando ben composti e carichi sulla sella: seppure a volte col guardrail che si avvicina più veloce di quanto vorresti conservare l’aplomb è difficile…

Consente grande improvvisazione questo copertoncino, accetta ogni balzana idea venga in mente al ciclista, che sia voluta o capitata per caso.

Con ogni probabilità la temperatura esterna, e quindi quella dell’asfalto, hanno giocato un ruolo fondamentale. Per quanto la 4S abbia un grip eccezionale, l’ho messa alla prova in condizioni invernali, che poi sono quelle a lei congeniali e che comunque affronteranno i ciclisti che opteranno per la versione azzurra. Le Velo hanno goduto di uscite più miti oltre quelle fredde e il grip, non dimentichiamolo, è sempre in due direzioni: la gomma sull’asfalto e l’asfalto sulla gomma.

In ogni caso resta il risultato: grip eccellente e ottime possibilità di piega. Non è mancata la grande sensazione di appoggio, quindi senso di sicurezza, e il campanello d’allarme che squilla quando stai esagerando. Una chiara percezione che la gomma “sta finendo”; complicato descrivere. Diciamo che quando butti giù la bici ti sembra sempre di pedalare con un copertoncino di sezione ben superiore: ecco, quando sei prossimo al limite questa sensazione sparisce. Quindi meglio darsi una regolata.

Adesso la pianura, dove emergono da subito due altre caratteristiche: scorrevolezza e comfort.

Anche qui sono rimasto spiazzato, di solito le gomme quattro stagioni sono più comode delle versioni sportive, non fosse altro perché, di solito, son più morbide.

Durante il test delle 4S rilevai un comfort non proprio elevato come tutte le altre eccellenti caratteristiche, mi aspettavo che le Velo avrebbero fatto peggio.

Delle due l’una: ho sbagliato io pressione di esercizio la volta scorsa o queste Velo sono più comode. Bel dilemma, ma anche per questo risolverò quando metterò in strada tutte e tre le versioni per una comparativa immediata, in occasione della stesura dell’ultimo articolo riassuntivo.

Scivolano facili e leggere queste Pirelli PZero Velo, senza imprecisioni o sbavature nemmeno nelle manovre di emergenza. Soffici potrebbe rendere l’idea, ma non abbastanza. Morbide? No, altrimenti uno può pensare siano anche flaccide. Accipinchia, difficile trovare l’aggettivo giusto.

Mumble mumble… si, ci sono: accoglienti! No, tranquilli, non sono impazzito. Immaginate quella poltrona che al solo sedersi ti accoglie e avvolge, rilassandoti ogni muscolo dopo una giornata intensa. Ecco, queste PZero Velo ti accolgono sulla strada, ti sgombrano la mente e ti fanno pedalare sereni, tanto pensano a tutto loro.

La scorrevolezza è, come tutte le altre caratteristiche, di alto livello. E qui più che mai si è reso necessario sfruttare ruote che permettessero una elevata andatura in piano, aiutandomi a tenere alto il passo. Non siamo ai livelli altissimi delle TT, ma ci siamo davvero vicini, pure troppo.

Sul bagnato e col freddo, l’ho detto, pagano dazio rispetto alla versione più specialistica. Ma non tanto come si potrebbe pensare. Solo accentuando la piega o spremendo la frenata si vorrebbe qualcosa in più in termini di grip. Ma, per questo, c’è appunto la 4S.

Note in chiusura di questo paragrafo. Forature nessuna, pressione di esercizio 7 bar all’anteriore e 7,1 la posteriore con peso ciclista di 71kg, temperature registrate nel corso dei circa 680 km del test in un range tra 4 e 25 gradi.

Consumo della gomma al termine del test, non particolarmente lungo è vero (anzi stavolta più breve del mio solito) ma sufficiente a mettere in mostra tutte le qualità di queste PZero Velo, quasi inesistente. A occhio e sempre con beneficio di inventario, i 7/8000 km dovrebbero essere alla sua portata.

