[Officina] Da manubrio flat a piega da corsa; parte terza

Tempo di lettura: 3 minuti

Terza parte e nuovo elemento da valutare: il tipo di piega, perché non sono tutte uguali né per forma né per dimensioni e perché questa è modifica che, come detto nei precedenti capitoli, faremo su una bici con geometrie diverse da quelle di una bici da corsa: ne dovremo tener conto per non ritrovarci più scomodi di prima, vanificando il lavoro svolto.

Il primo parametro è la misura dell’attacco, che abbiamo visto essere nella quasi totalità dei casi o da 25,4 mm o 31,8mm.

Il secondo è la forma della piega, perché abbiamo la piega anatomica, quella compact, quella italiana o francese, quasi coincidenti e infine la piega da fuoristrada. Escludo l’uso di una piega da pista perché la sua forma mal si concilia con l’utilizzo di leve freno corsa.

Piega francese e italiana hanno un andamento della curva pressoché analogo.
Nelle due immagini in basso una piega francese nuda e lo stesso modello montato sulla mia Peugeot Anjou.

Come si può vedere la zona di attacco leve freno è decisamente spostata verso il basso e tutta la curvatura che dalle leve freno porta al centro del manubrio è molto accentuata. Ne consegue una posizione allungata e bassa in presa sui comandi, decisamente faticosa se c’è  dislivello tra sella e manubrio.

In presenza di attacchi manubrio con collarino da 25,4mm o, peggio, di qualche strana misura che solo i francesi usano e non si è voluto cambiare attacco, questo tipo di piega finisce con l’essere una soluzione quasi obbligata.

Difficile (ma ci sono) reperire pieghe dalla moderna geometria compact in misura 25,4mm; impossibile in uno dei numerosi standard che venivano usati da francesi e italiani negli anni ’70 e fino alla meta degli ’80.

Mio personale consiglio: cambiare attacco e usare una piega più comoda.

La piega da fuoristrada è reperibile sia in misura 25,4mm  (ma è rara) che 31,8 mm.
Qui sotto è raffigurata quella che ho montato per alcuni mesi sulla mia Trek.

Si caratterizza per la forma “aperta” delle estremità con le leve freno che quindi saranno montate in diagonale. Richiede per questo una maggiore attenzione al loro montaggio, trovare la giusta posizione non è immediato.

A dispetto della forma particolare e verso cui ero scettico (motivo per cui decisi di provarla: se una cosa non la usi coma fai a sapere come si comporta?) si è rivelata comoda, la posizione delle leve dopo alcune prove di posizionamento ha rimandato un aggancio sicuro e confortevole in presa sui comandi e la notevole larghezza tra le estremità ha eliminato ogni possibile interferenza con le levette cambio installate in posizione bar end.

Di contro è decisamente appariscente, l’estetica complessiva della bici ne è fortemente condizionata e usata con comandi corsa integrati (che di loro già hanno una forma che li sposta verso l’esterno) li rende troppo vulnerabili; ma non ci sono difficoltà nell’azionamento.

La piega anatomica è anch’essa reperibile sia nella misura 25,4mm (ed è molto diffusa) che in quella di 31,8mm.

Si caratterizza per l’andamento a sezioni con la pressa bassa praticamente dritta che offre gran comodità ai passisti abituati a questa guida.

La sua forma determina spesso un eccessivo abbassamento della presa nella parte terminale, ma poiché qui non parliamo di bici da corsa ma di turistiche o Mtb trasformate, la questione è ininfluente perché è posizione che non si assume quasi mai.

La zona deputata alla installazione dei comandi non è molto estesa, c’è poco margine per alzarli e questo, soprattutto con comandi particolarmente “allungati” come gli Shimano ritratti sopra, crea una eccessiva distensione del busto in presa sui comandi; ma molto dipende dal dislivello sella manubrio, perché se è nullo o minimo il problema non si avverte. L’unico limite che trovo a questa piega nell’uso è l’eccessivo allontanamento delle leve freno in presa bassa, limite dovuto anche alle mie mani piccole vero, ma c’è.

Infine la mia soluzione preferita, la piega compact.

Qui in basso quelle montate su Elessar e sulla Rose Xeon Crs.

Si caratterizza per la curvatura continua, molto stretta e per la parte superiore, quella immediatamente dietro i comandi, quasi orizzontale o del tutto orizzontale, dipende dal modello. L’unico svantaggio può essere un eccessivo allontanamento delle leve freno guidando in presa bassa se si opta per un montaggio alto dei comandi, ma si risolve scegliendone una con valori di reach e drop (più in basso vedremo cosa sono) contenuti.

