Met Manta

Il sistema di aerazione

Tempo di lettura: 6 minuti

Il sistema di aerazione

Tredici prese di ventilazione sono sufficienti? Viene da chiederselo quando abbiamo caschi che ne sfoggiano tranquillamente fino a una decina in più, tanto che è maggiore la superfice aperta che quella piena.

Dopo abbondanti prove, svolte nel torrido caldo che ha attanagliato la Penisola nel mese di giugno e in questa prima metà di luglio, posso dire che le prese d’aria sono sufficienti; e lo dice uno abituato a scegliere il proprio casco guardando alla presenza della ventilazione frontale. Sono anni infatti che per le mie pedalate uso un casco con una presa anteriore particolarmente efficace.

Indossando questo Manta ho temuto ne avrei sofferto la mancanza. Invece no. Certo, qualcosa si paga, ma molto meno di quanto immaginassi e il gel pad poi aiuta davvero tanto.

Nelle due successive immagini ho evidenziato con una luce le sette prese di immissione dell’aria.

Come si vede sono ampie e ben posizionate; ma quella che più mi premeva verificare era la superiore, quella con effetto Venturi. Già presente sul Met Strale ma meno raffinata perché qui si aggiunge la conformazione dell’ingresso NACA. Siamo davanti a un top di gamma e anche la lavorazione della presa Venturi segue lo standard complessivo più elevato.

Sto distinguendo tra NACA e Venturi perché non sono la stessa cosa, anche se spesso convivono come in questo caso. Con presa NACA intendiamo la “forma” del condotto di immissione, il percorso cioè che il flusso d’aria deve percorrere e che viene sagomato per convogliarla garantendo al contempo una bassa resistenza aerodinamica. Con effetto Venturi intendiamo ciò che succede all’aria una volta entrata in circolo.

Ma cos’è l’effetto Venturi? Ne parlai già nel test precedente. Piuttosto che impazzire per trovare una metafora diversa scelgo la strada più semplice: ricopio qui quanto scritto nel test del Met Strale 😀

“…è un paradosso e spiegarlo non è semplice per me, studente non dei migliori in fisica. Ci provo.

Nelle giornate più afose tutti noi iniziamo il giro della casa sperimentando diverse combinazioni di finestre aperte e chiuse. Fuori c’è poco più di un leggero refolo, eppure una volta trovata la combinazione giusta riusciremo a ottenere una dolce brezza rinfrescante. Questo perché il nostro timido refolo una volta costretto a passare attraverso una strettoia, cioè la finestra, aumenterà la sua velocità per mantenere inalterata la sua massa. Se però ci spostiamo in una stanza più ampia tutto il nostro bel venticello sarà sparito, anche se le tende della finestra si agitano baldanzose. E infatti raggiungendola riacciuferemo la nostra provvidenziale frescura e questo perché la brezza ha rallentato nel locale più ampio; ma in prossimità della seconda strozzatura, nel nostro esempio domestico rappresentata dall’altra finestra aperta, l’accumulo di massa determinerà un nuovo aumento della velocità in uscita. In pratica con l’effetto Venturi abbiamo un flusso che in condizioni normali nemmeno avvertiamo, ma se lo sottoponiamo a questo paradosso ne aumentiamo l’efficacia. Il vento fuori casa quello è, non è che aumenta se apriamo le finestre. Siamo noi a costringerlo aprendo, appunto, le finestre.

D’accordo, ma tutto questo come lo riportiamo sul nostro casco? Avere una presa d’aria a effetto Venturi significa che in teoria anche a bassa velocità, e quindi con un flusso limitato, grazie a questa otteniamo una moltiplicazione della sua efficacia: testa al fresco pure andando piano.”

La nostra testa è al fresco anche andando piano? Si, e la presa a effetto Venturi di questo Manta funziona meglio di quella dello Strale, grazie anche all’invito NACA sagomato in ingresso.

In dettaglio possiamo vedere la presa di ingresso, con un poco di attenzione la lavorazione per dividere il flusso e in chiusura gli sfoghi per l’aria calda con le alette che ne accelerano l’evacuazione.

