La Carlà di Giovanni

Tempo di lettura: 3 minuti

Se Giovanni pedalasse con la stessa intensità con cui si lancia in progetti e acquisti sarebbe costantemente a podio nel Grand Tour. E’ curioso, appassionato, con una infinita voglia di apprendere. E come me dice una cosa e ne fa una altra, sempre. Ha bruciato le tappe, nel giro di pochi mesi è passato da una vecchia bici turistica a una corsa in acciaio su misura. E che corsa! Telaio del maestro Carlà, a congiunzioni che saranno anche più pesanti ma io le preferisco (e vorrei vedere, con quello sbattimento per creare Elessar…) una trasmissione Campagnolo e ottime ruote. Una bici semplice, ma come sempre solo all’apparenza. Perché chi conosce questo mondo sa che la creazione di un telaio a mano non è solo saldare quattro tubi e nemmeno saper prendere le misure: devi capire il ciclista. E affidandosi a uno dei nostri migliori maestri Giovanni ha fatto la scelta giusta. Conosciamo lui e la sua bici.

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La mia bicicletta di Giovanni Calignano

Se qualcuno ci chiedesse qual è uno dei primi momenti della nostra vita in cui ci siamo sentiti liberi? Frugando nei ricordi sono certo che la mente correrebbe a quella mattina assolata in cui in sella alla nostra bicicletta partimmo alla scoperta del mondo attorno a noi. Pieni di curiosità, di voglia di avventura, con dipinto sul volto un meraviglioso e spensierato sorriso.

Sorriso che ci torna ancora adesso a distanza di tempo appena montiamo in sella e muoviamo le prime pedalate.

Per anni a causa di alcuni problemi fisici ho dovuto relegare in un sottoscala la fidata compagna di mille avventure. Grazie alla “voglia” come la chiamava Bartali, al supporto del mio fraterno amico Biagio ed al Dott. Fronticelli, cui va la mia eterna gratitudine, Fabio si è ritrovata la simpatica sfortuna di conoscermi e voi quella di essere, spero non troppo, tediati dal mio racconto.

Con pazienza ed abnegazione, Fabio mi ha permesso di tirare fuori dal sottoscala la mia vecchia amica. Il peso degli anni però si è fatto da subito sentire, e mi sono ritrovato nel XXI secolo a pedalare alla stregua di Coppi e Bartali, con solo 5 pignoni al posteriore, una bella guarnitura 52 -42 e due bei manettini. Mancavano solo le immagini in bianco e nero ed il capellino con la visiera alzata a completare il quadro decisamente vintage.

Deciso a fare un balzo nel tempo ho acquistato un usato, dimenticando all’atto della scelta tutto quello che Fabio nel tempo mi aveva spiegato a seguito delle mie continue, per non dire moleste, curiosità.

Forse più che “bicicletta usata” sarebbe più indicato definirla “insalata di meccanica” tenuto conto che monta comandi Shimano Ultegra 6600, deragliatore anteriore Campagnolo Veloce, guarnitura FSA, cambio posteriore Microshift e pacco pignoni Miche.

Stanco del dovermi adattare a telai venduti con misure che sono più adatte alle taglie delle t-shirt, di meccaniche assemblate al risparmio ed avendo l’immensa fortuna di avere a pochi chilometri uno dei più apprezzati telaisti del sud Italia mi sono deciso a farmi fare “la mia bicicletta”.

Maestro Carlo Carlà da Monteroni di Lecce, è un artigiano di altri tempi, dall’aspetto all’apparenza burbero, un po’come mio padre. L’analogia ha contribuito non poco ad attirare su di me le simpatie del Maestro, che mi ha riconosciuto come figlio di quel mondo artigiano in cui le cose erano fatte a mano, con cura, serietà ed ognuno andava fiero del proprio lavoro.

Conoscevo già il Maestro che con sapienza certosina aveva permesso il montaggio di una coppia di freni Mafac Racer, che Fabio mi aveva mandato per migliorare la frenata della mia “vecchietta”. Allora mi disse che prima o poi gli sarebbe piaciuto costruirmi una bella bicicletta, guardando sempre al futuro con ottimismo come solo lui sà fare.

