Ergotec, pedali EP-1

Test su strada e considerazioni

Tempo di lettura: 5 minuti

Test su strada e considerazioni

Paragrafo unico per test su strada e conclusioni, più che altro considerazioni.

Come detto in apertura, vista tipologia e destinazione d’uso tutta la prova su strada è assai più semplice. Ma senza commettere l’errore di snobbarli, perché dietro quest’aria quasi dimessa si cela un pedale ben studiato, molto funzionale e con quasi nulla da migliorare. Giusto la scorrevolezza dell’asse, che migliora sensibilmente con l’uso, potrebbe lasciar dubbiosi noi abituati a pedali da qualche centinaio di euro. Da uno che costa intorno ai 25 euro come prezzo medio rilevato in rete ti aspetti i cuscinetti quadrati, invece questi girano e girano bene.

I pedali Ergotec EP-1 non sono novità, e di solito quando programmi un test cerchi anche l’ultimo prodotto, per essere meglio sul pezzo.

Stavolta ho preferito andare su qualcosa di conosciuto e ampiamente collaudato, perché lo scopo di queste recensioni (la precedente e la prossima con il reggisella ammortizzato) è migliorare ergonomia e comfort in sella, non essere il primo a pubblicare qualcosa.

Ero indeciso, ammetto, tra questi EP-1 e i fratelli Cargo, sostanzialmente simili e con in più dei pin in nylon a ulteriore supporto antiscivolo.

Cargo che sono una novità, e questo sarebbe stato un bene dal punto di vista giornalistico, ma alla fine ha prevalso la mia volontà di essere utile, badare al sodo diciamo così.

E con un occhio al prezzo. In contemporanea a questi Ergotec EP-1 ho testato pedali magnetici che costano circa otto volte tanto e di cui ho pubblicato da poco la recensione. Ecco, credo che cercare anche prodotti che abbiano oltre al buon rapporto qualità prezzo un costo contenuto senza evidenti rinunce (che non significa analoghe prestazioni di un componente che costa dieci volte tanto) sia utile forse più che inseguire la novità.

Quindi è proprio tenendo conto del bassissimo importo richiesto che giudico l’asse pedale e lo scorrimento dei cuscinetti di buona fattura. Non hai la fluidità di un pedale top di gamma, è ovvio. Ma dopo un paio d’ore di utilizzo scompare ogni resistenza anomala, e il pedale ruota senza mostrare attriti capaci di minarne la funzionalità.

Del resto chi sceglie un Ergotec EP-1 ha tutt’altre priorità che la prestazione pura.

Vuole un pedale comodo, robusto, che non rovini le scarpe civili, non faccia scivolare il piede, permetta ampio appoggio e se è pure ergonomicamente corretto, è meglio.

Tutte caratteristiche che ho trovato sugli Ergotec EP-1.

Il primo approccio ti lascia perplesso: abituato a pedali sportivi, da strada o fuoristrada che siano, poggiare le zampette su questi EP-1 quasi ti sembra di stare sulle ciaspole. 

Dopo due giri di pedale li guardi e pensi che se avessero delle cinghiette sarebbe come calzare comode pantofole.

Dopo dieci giri di pedale senti come l’ampia superficie trasmetta esattamente la spinta delle gambe.

Dopo venti giri abbassi lo sguardo, sistemi meglio i piedi per farli accompagnare dal bordino in posizione e dalla sensazione delle comode pantofole passi all’assoluta naturalezza dell’appoggio.

E’ una forma a cui sono poco abituato, si sviluppa più in lunghezza che in larghezza nelle proporzioni. 

Però è talmente indovinata che bastano una manciata di minuti per apprezzare il lavoro fatto da Ergotec nel mettere a punto questa foggia.

La struttura è solidissima, non la senti mai flettere nemmeno alzandoti sui pedali in salita. e non dimentichiamo che qui abbiamo un pedale sostanzialmente urban, non certo uno stradale sportivo.

Il grip offerto dal disegno fittamente bugnato a punta di diamante è superiore alle aspettative. Ho usato questi pedali con scarponcini bassi da trekking leggero, quindi suola abbastanza liscia; scarponcini da trekking più impegnativo, quindi suola “a carrarmato”; mocassini con mezza suola in gomma, ossia non tutto cuoio.

