La Gitana di Lorenzo

Tempo di lettura: 3 minuti

Il nome è importante. E’ dai tempi dei cantori greci che sappiamo contiene una potente magia: chi conosce il tuo nome può vincolarti alla promessa. Concetto demodé mi rendo conto, eppure ancora affascinante per chi come me crede che la parola data valga più di qualunque contratto scritto e depenna senza indugio chi gli dimostra il contrario. E poi nel nome c’è sempre una storia ed è bello raccontarla. Non è detto sia per tutti la stessa storia. Quando Lorenzo mi disse che avrebbe battezzato Gitana la sua bici, riaccese in me i ricordi di quando ragazzetto andavo in Camargue ad assistere al loro raduno. Una grande festa di musica e colori, ben lontana dall’errato stereotipo con cui vediamo accumunare tutte le popolazioni nomadi. 

La bici è nomade per sua stessa natura. E’ zingara, è incapace a star ferma a lungo nello stesso posto. E’ la sensuale Esmeralda che in un turbinio di sottane colorate incanta ogni uomo la incontri. E’ la promessa di vasti orizzonti da esplorare. E’ tramonti roventi nella tremolante calura Andalusa. E’ musica e racconti intorno a un fuoco. C’è tanto in un nome.

E poi io alle bici mi affeziono, sia che le penso e monto personalmente sia che le seguo durante la loro creazione. La Gitana di Lorenzo è una di queste e sono felice che il suo ideatore la mostri qui. A lui la parola, in corsivo qualche mio breve intervento.

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Vi presento GITANA di Lorenzo Sampietro

Doveva essere V.O. Pass Hunter Disc e invece è stata ”Gitana”.

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Scelta di pancia, che si è dimostrata abbastanza azzardata in quanto non ho mai messo mano su una bicicletta. L’unico aiuto sono stati gli articoli di questo blog e il libro di Fabio. E l’aiuto (nel bene e nel male) di alcuni meccanici che mi hanno permesso di continuare e finire “Gitana”.

Dunque strada non facile, ci sono stati momenti di panico per alcuni montaggi; che seppur banali, fatti la prima volta sembrano difficilissimi e insormontabili. Fabio ne sa qualcosa con i miei continui messaggi sullo stato d’avanzamento dei lavori, di sconforto e per continue richieste di spiegazioni. Più di una volta mi son detto se non era meglio che facevo un pacco e spedivo giù tutto a lui…

E sai Lorenzo che te l’avrei montata: ma poi il gusto di pedalare su una tua creatura come te lo avrei restituito? Hai fatto un buon lavoro. Tu, alcuni meccanici no… Fabio

Ma ci sono stati anche momenti di grande soddisfazione e gratificazione nel montare mano a mano i diversi componenti sul telaio, che aspettava di tramutarsi da 8 tubi in una splendida bici.

A fine marzo dunque la decisione è presa: si fa la nuova bici e inizia un serrato scambio di e-mail con Fabio per capire e definire cosa effettivamente facesse al mio caso.

Eravamo giunti alla conclusione che il Pass Hunter fosse la bici giusta per le mie esigenze e per il mio divertimento ma…… per una serie di circostanze dell’ultimo minuto si è preferito un telaio Vetta, opzione per altro vagliata assieme a quella del Pass Hunter.

Mettere giù la ricetta è stato semplice, ovvero quella del P.H. ma su telaio su misura fabbricato da Vetta in alluminio e non in acciaio per aver più leggerezza.

Era metà maggio.

Hinterland Ovest di Milano, venerdì ore 17.00 esco dall’ufficio prendo la macchina e sfidando la tangenziale in ora di punta mi dirigo verso Padova dove Antonio Taverna mi aspetta.

Arrivo alle 21.30, Antonio affabile e cortese mi fa vedere la sua officina, mi fa mettere su una speciale bicicletta interamente regolabile e mi dice: “pedala un po’ che devi riprendere forma dopo tutte queste ore di macchina”

Dopo una ventina di minuti ha iniziato a regolare in diversi modi la dima-bicicletta, facendo diverse prove e trovando le giuste misure per la mia corporatura e il giusto compromesso per il tipo di bici che volevo: una gravel, queste bici che vanno tanto di moda adesso e fanno un pò di tutto.

A fine misure una visionata ancor prima di Fabio al telaio di Ellesar 2, con invio in anteprima delle foto a Fabio, veloce stampa cad del telaio, un saluto ed alle 03.00 del mattino ero casa, menzione particolare di santa donna a mia moglie.