E’ stata una grande gioia poterci rivedere un sabato pomeriggio per dare vita alla “mia bicicletta”.

Presso il laboratorio di Maestro Carlà la bicicletta prende forma dal ciclista che pedala sul “trespolo”, nomignolo del simulacro che usa per definire le misure del telaio.

Non ci sono parole che possano esprimere la sensazione che si prova in quel momento quando il movimento dà il via alla creazione.

Creazione che ha il suo apice quando Maestro Carlà, moderno Efesto, piega il metallo, lo fonde, lo forma facendo diventare tangibile ciò che prima era solo un’idea in movimento.

Il Maestro Alberto Masi, a mio avviso il più grande fra i telaisti italiani, in un’intervista diceva che l’acciaio porta la firma di chi lo crea, ogni opera è unica ed è per sempre.

La “mia bicicletta” non poteva che essere in acciaio, per il semplice fatto che doveva essere mia e doveva essere per sempre.

Il telaio è fatto da tubi di acciaio Columbus con geometrie studiate dal Maestro.

Ciò che colpisce da subito è la perfetta distribuzione dei pesi, per cui la bicicletta restituisce una sensazione di leggerezza nonostante i 9,5 kg di peso.

La forcella è una delle parti più belle con la cromatura che ne risalta le forme affusolate ed avvolgenti e la testa pantografata.

 

Il telaio è stato verniciato a doppio strato con trasparente antigraffio particolarmente resistente e che conferisce una bella lucentezza all’insieme soprattutto nel cambio cromatico.

Passaggio cavi in parte interno ed in parte esterno.

Sedi dei registri a vite, nel caso un giorno si volesse montare dei manettini…

La meccanica è completamente Campagnolo, in particolare modello Athena ad 11 velocità.

E’ stato un piccolo colpo di fortuna perché era l’ultimo pezzo venduto su un noto negozio online ed è stato acquistato con un forte sconto. Monta una guarnitura semi compact 52-36 con pedivelle 175 mm e pacco pignoni 12-27 con la progressione 12-13-14-15-16-17-19-21-23-25-27.

I ponticelli freno hanno una conformazione che conferisce all’insieme robustezza e leggerezza, con forme appiattite ed aerodinamiche.

                                                     

Gli accessori, in particolare manubrio, attacco e reggisella sono della Ritchey linea WCS colorazione wet black che ben si sposano al telaio. Sono in lega di alluminio di alta qualità (nell’ordine 7075 , 2014, 6061) e denotano un ottimo standard costruttivo, con finiture curate prive di imprecisioni produttive. Il nastro blu è prodotto dalla Cinelli modello Gel Cork. Risulta piacevole al tatto, grippante e con un ottimo assorbimento delle vibrazioni.

Un vero punto forte della bicicletta sono le ruote. Maestro Carlà ama assemblarle personalmente e con cura. I mozzi sono Campagnolo Record a 32 fori, ormai quasi introvabili, perché non prodotti più. Li avrei preferiti a 36 ma non è stato possibile per quanto sopra detto.

I cerchi sono della Malvestiti modello Linear S4.

Due parole finali riguardo il comporta della bicicletta su strada. Essendo fatta su misura la prima sensazione che restituisce è di comfort. La geometria perfettamente assecondata dal materiale di cui è fatto il telaio e la giusta scelta nei componenti delle ruote permettono alla bicicletta di assorbire le irregolarità stradali conferendo sicurezza di guida.

Il complesso risulta anche decisamente pronto sui cambi di velocità. Basta alzarsi per affrontare una salita o spingere sui pedali e la bicicletta risponde senza esitare. Precisa nelle discese affrontate a velocità sostenuta e nei cambi di direzione.

Dal canto mio non posso che ringraziare Maestro Carlà perché il frutto del suo lavoro è emozione pura e ridona luce a quel sorriso che da sempre accompagna le nostre pedalate.

Ringrazio Fabio per l’opportunità e per la pazienza infinita nei miei confronti.

Grazie a tutti voi che condividete con me la stessa passione.

Giovanni

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Una bella bici e una sobria presentazione ma traspare passione. L’unica cosa che manca è il nome: una bici su misura lo vuole, sempre. Allora come la chiamerai?