In tutti e tre i casi ho testato il grip anche con la pioggia, profittando di un sabato mattina di maltempo (con accompagnamento di sguardo di commiserazione in famiglia, del tipo “piove, ti fanno male le braccia, ma sei scemo a uscire? Nemo propheta in patria…) e in nessuno dei tre casi la scarpa ha perso la presa durante la pedalata.

Certo, son pedali flat e non puoi esercitare la pedalata rotonda permessa dai pedali con aggancio; questo si ripercuote sulla cadenza ma torna poi il discorso che non sono pedali sportivi, quindi non fosse per mia abitudine alla tacchetta nemmeno dovrei badarci.

Bado invece all’ergonomia; perché spesso, quando uso pedali flat su lunghe distanza, qualche dolore alle ginocchie me lo porto a casa. Mai fatto un dramma della cosa, sono consapevole che è facile posizionare male il piede e frullando le gambine per lungo tempo qualche dolore è inevitabile.

Ero quindi assai curioso di capire (e scoprire) se un apparentemente semplice escamotage come il bordino di accompagnamento potesse farmi mantenere i piedi in posizione corretta, in modo naturale senza l’ausilio della tacchetta.

Si, funziona. Funziona benissimo con scarpe a suola bassa, un poco meno intuitivo se la suola è bella spessa.

Trovi con naturalezza la posizione, non sei ovviamente bloccato o costretto, questo no; ma sei instradato sul mantenere facilmente la zona del metatarso in linea con l’asse pedale. E ogni indesiderato contatto con le pedivelle è scongiurato sul nascere.

Inizi a pedalare, fai scivolare la scarpa sino a sentire l’accompagnamento del bordino interno, lasci che le ginocchia seguano di istinto la loro migliore posizione e ti ritrovi ben messo.

Fermi l’azione, porti il pedale in orizzontale, abbassi lo sguardo e ti accorgi che effettivamente la postura è corretta, piede e rotula in linea con l’asse.

Tutto con gran naturalezza, dopo qualche minuto di utilizzo non ci badi più, non stai lì a verificare insomma.

Non ci è voluto molto ad apprezzare questo aiuto alla posizione; ho impiegato più tempo a realizzare quanto la forma concava fosse efficace ad accompagnare la pedalata con scarpe non tecniche.

Sotto il piede senti tutta l’ampia superficie del pedale, per l’intera lunghezza. Concentrato a capire la questione della posizione non vi ho badato molto.

Poi ho realizzato che in quel momento indossavo scarponcini da trekking, con curva decisa della suola in punta; e quindi almeno in quella zona avrei dovuto sentire se non il vuoto sicuramente minor pressione.

Mi sono fermato, tolto la scarpa e verificato come effettivamente quell’alzarsi del profilo anteriore del pedale copiasse perfettamente la suola. Mi hanno preso per matto, ma ci sono abituato, durante i test ne faccio di verifiche strane… 

Ecco, se devo stabilire il miglior punto di forza di questi pedali Ergotec EP-1 allora devo porre in cima proprio la corretta ergonomia.

Si, la superficie ampia è molto comoda e trasmette efficacemente l’energia, ma in tutta franchezza ci bado meno, in fin dei conti non è un pedale sportivo.

Il controllo della bici in discesa, quando carichiamo il peso sui pedali per tenerla schiacciata al suolo è degno di pedali superiori, ma anche qui in tutta franchezza, avrei potuto farne a meno senza rimpianto.

La solida struttura permette di pestare forte in salita e seppure senza la rigidità di un ampio flat in alluminio, non hai evidenti flessioni o dispersioni e, ancora una volta, non avrei dato eccessivo peso a una mancanza in questo utilizzo.

Invece ho trovato tutte queste qualità e in più questo ausilio nato per impedire lo sfregare delle scarpe contro le pedivelle e che porta anche alla corretta postura che, all’atto pratico, vale per me più della somma di tutte le altre ottime caratteristiche appena richiamate.

Non avevo grandi pretese quando ho selezionato questi pedali, da un componente con prezzo d’acquisto così basso è lecito attendersi limiti.