Antonio?….. Un grande! E “Gitana” stava nascendo….

Che colore doveva avere Gitana? Tantissimi ripensamenti, da verde petrolio al turchese al grigio aviazione poi sempre su consiglio di Fabio ho optato per un classico bianco crema impreziosito dalle scritte con grafica ricercata in rosso rubino, scelta semplice e a parer mio azzeccatissima!

Ai primi di giugno il telaio di “Gitana” era a casa mia. Inizio mese per mese a comprare i componenti necessari assemblandoli man mano che arrivavano. E sempre acquistando secondo il criterio dei saldi e delle offerte per il massimo contenimento dei costi. E così la bici è stata assemblata in tutto secondo il progetto del Pass Hunter esposto nel blog ; sono riuscito addirittura a trovare la corona della guarnitura del 48!

Eccola ve la presento, purtroppo quando l’amico fotografo ha eseguito gli scatti subito dopo un mio giro di prova la sella aveva persa la giusta inclinazione a casa delle viti poco strette, ma vi assicuro che viaggio con la sella perfettamente in bolla 🙂

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Vintage ed elegante, mi piace moltissimo. E’ predisposta per eventuali parafanghi e portapacchi e le ruote sono le Black Jack Ready 15 a 28 raggi e calzano pneumatici Panasonic Pasela

Sotto alcuni particolari. Il telaio in alluminio su misura realizzato da Antonio Taverna in Alluminio Dedacciai con forcella Planet-X modello London Road.

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Il telaio ha tutti i passaggi dei cavi interni……….lo rifarei?

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No, il telaio è più pulito ma non praticissimo a mio avviso; e poi  la paura di non riuscire a far bene l’inserimento di cavi e guaine mi ha fatto desistere dal far da me chiedendo l’aiuto di un meccanico. Con il senno di poi avrei fatto meglio a farlo io. (Concordo, pessimo lavoro il meccanico. Fabio)

Probabilmente in futuro interverrò nuovamente cambiando tutte le guaine sostituendole con nuove in colore silver per minimizzare l’impatto estetico che giudico troppo invadente con guaine nere. Dettagli…

Qui il motto sull’orizzontale realizzato in pre spaziato applicato e ricoperto con trasparente dalla ditta Emmeci, che si è occupata anche della verniciatura. La stessa azienda che ha curato la colorazione di Elessar.)

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Particolare con il deragliatole Sram Apex con guarnitura 48 – 34.

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Il cambio Sram Apex con cassetta 11-32.

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I freni a disco meccanici TRP Spyre con dischi da 160 mm. bellissimi!   Nella fine del carro posteriore ho fatto eseguire oltre ai classici occhielli per parafango e portapacchi anche i fori per un eventuale serio cavalletto (la speranza di diventare un cicloturista d’alto corso c’è).

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Ecco i comodi comandi sempre Sram Apex.

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L’attacco manubrio Richey Comp 4 axis con serie sterzo FSA.

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Reggisella Richey WCS Alloy 1 bolt con sella Brooks Cambium C15.

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Vista anteriore e posteriore del manubrio sempre Richey modello Comp Evomax.

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Portaborracce King Cage modello Iris comperate in Olanda che ci stanno un amore con una coppia di borracce Camelbag.

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Un eccesso di lusso, il campanello made in USA Spurcycle Bell

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Ancora un paio di foto con la borsa porta attrezzi sempre Vintage fatta realizzare anch’essa su misura da Lucy .

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Bravissima Lucy, spero entro la primavera di riuscire a presentarvi qualche suo lavoro. Mentre impagino è a zonzo in terra sicula con la sua bici, ma siamo d’accordo che appena i rispettivi impegni lo permetteranno proveremo a scrivere un articolo. Il problema maggiore è che Lucy lavora soprattutto sul “su misura” e sarebbe uno spreco chiederle di prepararmi borse per una bici che poi magari non le userà. Fabio.

Ora dovrei fare il tester e dirvi come va la mia creaturBimba, però non ho metri di paragone pedalando fino a poco tempo fa solamente una MTB, né l’esperienza di fabio o di alcuni di voi pedalatori assai più esperti di me; posso solo dire che in salita non si fa sentire, grazie alla sua relativa leggerezza, 10,4 kg circa, cosi come è molto pronta nei rilanci, veloce in strada e in fuoristrada.

La sua natura Gravel è più street oriented ma basta mettere due gomme più ciccione (ci stanno fino al 42mm) e cambiare corone sostituendole con specifiche da ciclocross con meno denti per farne un ottima fuoristrada.

