Met Rivale

La prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

La prova su strada 

Casco sportivo il nostro Met Rivale.

Ma fedele all’impostazione che sto dando a quasi tutti i test di quest’anno, non mi limiterò all’uso sportivo stradale: amplieremo le vedute portandolo anche in moderato fuoristrada, nel gravel insomma. 

In realtà avrei potuto scrivere questa recensione senza nemmeno indossarlo. Conosco così bene i caschi Met che mi sembra di usarli da sempre. Ma sono pignolo fino alla petulanza, quindi diligente l’ho messo sulla capoccia e sono andato zonzo per strade e campi, piano e veloce (più il primo…), ho incontrato giornate che promettevano l’estate e altre che ricordavano l’inverno: insomma, ho coperto ogni possibile situazione.

Non è il primo casco di cui leggete e quindi già sapete che la loro recensione non prevede prove di laboratorio o crash test. 

Uno lo feci, involontario, quando un automobilista frettoloso mi tirò giù a una rotonda. Diedi una notevole craniata a terra, impattando forte con la tempia. Indossavo il casco, meno male, ed era proprio un Met Helmets: il Manta che avevo da poco recensito. Se prima di quella caduta apprezzavo i caschi Met per i loro oggettivi pregi, da lì in poi il rapporto è diventato personale. Resto convinto che se non avessi indossato un casco di assoluta qualità non mi sarei rialzato preoccupandomi solo dei danni alla bici e inventando un nuovo repertorio con cui apostrofare l’automobilista fuggiasco: nulla di benevolo, ovvio.

Quindi, sperando di non dover aggiornare questo test con le note su un altro involontario crash test, cosa c’è da valutare in un casco sportivo?   

Comfort, calzata, aerazione, traspirabilità degli interni. Quattro voci; le ultime tre semplici da verificare, la prima no.

Comfort è omnicomprensiva come valutazione, ricomprende tanto e in un certo senso racchiude le altre.

E può essere figlia di considerazioni soggettive. Del resto ognuno ha capoccia diversa, dentro e fuori. Mica è scontato che ciò io trovi assai comodo un altro ciclista faccia altrettanto.

Per questo non inizierò da lei, preferendo riassumerla alla fine.

Calzata.

Trovare la giusta regolazione è operazione dal risultato certo. Questo grazie al corretto percorso del cinturino sottogola a monte dei divider e al Safe T Advanced.

Richiede per questo qualche minuto la prima volta che si indossa un Met Rivale.

Meglio non abbandonarsi alla fretta e provare anzitutto le differenti altezze permesse dalla regolazione in lunghezza del Safe T Advanced.

Una volta trovata quella per noi giusta, ossia quella che “abbracci” la parte bassa della nuca, possiamo dedicarci ai divider, che dovranno trovarsi un dito sotto le orecchie.

Richiedono anche loro qualche momento in più. Il sistema a clip significa avere perfetta tenuta una volta chiusi (non serve regolarli spesso come avviene con quelli a scorrimento) ma di contro richiedono più tempo per essere posizionati.

Fatto questo resta solo la lunghezza del cinturino, operazione istantanea. 

Cinturino privo di patta a protezione della fibbia, come sempre (o quasi) sui caschi sportivi. Non ne ho sentito la mancanza.

Il contatto con la leggera fibbia in nylon non è fastidioso e non pizzica chi preferisce avere la barba.

Aerazione.

Già a vederlo da fermo, l’arsenale di bocche spalancate sul frontale fa presagire un bella quantità d’aria in ingresso.

Così è, infatti. La grossa presa centrale che si sviluppa generosa in lunghezza permette al vento della corsa di arrivare a lambire ben oltre la fronte. Tanto che nelle uscite più fresche ho sentito la necessità di indossare un berrettino, anche perché lì di capelli non ne ho…

Ottimo l’apporto di aria nuova ai lati; le prese di ingresso sono ampie il giusto e correttamente sagomate per catturare e incanalare il flusso.

Viaggiando veloci si avverte netto il sibilo del vento che scorre.

Ma è quando si va piano che puoi scoprire l’efficacia della ventilazione, se cioè è stata ben progettata.

E siccome di solito è in salita che si procede lenti (io, sicuro) e in più si pedala sotto sforzo, ecco che la testa al fresco è una priorità.

Qui ho ritrovato la presa superiore a effetto Venturi che è il segno distintivo dei caschi top dell’azienda.

Ne ho sempre apprezzato e riconosciuto l’efficacia durante gli altri test, ovviamente qui ho avuto l’ennesima conferma.

