Kryptonite U lock Evolution Series 4 Standard

Le conclusioni

Tempo di lettura: 4 minuti

Le conclusioni.

Due le grandi famiglie di lucchetti per bici: quelli ad arco come questo Kryptonite U lock Evolution Series 4 Standard e quelli a lamelle come l’On-Guard la cui recensione vi proposi un paio di anni fa.

C’è chi si trova meglio con i primi, chi, come me, con i secondi.

Il problema fondamentale con i lucchetti ad arco sono le misure. Bisogna scegliere con molta attenzione, altrimenti il palo sarà troppo largo, o distante; con quelli a lamelle il problema non si pone.

D’altro canto comprendo chi preferisce la semplicità e la velocità di fissaggio dei lucchetti ad arco. Sembra poca cosa, ma quando i tuoi giri urbani ti impongo soste frequenti non dover star lì a litigare con le lamelle, posizionare con cura e così via può effettivamente risultare comodo.

Inoltre le catene a lamelle sono si trasportabili sulla bici perché hanno sempre, o quasi, una custodia da applicare al posto di un portaborraccia; però è anche vero che spesso a questa comodità dobbiamo rinunciare perché il peso è tanto (molto più di una borraccia piena) e sullo sconnesso continuo delle nostre città rischiamo seriamente di sparare vie le bussole filettate. Roviniamo il telaio e perdiamo il costoso antifurto.

Ma nemmeno questi lucchetti ad arco sono poi, a conti fatti, facilmente trasportabili. O ne prendiamo uno piccolo, col rischio sia troppo piccolo per le nostre esigenze, altrimenti non abbiamo spazio sulla bici; o lo prendiamo più lungo ma dovremo portarlo in borsa.

Alla fine, come sempre, ognuno dovrà fare i conti con le proprie esigenze: non esiste una superiorità oggettiva di un sistema rispetto ad un altro, solo le necessità del ciclista nella scelta.

Scelta che deve essere consapevole e per questo vi propongo recensioni in cui cerco di fornirvi quante più i formazioni è possibile.

La sua applicazione classica è all’orizzontale.

Un attimo e via; le ruote restano incustodite in questo caso. Quindi o ci affidiamo a un lungo cavo d’acciaio che le assicuri al lucchetto o ai vari sistemi antifurto che sostituiscono i QR.

Un altra possibilità è applicare il lucchetto al carro, facendogli attraversare la ruota posteriore.

Senza cavo d’acciaio o antifurto da QR resta la possibilità che la ruota anteriore sia trafugata; e se non sei Sagan è dura rientrare a casa… 😀

Un altro sistema ancora è far passare l’arco al piantone, assicurando al contempo anche la ruota posteriore. Ma qui ci si scontra ancora una volta con le dimensioni, quindi occorre prestare massima attenzione nella scelta. Altrimenti l’arco non sarà ampio a sufficienza.

Ipotesi tutt’altro che remota su bici urbane, dove carro lungo e passaggio gomme più abbondante possono far si che l’inconveniente accada.

Ma lo scopo di questo articolo non è stabilire una supremazia di un antifurto meccanico rispetto ad un altro; solo mostrare come funziona e fornire quelle informazioni necessarie a una scelta oculata. Anche perché non è che questi lucchetti siano regalati e spendere decine di euro fino a superare il centinaio (dipende dal modello) per ritrovarsi un lucchetto difficile da usare e trasportare non fa piacere a nessuno.

Fa piacere invece una interessante iniziativa proposta dall’azienda: l’Anti Theft Protection.

E’ un programma in vigore da 40 anni e amministrato direttamente dalla Kryptonite: chi si registra e versa una modesta quota può chiedere un indennizzo in caso di furto della propria bici. Non distoglierà i ladri dai loro perniciosi obiettivi ma almeno mitigherà un poco rabbia e delusione per il furto.

Il Flexframe-U è un sistema pratico ed efficace: ma per poter essere sfruttato è necessario scegliere con cura il modello di lucchetto, altrimenti, come abbiamo visto, il trasporto diventa impossibile o impone troppe rinunce.

Che poi, per inciso, a me più che il lucchetto (che puoi provare in modo efficace solo se cronometri quanto tempo serve a tagliarlo…) interessava proprio il trasporto. Perché il mio scopo è rendervi semplice la vita sui pedali. E pur consapevole che le colpe non sono tutte del lucchetto, basta sceglierne uno più piccolo, resta un limite di installazione di cui il ciclista poco attento potrebbe accorgersi quando è troppo tardi.

Comodo ma non universale: tenetene conto.

Il lucchetto è solido, ben fatto, veloce da mettere e togliere e questo può essere un vantaggio per chi necessita di fermarsi spesso. Il grado di protezione è elevato e questo dovrebbe farci sentire più tranquilli.

Ma rendiamoci conto della realtà: nessun antifurto è inviolabile, ma non usarne nessuno o uno economico è una sciocchezza. Il mercato offre ampia scelta e spero, con questo articolo, di avervi chiarito qualche dubbio e fornito utili indicazioni per una scelta mirata.

Buone pedalate.