Il tester da parte sua sta abituandosi alla piega ed è sempre pronto a rimediare ai piccoli problemi d’assemblaggio (vedi la sella poco stretta ) con attrezzi sempre al seguito.

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Lorenzo Gitana vi augurano un buon 2017 ricco di appaganti pedalate.

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Riprendo la parola per fare i complimenti a Lorenzo; Gitana è una bella bici, assemblata con gusto e intelligenza. Non segue le mode se non nel volersi classificare gravel, ma è di fatto una di quelle bici senza tempo, creata per gusto personale e per rispondere ai desideri del suo ideatore. C’è il mio zampino, è vero. Ma è stato solo l’aiuto a venir fuori da qualche intoppo, il merito è tutto di Lorenzo.

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    Grazie Fabio per aver pubblicato la mia piccola presentazione che volevo condividere volentieri con i lettori del Blog.
    Grazie per avermi spronato a fare bicicletta e articolo.
    Grazie per la tua introduzione e i tuoi commenti che ne hanno impreziosito la recensione.
    Grazie a tutti i lettori del Blog che condividono questa passione.
    Buon anno a tutti.

  • <cite class="fn">Marco</cite>

    Complimenti bella bici

  • <cite class="fn">Eugenio De Felice</cite>

    Che bel lavoro, ben pensata e ben realizzata, bello anche il mix fra il moderno e il classico come sella e portaboraccia. Complimenti Lorenzo!

  • <cite class="fn">Francesco Vigotti</cite>

    Bella! Un giorno dovrete svelare il trucco epr il passaggio cavi interno, anche se qualcosa posso immaginare.
    Buone pedalate!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Francesco, articolo non mio e quindi di solito non intervengo nei commenti. Qui solo per precisare che non esiste alcun trucco. I telai nuovi in alluminio o carbonio hanno i filler inseriti, ossia dei tubicini di nylon in cui inserisci il cavo e te lo tiri. Quelli in acciaio, di solito, hanno già un tubo guida saldato.
      Per la sostituzione invece di solito si sfrutta il vecchio cavo a cui si aggancia un filler, gli si fa percorrere tutta la strada all’interno del telaio sino all’uscita e poi si toglie il vecchio cavo e si innesta il nuovo e lo si fa viaggiare trascinandolo col filler appena inserite nel telaio grazie al vecchio cavo.
      Coi freni tiri via il cavo lasciando la guaina, metti il cavo nuovo, poi sfili la vecchia guaina (se vuoi cambiare anche lei) e sfrutti il cavo freno nuovo in sede per inserire la guaina nuova.
      Diciamo che questa procedura è valida 9 volte su 10; esistono però telai che richiedono ulteriori passaggi o variazioni nella procedura o hanno soluzioni per semplificare (sportellini sotto il movimento e/o sul fodero basso), è questo è il motivo per cui non ho mai pubblicato un articolo. Se becchi il telaio particolare e usi il sistema “standard” e poi ti resta il cavo dentro, farlo spuntare dall’altra parte è un problema notevole. Il mio timore qualcuno potesse leggere frettolosamente e sbagliare mi ha sempre frenato. Ma prima o poi ne parlerò.

      Fabio

  • <cite class="fn">GIAN GIACOMO PITTALUGA</cite>

    Bella bici. Molto bello il telaio. Poiché anch’io, stimolato anche dalle letture del ns. Fabio ne sto allestendo una, mi piacerebbe vedere una scheda con i costi dell’allestimento. Ritengo infatti importante la visione “assoluta” ma ancor di più il rapporto prezzo/qualità generato dell’allestimento.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Gian Giacomo, telaio a parte per i costi puoi far riferimento all’articolo sul progetto Pass hunter disk presente in questa stessa sezione perché la lista da lì è stata presa. Una rapida ricerca in rete ti darà i prezzi, pubblicarli all’epoca era inutile, variano di continuo tra saldi, offerte e promozioni varie.

      Fabio

    • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

      posso dirti il costo del telaio verniciato su misura escluso di forcella che è di 550,00 euro,
      per il resto vedi la risposta di Fabio riguardo i componenti

  • <cite class="fn">Omerissimo</cite>

    Bella realizzazione, sportiva, elegante e colorazione poco appariscente ma sempre valida che non sente il peso degli anni. Ottimo lavoro e ottime scelta! Non ci farai quello che facevi con la MTB ma io, che ho fatto lo stesso passaggio da qualche anno, ne sono entusiasta.

