Pedali Shimano PD-RS500

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Inzia con questo primo test una sequenza dedicata ai pedali. Oggi vedremo un modello stradale, selezionato in base al rapporto qualità/prezzo ma guardando soprattutto a quest’ultimo.

Seguiranno un pedale da Mtb e uno doppia funzione, sempre di casa Shimano. 

Ma non mi accontento, del resto il motto di questo blog è “la vita sui pedali”: mica possiamo cavarcela così?

Per questo ho deciso di aggiungere due pedali particolari, caratterizzati dall’attacco magnetico invece che a incastro.

Hanno destinazione d’uso, anzi, di pubblico, differente lo so. 

Però visto che qui si cerca di informare a tutto campo, e soprattutto io cerco di informare i ciclisti che si avvicinano al nostro mondo piuttosto che farli scappare con improbabile teoremi da forum, preferisco mostrare cosa esiste, senza preguidizio, come mio solito.  

Non so quando li vedremo quelli magnetici, ho iniziato a lavorarci pochi giorni prima dell’inizio dell’emergenza, quindi li ho appena sgrossati poi è partito lo stop forzato.

Andiamo avanti.

I pedali sono importanti, e non è semplicemente perché se non li hai non vai in bici.

Pensate a quanto spesso il pedale assuma a metafora del ciclismo; a parte “la vita sui pedali” di cui mi sono appropriato, quante volte leggendo le cronache delle grandi imprese vi siete imbattuti in espressioni come la fatica sui pedali, col cuore sui pedali e via dicendo?

Eppure malgrado la loro importanza sono troppo spesso snobbati o mal interpretati dai ciclisti.

O si guarda al peso o al prezzo; e i due elementi sono inversamente proporzionali tra loro.

Nessuno o quasi ragiona sulla effettiva superfice di spinta, dove tale spinta si eserciti, la struttura dell’asse, il materiale stesso del pedale e, nel caso di pedali con aggancio, la forma della tacchetta.

Io sono e resto un sostenitore della pedalata agganciati, dopo tanti anni a frullare le zampette so che fa la differenza.

E per uno cresciuto con le gabbiette, quelle micidiali con cinturino da stringere e guai se non lo aprivi per tempo, l’avvento dello sgancio rapido è stato più che una benedizione. Quante figuracce in meno evitate non potete immaginare.

Ma il fatto io sia convinto dei benefici della pedalata agganciati, perché permette quella rotondità che una volta provata non si molla più, non significa obblighi chiunque ad attaccare gli scarpini. 

Non impongo la mia personale visione del ciclismo su queste pagine, provo solo a mettere a frutto la bisaccia di esperienza riempita negli anni cercando soluzioni per i ciclisti.

Per questo ho deciso che oltre le tre differenti tipologie di pedali vedremo quelli magnetici, dall’attacco che non posso definire più o meno tenace ma devo dire diverso. Sicuramente più semplice.

Se poi a questi seguiranno altri modelli non so dirvi; al momento in cui scrivo queste note, con netto anticipo rispetto alla pubblicazione, c’è una mezza idea di dedicarmi anche a qualche pedale top, per capire se vale la spesa.

Oibò, in realtà si, già lo so perché li conosco bene. A test, questo, già chiuso e impaginato da tempo mi ero appuntato di avanzare richiesta per i DA9100. Al momento in cui leggete sapete bene che mesi stiamo passando, star lì a chiedere materiale da provare mi sembra inutile, e quando, letteralmente, pedalo?

Adesso però è il turno di questi RS500, che vengono offerti a prezzo più che onesto e possono ben costituire il pedale per farsi le ossa senza rompersele, giusto per capire se agganciarsi fa al caso proprio.

Riduttivo, nel corso del test si sono rivelati ottimi ma non anticipiamo i tempi e andiamo a scoprire come sono fatti.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Ogni volta che un tuo articolo analizza e approfondisce un componente capisco sempre meglio la incolmabile differenza di necessità tra un amatore – più o meno evoluto – e un professionista; alcune caratteristiche sono praticamente inusabili, o quasi, senza una tecnica e fisicità adeguate al componente.
    Molto interessante!

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