Pedali magnetici Magped Ultra

Come sono fatti i Magped Ultra

Tempo di lettura: 8 minuti

Come sono fatti i Magped Ultra 

Premessa: i Magped Ultra hanno costo tra 179 e 189 euro a seconda della forza del magnete scelto, sullo shop ufficiale e al netto di eventuli promozioni.

A questo prezzo mi aspetto nulla di meno della perfezione, nella fattura e nella resa dinamica.

Anticipo che in ambedue i casi non ho rilevato la minima pecca, anche ad aver passato questi pedali al microscopio. Perché, oggettivamente, se chiedi a un ciclista cifre importanti devi offrire il meglio e io ho voluto sincerarmene.

Per quanto riguarda la resa ne leggeremo nel paragrafo dedicato; qui ci dedichiamo a scoprire come son fatti.

E mi vien da dire benissimo e passare oltre ma non sono così le mie recensioni, che analizzano ogni aspetto.

Partendo dalla curata confezione.

All’interno i pedali, le piastre e tutta la minuteria; con piccolo manuale di istruzioni.

Ecco il tutto tirato fuori dalla sua confezione.

Le piastre grige sono quelle in acciaio che andranno a contatto col magnete; quelle nere sono in spessori in nylon da frapporre tra suola e piastra in acciaio per adeguarne l’altezza alla scarpa e/o compensare la naturale asimmetria delle nostre gambe.

Tre chiavi a brugola di diversa misura e buona qualità completano la dotazione di serie di questi Magped Ultra.

Nell’introduzione ho definito questi pedali una sorta di doppia funzione, rifacendomi a quelli con un lato flat e l’altro provvisto di aggancio meccanico.

Credo a ragione (ogni definizione classica salta con questi pedali magnetici…) perché abbiamo il magnete solo su un lato mentre quello opposto è libero.

Questo il lato coi magneti, i dischi argentei in primo piano.

Questo quello libero.

Che esamino per primo, così poi ci dedichiamo senza interruzioni alla vera particolarità di questi Magped Ultra.

La struttura è quella classica di un pedale flat da gravity, con corpo in alluminio e pin removibili.

Già da questa prima foto emergono una qualità costruttiva decisamente di alto livello: dalla lavorazione meccanica inecceppibile alla cura del dettaglio. Confermata da un peso tra 360 e 370 per la coppia (a seconda del magnete scelto) che puoi ottenere solo inseguendo l’eccellenza.

I pin sono presenti da ambo i lati, ossia quello libero e quello magnetico.

Ottima soluzione averli personalizzati, senza ricorrere alle solite brugole che, col tempo e lo sporco, diventano difficili da svitare anche perché l’ingaggio molto piccolo si rovina facilmente.

Qui abbiamo dei graziosi bulloncini.

Visto il prezzo finale, avrei aggiunto nella dotazione di serie una piccola chiave per svitarli. Comunque basta una bussola da 4mm, misura facile da reperire in commercio. Alla peggio si può ricorrere a una chiave tiraraggi multipla, quella tonda con più misure. In questo caso la “tacca” giusta è quella di solito contrassegnata col 12. Però meglio acquistare la bussola.  

Al momento in cui scrivo sono disponibili alcuni pin a ricambio, non vedo quelli dedicati agli Ultra. Immagino arriveranno e comunque l’azienda è molto attiva e solerte nel rapporto con i ciclisti, quindi credo che ottenere i pin ricambio non sarà un problema.

Al momento in cui pubblico (a distanza quindi dalla composizione) aggiorno con una notizia appena ricevuta: in ogni confezione è previsto un set di pin di ricambio). Ottima cosa.

Bene, risolto questo possiamo dedicarci all’attacco magnetico.

Il magnete è in neodimio, quindi il meglio disponibile come caratterisiche chimiche e meccaniche. E’ disponibile in doppia “forza”: 150N per ciclisti sino a 80kg di peso, 200N per ciclisti >75kg. Quindi forza di trazione di 15 o 20Kg.

E’ posto nella zona posteriore del pedale e questo sulle prime, senza cioè averli ancora montati, mi ha lasciato perplesso mentre scattavo queste immagini. Mi sarei aspettato di avere i magneti in posizione anteriore ma, ovviamente, è giusto così. 

Si integrano perfettamente nella linea del pedale, lo svettamento appare superiore per un insieme di prospettiva falsata e mancata compressione a pedale scarico, senza piede attaccato. L’ampia finestra anteriore/posteriore può accogliere i catadiottri in vendita separatamente. In alcuni Paesi sono obbligatori. 