 

 

 

COMMENTS

  • <cite class="fn">michele</cite>

    Ciao Fabio, anche io possiedo un u-lock di questa marca, il modello Newjork. Ottimo rapporto qualità prezzo, l’unica differenza sostanziale con il modello recensito è che l’anima di ferro del Newjork è ben 16 mm contro i 14 mm dell’evolution. Questi 2 mm in più rendono in pratica immune il newyok al taglio di qualunque cesoia manuale. Quindi occhio sempre allo spessore interno degli u-lock…

    Qualora ce ne fosse bisogno ricordo di non posizionare l’ u-lock a terra quando si fissa la bici al palo, sarebbe un formidabile assist al ladro perchè avrebbe la grande comodità di lavorare a terra. Infine quando posizionate l’u-lock ricordate di lasciare internamente il minor spazio possibile.
    L’ideale sarebbe riempire il più possibile l’arco interno in modo da non lasciare lo spazio per poter inserire un crick manuale. Questo tipo di antifurto è molto vulnerabile a questo ti po di attacco. Esistono crick piccoli come questo:

    https://www.sgs-engineering.com/9105a-5-ton-power-team-miniature-bottle-jack
    Tenetelo presente quando scegliete la grandezza dell’arco.

    Quindi a mio avviso un u-lock avente spessore di 16mm, posizionato sollevato da terra senza lasciare spazi per inserire crick rimane un ottimo modo per prevenire il furto della bici. Forse il miglior modo…. E’ vero che rimarrebbe sempre il pericolo del flessibile, ma che rumore e quante scintille….

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Michele, preziosi consigli i tuoi.
      Rumore e scintille è vero, ma ormai i flex a batteria hanno tale potenza che davvero basta pochissimo. Io stesso ho fatto una prova e in 30 secondi ho aperto uno delle migliori catene a lame sul mercato…
      Alla fine qualunque sistema è violabile, è solo questione di tempo: per questo dico sempre che oltre al lucchetto e tutti i suggerimenti utili come i tuoi, la miglior difesa resta sempre lasciare la bici dove c’è controllo.
      In tribunale non ho problemi, la lego al palo davanti all’ingresso che è presidiato h24; ma per esempio quando vado al supermercato la lascio poco lontano, davanti a una banca dove stazione sempre una macchina della polizia o dell’esercito per controllare l’accesso all’area pedonale; e così quando sono in giro per commissioni: sempre zone di ampio passaggio e guardate a vista dalle forze dell’ordine. Anche se poi devo fare qualche metro in più a piedi, che è sempre meglio del restare a piedi del tutto…

      Fabio

      • <cite class="fn">michele</cite>

        Esatto Fabio. La migliore soluzione è quella che dici tu oppure fare una polizza antifurto che comprenda anche la bici lasciata in garage/cantina. A bologna molte bici le rubano nel garage!!!

        Infine aggiungo che una catena a lame deve essere tagliata con iul flex solo una volta… un u-lock buono invece deve essere tagliato due volte con il flex

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Michele, la polizza, se te la fanno, è una idea. Ma considerando i costi può andar bene per una o due bici. Se dovessi accenderne per ogni mia bici a fine anno sarei messo male…

          Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Io, per le mie bici più costose, che abbandono raramente e per poco tempo, ho scelto una catena segmentata Abus Bordo X-Plus 6500 livello di sicurezza 15 (scala Abus). Sembra che dal livello 15 in poi, se accendi una polizza assicurativa contro il furto, hai diritto ad uno sconto, ma mi piacerebbe avere una conferma di questo aspetto, forse Fabio ne sa qualcosa.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, purtroppo non sono informato sulla questione polizza. E, fai scongiuri, il tuo è un ottimo antifurto. Però io l’ho tagliato col flex e disco cinese da pochi spiccioli in meno di un minuto. Avevano rotto la serratura, la chiave non entrava più e l’unica per riportare la bici a casa era tagliare.
      Mi ha impressionato la velocità con cui ha tagliato, malgrado fosse un disco da taglio economico e io lavorassi piano per timore mi sfuggisse il flex e danneggiasse la bici.

      Fabio

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Segnalo un video interessante della polizia di Londra su vari antifurti e come tagliarli; le marche sono oscurate, ma non è difficile riconoscerle…
    https://youtu.be/pywN558dJaU

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Stefano, purtroppo conoscevo già (purtroppo perché è una inquietante realtà) quel video e mi ha sempre lasciato basito. E’ proprio facile…

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Ciao Fabio, i tuoi ladri, alla fine, sono rimasti a mani vuote, e questo è quello che conta. 🙂

    Ladri che girano con la flex, mi riesce difficile immaginarli: i ladri, di solito, non amano il chiasso.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ah si, questo è sicuro, alla fine la bici non l’hanno presa.
      Ladri col flex purtroppo ce ne sono; pochi mesi fa proprio qui, nella mia città, ne hanno arrestato uno che girava con questo flex a batteria (nota marca di utensili a batteria professionali: è una potenza pazzesca quel cosino) e zot! via bici. Alla fine l’hanno beccato perché ha scelto di fregare una bici davanti al consolato USA, zona presidiata. Ecco perché suggerisco sempre prima di tutto di scegliere bene dove parcheggiare

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Eh sì, comprendo benissimo Fabio, basta ricordare l’episodio, credo più triste, della tua carriera di ciclista, la rapina di Elessar1.
    C’è un bel saggio di Benedetto Croce sulla tua città, il cui titolo, rivisto, potrebbe essere: un paradiso abitato da un pò di diavoli. 🙂

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Ehhhh, ipse dixit. 🙂

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