    X Fabio: non ti ricorderai ovviamente ma scrissi sul blog che per Natale avrei finito la mia realizzazione; così fu ed ho già scritto l’articolo da sottoporre al tuo vaglio. Purtroppo un incidente col cerchio posteriore, durante la prova “vera” su percorso misto e molto conosciuto, non mi ha permesso di fare foto, le quali comunque sarebbero da ripetere in quanto i nuovi cerchi sono differenti.

    In settimana il buon e paziente collaboratore dovrebbe darmeli ri-raggiati. Spero di fare le foto, anzi ricordami il formato per favore, e poterti inviare il tutto.

    Ciao.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Come no, ma certo che mi ricordo! Io ricordo tutto!

      Ehm, no, in effetti non mi ricordo…
      Scusami, non è una questione personale, ma è che siete tanti e io già di mio dimentico ogni cosa. Foto max 1566×1004 pixel. Nel testo, in formato word, non inserire le immagini ma dai loro un numero progressivo e indichi quelli nello scritto; lì dove deve andare una foto scrivi il suo numero Mi velocizza molto l’impaginazione questo sistema.
      Attendiamo per vedere la tua creatura 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Omerissimo</cite>

    Ok, eseguo!

    Non è un problema che non ti ricordi, ci mancherebbe, anche se fossimo in tre!

    Omar.

  • <cite class="fn">Daniele</cite>

    Ciao. Complimenti per la magnifica realizzazione e per le immagini scattate con gusto e tecnica.
    É una bici molto particolare: unica nella realizzazione ciononostante sobria ed elegante.
    Bravo. Hai fatto bene a fare da solo nel montaggio: non solo é un esperienza unica e di grande soddisfazione, ma anche utile alla pratica della manutenzione ordinaria è straordinaria del mezzo. Ora per te non avrà più segreti e ti basterà poco per mantenerla sempre in splendida forma.
    Onestamente trovo strano il passaggio cavi: non capisco solo la scelta di far scorrere il cavo deragliatore attraverso un tubo, e mi pare strano vedere guaine integrali su una bici del genere. Ma non conosco bene il telaio e non vorrei aver capito male qualcosa.
    In ogni caso una bici bellissima.
    Ancora complimenti e un in bocca al lupo per le future realizzazioni: sai, fatta una…
    Daniele

    • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

      Ciao Daniele è stata una mia richiesta al realista.
      Volevo un telaio il più pulito possibile, quindi una sperimentazione,
      se dovessi (sai fatta una…) fare un altra bicicletta farei il passaggio cavi esterno.

      • <cite class="fn">Daniele</cite>

        No Lorenzo, mi sono spiegato male. Il passaggio cavi interno va bene. Come dici tu aggiunge pulizia alla linea. Solo non capivo le guaine integrali (senza interruzioni nell’entrare nel telaio) ma soprattutto quel tubicino nero che accompagna il cavo del deragliatore anteriore quasi fino alla fine. Che serve?
        Daniele

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Daniele, ti ho risposto stamattina in privato, ma giustamente non posso lasciare il dubbio ad altri che leggeranno.
          Usare un passaggio interno a tutta guaina è lo standard quasi universale per i freni, più raro trovare telai che lo adottino anche per la trasmissione. Ma è secondo me una ottima scelta, a fronte del poco peso in più. Sfili il cavo e ne metti uno nuovo in un attimo potendo contare sulla sicurezza (a prova di errore) di avere la guaina a farti da guida. E se vuoi cambiare anche la guaina sfrutti il cavetto appena infilato, nuovo, che farà a sua volta da guida alla guaina nuova. Un giochino semplicissimo insomma.
          L’utilizzo di una protezione per il cavo deragliatore è anch’essa soluzione standard nel mondo cx e mtb con deragliatori a tiraggio dal basso; anche su bici da corsa. E anche con deragliatori a tiraggio dall’alto e molti, me compreso, usano proteggere anche il cavo freno posteriore quando questo corre sopra il tubo orizzontale, ovviamente se non è provvisto di guaina. Perché proteggere un cavo? Per tanti motivi, per esempio lo sporco, la sabbia, l’acqua, far si che il cavetto non diventi a sua volta una via d’acqua ecc. Sono molti anni che si usa questa accortezza. Non è necessario spingersi fino all’attacco sul deragliatore, ma non è che mettendo quei centimetri in più è sbagliato.
          Utile o non utile? Mai fatto una comparativa nel lunghissimo periodo, ma se è lunghissimo il periodo da quando si usa questo accorgimento qualche buon motivo ci sarà.

