Met Helmets Corso e Grancorso

Le conclusioni

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Le conclusioni

Quando ho contattato Met Helmets per chiedere un casco urban in prova avevo specificato il solo modello Corso; reputavo inutile per l’azienda affidarmi il Grancorso, visto che bici a pedalata assistita qui non ne tratto e quindi sarebbe mancato il pubblico di riferimento.

Ulysse, Pr dell’azienda, mi ha convinto a mettere sotto la lente d’ingrandimento anche il fratello maggiore, chiedendomi proprio un parere sulla validità di un casco progettato per bici elettriche pedalando di soli muscoli.

Ero perplesso all’inizio, non sapevo come impostare il test. Si, d’accordo, una ebike me la sono fatta prestare ma più per saggiare la validità delle visiere che il casco in sé. Perché, diciamolo, in testa non avverti differenza se un casco è per ebike o no.

Cercavo una chiave di lettura, qualcosa che mi permettesse di svolgere un buon lavoro; perché io voglio pubblicare articoli buoni e utili, no pubblicare tanto per riempire spazio.

Finché mi sono reso conto che erano tutte fisime inutili: un casco è un casco, che pedali di gambe o di motore alla fine deve fare il suo dovere.

Proteggere anzitutto e se il Grancorso sia più sicuro del Corso potrei dirvelo solo sbattendo, letteralmente, la testa nel muro. Non è il caso.

Essere comodo e leggero, perché il comfort è un elemento importante nel nostro pedalare bene; e la leggerezza invoglia a tenerlo sulla capoccia, senza farcelo lasciare, stupidamente, a casa.

Garantire un sufficiente flusso d’aria e non permettere la formazione di condensa, perché quando si pedala si suda e perché si pedala pure su una ebike.

Avere, possibilmente, quei plus che aumentano la sicurezza passiva: ossia sistemi di illuminazione e alta visibilità, facilmente azionabili e affidabili.

Insomma, il Grancorso sarà pure per ebike, ma resta un casco da bici a tutti gli effetti; quindi si, potevo sottoporlo a test ugualmente e l’ho fatto.

E sono contento di averlo fatto, perché ne è venuto fuori un test interessante. Molto lavorato, non è stato facile unire e dividere, saltare da uno all’altro cercando di non sovrapporre; sia nelle impressioni su strada che qui con le parole.

Promuovo anzitutto la leggerezza, tra i due caschi ho rilevato appena 30 grammi di differenza (290 il Corso, 320 il Grancorso), ovviamente alla bilancia. Non esageriamo, sensibile si ma capace di sentire 30 grammi in meno sulla testa sarebbe solo ridicolo se provassi a scriverlo.

Può sembrare un elemento secondario su un casco a vocazione urbana, dove, per definizione, non si passano ore in sella. Invece la leggerezza è uno dei parametri, insieme al comfort, che su un casco cittadino deve essere curato. Persino io, da sempre sostenitore dell’utilità, anzi della necessarietà di usare sempre il casco, a volte confesso di lasciarlo a casa. Sono pochi chilometri, per lo più in zona pedonale, giusto un salto al supermercato per quelle due sciocchezze che ho dimenticato: devo mettere questo coso in testa, sudare, non so dove riporlo ecc. Sono decisamente un cattivo esempio per voi 😀

Un casco che quando lo indossi non ti pesa, non ti fa sudare, è comodo e non irrita lo indossi con piacere: e non hai scuse.

Più che la leggerezza del Corso mi ha colpito quella del Grancorso; ma come se è più pesante? Giusto, ma abbiamo visto di appena 30 grammi. Ha calotta di dimensioni superiori, accoglie una maggiore quantità di materiale interno, ha la fascia inferiore rifrangente molto estesa (e sicuramente più pesante) i magneti e così via.

Il fatto che pesi solo pochi grammi più del fratello Corso significa che sono stati impiegati materiali di alta qualità, non semplicemente più materiale. E non è poco.

Promuovo il comfort, assai elevato per il Grancorso, di ottimo livello per il Corso. La regolazione della calzata è più precisa sul primo, che può vantare un sistema più raffinato; ma anche quella semplice del Corso svolge perfettamente il proprio dovere.

Oltre che una questione di comodità, un casco che non balla è un casco sicuro, che può svolgere il lavoro per cui è stato progettato.