Classica forma ottagonale, in queste viste si apprezza bene l’estrema accuratezza delle lavorazioni. La finitura è eccellente, solo la scritta Magped tende a graffiarsi dal lato flat pedalando con le piastrine avvitate alla scarpa. 

Molto belle le fresature laterali, con questo invito in diagonale che nella vista laterale non si nota ma ponendo il pedale di tre quarti si fa apprezzare. Si, sempre avuto un debole per le lavorazioni meccaniche accurate…

Il magnete poggia su un dumper elastico che ha doppia funzione: smorzare le vibrazioni e regolare lo svettamento del magnete rispetto al pedale.

La regolazione avviene tramite la brugola posta al centro del magnete, che ha il suo corrispettivo di ingresso dal lato opposto.

Basta poco per sistemare l’altezza magnete in modo che si attacchi perfettamente alla piastrina sotto la scarpa.

Io non so se i progettisti abbiano pensato a un uso alternativo della regolazione distanza magneti, cioè in senso inverso: lo allontani, schiacciandolo, e così diminuisce l’attrazione magnetica. Secondo me no, perché poi funziona peggio. Comunque, io la prova l’ho fatta…

Adesso vediamo come fissare la piastra affinché si agganci al magnete.

Nella dotazione di serie c’è tutto, compreso le viti a brugola in doppia lunghezza 10 e 12 mm nel caso si opti per il montaggio degli spessori in nylon.

In questa immagine possiamo apprezzare la lunghezza della piastra in acciaio. Come vedete, l’ho fissata al limite posteriore.

Questo significa che abbiamo ampio “range” di utilizzo, che non otteniamo come nel caso di tacchette Spd classiche regolandone la misura ma semplicemente scorrendo il piede. Se questo è un bene o un male, se cioè questo sistema sia altrettanto efficace permettendo sempre la corretta postura è argomento del prossimo paragrafo.

Nella vista laterale possiamo apprezzare la differente altezza senza spessore, con uno spessore o con due.

Posizionare la piastra in acciaio è assai semplice e veloce. Serve una scarpa due fori, quindi a standard Spd. E serve che abbia suola liscia e/o moderatamente tacchettata. Non va bene una scarpa da Mtb specialistica per capirci. 

Vi propongo l’immagine ufficiale di Magped che sintetizza le possibilità di montaggio.

Io qui di seguiot ho scelto le Chrome Industries Truk Pro bike, scarpa essenzialmente cittadina, per la parte fotografica. Nel corso della prova su strada ho sfruttato anche scarpe da Mtb, con suola compatibile. 

Suola liscia, incavo per la tacchetta, due fori.

Basta avvitare la piastra, che entra perfettamente. Qui è installata con uno spessore.

Come si vede, resta perfettamente incassata (ricordo: è montato anche uno spessore) senza pregiudicare uno dei punti di forza di questa scarpe Chrome Industries, ossia il poterci passeggiare tranquillamente.

Una volta fissata la tacchetta l’accoppiamento col pedale è perfetto. Coi pin ad aiutare il grip, e lo stesso vale ovviamente anche per il lato flat.

Ultime note per l’asse, dalla scorrevolezza eccezionale.

Questo è in titanio e ruota su tre cuscinetti sigillati. Altri modelli della casa lo hanno in acciaio.

L’ingaggio per fissare i pedali è solo a brugola.

Nell’immagine sopra si nota anche l’ingresso dell’asse, che è revisionabile agendo sulla brugola laterale.

Bene, credo di non aver saltato nulla; e quindi salto in sella per la prova su strada.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Ciao Fabio, ho ancora un paio di domande. Non che al momento abbia in programma di comprare altri pedali, ma non si sa mai…
    Comunque: se ho capito bene, il piede può muoversi avanti/indietro e ruotare sul magnete, ma regolazioni laterali non sono possibili in nessun modo, giusto?
    Secondo: hai avuto modo di provare come si comportano il magnete e pedale in condizioni sub-ottimali (bagnato, ricoperto di fango) e ti sei fatto un’idea se richiede manutenzione/pulizia costante intorno al magnete? Sul sito riportano ovviamente “nessun problema, mai”, ma volevo sapere se hai qualcosa da aggiungere di un po’ più sfumato…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Paolo, non ho fatto cenno nel test ad acqua e fango semplicemente perché non influiscono sulla funzionalità.
      Non c’è meccanismo che possa bloccarsi con lo sporco, se qualcosa si deposita scivola via appeni li usi e l’acqua non altera la funzionalità del magnete.
      Stesso discorso con la piastra, che è liscia e lunga e manco lì si deposita/accumula.