Bene, questo Met Manta tra le nostre mani non ha più segreti. Indossiamolo e partiamo con la prova su strada.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Come sempre ottima recensione. Posso fare un appunto solo grafico/di impaginazione? Si riuscirebbe a mettere dei tasti di avanzamento di pagina a fondo pagina? Un “NEXT” o simile bello grande? Soprattutto per la navigazione da mobile è piuttosto difficile andare a beccare il numeretto della pagina successiva senza scorrere tutta la pagina a ritroso per andare all’elenco in alto…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Damiano, hai ragione. Comunque oltre i numeri di pagina trovi poco più sotto il titolo del paragrafo successivo che è cliccabile. Dopo il box autore per capirci.
      La paginazione lavora grazie a un apposito software e le frecce next e previous sono attivate ma per ragioni che ancora non ho compreso non sono visibili. Avverto anche io la necessità di avere una navigazione più fruibile e ci sto lavorando. E l’unico modo per capire se una modifica funziona è attivarla e vedere come va. Preferisco evitare di mettere il blog offline mentre testo i pkugin. Un poco di pazienza, sono praticamente da solo a occuparmi di tutto…

      Fabio

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    Salve! Ma quante ore effettive di ricarica occorrono? Grazie!

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Ciao Fabio, ho comprato da un pò questo splendido casco per sostituire il mio vecchio Viper MX della Casco, quest’ultimo non proprio un casco da corsa su strada su strada però fatto molto bene.Con l’arrivo del gran caldo e le pedalate al tramonto mi sono accorto però di una cosa. Il Viper era dotato di una retina interna che impediva agli insetti entrati dalle fessure di aereazione di dar noia. purtroppo il MET non ha lo stesso accorgimento e proprio ieri mi sono dovuto fermare più di una volta causa ingresso di insetti nel casco con non pochi fastidi. Sai se anche loro hanno a disposizone come accessorio una qualche protezione interna oppure se devo indossare per forza qualcosa sotto tipo bandana, cappellino ect?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, purtroppo la retina non è prevista nemmeno come optional.
      Dico purtroppo perché ho rilevato la cosa nel test del Crossover che la usa e nel test di prossima pubblicazione del Rivale che non la usa.
      E’ politica di Met dotarne solo i caschi gamma Active, la Strada no.
      Ma il moschillo mica lo sa se un casco è sportivo o no…

      Comunque non è difficile creare una protezione a rete, basta un ferramenta ben fornito. Si taglia una pelle di rete e si incolla all’imbottitura removibile (mai all’EPS) e il gioco è fatto.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Buongiorno a tutti. Voglio sfruttare questo spazio stamattina per ringraziare pubblicamente la MET. Ieri il mio Manta mi ha letteralmente salvato la vita. Pedalavo di buon ora su tratto rettilineo ad una bella velocità mentre godevo l’aria fresca del mattino.All’improvviso in maniera inattesa un cane spuntava da dietro un muro assalendomi sulla ruota posteriore.Fra lo spavento ed il tentativo di evitare l’aggressione ho perso il controllo della mia Dogma, rovinando a terra sul fianco sinistro e sbattendo violentemente la tempia sull’asfalto. Le urla hanno fatto scappare l’animale e dopo attimi di intenso dolore mi sono messo seduto, per poi pian piano riuscire a rimettermi in sella e fare i pochi chilometri verso casa. Proprio li fra le tante escoriazioni ed i dolori lancinanti alla spalla ed al torace, mi sono accorto del terribile impatto sul casco. Esso ha assorbito alla perfezione, lesionandosi si, ma salvandomi letteralmente. Grazie ancora MET.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      E porca pupazza! Si, vale sempre che uno dice “meno male che puoi raccontarlo”.
      Io invece penso sempre che sarebbe meglio non doverle proprio raccontare queste cose.
      Comunque, spero che una importante testimonianza come la tua, purtroppo diretta, aiuti a far capire che il casco in bici serve, sempre.
      Quale che sia purché sia buono.
      In gamba Giovanni

      Fabio

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