Pedali Rose Pro Duo Plus

Tempo di lettura: 6 minuti

Parte con questo primo test la sequela di prove dedicate al ciclismo urbano. O almeno come lo vivo io perché una definizione univoca non esiste. Troppe variabili, troppe esigenze diverse, troppa differenza nei percorsi, troppe bici nessuna uguale all’altra. Tanti modi di vivere il ciclismo quanti sono i pedalatori.

Selezionare cosa vi sarebbe potuto interessare non è stato semplice e così ho preferito cercare prodotti adatti a più usi o che sotto l’apparenza di un vestito borghese celassero la divisa del ciclista. Cosa troverete da qui e per le prossime settimane ve l’ho già anticipato in questo articolo.

E come lì preannunciato parto da una coppia di pedali doppia funzione: i Rose Pro Duo Plus.

Una tipologia di pedale che non ha mai incontrato il mio favore, preferisco quelli con attacco da ambo i lati e gabbia esterna e un test confronto ve lo proposi mesi addietro. Ma a parte che le mie preferenze contano nulla, perché il mio compito è informare i lettori e non seguire i miei gusti bislacchi, i pedali doppia funzione hanno un loro perché.

Molti i modelli proposti da parecchie aziende; tutti però più o meno simili, mentre io cercavo qualcosa in più, quel plus che altrove non trovavo. Un accorgimento tecnico, una caratteristica, una particolarità: qualcosa che li distinguesse.

Cerca e ricerca mi sono imbattuto in questi Pro Duo Plus, proposti dalla tedesca Rose. Azienda che compare già su queste pagine, sapete che pedalo su una loro ammiraglia da corsa e ho testato alcune loro bici e prodotti. Una collaborazione di questo blog e l’azienda che si basa su reciproca stima maturata nel tempo tra me e il country manager per l’Italia Sergio Ghezzi.

Però non è stata la certezza che Sergio avrebbe aderito alla mia richiesta di inviarmi il materiale a dirigere la scelta e del resto tra i test fin qui pubblicati trovate decine e decine di marchi diversi.

E’ stato aver trovato quel segno distintivo che cercavo, quel dettaglio che facesse stagliare questi pedali dalla massa del tutto uguale, tutto già visto.

Quale dettaglio? La presenza di quattro elastomeri, regolabili e sostituibili con altri più lunghi (quindi con differente coefficiente elastico) sul lato flat.

Che sia una tecnologia efficace o inutile è (anche) scopo di questo test scoprirlo. Che sia una caratteristica che li rende unici è indubbio e questo ha titillato la mia curiosità.

Una sola bici si è sorbita il compito di portare a spasso questi pedali e non poteva che essere la sempre pronta Planet X London Road. Diverse invece le calzature usate: sono passato dagli scarponcini da trekking ai mocassini eleganti per valutare presa e comfort; l’attacco Spd compatibile Shimano invece l’ho testato con scarpini da Mtb di bassa gamma e con un paio di scarpe che saranno oggetto di un prossimo articolo: le Truk Pro Bike proposte dalla statunitense Chrome Industries.

Scopriamo insieme come sono fatti. Una ultima notazione: come avete potuto vedere in questa introduzione sto sperimentando una impaginazione con le miniature delle immagini di maggiori dimensioni. Ne troverete altre nel corso dell’articolo. Non tutte perché impegnano molte risorse nel caricamento. Mi piacerebbe sapere se vi trovate meglio. Resta ferma la possibilità di aprire le foto a tutto schermo semplicemente cliccandoci sopra.

COMMENTS

  • <cite class="fn">michele</cite>

    Ciao Fabio invece io con i pedali doppia funzione mi trovo benissimo.. Ho due bici e su entrambe ho montato questo tipo di pedali. Non è quel secondo che perdo per agganciare che mi cambia la vita… A fronte di questo secondo perso la comodità di pedare con scarpe normali è impareggiabile ..
    Per me che uso la bici anche per andare al lavoro o per pratiche cittadine sono promossi senza remore

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Michele, hai perfettamente ragione; e non è infrequente che li monti su bici che escono dalla microfficina.
      E infatti ho specificato che si tratta di una mia fisima, non di un limite dei pedali.
      Per quanto provi a tenermi asettico e imparziale nei test, è impossibile lasciare completamente fuori il ciclista che, bene o male, sono.
      Almeno nelle preferenze, che però mai inficiano, credo, i risultati dei test; come in questo caso. E lo testimonia proprio il fatto che malgrado non sia un fan dei doppia funzione sono proprio dei doppia funzione che ho deciso di proporvi per aprire la sequenza di test sul ciclismo urbano 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Uso da anni Exustar spd doppia funzione con tacchette flottanti, 5 gradi di libertà angolare, non regolabile e mi trovo molto bene.

    I pedali Rose messi sotto la lente da Fabio, beh, bisogna dirlo, hanno un magnifico aspetto, Rose non delude quasi mai da questo punto di vista; la scelta di inserire elastomeri, tuttavia, merita qualche considerazione.

    Dalle foto sembrerebbe che il profilo degli elastomeri e quello della gabbia ondulata siano piuttosto sfalsati, ciò lascia pensare che gli elastomeri oltre a svolgere una funzione ammortizzante, svolgano anche la funzione di grip, prendendo il posto del profilo ondulato; il grip del profilo ondulato, a lume di naso, direi che mi piace di più.

    La funzione degli elastomeri io l’ho inserita nelle scarpe, con l’intersuola di 1mm Noene.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, Exustar fa parecchie cose buone.
      Profilo elastomeri: dipende da quali usi. Quelli corti sono quasi incassati, sporgono davvero poco e sono bel al di sotto del profilo merlato del pedale, anche aprendoli al massimo. Quelli lunghi sporgono un pelo dal profilo merlato, si comprimono durante l’uso e quindi comunque c’è grip coi denti della gabbia.
      Poi bisogna considerare che come fotografo sono scarsino, la prospettiva potrebbe sfasare.

      Io per questo test ho tolto la soletta Noene dalle scarpe (ne ho un tipo in ognuna ormai…) per non falsare le impressioni; quelle solette sono uan di quelle cose di cui ti dimentichi per accorgerti di quanto siano comode solo dopo averle tolte…

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Le solette Noene le ho messe anche negli scarponi da trekking pesanti, che sono concepiti solo per il fuoristrada, scomodi su superfici dure; quando piove molto, adesso ci giro per la città (regolarmente allagata).

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