La verità è sacra ma spesso noiosa

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C’è una immagine che più di ogni altra ha fatto la storia del ciclismo: il celebre passaggio della bottiglia tra Bartali e Coppi.

2243 Coppi Bartali borraccia Galibier

Amici tra loro, rivali sui pedali (anche per necessità, marketing è una parola moderna per una invenzione antica) quella immagine divenne celebre e ancora oggi è presa a esempio di cavalleria sportiva dimenticata, vagheggiando il ritorno di una Arcadia mai esistita.

I protagonisti non vollero svelare come andò realmente, e ognuno di noi in quella immagine ha voluto vedere ciò che voleva credere.

Coppi che passa una bottiglia a Bartali? Beh, i portaborraccia di Coppi sono vuoti. Vogliamo credere che l’Airone, che in gara beveva tantissimo a differenza di Ginettaccio, si privasse della sua ultima riserva su un passo ostico come il Galibier? Poco credibile.

Bartali che passa la bottiglia a Coppi? Abbiamo visto che Coppi non ne ha più, sarebbe poco sportivo ma normale per il suo avversario profittare di una crisi. Ma non attribuiamo al buon Bartali, un uomo che rischiò la vita pedalando come staffetta partigiana nascondendo i messaggi nel tubo reggisella, tanto cinismo. Però i due portaborraccia sulla sua bici sono già occupati, da dove avrà preso questa terza bottiglia? Poco credibile anche questa ricostruzione.

E soprattutto è una bottiglia e non una borraccia, quindi da dove salta fuori?

Nessuno dei due volle mai svelare la verità, lasciandoci col dubbio ma anche coi nostri sogni.

Perché la verità è sacra ma spesso noiosa; anche la storia più vera ha bisogno di qualche infiocchettatura.

La scena fu costruita a tavolino, prendendo spunto da analogo episodio realmente accaduto il giorno prima. Però dobbiamo considerare che all’epoca non esisteva la stessa copertura mediatica, per non parlare del fatto che un fotografo scattava, poi doveva fermarsi, ricaricare e ripartire; altro che scatto a raffica delle moderne apparecchiatura e centinaia di moto che salgono e scendono lunga la colonna di ciclisti. Lì avevi uno scatto solo da usare e dovevi far si fosse quello buono, sennò non mangiavi.

La bottiglia era indirizzata a Coppi, che però scattando rese pericoloso per Martini lanciargliela; preferì passarla a Bartali che a sua volta, al momento giusto per il fotografo, la restituì al legittimo destinatario.

Raccontata così, per bocca di chi quella immagine scattò in una intervista a un quotidiano nazionale, tutta la scena perde di fascino.

A me piace pensare che fu Bartali a tirar fuori da una tasca una bottiglia in più per il suo amico/rivale. Non è vero? Non mi importa, la bici è un racconto di fate e io alle fate ci credo ancora.

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