Quindi ho subito ritrovato la sua capacità di tenerti fresco e asciutto per quanto possibile anche a bassissima velocità; e il piacevole “spiffero” quando l’andatura sale inversamente alla strada.

Ma come detto nel paragrafo precedente, l’immissione serve a nulla senza una efficace espulsione.

Torna l’efficacia della presa superiore, che si convoglia aria fresca, ma il vortice creato dalla depressione interna (sempre effetto Venturi) velocizza il deflusso dell’aria calda.

Le grosse aperture posteriori fanno il resto; col risultato che non si forma condensa.

Unico rovescio della medaglia con tanta abbondanza di aperture è che sono anche via facile per la pioggia. Del tutto normale, non è casco invernale, non prevede scudi a chiudere le prese d’aria, quindi etichettiamo come ovvia modalità d’uso e non limite.

Il Met Rivale mi ha accompagnato anche in fuoristrada.

Non è casco da offroad ma con l’ascesa del movimento gravel il confine si è fatto labile.

Più dei mountain biker sono gli stradisti ad aver abbracciato e fatta propria questo nuovo e antico modo di vivere il ciclismo.

Facile quindi che tra la propria dotazione figuri un casco stradale, tra l’altro più indicato perché il “taglio” alto della fronte non pregiudica la visibilità pedalando in presa bassa.

In gravel si viaggia mediamente più piano che su asfalto; fatica supplementare a parte c’è da fare i conti col telaio rigido che impone passo più tranquillo.

Tranquillità che non significa minor fatica, anzi. Ci si muove tanto, si suda tanto.

E non potendo contare sul volenteroso apporto della velocità a tenerci freschi, dobbiamo affidarci alla ventilazione offerta dal casco.

Che non ha deluso, come non lo aveva fatto in salita. 

Avrei preferito la possibilità della retina anti insetti, magari se non affogata dell’EPS almeno come optional integrata in una diversa imbottitura.

Ne parlai con Met Helmets tempo addietro, mi spiegarono che è filosofia della casa installare la rete sui caschi della gamma Active, come il Crossover da poco recensito.

Accetto ma resta il mio disaccordo. Insetti e corpi estranei non fanno differenza sul casco che stai indossando, non hanno una tabella coi modelli e dicono “ah no, questo è uno sportivo, tormentiamo la fronte di un altro ciclista…”.

Riconosco che una rete rovinerebbe parecchio la linea del Rivale; e sempre io, lo stesso che rileva la mancanza, inorridirei a vederla su quel capolavoro di design che è il Trenta K. Però almeno per alcuni modelli sportivi, penso anche all’ottimo Strale, pensare un sistema che salvi estetica e funzionalità forse è fattibile.

Removibile, da usare giusto quando hai l’insana idea di lanciarti per sentieri con erba alta in primavera, disturbando milioni di insetti che, non gli do torto, cercano vendetta…

Traspirabilità degli interni.

Aerazione efficace o no, la bici è fatica; fatica è sudore.

Nessuna ventilazione può impedirci di sudare. Può limitarla a livelli accettabili.

Ma poi, sempre, il casco inumidisce all’interno.

Quindi il vero punto da risolvere non è non sudare ma asciugare in fretta.

Nulla di così fastidioso come imboccare la veloce discesa dopo l’ardua salita e avvertire netta la sensazione di bagnato in testa. Che raffreddando velocemente ci darà pure un bel mal di testa alla sera.    

Per non incorrere in questo irritante inconveniente servono due cose: interni di qualità e espulsione immediata dell’aria calda (il flusso veloce evita condensa e tutto asciuga veloce).

La seconda abbiamo visto c’è; la prima pure.

A vederla l’imbottitura interna sembra calda; forse il colore, forse l’aspetto del tessuto ma a me ricorda qualcosa che rilasci tepore.

L’apparenza, per fortuna, inganna. Sono freschi, morbidi, piacevoli al tatto e asciugano subito. Giusto qualche istante in più di altri, più sottili ma anche più scomodi.

Il comfort.

Dopo quanto scritto fin qui, questo sottoparagrafo sarebbe inutile.

Comfort è tutto, è l’insieme di molti aspetti. Già analizzati.

Però c’è qualcosa in più. Oltre calzata, areazione e traspirabilità serve quella (piacevole) sensazione di non avere il casco in testa.

Vi è mai capitato di indossare caschi che stringono alle tempie? Che fanno avvertire l’EPS? Coi divider che premono o il cinturino che sfrega?

Questo e tanti altri piccoli e grandi fastidi che, oltre evidenti mancanze negli aspetti già esaminati in dettaglio, fanno passare la voglia di indossare il casco.