          Fabio

  • <cite class="fn">Damiano</cite>

    Bell’articolo, bella presentazione e bella bici!! D’altronde (sono di parte, ho ceduto anche io) partendo da un telaio Vetta difficile sbagliare… La maestria del sig. Antonio è evidente. Colgo l’occasione per ringraziare Fabio del sito, una risorsa preziosa che ho consultato lungamente prima e durante l’assemblaggio della mia Rover (sempre Vetta), o quando mi sono intestardito a voler cambiare cerchi e raggiare da me le ruote. Se trovo tempo e volontà potrei sottoporre alla cortese attenzione di Fabio pure la mia “creatura” 😀 (tenendo presente dimensione immagini e formato file come sopra)

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    Che dici Fabio, si potrebbe creare una galleria delle bici degli utenti del blog.
    Chi vorrà potrebbe condividere le sue biciclette,
    potranno esser oggetto di spunto per chi vuole cimentarsi nella costruzione della sua nuova bici.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      C’era, si chiamava con poca fantasia “le bici degli amici”. Ma credo che la presentazione per singoli articoli sia preferibile, più completa e interessante. Pubblicare direttamente invece non è possibile a meno di fornire le credenziali di accesso. Potrei creare dei profili o consentire a voi di registrarvi, un poco come si fa nei forum, ma diventerebbe una gestione tecnica troppo onerosa per me solo. Alla fine tutto si riduce sempre al tempo disponibile. Io lavoro ogni giorno almeno tre ore al giorno al blog, che non significa solo scrivere ma occuparsi di tante cose. E stanno diventando quattro ore perché fatico a seguire tutto. Oltre non potrò andare.

      Fabio

      • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

        Capisco Fabio,
        comunque io intendevo una sezione dove tu andavi a inserire i vari articoli.
        “le bici degli amici” secondo me invece è bellissimo come nome.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Lorenzo, al momento una sezione apposita, nuova e specifica, non posso crearla se voglio che sia anche possibile averne il “lancio” in home page.
          Come puoi notare, ogni categoria ha il suo spazio con le anteprime: il problema è che sono i finiti i “blocchi” a cui associare una categoria, quindi mi sarebbe impossibile dargli risalto in home page. Pare sia possibile modificare il codice e avere un blocco in più, ma va oltre le mie capacità.

          Fabio

          • <cite class="fn">Damiano</cite>

            E’ lei, Lorenzo, esatto! Come dice giustamente Fabio, ogni progetto ed bici ha una storia e di certo vi racconterò la mia!

  • <cite class="fn">Samuele Gaggioli</cite>

    Bella davvero, complimenti.
    Io sui finendo in questi giorni di (ri)assemblare una Cube Crossrace che ho comprato usata spacciata come “semi nuova”,’salvo poi avere l’amara sorpresa…. fatta breve, a parte la serie sterzo ho dovuto smontare e rimontare tutto da zero, compreso l’acquisto di una forcella nuova, da una parte avrei fatto prima a comprarla nuova ma dall’altra la soddisfazione della scoperta (smontare il movimento centrale e regolare i cantilever sono state due esperienze notevoli) mi renderà più piacevole il pedalarci.
    Un solo appunto sulla posizione della sella alla tua bici: sembrerà a me ma ha la punta rivolta in alto, stai attento perché potrebbe provocato dei danni.

    Ancora complimenti per la bici e a Fabio per il blog (detti mc e cantilever sarebbero stati oggetti molto più complessi senza il suo aiuto)

    • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

      Samuele, la sella dispettosa, si è spostata prima che il fotografo iniziò il suo lavoro.
      E’ perfettamente in bolla 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Samuele, mi spiace per la tua disavventura; non dovrebbe ma accade nel mercato dell’usato. Ed è il motivo per cui non è possibile per chiunque pubblicare annunci nel mercatino del blog: solo ciò che tocco con mano, una sorta di garanzia.
      Però hai tratto il meglio da questa brutta esperienza e lo dimostri scrivendo che pedalare sarà più piacevole. Si, pedalare su una bici che curiamo noi, che conosciamo a fondo è sempre bello. Bravo!

