Ergotec: reggisella ammortizzato SP 05 e sella Relax

La prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

La prova su strada.

I reggisella ammortizzati non godono buona fama tra gli oltranzisti del ciclismo: pesano di più, ed è vero; sono accusati di succhiare energia, soprattutto in salita, e non è vero. Non del tutto almeno, perché un minimo di dispersione c’è ma saperla contenere è questione sia di qualità del componente che di saper pedalare.

Io sono un appassionato, non un fondamentalista; amo la bici, mi diverte pedalare ma il ciclismo non è una religione e in suo nome non accetto né atti di fede né dogmi assoluti. E volevo capire quanto fosse efficace nella guida un reggisella ammortizzato e che prezzo avrei dovuto pagare in moneta di resa dinamica, perché il mio retaggio resto quello di uno sportivo diciamo così vintage, quando la rigidità era l’unica cosa che interessava.

E siccome vintage lo sono diventato per davvero, e me ne accorsi una volta quando con mia figlia entrai in un negozio di abiti vintage e vi ritrovai tutti quelli della mia giovinezza, se posso avere più comfort mentre pedalo in questa città dalle strade martoriate e amica delle bici solo a parole perché nei fatti la ostacola in tutti i modi, sono contento. E infatti sul reggisella ho montato pure una sella il cui nome è una promessa… 😀

Rispondo subito alle prime due domande che vi saranno venute in mente. E’ comodo? Succhia energia? Si alla prima e no alla seconda.

Analizziamo prima il comfort, che non è l’unico pregio però.

Per lavorare bene è necessario che si perda qualche tempo a trovare la corretta taratura. Il sistema con la vite di precarico è efficace ma non sensibile come quello di una ammortizzatore di alta gamma. La differenza sul quarto di giro, per capirci, è davvero difficile da afferrare. E anche se l’indicazione fornita dal produttore sulla escursione del 20% una volta seduti come quella che indica il precarico ottimale è veritiera, non è risolutiva. Siccome poi la vite di precarico è interna e quindi agire su di essa significa rimuovere il reggisella ogni volta, è facile capire che all’inizio c’è da sacrificare qualche uscita di prova. Però una volta trovata la giusta taratura si è ampiamente ripagati. Il livello di comfort è elevatissimo e si guadagna un ottimo controllo della bici su strade sconnesse. L’altra sera, tornando da una zona collinare dove ero andato per scattare alcune foto in notturna per un altro test, ho sfiorato i 60 km/h su una breve discesa; su una strada dove mi tengo di solito prudente perché è appunto malmessa, con tanti rappezzi, tratti privi di asfalto, pavé e le immancabili buche che ormai abbiamo adottate e fanno parte della famiglia. Poter infatti restare seduti in sella, caricando il posteriore a tutto vantaggio della stabilità e della tenuta in frenata, senza doversi alzare a sfiorare la sella come devo fare sempre su quella discesa, mi ha permesso di spingere in assoluta sicurezza.

Anche se intuitivamente verrebbe da fare il contrario, nel caso i percorsi soliti siano particolarmente tormentati i risultati migliori si ottengono con una taratura un pelo più rigida. Ammorbidire troppo rende alcuni fasi della pedalata troppo “dondolanti”, con un su è giù nettamente avvertibile.

Richiede una certa abitudine all’uso questo reggisella; bisogna cioè dimenticare alcuni automatismi, come appunto alzarsi a sfiorare il sellino sul pavé o in moderato fuoristrada. Se non ci si siede sopra, il reggisella non lavora ed è inutile. Frapponendo un sellino tra terga e reggisella, vabbè.

La compressione è dolce, controllata; più brusca l’estensione ma da un sistema solo meccanico, senza idraulica, di più non si può pretendere. E poi basta appunto ricordarsi che è inutile alzarsi dal sellino che sarà stesso il nostro peso a smorzare la repentinità dell’estensione.

Continuo col reggisella prima di passare alla sella, perché ovviamente l’ho provato anche con altre selle, non solo la Ergotec Relax in prova. Usando selle più rigide si avverte maggiormente il lavoro del reggisella ammortizzato e si apprezza meglio la compressione che diventa via via più frenata. La sella Relax col suo gel effettivamente fa da filtro e seppure comodissima rende più complicato isolare il componente, come ripeto sempre deve essere fatto in un test.