Bene, voltiamo pagina e andiamo alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Splendido articolo Fabio. A volte serve avere più di una bicicletta con caratteristiche diverse, così la 4S o la Velò la metto sotto la Carlà e la TT sotto la Wilier Tricrono 🙂 Analisi puntuale e dettagliata che aiuta molto nella scelta mettendo in luce tutte quelle caratteristiche che possono esserci utili.
    Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, consiglio le Velo visto uso e clima tuoi. Le TT sono molto specialistiche. Ottime ma se usate nelle loro condizioni ideali, altrimenti in un giro vario pagano dazio. Ma sulla Tricrono effettivamente…

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Ciao Fabio, tempo fà avevi fatto un’attenta disamina delle coperture offerta da Michelin, dopo la prova della gamma Pirelli, che differenze hai trovato, nei prodotti, dell’una o dell’altra azienda? Ci sono comportamenti che vengono esaltati/penalizzati più da una che dall’altra? Come ho già avutomodo di dire leggo con attenzione i tuoi test perchè sono fatti con una metodologia che trova la più indicata a dare delle risposte e sopratutto sono privi di interesse se non quello di consigliarci un prodotto di qualità. Grazie. Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, è in programma un test confronto. I modelli saranno il power comp e il TT. Perché ambedue con simile destinazione d’uso e ambedue in misura 700×23. L’ufficio stampa Michelin ha dato il suo assenso, anzi ha detto che non c’era nemmeno bisogno lo chiedessi visto che ormai sanno come lavoro. Attendo risposta da ufficio stampa Pirelli. Chiedere è questione di correttezza professionale: avessi comprato io i copertoncini farei come decido; avendoli ricevuti per test singoli e non prova confronto, se la facessi e basta sarebbe una mancanza da parte mia e io non lavoro così. Una cosa è l’indipendenza nello scrivere e quella c’è tutta; altra dichiarare un test e farne uno diverso.
      Se anche Pirelli aderirà, a fine giugno avremo il test online; bici la mia x-lite allestita con kit Redshift per crono e ruote Spada Breva 2018.
      Sempre se potrò tenermi le ruote fino ad allora, ma ora come ora non avrei il tempo di lavorarci.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Dopo lungo approfondimento non ultimo il dettagliato test di Fabio, ordinai e montai i Pirelli Pzero Velo nella misura 25. Sono da subito rimasto molto impressionato dalla loro resa, ma ieri ho avuto veramente un saggio di ciò che vuol dire aderenza. Come uno sciocco, perchè è una cosa che non faccio mai, ho tolto le mani dal manubrio per sistemare il casco. In quel preciso istante un grosso insetto ha deciso di colpirmi in pieno viso.La bici ha sbandato di colpo sulla destra, ho portato repentinamente le mani al manubrio cercando di riprenderla. Mi vedevo già steso per terra con la faccia a baciare l’asfalto. Le gomme hanno avuto una tenuta pazzesca, tenuto presente che ero già inclinato, permettendomi di riprendere il controllo, con un colpo di reni. La bici sembrava fosse incollata a terra, quasi inserita su un binario. Mai soldi sono stati più ben spesi. Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, questi sono i commenti che mi piace leggere. Anzitutto perché è andato tutto; e poi, più egoisticamente, perché sono sempre contento quando un test vi ha aiutato a scegliere un prodotto valido.
      Io non provo a casaccio, seleziono. Certo, una selezione solo sulla carta perché finché non salgo in sella non posso sapere; ma lo scopo dei tanti test che pubblico è proprio la ricerca continua di quanto ci sia di valido in giro.

      Io stamattina non ho scoperto la gran tenuta dei Pirelli Velo (un set l’ho tenuto per me) ma ne ho avuto ennesima conferma. Alle 6 qualche goccia, in lontananza il Circeo sembrava se non libero da nubi almeno non oppresso, arrivato a Sabaudia si è scatenato il diluvio. Che su strade sporche ha significato asfalto viscido, strisce peggio delle saponette e rotonde pericolosissime. Coi Pirelli Velo frenavo e piagavo quasi uguale all’asciutto…

      Fabio

Commenta anche tu!