      Fabio

      • <cite class="fn">Samuele Gaggioli</cite>

        In realtà ieri avevo risposto, ma a quanto pare è finita nel nulla… In ogni caso, l’essenziale è che la sella sia a posto, in quel modo avresti rischiato danni in zone poco piacevoli..
        L’esperienza del rimettere (quasi) del tutto a posto una bici l’avevo già fatta con una bici da corsa presa per mio figlio, ma lì avevo messo in preventivo di doverci fare qualche lavoretto (poi i lavoretti sono stati tanti) e onestamente li meritava, in questa occasione mi ha fatto rimanere il comportamento del venditore.
        In ogni caso stasera sono riuscito finalmente a mettere a posto il freno posteriore (a tal proposito metterò un appunto nell’articolo sulla regolazione dei cantilever), i capicorda e finalmente ho potuto dare due pedalate di numero, una vera soddisfazione.
        Domani farò la regolazione fine dei freni e nastrerò il manubrio (già, grazie anche per questo articolo), non vedo l’ora.

        Samuele

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          In realtà ieri avevo risposto, ma a quanto pare è finita nel nulla…
          Ciao Samuele, ho controllato e nel pannello di amministrazione non ho ulteriori tuoi commenti, a volte alcuni finiscono in spam ma nulla nemmeno lì. Forse un problema nell’invio, io di mio non cancello mai.

          Fabio

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    Ciao, avrei una domanda per Lorenzo:
    nella descrizione della bicicletta sostieni: “… sono riuscito addirittura a trovare la guarnitura del 48”.
    Vuol dire che hai sostituito la corona 50t della guarnitura compact 50/34, o intendevi altro?
    Mentre cercavo nel sito ufficiale SRAM vedo che le uniche combinazioni possibili sono 53/39, 50/34, 46/36.
    Grazie

    Daniele

    • <cite class="fn">alfaluna</cite>

      Si ho sostituito la 50 di serie (che riposa in garage) con una di ricambio da 48 denti.
      Effettivamente SRAM commercializza quelle combinazioni da te indicate ma con un pò di pazienza in rete trovi la 48 e la 46 come ricambio.
      Spero di esserti stato utile.

      • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

        Effettivamante immaginavo avessi fatto così, ma dalla foto mi veniva difficile capire la marca della corona. (Mi pareva sempre SRAM).
        Profitto della tua gentilezza per chiederti un opinione sulla rapportatura utilizzata: col senno di poi, ritieni (sul tipo di bici che hai costruito) una scelta valida la guarnitura 48/34 o ti capita di usare la poco spesso (la 34 ad esempio)? Rivaluteresti la “commerciale” 46/36?
        Devo montare una bici simile per impostazione e cercavo qualche feedback.
        Grazie mille
        Daniele

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Intervengo anche se la domanda non è rivolta a me. Premesso che la scelta dei rapporti è sempre personale perché dipende da stato di forma, percorsi e così via, attenzione a non confondere le guarniture da ciclocross con quelle stradali.
          Una 46/36 è appunto una guarnitura da ciclocross, dove i percorsi richiedono rapporti differenti. Se la strada si impenna la bici va in spalla, di solito sono brevissimi strappi quasi in verticale e spesso fangosi, quindi pedalare è inutile.
          In uso normale la 36 è poco consona. Va bene su una bdc ma non su una touring, che pesa pure di più come quella che assemblerai. In questo caso serve agilità e già la 34 potrebbe rivelarsi troppo dura in certi frangenti, anche accoppiata a un 32 finale, per esempio con l’aggravio di un modesto bagaglio.
          Pensaci bene, potrebbe rivelarsi una cattiva scelta.

          Fabio

          • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

            Ok, grazie. Sto facendo diverse considerazioni e non avendo mai provato “sulle gambe” queste configurazioni cercavo riscontri che mi dessero un idea più chiara di un freddo rapporto matematico.
            Ho valutato guarnitura da cx proprio perché (immaginavo) mi avrebbe permesso di sfruttare di più le marce lunghe della cassetta (grazie alla 46) e più spesso la corona piccola 36 anzichè la 34 che ho notato, non usare quasi mai su percorsi urbani/statale in piano e lieve pendenza.
            Chiaro che le mie sono impressioni del tutto “teoriche” non avendone appunto, mai usata una.
            Grazie
            Daniele

            • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

              La 34 su che bici? Sulla Xlite? Se è così, non fa testo… 😀

              Scherzi a parte, i chili in più li sentirai sulla VO, e lì dove con una bdc spingi tranquillamente la 50 con una bici simile scenderai di corona. In piano avvertirai meno differenza, ma in salita si

              Fabio

        • <cite class="fn">alfaluna</cite>

          la corona da 48 è SRAM

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