Pianura, discesa, asfalto rovinato, pavé, sentieri battuti e fuoristrada moderato in genere diventano percorsi agevoli, nessun effetto stantuffo, massimo comfort di marcia e perfetto controllo della bici.

E in salita? E’ vero che i reggisella ammortizzati mangiano energia? No, se la qualità è buona (e quella di questo Ergotec lo è) e la taratura corretta allora la dispersione diventa trascurabile. Qualcosa sulle salite più impervie effettivamente si perde, ma parlo di pendenze importanti. Finché ci si mantiene su salite pedalabili, diciamo con percentuali del 6-7% di media si perde nulla. Salendo di difficoltà qualcosa si, si disperde ma perché tendiamo a pedalare “schiacciando” anche col nostro peso per aiutarci nello sforzo e questo, per forza di cose, comprime ancor più il reggisella; che però nelle alterne fasi della pedalata si scaricherà un poco per poi ricomprimersi e quindi una piccola fetta di energia finisce lì invece che sui pedali. Però è anche vero che a ridimensionare il tutto bisogna tener bene presente che qui non ci troviamo al cospetto di un componente per uso racing e, onestamente, pago volentieri una minima dispersione in cambio di tanta comodità.

E visto che siamo in tema di comfort di marcia tocca ora alla sella Relax M. Che come tutte le cose ben fatte ti accorgi di quanto era comoda solo quando la levi e ne monti una altra.

E’ morbida ma per nulla cedevole. Una sella che appena ci si appoggia cede ci da una prima impressione di grande comfort. Sbagliato, dopo pochi minuti la morbidezza diventa cedevolezza e la cedevolezza si trasforma in scomodità. Invece su questa Relax ci si appoggia in modo naturale, non si scivola grazie alla finitura superficiale, la depressione nella parte centrale evita di sovraccaricare una zona sensibile e l’ampio appoggio posteriore (che viene facile sfruttare data la ridotta estensione in lunghezza ma non in larghezza) accoglie amorevolmente le nostre terga.

Il naso che sulle prime mi aveva lasciato perplesso, perché vedendolo così sviluppato temevo si sarebbe rivelato fastidioso, ha subito smentito i miei timori. La svasatura posteriore consente alla sella di adattarsi perfettamente senza avvertire quella sottile spinta in avanti tipica di sellini con corposa imbottitura posteriore.

Si chiama Relax, lo offre in abbondanza e non ama la condotta aggressiva: avanzare in posa d’attacco è difficile, troppo corta. Non impossibile, è vero, ma anche qui vale il discorso fatto per il reggisella: sono componenti non destinati all’uso sportivo. Poi magari ci arriva la scimmia per cinque minuti e ci sentiamo tutti Moser lanciati per abbattere il record dell’ora e allora vorremmo altro. Ma siccome non siamo Moser, per un’ora a tutta impossibile che pedaliamo e mi sa pure per i cinque minuti della scimmia, tanto vale godersi il comfort offerto da questo connubio tutto tedesco.

Col senno di poi posso dire che forse la versione Relax L sarebbe stata più idonea sulla London Road, e infatti per testare al meglio la versione M ho sfruttato anche una bici da trekking classica, a manubrio dritto per capirci, posto più altro del sellino. Senza montare il reggisella ammortizzato per non falsare i risultati: promossa a pieno voti. Su bici dove la schiena viaggia più eretta la sella si è rivelata perfetta, molto più di quanto abbia fatto sulla London Road. Ed è ottima per l’utenza femminile, anzi, più di un negozio la presenta proprio come sella da donna.

Non restano che le conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">michele</cite>

    Direi che per me è ok nel senso gradisco queste modifiche. Ho letto l articolo con lo smartphone credo sia la stessa cosa da PC. La formattazione è perfetta. L unica cosa non riesci a fare un unica pagina anziché 7 pagine? Cliccando sui vari punti il cursore può andare automaticamente all’ inizio del paragrafo corrispondente. Parliamo di inezie… Va bene così. Ciao