O fanno venir voglia di usarne uno buono, come questo Met Rivale.

Lo porti con naturalezza, non ti senti mai costretto senza che manchi la sensazione di sicurezza, di una testa ben fasciata.

Comfort di ottimo livello e sotto questa voce inserisco anche il perfetto taglio della zona frontale.

Che permette ampia visibilità in presa bassa, evitandoci dolorose tensioni eccessive al collo per osservare la strada.

Il taglio sopra le orecchie è ben sagomato e c’è spazio per gli occhiali, anche quelli con astine più spesse. 

Insomma, in definitiva il casco che per qualità e tecnica mi aspettavo di trovare.

Possiamo stilare il bilancio conclusivo.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    …e poi risparmiare sul casco è proprio inutile: se non lo si urta e lo si tratta bene (cioè lo metti in testa e basta) dura per anni….

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Verissimo Adriano; anche se bisogna valutare in caso di risparmio su cosa si risparmia.
      Sto ultimando, per esempio, il test di un altro casco che costa la metà e si, differenze ovviamente ci sono. Però anche scendendo di prezzo ho visto che ormai la qualità c’è.
      L’importante è che il casco sia proposto da una ditta seria, affidabile e di provata esperienza.
      Del resto anche il Crossover, per restare su Met, costa poco ed è davvero ben fatto.
      Poi ti fanno pure il Trenta in carbonio ma lì è altra storia…

      Fabio

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    Ho il Rivale da poco più di un anno e non posso che essere completamente d’accordo con quello che hai rilevato nel test. Sin da subito mi hanno sorpreso la perfetta calzata e l’adattabilità che permette di indossarlo come un guanto. Una volta in sella è praticamente come non averlo. Un paio di volte sono uscito in bici dimenticandolo a casa e questo la dice lunga su quanto sia impalpabile la sua presenza: quando c’è è come non averlo. Io ho la variante Nereo matte/lucido e devo dire che esteticamente è uno dei caschi che mi convince di più, nella medesima fascia di prezzo. L’areazione è ottima e si apprezza d’estate durante le salite che mettono alla prova le capacità d’equilibrio .
    Questo per contro ha il suo rovescio della medaglia d’inverno: uso il casco in tutte le stagioni anche per commuting e devo dire che uscendo dalla città hai modo di rinfrescarti “le idee”. Quindi sottocasco nei mesi invernali, ma in realtà l’ho sempre indossato…
    Conclusioni?! Perfettamente soddisfatto e dopo pochi mesi ho comprato un altro Met. Questa volta per la MTB!
    Daniele

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Danié, mi ero dimenticato che avevi pure tu un Rivale: un altro che non si fida…

      😀

      Fabio

  • <cite class="fn">xtanatos</cite>

    Anche io ho il Rivale da un anno circa e non posso che confermare tutte le sensazioni della recensione !
    Leggero e veramente ben areato.
    Aggiungo anche la mia esperienza con l’assistenza: un mese dopo averlo preso la rotellina non stringeva più lasciando largo. Ho contatto il fornitore e ho scoperto che non viene fornito il prezzo di ricambio, in compenso MET mi ha sostituito il casco in brevissimo tempo ! Bravi !
    Devo anche segnalare l’unica cosa che non mi piace: la dimensione della rotellina di regolazione. Non era grosso problema fino a quando ho preso la luce LED; quest’ultima è davvero ben fatta e comoda ma ingloba completamente la rotellina tanto che risulta difficile accedere ad essa con la muce montata (non vi dico in inverno con i guanti !!).

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Massi, non sapevo che anche tu usassi il Rivale; anche tu nelle fila di quelli che non si fidano… 😀

      Si, è politica della azienda evitare che il ciclista metta le mani sul casco per ripararlo da solo, col rischio di compromettere la sicurezza con un intervento malfatto.
      Per questo non forniscono i ricambi preferendo offrire assistenza diretta che, come hai potuto sperimentare, è assai pronta ed efficace.

      Rotellina con luce montata; uso la luce su tutti i caschi Met che possono montarla (e in pratica li ho quasi tutti ormai) e non ho mai avuto difficoltà, sia in marcia che indossando guanti invernali. Pollice ed indice ad afferrare sopra e sotto, cioè le due “finestre” che si creano montando la luce, ma arrivandoci di lato e via a stringere o allentare.
      Se in tutti i test dei caschi che usano questa luce avessi incontrato qualche problema ne avrei scritto ovviamente ma non mi è mai successo. Per questo mi sembra strano tu abbia questa difficoltà.

      Fabio

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