Intervista a Gianni Speciale

Tempo di lettura: 3 minuti

Questo è un blog particolare, lo sapete bene voi che lo frequentate spesso. Non monotematico, seppure tutto ruota intorno la bicicletta. La tecnica è una colonna portante, sia per la mia passione che per la convinzione sia realmente utile; ed è lei che richiede l’impegno maggiore.

Eppure ci sono sezioni che vorrei avere tempo di curare meglio; una di queste è quella delle interviste. Mi piace, mi è sempre piaciuto farle quando scrivevo per la carta stampata e ora, in questo spazio mio, ho una libertà che nessuna redazione può concederti.

Sono ancora poche è vero, ma l’aspetto più affascinante delle interviste è che da ognuno io per primo imparo qualcosa; e trovo sempre elementi in comune. Quando leggo le risposte finisco per riconoscermi nell’intervistato, non in tutto ma in tanto si.

L’amore per le cose ben fatte e la puntigliosa precisione nelle lavorazioni con Corrado Spada o, con le dovute (siderali…) proporzioni la spinta a non mollare mai con Moser. Ed è successo anche stavolta con Gianni Speciale.

Se è vero che nel nome è inciso il destino, Gianni col (cog)nome che si ritrova non poteva che mettere in campo qualcosa di fuori dall’ordinario. Cosa? Bici col telaio in legno.

Si d’accordo, non è una novità, almeno per il materiale. Ma ammirate le sue creazioni e ditemi se non vi emozionate. Persino un burbero, intransigente conservatore ciclistico come me ha sgranato gli occhi davanti a tanta maestria.

Le parole sono importanti, spesso le usiamo a sproposito dimenticando che ognuna ha un suo preciso significato. Artigiano deriva da artes: è colui che esercita una arte. Gianni è un artigiano; tutto fatto a mano, partorito da una unica mente, montato quasi esclusivamente dal suo creatore tranne alcune lavorazioni, potevo non volerlo conoscere?

L’occasione me l’ha fornita Antonello Foà che qualche settimana addietro mi girò un link. E’ una delle pagine del sito di Gianni, la galleria fotografica, che si apre con una citazione che mi suona familiare…

Contattarlo è stato un gesto istintivo, pubblicare questa intervista un piacere.


Chi è Giovanni Speciale?

Sono un lavoratore nato. Ho iniziato a 13 anni e mezzo nell’impresa edile di famiglia, dopo aver lasciato gli studi; anche se li riprenderò più tardi frequentando la scuola serale. Mi ha sempre affascinato questo lavoro, questo “costruire” e mi ha sempre incuriosito cercare nuovi modi di svolgere un certo compito. Dopo pochi anni che ero in cantiere suggerivo soluzioni per ottimizzare il lavoro, tanto che in quel periodo il mio papà mi aveva soprannominato “lo scienziato”. Altra mia passione le moto, ne ho avute diverse da strada ma poi, dopo il matrimonio, ho iniziato con il fuoristrada partecipando anche ad alcune gare sia di enduro che di motocross.

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Ripeto spesso nei miei articoli tecnici che la prima caratteristica di chiunque voglia far bene è la curiosità. Che non significa intrigarsi degli altrui affari ma avere sempre l’entusiasmo e la voglia di apprendere. Tu sei curioso?

Sono sempre stato alla ricerca di qualcosa che mi aiutasse a distinguermi, qualcosa di particolare mai tentato da altri o almeno diverso. E si sono curioso, e anche ambizioso. Il mio campo era l’edilizia e lì cercavo, spulciando riviste di arredamento e design per trarre spunti e idee. Nel ’90 l’impresa familiare rimase completamente nelle mie mani, e oltre ad occuparmi delle ristrutturazioni, presi a collaborare con architetti che mi faranno conoscere materiali nuovi. In particolare inizio a lavorare con il legno, un materiale che da subito mi appassiona, tanto da costruire tutti i mobili di casa mia. Ed erano talmente piaciuti i miei mobili che per qualche anno ho realizzato mobili, porte, portagioie, portapenne ecc. per diversi clienti. Ero davvero soddisfatto di me stesso.

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Bene, sappiamo perché ami il legno: ma le bici in legno?

Circa due anni fa, dopo aver sistemato la mia vecchia Mtb la regalo a mio figlio per andarci a scuola; dopo cinque giorni la rubano: ero arrabbiatissimo. Così una sera davanti a un computer mi viene l’idea di disegnare telai in legno. Arrivato in laboratorio il giorno successivo inizio a trasferire quei progetti su un pannello di truciolare, in dimensioni reali.

