Oggi non vi parlo di bici

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Oggi non vi parlerò di bici. Nessun test, niente tecnica, nemmeno chiacchiere sulla mobilità.

Oggi occuperò questo spazio e il vostro tempo con pensieri figli della cronaca.

La cronaca di questi giorni che mi impedisce di tacere, mi impone di riflettere.

La situazione sanitaria precipita a una velocità che non credevamo possibile. Che non abbiamo voluto credere possibile.

In poche settimane, in pochi giorni, si sta verificando il peggior incubo. I contagi a migliaia, le terapie intensive che salgono a ritmo vertiginoso, ospedali che in alcune zone stanno chiudendo gli accessi per mancanza di posti.

Potrei star qui a elencare le tante, troppe manchevolezze di chi nei ruoli decisori ha sottovalutato la portata della pandemia.

Bastava guardare ai nostri confini per capire, già ai primi di ottobre, su quale china ci saremmo trovati.

Potrei accusare una politica che a ogni livello ha fallito nei punti fondamentali, tentando una impossibile quadra tra esigenze economiche e sanitarie.

Potrei elencarvi le tante, troppe incongruenze di decreti e ordinanze che a ben poco servono, se non a peggiorare lo stato economico senza colpire al cuore il problema sanitario.

Sarebbe facile, facilissimo.

E potrei assolvermi da ogni responsabilità, io che non ho poteri di comando.

Potrei accusare, trovare colpevoli, invocare condanne. Essere accusatore e giudice di un ceto politico inadeguato, per cultura e capacità. Senza eccezioni di appartenenza.

Potrei scagliarmi contro chi ha cavalcato paure e ansie, curandosi solo delle successive elezioni.

Potrei mostrarvi l’ipocrisia che seleziona tra parole e gesti di chi nega o minimizza, solo per assicurarsi una manciata di voti o un minuto di visibilità.

Potrei indicare uno a uno tutti gli slogan vuoti pronunciati a favore di chi aspettava solo chi glieli recitasse, per sentirsi rinfrancato nella propria ignoranza.

Potrei raccontarvi le mie manchevolezze, di quando anche io ho creduto esserne fuori e la voglia di lasciarmi tutto alle spalle mi ha fatto abbassare la guardia. 

Non lo farò. Non parlerò di nulla di tutto questo.

Non io, non sono fatto così.

Dinanzi a un problema cerco la soluzione, ci sarà poi tempo per discutere le cause.

Una soluzione che però non ho e questo, per uno abituato da sempre ad affrontare ogni difficoltà a testa bassa è scoraggiante.

Ancor più scoraggiante sarebbe se mi rendessi conto di essere del tutto impotente.

Ma non lo sono, non mi sento tale.

Posso fare la mia parte, forse piccola ma non per questo meno importante.

E’ la somma dei piccoli quotidiani gesti che ci porta al totale del cambiamento.

Un gesto è anche questo articolo, questo rivolgermi a voi che mi seguite, che siete tanti e che vi siete sempre fidati di me. E anche quando in disaccordo mai avete dubitato della mia sincerità, della mia onestà, del mio non essere al servizio di alcuno se non dei lettori.

Abbiamo il diritto di pretendere da tutti quelli che hanno potere decisorio di usarlo in maniera corretta e secondo il sapere scientifico; non seguendo i sondaggi di gradimento.

Abbiamo il dovere di fare la nostra parte. 

Non è un caso se la pandemia viaggia veloce lì dove prospera la democrazia. E se qualcuno ritiene che indossare una mascherina sia violazione della libertà personale ha capito nulla.

Il bene collettivo passa attraverso la compressione della sfera di libertà individuale. Attenzione a non dimenticarlo mai.

Ma noi siamo una democrazia, dove la libertà di pensiero è sacrosanta e tutelata. 

Peccato si confonda la libertà di pensiero con il diritto alle sciocchezze e alla menzogna. 

Perché chi diffonde false notizie sta minando proprio la nostra libertà. Senza informazioni corrette le nostre azioni saranno sbagliate.

Ve l’ho dimostrato negli anni, fornendovi sempre accuratezza nelle informazioni per aiutarvi nelle vostre scelte, sempre consapevoli.

Un mio errore sarebbe un danno, lo so. Ma un danno relativo, io parlo di bici.