Di difficile reperibilità con attacco da 25,4mm c’è invece ampia scelta con attacco da 31,8.

Se ho detto che è la mia soluzione preferita è perché offre una ottima ergonomia, si concilia benissimo con il nuovo assetto che si assume in bici in seguito al passaggio da manubrio flat a piega, offre un maggior margine di posizionamento dei comandi (che, su bici turistiche è sempre meglio montare più alti) l’ampio ventaglio di misure e dimensioni sul mercato rende agevole trovare quella più adatta a noi e la trovo bella; poco professionale come criterio di scelta ma io una bici la voglio affascinante anche da ferma.

Alcune hanno la parte superiore conformata piatta o a “ovetto” per rendere più confortevole la presa alta. Non è possibile però usarla se si prevede di installare leve freno supplementari stile ciclocross (che vedremo in successiva pubblicazione) perché il collarino non avrebbe presa.

In chiusura un accenno a due misure troppo spesso trascurate da chi sceglie una piega da corsa: il reach e il drop.

Tutti o quasi si concentrano solo sulla larghezza, che è importante ma meno vincolante di quanto si pensi. Io consiglio sempre una misura successiva a quella propria quando si opera questa personalizzazione. La penetrazione aerodinamica ne risente ma, domando: ha importanza? No, nessuna, meglio il maggior comfort e il superiore controllo garantito dal superiore braccio di leva (che fa comodo se davanti c’è il peso aggiuntivo del bagaglio) e anche lo spazio in più, se per esempio si vogliono montare una borsa da manubrio o le leve freno supplementari.

Una aggiunta successiva alla pubblicazione, perché tra i commenti ne è giunto uno e mi ha fatto riflettere sul fatto che mentre ho scritto che molti trascurano reach e drop io ho trascurato indicare come si calcola la larghezza della piega.

Da centro a centro delle estremità, come indicato nell’immagine in basso. E’ il sistema usato per convenzione dalla quasi totalità dei produttori. Non tutti, alcuni preferiscono dare la misura fine/fine ma almeno lo specificano. La differenza tra le due misurazione è circa 2cm, ossia una piega 44 fine/fine equivale a una 42 centro/centro.

Reach e drop invece influenzano la posizione dei comandi e quella del ciclista sia in presa sul manubrio che sui comandi.

Il reach è la distanza tra la zona mediana della curva quando inizia a girare verso i comandi e fino alla zona mediana di innesto di questi. Il drop la distanza tra la zona mediana della curva quando inizia a girare verso i comandi e la sua parte bassa.

 

Minore il reach minore la distanza dei comandi, avvertibile soprattutto pedalando in presa su di essi, e viceversa.

Minore il drop minore l’abbassamento del ciclista in presa finale nonché il raggio di curvatura della piega stessa e viceversa.

Passando da manubrio flat a piega, sempre tenuto conto che non è modifica che si esegue su bici da corsa ma su turistiche o comunque biciclette votate al comfort di marcia, il mio consiglio è cercare una piega con valori di reach e drop minimi, soprattutto il primo.

La prossima volta toccherà ai comandi.


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COMMENTS

  • <cite class="fn">Daniele</cite>

    Ciao Fabio, innanzitutto articolo interessantissimo e ben scritto.
    Questa cosa della piega compact proprio non la sapevo. Io ne ho una anatomica e dato che ho delle mani piccole quando sono in presa sui comandi afferro (abbastanza) bene le leve mentre in presa bassa non ho mai la capacità di arrivare alle leve dei freni con la determinazione che vorrei…
    Effettivamente questa cosa mi ha sempre lasciato perplesso: mi sembrava assurdo che ci fosse dotato di “manine” come le mie, debba rassegnarsi aduna presa così così.
    Buono a sapersi dunque. Farò tesoro di queste nozioni quando sceglierò manubrio e attacco per la mia nuova bici. Il primo dunque sarà di sicuro “compact”.(Magari ti stresserò ancora un po via e-mail per i dettagli) 😉