Promuovo il sistema di ventilazione perché fa caldo e si suda pure in città (e pure con una ebike se ci dai dentro o hai scaricato la batteria…) e le due prese frontali si sono rivelate assai efficaci. La proporzione di vuoti e pieni e decisamente a vantaggio di questi ultimi e quindi non era un risultato scontato.

Promuovo il senso di sicurezza che ti da indossare dei caschi che, te ne accorgi, ti avvolgono più di un modello sportivo ma non infastidiscono mai.

Promuovo il look, la linea classica, forse già vista, ma interpretata con sobrietà ed eleganza; mi sono piaciute molto le canalizzazioni sulla calotta, danno quel tocco sportivo che non guasta.

Promuovo il prezzo, decisamente ottimo per il Corso: appena 65 euro di listino, doppia visiera e luce a led compresi.

Il prezzo del Grancorso richiede qualche considerazione: 140 euro di listino, a cui aggiungere altri 29 o 39 euro a seconda della visiera scelta (optional davvero utile, anche per pedalatori solo muscolari) e ancora 29 euro per la luce a led ricaricabile e con sensore crepuscolare fanno salire il totale fino a sfiorare i 200 euro o superarli. In assoluto una bella cifra. Ma a parte che è sempre possibile diluire la spesa, acquistando poco alla volta, vale tutti questi soldi?

Se tengo conto delle qualità costruttive, dei materiali, delle finiture, del superiore comfort, della leggerezza, il prezzo del solo casco è più che giustificato. Lo diventa ancor più perché con quella cifra sto portandomi a casa un casco con una omologazione superiore, più restrittiva nei parametri: un casco più sicuro, insomma.

Quindi, poiché alla mia capoccia ci tengo, direi che l’investimento si può fare.

Le visiere sono ambedue di ottima qualità, quindi immagino lo sarà anche la terza, quella fumé che manca in queste pagine.

La luce ha il plus del sensore, che sicuramente non è inutile ed economico orpello; comodissimo non doversi fermare per accendere la luce, pedalare con la sicurezza che farà tutto da sola.

Ecco, posto così, la cifra che è alta se guardata solo come numero di banconote, diventa accettabile e giusta se vista per il rapporto qualità prezzo.

Ambedue ottimi caschi, ambedue rivolti a ciclisti che usano ogni giorno la loro bici affrontando caos e pericoli delle nostre metropoli.

Offrirei comunque la visiera morbida che è di serie per il Corso anche con il Grancorso; certo, questa renderebbe impossibile poi collegare lo shield, ma non tutti potrebbero optare per il suo acquisto. E offrirei per tutti e due, di serie o optional, una copertura impermeabile per quei ciclisti che non si fanno spaventare dalla pioggia.

Ma questo non risponde ancora alla domanda regina: un casco NTA 8767 è adatto a chi non ha una ebike?

Certo: è un casco. Un ottimo casco, per nulla pesante, caldo o altro. Psicologicamente ti senti più sicuro. Difficile spiegarlo, lo so. Diciamo che mi sono trovato a pedalare con la consapevolezza che il casco che stavo indossando è testato e certificato per velocità ben superiori a quelle che io, modesto pedalatore, sono in grado di sviluppare. Mi sono sentito più protetto.

E senza alcuna rinuncia rispetto a un casco da bici classico, definiamolo così.

Ma in ogni caso che si tratti del Corso, adatto a tutti, o del Grancorso, ugualmente adatto a tutti, o un qualunque altro casco di qualunque altro produttore, se tanto sto battendo coi test sui caschi (ne arriveranno altri…) è perché voglio (non vorrei…) che tutti voi indossaste un casco, sempre. E se con questi test posso aiutarvi a trovare ciò che fa per voi, allora tanto lavoro troverà la sua giustificazione.

 

Chiudo coi link ai due caschi sul sito ufficiale.

Met Helmets Corso

Met Helmets Grancorso

Buone pedalate.

 

COMMENTS

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Se si fanno molti km in inverno, un casco con la visiera ci vuole, da utilizzare fino ad aprile; stavo pensando al Grancorso, ma poi ho visto il Giro Vanquish…. Altra tipologia, altro livello, d’accordo, ma puoi farci tutto.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, hai ragione: è altra tipologia, non sono modelli confrontabili. Il Grancorso è casco tipicamente urbano, studiato e ottimizzato per questo utilizzo. La cui foggia è determinata anche dai parametri da rispettare per l’omologazione NTA.
      Alla fine è questione di necessità e scelte personali: basta che sia un buon casco e che uno lo indossi, è questo che mi preme ribadire, sempre.

      Fabio

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