COMMENTS

  • <cite class="fn">adriano</cite>

    Se la vita è un viaggio io lo voglio fare in bicicletta.

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Vuoi sapere come si chiama? Il suo nome è una sintesi della mia vita raccontata attraverso i personaggi di romanzi, di fumetti e di ciclismo che mi hanno accompagnato fin dall’infanzia.
    Il suo nome viene dal giapponese: Kaizoku-dan che letteralmente significa “Ciurma di Pirati”.
    La ciurma è composta dagli eroi dei libri di Salgari e Stevenson, dagli anime di Matsumoto, di Miyazaki e di Eiichirō Oda , e dal nostro Marco avvolto nella sua bandana gialla mentre pedala con coraggio.

    • <cite class="fn">Damiano</cite>

      Bellissima scelta di nome, non posso che approvare, anche se la bici non è in tek come i praho o in acciaio laminato a doppia composizione!! 😀

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    E’ sempre bello vedere e leggere di una bici personalizzata,
    poi Giovanni sei anche un bravo scrittore.
    Complimenti

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Troppo buono Lorenzo. Mi è venuto tutto naturale e di getto. Vi assicuro che stare in uno dei laboratori di questi nostri unici artigiani è di vera ispirazione. Si respira l’anima più autentica del ciclismo.

  • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

    E io sono contento per Giovanni, sono ancor più contento perché adesso, finalmente, pedala invece di inondarmi di mail ma più di tutto sono felice di pubblicare le vostre bici. Che sono opera vostra però è bello che in qualche modo ci sia sempre lo zampino di questo blog, capace di svegliare la passione. Non intendo assolutamente prendermi alcun merito, perché non ne ho e non sono il tipo: sono orgoglioso di contribuire, di darvi la spinta a farlo, questo si. Bravi, tutti.

    Fabio

  • <cite class="fn">pedalerio</cite>

    Mannaggia! Mi avete fatto salire una fragola assurda di farmi fare un telaio da Carlà..
    due estati fà mentre ero in viaggio in bici gli ho fatto visita e l’atmosfera che si respira nella sua officina è magica e lui è di un’umiltà e lucidità invidiabili.
    simpatica la scenetta con una cliente che voleva togliere peso dalla mtb sostituendo le ruote da 36 raggi montatele dal masciu con delle altre da 24. “Non se ne parla! Queste ruote ti durano una vita! Le altre ti si rompono in fretta”

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Fabio, tu fai molto per tutti noi. Non finirò mai di ringraziarti della pazienza infinita con cui hai saputo condurmi per mano.
    Pedalerio, Carlà, è particolarmente sensibile a quel discorso. Quando gli ho chiesto che ruote dovessimo comprare, lui mi fà :” No bello mio, sulle ruote sono particolarmente difficile e devo assemblarle io coi tempi e materiali giusti, anche perchè se una ruota non dura almeno dieci anni allora sono solo soldi buttati”.
    Ognuno di noi ha i proprio gusti ed idea in tema di ciclismo, però se posso dare un consiglio a tutti gli appassionati, prima di acquistare un prodotto industriale costruito chissà dove, fate magari un salto nel laboratorio di uno dei tanti bravi aritgiani che abbiamo distribuiti su tutto il territorio, sono sicuro che non sarà tempo perso. Tenete anche conto che un prodotto industriale lo pagate di più rispetto a ciò che vi viene offerto e lo affermo con cognizione di causa. Kaizoku-dan è costata meno di una Freccia Celeste montata Potenza 11v, tanto per fare un esempio.

    • <cite class="fn">Samuele Gaggioli</cite>

      Chiedo scusa, intanto ti faccio i complimenti per la bellissima bici ma quanto verrebbe a costare la Freccia Celeste di cui parli? Perché io sono riuscito a trovare giusto quella montata Ultegra, ma dubito che una bici su misura completa possa costare meno di 2000€…