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I ciclisti sono gente strana, capaci di cavillare ore su geometrie e materiali. Tu come ti regoli nella creazione dei tuoi telai?

I telai che ho realizzato sono di taglia 53/ 55. Dopo aver fatto varie ricerche ed esperienze il frassino risulta il legno più adeguato per la sua fibra e la resistenza, mentre il mogano è scelto principalmente per un fattore estetico.

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Legno lamellare, legno massello: spieghiamo le differenze?

Il legno massello è il tronco lavorato a grandi sezioni. Il legno lamellare è il legno massello tagliato in piccole sezioni e poi incollate fra loro per avere la forma desiderata.

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Quali i legni migliori, quelli che usi e che ritieni più adatti e perché?

Per quanto mi riguarda tutti i legni sono preziosi per il loro specifico scopo. Come detto, uso frassino e mogano americano. Il frassino perche è uno dei materiali più resistenti e allo stesso tempo morbido; posso quasi definirlo come la fibra di carbonio naturale. Il mogano per la bellezza.

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Le tue creazioni sono pezzi unici, come sempre per i prodotti artigianali. Le forme sono figlie della tecnica con un occhio al design o come nascono?

Design prima cosa, ma stando attento alla torsione e dove scarica il peso. Comunque sono city bike, non sottoposte agli stress di specialistiche bici da corsa o da fuoristrada spinto e questo consente maggiore libertà nella progettazione.

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Come si comporta su strada un telaio in legno?

Penso che sia uno dei migliori in strada, sempre riferendoci a bici non di impostazione estrema. Perché assorbe tantissimo le vibrazioni. Quindi molto silenzioso e confortevole. A parità di gomme e cerchi con una bici tradizionale proprio sul piano della comodità di marcia non c’è paragone.

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Come scegli i componenti che equipaggeranno le tue bici?

Come avrai notato a me piacciono le bici dall’aria retrò. Quindi monto selle Brooks, cerchi Ambrosio e quelli in legno della CB Italia. Freni e mozzi della Miche; il resto quello che esteticamente risulta migliore, anche a seconda del tipo di telaio.

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Il telaio non è solo legno, ovviamente ci sono zone che necessitano rinforzi o che dovranno accogliere componenti da avvitare. Come ti regoli?

I forcellini posteriori sono in alluminio ricavato dal pieno e acciaio inox. In acciaio anche la bulloneria che li sostiene. E poi piastre in acciaio lì dove necessarie per tipo di bici.

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Che trattamento subisce il legno per essere protetto in modo il più possibile duraturo?

Una prima mano di trattamento con impregnante per barche. Poi altre 5 mani, tutte con un prodotto all’acqua trasparente lucido o satinato.

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Fai tutto tu o deleghi alcuni processi produttivi all’esterno?

Il movimento centrale è saldato al tubo sella. Questo me lo fa un artigiano telaista. Anche i forcellini li faccio fare su mio disegno da un altro artigiano.

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Piantone sella e forcella sono sempre in acciaio, suppongo che qui l’uso del legno sarebbe impossibile. Hai mai pensato però a ulteriori personalizzazioni, per esempio il manubrio, le ruote o accessori come dei sottili parafanghi ecc?

Qualcuno ha già costruito delle forcelle in legno. Ma personalmente non mi piacciono molto. Credo che legno, cromatura, cuoio e acciaio creino un connubio perfetto. Se è il cliente a chiedere una ulteriore per personalizzazione e se non altera troppo l’estetica del design non c’è problema. Si può fare….
Non tutte le bici si sposano col profilo dei parafanghi o di altri accessori; sul modello Milano stanno molto bene, su quello Roma non molto.

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Quante bici riesci a creare in un mese e il costo medio?

Circa 3/ 4 bici al mese e devi considerare che sono interamente fatte a mano. Il prezzo medio è tra i 3.000 e i 3.500 €.

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L’assemblaggio finale è opera tua o ti affidi a un meccanico esterno?

E’ opera mia. Anche perché mi diverto molto ad assemblarla (e io ti capisco, n.d.r.). Vedere ogni fase di finitura è qualcosa di stupefacente. Anche perché vedi in diretta il risultato del tuo lavoro, lo vedi crescere dalle tue mani.

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Progetti tutto tu oppure accogli suggerimenti dei clienti?

I telai sono una mia creazione. Per il momento nessuno mi ha suggerito come fare a disegnare. Creare è una cosa che amo tantissimo…

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Chiudo con una galleria di immagini; merita una sfogliata…

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