    • <cite class="fn">elessar bicycle</cite>

      Ciao Daniele, che dire, lo scopo del blog è proprio far conoscere le cose 🙂
      Se raffronti le immagini della piega anatomica (nelle due foto è la stessa piega, senza nastro e nastrata) subito balzano all’occhio le differenze con le due compact montate sulle mie bici.
      E se presti bene attenzione vedrai come la compact della Rose ha reach e drop inferiori a quelli di Elessar, dove ho preferito una maggiore larghezza contando però sulla forma delle leve campy, facilmente raggiungibili
      Insomma, si fa presto a dire piega ma come vedi le differenze ci sono e sono tante e alla fine è la cura di tutti questi dettagli che rende una bici veramente adatta a noi.
      L’articolo doveva essere su piega e comandi, ma poi ho preferito dedicare un capitolo solo a lei proprio perché merita un approfondimento.
      Lieto comunque di essere stati d’aiuto e tranquillo, non mi stressi…

      Fabio

      • <cite class="fn">Louise</cite>

        Ciao Fabio,
        che dire? Ho cancellato un mio precedente intervento su un forum perché oramai inutile alla luce del tuo MERAVIGLIOSO articolo qui sopra. Sono sconvolta, t’assicuro!… Posso chiederti solo tre cose che non hanno trovato risposta con il tuo completissimo articolo?.. La faccio breve, eccole:

        1) vorrei sostituire un manubrio che è troppo largo per le mie spalle (ne ho accusato le conseguenze su collo e spalle dopo un’uscita di più di 60 km), il Kalloy HB-TE11L, spessore 31.8mm, larghezza: 440mm, tipo Ergo.

        Tu per pedalate da “gita di un giorno o due”, randonnée o viaggi, quanti cm in più rispetto alla propria larghezza-spalle (mio caso: 36 cm) consigli? Ho letto nel tuo articolo una misura in più…ma non conosco cosa proponga il mercato…

        Questione-curva. A me questo Ergo – a prescindere dalla larghezza – non è risultato finora comodo…proprio per la forma della piega. Invece ho provato uno più compatto ed…è stato feeling al primo appoggio!… 🙂

        2) Sulla base della tua esperienza per pedalate lunghe (sia che siano gite di un giorno da 150 km o randonnée o viaggi di giorni con bici carica) a quale tipo di piega compact dovrei rivolgermi considerando che devo lasciare i comandi SHIMANO ST-3503, 3-SPD e SHIMANO ST-3500, 9-SPD, e l’attacco avente inclinazione a 7°, se voglio risparmiare?
        3) Questo attacco-manubrio è a tuo parere meglio inclinato oppure sarebbe meglio dritto? (Ovviamente, sempre considerando il fine per cui la bici e la ciclista sono orientate: pedalate fuori-porta di 1-2 giorni o randonnée o viaggi (no gare)).

        Ti ringrazio se mi risponderai e in ogni caso per il tempo che hai dedicato a leggere queste mie noiosissime piccole (per te) ovvietà.

        Un saluto,

        L.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ops, non so se essere contento per il “meraviglioso” o dispiaciuto per averti “sconvolta” 🙂
          Tra l’altro questo articolo è nulla più di un semplice e breve intermezzo nella saga del passaggio da manubrio flat a piega, volutamente sintetico perché altrimenti avrei finito col riportare quanto ho scritto nel libro; finché ne rubo qualche stralcio va bene, copiare pagine e pagine e riportarle qui non sarebbe corretto nei confronti di chi detiene i diritti di pubblicazione.