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Costa meno di 2000, 00 Euro, non di molto ma sono riuscito a rimanere sotto quella cifra. La ragione è semplice, potendo avere libertà di scelta rispetto ad un modello di serie, ho potuto acquistare i componenti che desideravo andando a trovare la migliore offerta che il mercato potesse proporre. Il gruppo Athena costava di listino oltre 800,00 Euro io però l’ho preso a quasi la metà, stessa cosa per i mozzi Rekord. Mi era prefissato un budget ma se avessi voluto, superando di poco la cifra dei 2000,00 Euro avrei potuto dotare la bicicletta anche del campagnolo Chorus. C’è anche da dire che il Maestro Carlà è un artigiano non un commerciante per cui va fiero del suo lavoro senza necessariamente doverci lucrare il più possibile. Posso anche farti un altro esempio, un telaio in titatio di Darren Crisp, che di certo non ha bisogno di presentazioni, costa di partenza 3800,00 Euro. Per curiosità prova a confrontarlo col prezzo richiesto per un telaio top in carbonio “made in China” impiegato dai grandi costruttori. 🙂

    • <cite class="fn">Daniele</cite>

      Ciao Giovanni, scusa ma non ho capito il paragone: un telaio artigianale in titanio raffrontato ad uno industriale in carbonio top fatto in Cina. Mi sembrano entrambi “cari” ma per motivi differenti.
      Cosa intendevi dire?

      Daniele

    • <cite class="fn">Samuele Gaggioli</cite>

      Non credevo si potesse acquistare una bici creata con telaio su misura per così poco (si fa per dire)…. Bene a sapersi, me lo rammenterò per la prossima volta 😉

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Ciao Daniele, si scusami forse non ho reso bene l’idea. Volevo concludere la riflessione che facevo sui costi mettendo in risalto che per certi aspetti e seguendo determinate logiche si può avere un prodotto completamente personalizzato di un certo livello spendendo meno rispetto ad uno di produzione industriale creato per la nostra taglia. La libertà di scelta che ci viene dal prodotto personalizzato la trovo impareggiabile. Non era mia intenzione mettere a confronto materiali o prodotti diversi, era solo un esempio su come la scelta di farsi realizzare un prodotto su misura possa essere scelta più che valida.

    • <cite class="fn">Daniele</cite>

      Allora siamo perfettamente d’accordo. Il ciclista smaliziato e che bada al dettaglio troverà in una realizzazione su misura o comunque “custom” la soluzione più adatta alle sue personali esigenze o intimi capricci. Non vi è limite infatti alla personalizzazione e questo blog insegna (a parer mio) ad affrontare appunto questo modo di vedere la bici senza “fisime” o tabù. Tutto e il contrario di tutto diventa fattibile quando la passione si lascia il porto della “standardizzazione” e sopratutto delle convinzioni da bar. Tecnicismi spannometrici e filosofia spicciola mietono vittime in continuazione tra i neuroni dei ciclisti moderni…
      Tuttavia da appassionati, siamo costretti a pagare le nostre amate due ruote, questo comporta a volte, delle rinunce o perlomeno che si stabiliscano delle priorità.
      Io stesso per la mia bdc ho scelto la strada della personalizzazione; questo mi ha fatto raggiungere in fretta il mio budget massimo che, scegliendo tra prodotti “di serie”, mi avrebbe dotato di un mezzo più performante.
      Ho sacrificato quindi il piacere della prestazione a quello del mezzo unico.
      Ha senso? Per me, oltre due anni fa sì. Oggi farei altro.
      In futuro infatti prevedo di variare l’equazione in favore delle prestazioni e sacrificherò, ahimè la personalizzazione. Ergo, mezzo “di serie”.
      Certo avessi budget illimitato…

      Daniele

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Davide, condivido il tuo pensiero, infatti quando ho deciso come assemblare la bicicletta mi sono dato delle priorità. Sono stato anche molto fortunato perchè sono riuscito grazie a colpi di mercato a montare quasi tutto quello che desideravo. Io credo però che tu possa migliorare le prestazioni senza andare a rivolgerti al mezzo di “serie”. Basta un pò di pazienza ed un pò di ricerche fra siti online o negozi di zona per riuscire a trovare il proprio oggetto del desiderio. Prima di prendere la decisione di farmi realizzare una bicicletta,ho girato molto fra nuovo ed usato ed ho tempestato fabio di mail. Ero diventato matto. Se ti davano una cosa dovevi rinunciare ad un’altra, di avere gruppi completi Campagnolo neanche a parlarne. Sono daccordo su alcune rinunce ma su tutto proprio no. Per non parlare delle taglie.Ci sono negozianti che “solo guardandomi” hanno deciso che taglia fossi, indatti pedalavo con una bicicletta fuori misura ed ogni volta tornavo con dolori e torpori a spalle, braccai schiena ect. Ora tutto questo è un ricordo. Ognuno di noi decide di fare un acquisto in base ai proprio gusti o alle proprie convinzioni però suggerisco, perchè sperimentato in prima persona, di fare un pensiero al “su misura” , da perdene non abbiamo nulla.