      Fabio

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        Quindi sostanzialmente sporco/fango non riescono ad accumularsi. Buono a sapersi 🙂

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Beh si, non essendoci il meccanismo spd ma questi cilindretti piani gli mancano gli interstizi dove restare. E lo stesso con la tacchetta.
          Poi ovvio, se lo poggi nel fango qullo si impasta, ma al momento di agganciare lo toglio via stesso al momento di innesto.
          Però non è pedale agonistico…

          Fabio

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    Ciao Fabio, prima di tutto complimenti per i tuoi articoli sempre, tutti molto dettagliati
    Sono da poco approdato nel mondo delle bici, costretto dall’ortopedico.
    Mi sto accorgendo di avere necessità di una maggiore aderenza piede-pedale, così impaurito dalgi spd sto guardando appunto questi pedali magnetici.
    Ho una trek checkpoint al3 , vado sopratutto in strada e qualche sterrato diciamo 80/20, ho visto che hai provato il modello ultra, tu pensi che il modello sport possa andare bene, dico questo sia per motivi di spesa che di adattabilità nel caso non dovessi trovarmi a mio agio, ti ringrazio per l’attenzione.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Francesco, coi test tendi a scegliere le configurazioni al vertice ma è regola che non sempre seguo, anzi. Ho gran simpatia per quello che gli altri snobbano, convinto che i ciclisti si perdono molto inseguendo le mode.
      Nel caso dei pedali magnetici ho preferito andare sui top ma se anche gli sport mantengono la stessa qualità (seppure con qualche raffinatezza in meno per contenere i costi) direi che ci siamo.
      Se, come mi sembra intuire, non fai alcun uso di pedali ad aggancio troverai i magnetici di facile utilizzo. Perché non hai assimilato ilmovimento di sgancio Spd, parti con terreno vergine ed è meglio.
      Importante la scelta della scarpa, una suola troppo “aggressiva” rende questi pedali inutilizzabili se non pericolosi.
      E valuta la selezione del magnete.

      Bella scelta la Checkpoint, con poche differenze è quella che ho provato io mantandola col GRX e mi ha dato e sta dando grandi soddisfazioni. In barba alla leggenda dell’alluminio scarso…

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    Bene, ero quasi convinto e ora lo sono di più, per le scarpe ho le scott crus-r boa 2019, non sono prorprio piatte come suola ma credo possano andare, almeno da quanto vedo sul sito magped.
    Non mi resta che ringraziarti e continuare a seguirti sul blog veramente illuminante.

  • <cite class="fn">michele ciaglia</cite>

    vorrei sapere se sono adatti a chi fa enduro e dh……si perdono i pedali se si “tira ” veros l’alto la bici? tipo manovra nose press o bunny op…….. ho una ebike da puro enduro

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Michele, se leggi la recensione puoi scoprire che a perderli non li perdi ma non sono assimilabili a pedali spd.
      Richiedono un approccio, sia tecnico che mentale, diverso.
      Comunque, un nose press lo reggono senza problemi, un bunny op no, nell’ultima fase della manovra potresti applicare lo stesso movimento che serve allo sgancio.

      Fabio

  • <cite class="fn">rickyfant</cite>

    Ciao Fabio.
    Riprendo questo post anche se ormai datato, sperando tu possa rispondermi. Purtroppo ho avuto un incidente serio in strada con la mia gravel. Sono caduto di peso sull’anca fratturandomi il femore. Lo sbandamento della ruota anteriore che ha causato la caduta è avvenuto in modo talmente rapido da non darmi il tempo di reagire con la dinamica di sgancio, che per quanto automatizzata richiede un minimo di neuroni dedicati. Non avessi avuto il piede ingaggiato dagli spd probabilmente mi sarei salvato. Ora sto per riprendere la bici e sto valutando questi Magped come ausilio per superare il timore che la circostanza possa ripresentarsi. Ti chiedo: è sensato ritenere che questi pedali magnetici ti diano un vantaggio nello sganciamento di emergenza non “ragionato”? Dalla tua recensione sembrerebbe forse di no. Io prenderei gli Sport 2.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Ricky, no, meglio prendere spd con molla molto “lenta” e tacchette Shimano che possono essere sganciate in ambo i versi.
      I magped sono veloci ma non intuitivi, serve il neurone bello attivo…

      Fabio

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