          Rispondere alle tue domande presenta alcune difficoltà.
          Mi sembra di capire che la tua attuale piega sia quella di serie; se è così la sua misura è scelta dal produttore su base statistica in quella data taglia.
          Una piega 44 è decisamente larga per le tue spalle (io che dovrei usare 42 uso 44 ma ho spalle più larghe delle tue) quindi anzitutto devo chiederti come hai rilevato questa misura. Hai calcolato dalla due estremità oppure dal centro delle due estremità? Il tuo commento tra l’altro mi ha fatto rilevare che ho dato per scontato tutti sapessero come rilevare la larghezza della piega. Quindi ho rimediato e nell’articolo troverai una aggiunta, con una immagine che mostra i riferimenti per il calcolo della larghezza.
          Hai dolori e questo è spia di qualcosa che non funziona; ma cosa? Ossia, in che posizione arrivano i dolori? La sola larghezza al massimo determina un “affaticamento” ai deltoidi in presa sui comandi. Collo e spalle rilevano più per la posizione in bici che per la sola larghezza.
          Spalle e collo iniziano a dolere o per manubrio troppo alto o troppo basso; 7 volte su 10 è per manubrio troppo alto, ma impossibile saperlo senza vederti in sella.
          Stesso discorso per l’attacco: senza vederti impossibile per me dirti se è meglio montarlo in positivo o negativo. Il cambio di inclinazione modifica diversi parametri, dall’altezza della piega alla sua distanza dal centro anatomico sella.
          Mi spiace, hai scritto per avere risposte e ti ritrovi domande.
          Faccio ammenda e vengo meno a una regola, quella di evitare di consigliare marche o prodotti in pubblico. Se vuoi cambiare piega prendi una compact dal catalogo Ritchey, valori di reach intorno ai 70/75mm e drop non superiore a 120mm. La larghezza, in base alle tue spalle, dovrebbe essere una 42 centro centro, due misure in più della 38 che ti darei se usassi una bici da corsa.
          Per risolvere invece ai quesiti che ti ho posto io, prima di acquistare una nuova piega (anche se il passaggio a una compact comunque te lo consiglio, effettivamente è più comoda della anatomica) inviami qualche immagine ripresa di lato con te in sella, in modo che posso farmi una idea di come sei messa in sella.
          Inviami anche le tue misure antropometriche; il fatto tu abbia una piega da 44 con spalle 36 mi fa sorgere il sospetto di una taglia della bici troppo grande per te. Ma non fasciamoci la testa prime del tempo.
          Aspetto una tua mail, vedrai che con un poco di pazienza risolviamo dolori e postura. L’indirizzo lo trovi nel menù in alto, alla voce “Contatti”.

          Fabio

  • <cite class="fn">Mathieu</cite>

    Ciao Fabio, è la prima volta che commento su questo piccolo gioiello che è il tuo blog, allora ti faccio i complimenti.
    Mi piacerebbe, se possibile, un tuo giudizio leggermente più articolato sulla piega da fuoristrada, da “gravel bike” che hai provato sulla tua Trek.
    Secondo te in leggero fuoristrada è meglio di una piega da corsa classica (magari larga, 44 o 46, per avere un po’ più di controllo)?
    Non è facile trovare confronti e pareri chiari in rete, neanche su siti e forum anglofoni.
    Ho trasformato, a basso costo, una ibrida di inizio anni 90 con ruote da 28, con piega da corsa, ricollocando i comandi del cambio da MTB come hai fatto tu, stile “bar end”.
    Ho riciclato un manubrio da corsa da 40, ma come controllo a volte è proprio troppo stretto in alcune salite sterrate.
    Sono indeciso tra una piega classica da 44 o 46 o una da fuoristrada e mi fiderei molto dei tuoi consigli.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Mathieu, sintetizzare non è semplice; inoltre molto influiscono le abitudini soggettive e il tipo di percorsi.
      Una piega da fuoristrada ha pro e contra. E’ indubbio che in discesa, soprattutto se veloce, il controllo in presa bassa è nettamente superiore. Se l’angolo esterno non è eccessivo si ottiene ottima padronanza anche in presa sui comandi, che però non è la classica impugnatura della piega da corsa ma vuole un appoggio dei palmi più esterno. Di contro nella marcia stradale la presa bassa alla lunga è faticosa e scomoda, non tanto per l’impugnatura in sé ma perché per essere sfruttata in pieno nella guida fuoristrada il dislivello con la sella deve essere più contenuto e questo porta spesso a un angolo innaturale dei polsi. Non avvertibile in fuoristrada perché solitamente si pedala, soprattutto in discesa quando questa piega offre il meglio di sé, sollevati dal sellino.
      Un buon compromesso sono le pieghe più moderne, con angolo ridotto. Se il fuoristrada si limita a sterrati e sentieri e la bici ha uso polivalente sono la soluzione migliore. Un esempio è le Ritchey mostrata nell’articolo sul progetto della Velo Orange Pass Hunter disc.
      L’unico limite è che essendo di costruzione recente esistono solo nello standard oversize, quindi volendo montarle su vecchie Mtb (o ibride) con serie sterzo da 1″ è necessario sostituire la pipa di sterzo, montare un adattatore e su questo un attacco manubrio idoneo. Ma considerando che solitamente quando si converte una vecchia Mtb è sempre necessario sostituire l’attacco manubrio per adattarlo al nuovo assetto con la piega (meno frequente con le ibride, è vero) alla fine non è una spesa non preventivata ma solo un accessorio diverso e comunque poco costoso.
      Se l’uso fuoristrada è invece sporadico, magari soprattutto in piano e/o con discese affrontate ad andatura turistica va bene una piega stradale compact, ma sempre almeno una taglia in più.
      Quindi come vedi percorsi e uso influenzano la scelta, devi valutare tu come userai la bici. Io ti consiglio una piega da fuoristrada con angolo moderato se il tuo off road non è tanto ed estremo. Offre anche più spazio quando monti i bar end e quei centimetri in più sono una bella comodità per le ginocchia…

