Pedali Shimano PD-RS500

La prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

La prova su strada

Dovrei iniziare dal posizionanento delle tacchette se volessi seguire un ordine logico: dal momento che un ciclista apre la confezione sino a che ci pedala.

Ma ho deciso non lo farò, è argomento complesso oltre che delicato; a parte che alla fine non sarebbe “sul pezzo” perché questo è un test di pedali e non di biomeccanica, sapete che rifuggo da indicazioni a mezzo monitor.

Il posizionamento richiede l’occhio umano, nessun software e nessun guru da tastiera potranno mai mettervi in sella perfettamente. Al massimo dare qualche indicazione e quelle arriveranno al termine di questo ciclo di articoli dedicato ai pedali, dove sfruttando le risultanze dei test proverò anche a tracciare un bilancio d’uso diciamo così, con consigli pratici per la scelta del miglior pedale in base al tipo di ciclismo praticato. E qualche linea guida per un primo posizionamento delle tacchette. Primo posizionamento, quello definitivo richiede che si guardi il ciclista pedalare. Ma è un inizio.

Ora però iniziamo il test che se divago chissà quando finiamo.

Parto dal maggior timore di chi si avvicina per la prima volta a un pedale con aggancio: è facile?

Facilissimo.

L’innesto è immediato, colpetto di punta per la rotazione in piano del pedale e via, senza guardare perché c’è tanto spazio davanti, impossibile fallire.

Ma soprattutto lo sgancio è immediato, leggera rotazione della caviglia verso l’esterno e la zampetta è libera di toccare il suolo felice dello scampato pericolo; anche della figuraccia, diciamolo…

Ho usato le due regolazioni estreme per la tensione molla, minima e massima.

Inutile dire che a tensione minima l’azione è talmente dolce che all’inizio tiravo il piede per assicurarmi di aver effettivamente agganciato.

Con la tensione massima nessun problema; è si più tenace ma non tanto da rendere lo sgancio lento. Si stacca veloce, aumenta solo il volume del clack.

Shimano ha studiato questi pedali per i principianti, non lo dico io ma loro sul sito ufficiale.

Li ha studiati proprio con aggancio e soprattutto sgancio molto semplice e immediato e posso dire che l’obiettivo è centrato.

Ah, visto che abbiamo appena rimesso piede a terra, rassicuro anche sulla tenuta della tacchette. Non scivolano via appena toccato l’asfalto.

Insomma, nessuna scusa, agganciate e pedalate. Anzi, pedaliamo.

La superfice è ampia, c’è tanto appoggio e le tacchette SPD-SL sono anche loro generose.

Questo si traduce in una buona trasmissione della potenza, “senti” la spinta sotto la suola, avverti che il pedale è lì. 

Ti viene naturale pestarci su, e se la scarpa ha suola solida la resa è ottima.

Del resto principiante non significa uno che non pedala, solo che non ha ancora esperienza. La gamba è gamba e tanti principianti l’hanno migliore della mia…

Serve un periodo di rodaggio per ottenere la migliore scorrevolezza dell’asse.

Non raggungiamo l’efficienza, tanto per stare in casa Shimano, dei pedali serie 9000 (con cuscinetti davvero eccellenti, credo superiori a chiunque altro); però costano meno di un quinto.

Giusto, avevo dimenticato all’inizio questa fondamentale premessa: gli RS500 vengono sui 40 euro, tacchette incluse. Teniamolo presente nello stilare giudizi sulla resa.

E sul peso; 340 grammi quello da me rilevato per la coppia. Non leggerissimi ma a questo prezzo c’è poco da fare i difficili.

Continuiamo a pedalare.

Le tacchette in versione 6 gradi sono sicuramente la scelta migliore, in previsione del potenziale pubblico cui sono rivolti gli RS500.

A parte la notevole facilità di aggancio/sgancio (perché contribuiscono anche loro) l’avere un ampio raggio di libertà angolare permette a chiunque di trovare naturalmente la propria posizione.

Attenzione, la libertà angolare non rimedia un posizionamento delle tacchette sbagliato, questo mai.

Permette però alle nostre ginocchia di trovare in modo naturale la propria posizione, perché fidarsi del nostro corpo è sempre buona cosa. Lui sa cosa gli serve, assecondiamo.

La tenuta è precisa, non c’è pericolo che nella foga del rilancio un piede scappi.

Certo, a volte usando la tensione minima mi è capitato uno sgancio involontario, ma perchè mi stavo girando a guardare dietro, schiena dritta in presa alta e terga a ruotare di sella, Ruota un poco pure la caviglia, da qui lo sgancio.

Usare la tensione massima però è quasi sempre inutile.

Alla fine fa più comodo avere aggancio e sgancio assai rapidi, sostanziali problemi di tenuta e sicurezza non ce ne sono.

Poi chissà, magari con la graduale usura delle tacchette forse converrà dare un paio di giri alla brugola.

A proposito di usura delle tacchette; sarà che sono abituato a quelle di altra marca, celebri per durare quanto uno yogurt fuori dal frigo, ma alla fine del test erano ancora perfette.

Ovviamente al netto dei segni sui gommini, camminando è normale. Ma usura delle zone di attacco zero.

Altro da rilevare non c’è, andiamo alle conclusioni per inquadrare definitivamente questi pedali.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Ogni volta che un tuo articolo analizza e approfondisce un componente capisco sempre meglio la incolmabile differenza di necessità tra un amatore – più o meno evoluto – e un professionista; alcune caratteristiche sono praticamente inusabili, o quasi, senza una tecnica e fisicità adeguate al componente.
    Molto interessante!

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