Tra le decine di pedali che a vario motivo conservo, c’è una coppia di pedali Spd di marca nota e dal costo di poco superiore a questi Ergotec EP-1: pedali che un rivenditore del marchio sconsiglia perché, tra noi, li definiamo a cuscinetti quadrati.

Conosco Ergotec, avevo già avuto modo di apprezzare durante le recensioni di una sella e di un reggisella ammortizzato l’elevato rapporto qualità prezzo; sapevo non avrei trovato i cuscinetti quadrati ma nemmeno pretendevo l’asse perfetto a rullini ingabbiati.

Sono stato invece piacevolmente sorpreso, perché è bastato un minimo di rodaggio e l’asse ha preso a scorrere bene, non libero e fluido come quello di un pedale top ma comunque senza grattare o impuntarsi. E vista la destinazione d’uso, siamo ampiamente sopra la media di pedali in analoga fascia di prezzo.

Ho avuto un attimo di incertezza al primo contatto, talmente ampia la superficie di appoggio che con tanta abbondanza quasi non sai dove mettere esattamente il piede.

Passato questo, capito come sfruttare il bordino di accompagnamento è stato sempre naturale trovare la corretta posizione, senza pensarci su.

Non sono amante dei pedali in polimero e qui invece ho trovato robustezza e rigidità sufficienti a garantire la spinta senza flessioni.

Memore di un paio di clamorose perdite di aderenza coi mocassini sotto la pioggia con pedali in alluminio doppia funzione (senza pin però) ho affrontato l’acqua con timore, anche perché ancora semi infortunato di mio e una scivolata sarebbe stata il colpo di grazia, e la lavorazione a cuspidi ha mantenuto sempre il piede ben aggrappato al pedale.

Non ho inseguito la novità selezionando gli Ergotec EP-1 preferendo la via di un prodotto già collaudato e questo, forse, ha eliminato alla radice ogni possibile limite. Se resti sul mercato e altri prima di te ti hanno testato e ben giudicato, sorprese non puoi averne.

Sorprese negative intendo.

Perché la verifica mi è servita per riceverne di positive, io che non sono un fan sfegatato dei pedali flat.

Ho trovato quello che cercavo: comfort, grip, spinta e corretta ergonomia. 

A un prezzo decisamente aggressivo.

Direi che va bene così.

Link in chiusura

Sito Ergotec

Sezione pedali Ergotec

Pedali Ep-1

Buone pedalate, letteralmente.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Ho trovato questi pedali per caso in sconto in un negozio, e alla luce dell’ottima recensione, ho deciso di provarli. Nonostante l’aspetto insolito e un po’ plasticoso, sono davvero solidi e molto comodi usati con qualunque calzatura… sandali compresi. Per me non sarebbero fuori posto neanche su una bici turistica, ammesso di non avere la necessità di pedali clipless, che l’ampia pedana compensa per la suola più morbida delle scarpe non specifiche e il piede non si stressa anche dopo tante ore (6 + 6 ore qualche fine settimana fa).
    La dimensione insolita (e la mia ridotta coordinazione) ha causato diversi scontri con ostacoli (marciapiedi, sostegni, ecc) che normalmente sarebbero fuori dalla portata dei pedali nello spostare la bici, ma in sella la lunghezza non è per nulla un problema, anzi. E nonostante le botte e gli urti sono solo appena graffiati… come detto, sono solidi.
    La mancanza di pin salva la suola delle scarpe, ma con impegno si può riuscire lo stesso a graffiarsi i polpacci… la bugnatura antiscivolo è acuminata, confermo 😀

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Paolo, mi sa che inizierò a girarti materiale da testare: impieghi la centesima parte delle mie parole e subito vai al punto…
      Se imparo a farlo pure io divento un vero tester 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Marco M</cite>

    Non me ne intendo di climi marini, ma c’è un certo contrasto tra il tuo essere così vestito e … scarpato, e le persone in costume da bagno sullo sfondo.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Si Marco, immagino che la recensione sarebbe risultata più probante se mi fossi fatto fotografare in costume e ciabatte.
      Grazie per la tua utile constatazione.

      Fabio

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