Pedali Time Xpresso 4

La prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

La prova su strada.

L’ho scritto più volte: i pedali sono importanti. Un piccolo e trascurato componente eppure, io per primo, li identifico con l’andare in bici.

“La vita sui pedali” è il motto di questo blog e tutti quelli che hanno scritto di ciclismo almeno una volta li hanno usati a metafora dell’andare in bici. Del resto non esiste il verbo “biciclettare” ma quello pedalare: qualcosa vorrà significare…

Malgrado la loro importanza sono ancora troppi i ciclisti che non gli dedicano le giuste attenzioni. I più fanatici guardano al peso e null’altro. Vabbè, pure io presto attenzione al peso, almeno per i pedali sportivi, però non tralascio aspetti altrettanto importanti: rigidità, superfice di appoggio, struttura di asse e cuscinetti. Sui pedali con aggancio presto cura anche al tipo di tacchette, alla loro distanza dall’asse una volta montate, se hanno un buon grip col piede a terra (imbarazzante scivolare da fermi…) e alla libertà angolare. Quest’ultimo aspetto perché, detto prima, ho un problema alla rotula destra e devo usare cautela in alcuni movimenti.

Con i Time Xpresso trovo tutto ciò che cerco e in più ho una facile regolazione del Q-factor; che sarà inutile o trascurabile per alcuni ma per me resta un valore importante.

Quindi in sella e vediamo come si sono comportati.

L’azione di aggancio è immediata, la più semplice e veloce per pedali road. Il sistema I-clic 2, evoluzione del precedente I-clic non è specchietto per le allodole o vuoto marketing: è realmente efficace. Allo stesso tempo l’azione di sgancio è altrettanto veloce, anche con la regolazione più forte della linguetta in carbonio che gestisce la tensione del meccanismo. Questo perché lo sgancio avviene con una rotazione del tallone verso l’esterno di 15 gradi e tale rotazione non è rallentata dalla maggior tensione.

Sempre a proposito della facilità di aggancio, anche ruotare il pedale per trovarselo in posizione di lavoro è facile. Il peso maggiore della zona posteriore fa si che a riposo il pedale sia perpendicolare al suolo. Quindi saliti in sella e agganciato un piede, alla prima rotazione troveremo l’altro pedale pronto all’uso.

Questo non subito, a pedali nuovi cioè. I cuscinetti sono buoni ma non dei migliori, almeno su questa versione 4 che è, lo ricordo, la più accessibile economicamente dopo gli Xpresso 2, e necessitano di adeguato rodaggio per offrire il meglio di sé.

Il corpo in materiale composito sulle prime non mi ha entusiasmato col suo aspetto “plasticoso”; temevo una eccessiva flessione, poca rigidità del corpo pedale. Invece con l’uso mi sono ricreduto, trovandomi al cospetto di un pedale dall’ottima rigidità e nessun cedimento nemmeno alzandosi a pestare con tutto il peso. Molto contribuisce l’ampia superfice, ben 700mm2, che significa pressione distribuita su tanto spazio. E’ come la storiella dell’elefante e la signorina in tacchi a spillo sul lago ghiacciato. La pressione esercitata dalla signorina sarà superiore a quella dell’elefante, proprio perché concentrata su un punto minimo.

Per lo stesso discorso questi Time Xpresso 4 rendono al meglio se lo scarpino ha una bella suola in fibra di carbonio, che aumenta ancor più rigidità e superfice utile. In salita, quando ogni stilla di energia è preziosa, ti accorgi nettamente del vantaggio offerto da questo connubio. Scarpa e pedale diventano un tutt’uno, scevri da flessioni e dispersioni che si tradurrebbero in maggior fatica e spingere diventa un piacere. Senza avvertire alcun fastidio provenire dalle tacchette, anche dopo molte ore in sella. Lo loro estensione, oltre a garantire l’efficacia del gesto, previene indolenzimenti dovuti alla pressione concentrata in quel punto.

Tacchette che sono artefici dei molti meriti di questi pedali ma che ne rappresentano anche il punto debole. Hanno si tanti pregi ma si portano dietro un difetto quasi storico: durano poco. Si usurano velocemente camminando a piedi e fin qui ci siamo: uno le usa per pedalare, non per passeggiare. Però è un peccato, perché hanno un ottimo grip anche a piedi e viene facile durante una uscita fermare la bici e godersi il borgo che tanto si è faticato a raggiungere. Consiglio caldamente l’acquisto di un paio di copritacchette. Che Time non ha in catalogo ma diversi produttori esterni si; una rapida ricerca in rete vi consentirà di trovarli facilmente.

Perché è importante proteggere la tacchetta? Perché la prima zona a usurarsi camminando è la punta, quella che si incastra nel pedale. Una volta consumata inizia a prendere gioco. La pedalata, devo dire, resta efficace; ma al tempo stesso si avverte quel leggero movimento che pur senza pregiudicare la sicurezza è comunque un fastidio.

Dubito fortemente che qualunque ciclista amatoriale percorra a piedi solo il mezzo metro che lo separa dalla bici sul cavalletto da camera e basta. Un caffè, una sosta per ammirare il panorama, la visita a un monumento sono attività che noi pedalatori per passione e senza ansia da prestazione svolgiamo abitualmente. Non che le tacchette di marche concorrenti non si usurino camminando; lo fanno, ma impiegano più tempo. Quello che colpisce qui è la rapidità.