      Fabio

      • <cite class="fn">Mathieu</cite>

        Grazie Fabio. La bici ha già un adattatore per pipe/manubri moderni. Per motivi vari e alla luce di quello che mi scrivi, per ora mi oriento su una piega classica un po’ più larga. Al momento ci faccio dei giri con 85% asfalto e 15% sterrato poco tecnico. Inoltre è un telaio un po’ piccolo, con forte dislivello sella manubrio, anche se mi ci trovo molto comodamente. Grazie ancora, buona serata.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Beh, se hai forte dislivello allora fai bene a montare piega tradizionale. In fuoristrada un notevole aiuto può arrivarti da una coppia di leve freno supplementari: sei in presa alta e hai un ottimo controllo senza pericolo.

          Fabio

  • <cite class="fn">Filippo Ponti</cite>

    Ciao, innanzitutto complimenti ma soprattutto grazie per le tue rubriche. Le ho utilizzate più volte in tutti quei casi in cui mi piace smanettare sulla bici.
    Avrei una domanda; ho una cherge plug 3 che uso come bici tutto fare, comprese qualche gravel e commuting generale. La piega da corsa (in realtà ho una nitto da turismo) è bellissima ma ultimamente ho la necessità di una posizione un po’ più rilassata e soprattutto, usando la bici spesso in città, sento personalmente il bisogno di avere i freni pronti all’uso.
    Insomma, non mi sento del tutto sicuro.
    Sto per ritirare da un amico usato il manubrio titec j bar, che mi consentirebbe comfort e varie posizioni, ma nascono i primi dubbi.
    La bici monta cambio sora 9v dietro a 2v davanti. Che leve freno (la bici ha dischi meccanici) e manettini cambio posso usare? Fermo restando che non vorrei spendere una follia, se possibile rivolgendomi anche al mercato dell’usato?
    Belli i manettini vecchio stile tipo microshift, magari con gli adattatori di Paul…ma che cifre.

    Scusa se ti estorco un consiglio, purtroppo sei un po’ lontano al momento per venire direttamente da te.

    Ciao e grazie

    • <cite class="fn">Filippo Ponti</cite>

      PS. Ho appena fatto una piccola donazione al blog. Per tutte le volte che l’ho letto e consultato era il minimo…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Filippo, grazie per il tuo contributo.
      In genere mi chiedono notizie per la trasformazione inversa, comunque la tua è fattibile con una spesa tutto sommato contenuta. Hai bisogno di una coppia di comandi cambio Sora 3500 sl rapidfire, ovviamente per doppia e 9v. Leve freno stessa serie, sempre la 3500. Puoi anche andare di usato o fondi di magazzino prendendo la serie Tiagra 9v, se non ricordo male la sigla è 3400 ma è meglio se verifichi. Comunque il Sora 9v è il Tiagra di due anni fa, uguale.
      Se invece opti per una coppia di levette la spesa nel complesso sale. Anche se prendi due Dia compe non indicizzate avrai poi bisogno dei supporti di montaggio al manubrio. Paul Component costa un rene, ma anche altri più economici comunque i loro 50/60 euro li vogliono. Alla fine il costo sale, non tantissimo rispetto a Shimano, ma una differenza c’è.
      Indipendentemente dalla scelta dei comandi trasmissione mi raccomando le leve freno: se prendi una versione per v-brake ti frena niente. Già i Promax tuoi non sono un impianto top, se usi leve inadatte frenare sarà solo un auspicio…
      Chiudo con una domanda per te: come si comporta il carro della plug? La risposta è più da Mtb o da stradale intendo. Non sono un fan di quella geometria in uso stradale/misto e ancora devo trovare una bici siffatta che mi soddisfi. Siccome una plug non l’ho mai guidata, mi informo 😀

      Fabio

      • <cite class="fn">Filippo Ponti</cite>

        Ciao, figurati, grazie a te. Tutto chiaro per il cambio. Per le leve ho visto delle avid che dovrebbero andare bene. Secondo me la piega corsa è stupenda e ha i suoi vantaggi, ma in ambito cittadino secondo me è più uno status che altro. Insomma se non ce l’hai non sei figo… Tanto io non ho mai avuto velleità sportive; vedo che negli stati uniti le conversioni da drop a flat sono numerose.