  • <cite class="fn">Ivano</cite>

    Ciao, per me va bene così , si legge che é un piacere. Bravo

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Ciao ai pedalatori. Sono un ciclista scarso che spesso sta in sella – a volte – molte ore per portare a termine percorsi che altri terminano in più breve tempo. Ho provato diverse selle e diversi fondelli (e diverse posizioni sulla bici) e ho trovato un buon compromesso di comodità sulla mia MTB con la quale faccio tour di più giorni con anche 10 ore in sella. Ho dovuto faticare ma alla fine sto “abbastanza” bene. Mi piace anche la bici da strada e per questo ho una biciclettina-ina-ina (Triban 520) da 3 anni, scelta per le sue geometrie “comode” e per provare la strada (in mtb vado da 20 anni) senza spendere troppo all’inizio. Pur usando stessa sella della MTB, stessi fondelli di buona qualità, pur cercando posizione ottimale niente da fare: dopo 3 ore ne scendo come se mi avessero menato e con le parti sopra sella doloranti. Spesso la sera “gironzolo” nel blog per rileggere vecchi articoli (per leggerli li ho letti tutti) e ho ritrovato il test di questa sella che avevo dimenticato. Detto fatto, presa. Ovviamente ho ordinato la Relax M e mi hanno consegnato la Relax L ma questo lo davo per scontato! Poco male alla fine. La monto sulla mia biciclettina-ina-ina da strada (definirla da corsa sarebbe buffo, specialmente con me sopra) e mi faccio un giro di poco superiore ai 100 km verso i castelli romani (vivo a Ostia). Dopo 5 ore in sella (più veloce non ce la faccio purtroppo!!!!) devo dire che è veramente COMODA! Mi faceva male la schiena, il collo e i polsi ma ciò che poggio sulla sella no! Per cui, secondo la mia personale esperienza e pur sapendo tutti quanto sia individuale la risposta a questi accessori, devo dire che la Relax L ha funzionato benissimo e non vedo l’ora di “esportarla” anche sulla MTB!
    (e poi costa dù spicci…). 🙂
    GRAZIE Fabbio (2b)

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Adriano, ogni tanto prendo in considerazione l’idea di cancellare gli articoli troppo vecchi, lo spazio del database sta terminando e qualcosa servirebbe sacrificare.
      Poi arriva un commento come il tuo, per un test di quasi tre anni fa che però, sembra, ti è stato assai utile.
      E quindi dovrò attingere al contocorrente e comprare altro spazio. E vabbè.

      😀 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Claudio</cite>

    Ho letto questa recensione molto volentieri,spiegazioni molto semplici da capire,complimenti veramente.

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    Grazie Fabio per il chiaro articolo e per il servizio.

    Ho appena acquistato questo reggisella, ma ho notato subito che la molla non lavorava. Ho pensato fosse troppo compressa e ho diminuito la tensione arrivando fino a toccare l’anello seeger. A questo si comprime, tuttavia non in modo fluido e solo se “cado” sulla sella: cioè se mi adagio normalmente non vedo nessuna compressione. Come dicevo solo una forte pressione lo fa comprimere ma in modo scattoso, quasi ci fosse un forte attrito statico a impedirne la discesa.
    Si tratta di un pezzo difettoso? Oppure rigidità iniziale? O anche necessità di grasso?

    Grazie

    Francesco

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Francesco, una certa rigidità inziale c’è. E’ dovuta al montaggio per interferenza dei cuscinetti.
      Puoi velocizzare la resa svitando e riavvitando le brugole delle biellette, questo gli toglie parecchia tensione di montaggio.
      Comunque per la piena funzionalità servono un paio d’ore di utilizzo.
      Ricorda che la tensione corretta della molla è quando salendo in sella il reggisella si comprime per circa 5mm

      Fabio

      • <cite class="fn">Francesco</cite>

        Grazie Fabio della celere risposta.
        Credo però che per errore tu stia parlando dell’altro modello Ergotec da te testato. Io mi riferivo al modello SP 5.0 senza biellette.

        Grazie ancora

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Francesco, devi perdonarmi ma da telefono non vedo il titolo completo dell’articolo (apro da pannello amministratore, non gli articoli) e pensavo fosse l’ultimo test pubblicato.

          Ok, ora capito. Questo è reggisella a molla, senza leveraggi. All’interno c’è una boccola piena che funge da battuta per la molla. Ha una piccola scanalatura se non ricordo male (passati troppi anni da questo test), a volte si sposta o necessita di una buona lubrificazione.
          Di solito il problema è li.
          Fammi sapere, aprirlo è facile

          Fabio

  • <cite class="fn">Francesco</cite>

    Ciao Fabio,
    ho optato per tentare inizialmente con la strada più immediata: cioè usarlo. A quanto pare in effetti esigeva qualche ora di peso delle terga in sella per cominciare a fare il suo lavoro! Ora pare funzionare a dovere.

    Grazie ancora,
    Un caro saluto

    Francesco

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