Ben diverso se l’informazione falsa porta a una falsa percezione della realtà, con conseguenze catastrofiche per la collettività.

Il momento è difficile, ben più di quello affrontato la scorsa primavera.

Lo è sul piano sanitario; lo è ancor più sul piano sociale.

E’ saltato del tutto quello spirito comunitario che a marzo ci ha unito, ci ha fatto accettare sacrifici pesanti. Umani ed economici.

Molti di noi hanno visto andare in fumo anni e anni di lavoro, sacrifici, impegno. Molti di noi hanno dovuto subire lo strazio di non poter essere vicino ai propri cari nel loro ultimo addio. Molti di noi non hanno nemmeno potuto celebrare quel fondamentale rito che serve a noi che restiamo più che a coloro che ci lasciano.

Abbiamo dimenticato con facilità.

Eppure non riesco a togliermi dalla testa che avremmo potuto impedire di trovarci adesso a raccontare una situazione disastrosa se solo avessimo seguito poche regole, con sacrifici tutto sommato minimi.

Mascherina, igiene, distanza, tutto qui.

E non ci saremmo così ritrovati a doverne sopportare di ben più pesanti. Perché da questa nuova ondata molti di noi non si riprenderanno. 

La nostra estate spensierata ci ha fatto rilassare, illudendoci che fosse tutto alle spalle.

Mesi preziosi sprecati tra sterili polemiche e campagne elettorali, per il ceto politico; capaci di generare in noi una falsa sicurezza, per i cittadini. 

Non ho soluzioni certe e non me ne aspetto calate dall’alto.

Abbiamo esperienza, sappiamo che con i nostri quotidiani gesti possiamo fare la differenza. Una differenza importante se saremo maggioranza. Decisiva se saremo tutti.

Ma oltre alle norme sanitarie vi chiedo, non invito ma chiedo proprio, di informarvi con cura.

Andando alle fonti della notizia, assicurandovi della loro veridicità. 

E’ importantissimo smetterla di veicolare messaggi scientificamente sbagliati, che arrivano da illustri sconosciuti.

Indossano un camice, mettono due riviste in libreria e si spacciano per scienziati.

La competenza è un bene prezioso; la specializzazione ancor di più.

Uno non vale uno. Non mettiamo sullo stesso piano scienziati di una materia con gente che non sa nemmeno dove si mette la H.

Non esistono complotti, forze occulte, governi ombra. 

Esiste un maledetto virus che uccide le persone e distrugge il tessuto economico e sociale come lo conosciamo.

E’ lui adesso l’unico colpevole che dobbiamo abbattere.

A guerra vinta faremo i conti con i pavidi, i conniventi, i collaborazionisti.

Ora no, ora facciamo tutto ciò che possiamo per essere noi a sventolare la bandiera della vittoria. 

COMMENTS

  • <cite class="fn">morescopiero</cite>

    Pensieri molto saggi e profondi. Ma ormai mi sto convincendo che per condividerli bisogna avere un minimo di cultura e di analisi, che purtroppo vedo sempre meno.
    Io sto con Te.
    Grazie

  • <cite class="fn">Giorgio</cite>

    Caro Fabio, grazie per questo articolo. No, certo, uno non vale uno…

  • <cite class="fn">danant49</cite>

    Condivido appieno il tuo pensiero con queste brevi mie considerazioni; forse la soluzione di un problema così complesso è molto semplice, come salire in sella a una bicicletta e pedalare senza sapere perchè si sta in equilibrio; penso che il Covid 19 sia la risposta del sistema Terra che tende ad autoregolarsi rispetto alle azioni di un’ umanità frenetica che cerca ora di contrastare il nemico che essa stessa ha generato; soluzioni semplici e individuali “Mascherina, igiene, distanza, tutto qui” e vadano via i soloni (in particolare medici e virologi) che vogliono farci credere di avere le soluzioni al problema. Se vogliamo ricorrere alla Scienza affidiamoci anche a Fisici, Chimici, statistici, ingegneri e architetti e soprattutto alle donne per intervenire localmente laddove ce n’è realmente bisogno senza sparare a zero con cannoni atomici in ogni direzione indebolendo si il virus ma anche l’umano che l’ospita

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