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Ops..scusa Daniele 🙂

    • <cite class="fn">Daniele</cite>

      Ehehehehe sono notoriamente alla ricerca della mia “futura ex bicicletta”; chissà che la mia prossima-prossima volta non maturi in me l’idea di farsi un telaio su misura 😉
      Non ti preoccupare, anche io “di tanto in tanto” disturbo Fabio. Non sei il solo.
      Ciao

      Daniele

  • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

    Anche se io per primo sono uno che spinge per la massima personalizzazione, non faccio altrettanto quando si tratta di bici da corsa. Che per me è passione ma è sempre stata un “attrezzo”, tranne la Guerciotti che avevo, e che cambio abbastanza di frequente proprio perché cerco sempre qualcosa di meglio.

    Elessar invece, sia la prima che la seconda, sono ovviamente ultra personalizzate, ma sono bici diverse e per un altro ciclismo.

    Ora, se parliamo di bdc e la intendiamo solo in ottica sportiva, il prodotto di serie ha un rapporto qualità/prezzo che è praticamente impossibile da ottenere con un allestimento personalizzato. Certo, questo se ci rivolgiamo ad alcuni marchi, come faccio io con Rose.
    Dovessi avere una sola bici, di indole sportiva ma non estrema, non esiterei a ricorrere a un acciaio su misura; potendo averne diverse non rinuncio alla ammiraglia in carbonio.

    Quindi alla fine, come sempre nel ciclismo, un discorso generale su cosa sia meglio avere non è possibile. Ognuno ha sue esigenze, necessità, passioni e soprattutto limiti di spesa. Ad avere budget molto alto non mi sarei fatto sfuggire la possibilità di crearmi anche una corsa su misura, in acciaio e carbonio; per come l’ho messa su carta siamo un soffio sotto i 6kg; per come sta messo il mio conto corrente non potrei permettermi manco l’attacco manubrio…

    Nessuna regola e nessun dogma; ognuno pedali come crede, l’importante è divertirsi.

    Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Mi sà che quel rapporto qualità prezzo lo ha solo Rose 🙂 Il problema se realizzi la tua bicicletta messa su carta è che ti tocca dimagrire anche a te 🙂 niente babà, niente sfogliatella, niente Fiano, a letto presto la sera ect ect 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, sicuramente Rose è una spanna sopra gli altri; ma esistono anche tanti altri marchi appetibili. Diciamo che tu hai guardato troppo spesso a quelli, Bianchi in particolare, che non brilla sotto questo aspetto. Gran telai ma bici assemblate di serie sempre in modo piuttosto disomogeneo e con prezzi a listino davvero elevati. Però non dimentichiamo che esistono circa 2000 marchi di bici al momento…

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Ho un debole per il celeste bianchi 🙂 E’ vero che ci sono 2000 marchi ma quelli disponibili intorno a noi spesso non superano la ventina, ma se fossero anche quaranta difficilmente si arriva al rapporto prezzo qualità di Rose. E poi se fra 2000 marchi Fabio ha una Rose un motivo ci sarà o sbaglio? 🙂

  • <cite class="fn">Francesco Vigotti</cite>

    Questo tipo di bici da corsa per me rimane esteticamente intramontabile.Poi la forcella cromata è il non plus ultra. Resterà prestazionalmente inferiore ad un carbonio di buon livello, ma non importa.
    Complimenti al prorpietario e al maestro Carlà.

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Grazie Francesco per i complimenti. Come giustamente dici tu,ci sono cose che rimangono belle nel tempo e le forcelle cromate sono una di queste. Anche in termini di “prestazioni” non posso che dirmi soddisfatto, ma li, come sappiamo bene più che il materiale conta la gamba 🙂

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