E’ anche vero che tanta morbidezza ha il vantaggio di offrire ottimo grip; ma alla fine è un circolo vizioso. Scendi di sella e non scivoli al primo passo, ma per non scivolare al primo passo il prezzo da pagare è limitare i passi. Comunque è un limite che interessa solo chi fa della bici un uso non strettamente sportivo, non esce cioè solo per allenarsi ma sfrutta ogni giro per andare anche alla scoperta del territorio che lo circonda. E poiché questo è un pedale sportivo e destinato all’uso sportivo, il limite dell’usura si ridimensiona. Ma era giusto rilevarlo.

Possiamo concludere avviandoci al giudizio finale. Che deve tener conto di un dato fondamentale: il costo di acquisto. Sul sito ufficiale è fissato a 80 euro, ma è facile trovarlo a 25/30 euro in meno. E poiché alla fine il prezzo lo fa il mercato più che un listino, è questo che userò a parametro.

Con una cifra davvero bassa abbiamo un pedale leggero, molto più di pedali assai più costosi; rigido e performante, con una ampia superfice di appoggio a tutto vantaggio della pedalata; soluzioni tecniche che favoriscono la correttezza del movimento come la regolazione del Q-factor e la ridotta altezza tra asse pedale e suola. Di contro, abbiamo una usura piuttosto rapida delle tacchette se ci concediamo qualche disgressione turistica e cuscinetti non al top, almeno in questa versione 4 perché salendo di gamma le cose migliorano. Fino ad arrivare al vertice con la versione Xpresso 15 con asse in titanio, cuscinetti ceramici, corpo in fibra di carbonio e un prezzo che mi lascia basito.

Mentre con questi Xpresso 4 è proprio il basso prezzo a farmi decidere per una promozione piena; nessuna rinuncia in termini di efficacia, ottima resa durante la pedalata e tutto a un costo contenuto. Li consiglio agli sportivi e ancor di più li consiglio a quei ciclisti che ancora non hanno voluto compiere il “grande salto” verso i pedali con aggancio e non vogliono investire cifre importanti senza la certezza se poi si troveranno bene o no. Posizionare le tacchette, abbiamo visto, è semplice; l’aggancio è davvero rapido e facile così come lo sgancio; la libertà angolare è ampia a sufficienza, anche per metterci una pezza con i neofiti che sono stati poco precisi nella regolazione della tacchetta. Infine anche se al prezzo di una precoce usura, sapere che poggiando il piede a terra quella tacchetta non scivolerà è un bell’aiuto, pratico e psicologico, per i nuovi membri della tribù dei pedali con attacco.

C’è quel che serve, quel che serve funziona bene e il tutto costa poco.

Per me va bene così.

Buone pedalate.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Luigi</cite>

    Ciao Fabio,
    rimuginavo da qualche giorno sui pedali time e sul desiderio di ritornare su queste pagine, per scoprire che qui c’è anche una recensione degli X-presso 4, proprio quelli che avevano attirato la mia attenzione. Con l’occasione ti segnalo che il link nell’indice test punta al post sugli scarpini Rose e non a questo (ma ci sono arrivato grazie all’intercessione di san google).
    Dalle descrizioni degli x-presso 4, forse non ho capito molto, infatti avevo avuto l’impressione che oltre alla regolazione del q-factor ci fosse una seconda possibilità di spostamento di ulteriori 2,6mm durante la pedalata, quindi in maniera dinamica (copio ed incollo quello che è scritto su rosebikes · Adjustable Q-factor: The cleat can be moved along the axle by 2,5 mm. Moreover, the distance to the crank arm can be varied by 2,6 mm.).
    Dopo avere letto la tua descrizione del posizionamento della tacchetta, dove a seconda del posizionamento delle tacchette dx-sx si ha la differenza di 2,6mm, a cui si aggiungono altri 2,5mm nel posizionamento dovuti alla larghezza dell’asola, quindi una maggiore possibilità di regolazione, ma non la riduzione del ‘vincolo laterale’ con la possibilità per il piede di avere contemporaneamente, durante la pedalata, sia una rotazione nel piano orizzontale, sia una traslazione laterale, ma la sola rotazione, in maniera non dissimile dai look.
    Spero questa volta di avere capito bene.
    Buone pedalate Luigi

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luigi, scusami per il ritardo nel rispondere. Ieri volevo farlo, poi però sono uscito in bici… 😀
      Grazie per la segnalazione del problema al link, ora ho corretto.

      Pedali e regolazione. E’ un poco cervellotica, effettivamente. Confonde anche la terminologia usata. Comunque, semplificando: il q-factor lo regoli a seconda di come monti le tacchette. Poi, indipendentemente dal q-factor scelto, l’insieme tacchetta/pedale ha questo leggero movimento angolare e laterale, per cui si adatta alla propria conformazione.
      Durante la pedalata non avverti gioco, sensazione di instabilità per capirci. L’unico fastidio, se così vogliamo chiamarlo, è che la rotazione del tallone per lo sgancio ha corsa superiore rispetto ai Look

      Fabio

      • <cite class="fn">Luigi</cite>

        Grazie, Fabio, per la tua cortesia e per questo splendido blog, dove, dal marzo 2017, ritorno periodicamente con molto piacere.
        Buone pedalate

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