        Per la bici…cercavo una tuttofare a prezzo onesto dopo anni di assenza dal mondo bici. Qualche ricerca ed è saltata fuori questa. Dignitosi tubi tange e attacchi portapacchi e altro. Io mi ci trovo bene, ma credo che la tua domanda sul carro sia un po’ troppo specifica per la mia sensibilità. Io come detto la uso un po’ per tutto e mi sembra affidabile.

        Ciao, ora mi metterò un po’ alla ricerca di pezzi; certo che i manettini microshift per flat bar sono proprio carini..

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Mah, non sono del tutto certo che la scelta della piega sia per sembrare “figo”. Pedalo da 35 anni e non ho mai trovato qualcosa di più comodo e piacevole della piega; anche in città, infatti le mie bici urbane hanno sempre avuto la piega e quelle prive o l’hanno subìta o son partite per altri lidi.
          Poi ognuno ha le sue preferenze, e ci sta che non tutti la digeriscano così come io non digerisco i manubri flat.

          Fabio

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Ciao Fabio. Non ne sono sicuro, ma questo mi sembra il post più adatto al mio commento su una piega assai alternativa… non dovrei andare troppo fuori argomento.
    Con il mio non chiarissimo progetto in mente stavo facendo passare un po’ di descrizioni di “dirt drops”, che non sono propriamente manubri per bici da corsa ma sicuramente hanno la piega 🙂
    E per caso mi è passato sotto gli occhi il Soma Gator, che è il primo e unico – che io sappia – manubrio con la piega ed adatto ad ospitare componenti da mtb, con un lungo tratto diritto (19 cm) di diametro pari a 22.2 mm. Non è proprio bellissimo, e gli scarsi commenti in proposito sono piuttosto misti: sembra che vada impostato per essere usato in presa bassa (dove andrebbero comunque i comandi e i freni da mtb) con le altre posizioni non molto sfruttabili, anche se con la curvatura il diametro aumenta e si possono montare freni/comandi integrati come su una piega standard.
    Soma lo consiglia per bikepacking, off-road e touring, quindi mi sembra che potrebbe avere il suo posto nella lista delle opzioni per sostituire il manubrio flat con una piega, visto che di solito lo scopo non sarà di ottenere una bici sportiva/da corsa…
    Se mi decido a comprarlo (dovrei smettere di spendere soldi in componenti vari 😀 ) poi magari scrivo due righe in proposito, se sono proprio soldi buttati o c’è del buono in questa idea. Se non altro è relativamente economico e ci si risparmia di dover adattare comandi cambio e freni.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Paolo, proprio in questi giorni vi sto assillando con i miei insani propositi di mettere mano a tanti articoli della sezione Officina; e uno dei motivi è anche la necessità di aggiornarli alle novità e progressi (anche regressi, ma questa è una altra storia) che nel frattempo si sono succeduti.
      Questo articolo, per esempio, ha quasi 4 anni: un tempo infinito vista la rapidità con cui si avvicendano le nuove proposte.
      Tralasciando che trovo il Gator uno dei manubri più brutti mai creati, tecnicamente è assai interessante grazie alle misure. Nel caso di comandi mtb si recupera una presa usando i “corni”, stile randonneur d’epoca per capirci. Che si trovano tutt’oggi con facilità.
      Grazie per questo contributo, sempre preziosa per me la vostra esperienza.

      Fabio

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        La sottile differenza nell’esprimere il giudizio estetico… 😀
        Non ho capito cosa sarebbero i corni stile randonneur – e una pessima battuta sulla (in)fedeltà dei partner dei ciclisti te la risparmio 🙂
        Una breve ricerca su google non ha aiutato. Immagino non siano le barre da “crono”, vero?

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Non so se continuare a scrivere qui nei commenti sia l’opzione migliore, se ci sono alternative più sensate dimmelo…
    Quando ho trovato un negozio con un ultimo gator disponibile l’ho preso. È più economico, leggero e bizzarro del Jones H Loop che stavo considerando come alternativa… come resistere? 🙂
    L’ho portato un po’ in giro e visto il set up non perfetto i polsi non hanno gradito tantissimo, ma ho rimediato almeno in parte. Devo sperimentare ancora un po’ con angoli e quote prima di poter dare un giudizio sensato sulla comodità, ma come controllo – soprattutto in discesa e/o in piedi sui pedali – è fantastico.
    Un’altra cosa che ho notato è che impugnato alle estremità, mani sui freni da mtb, sembra assorbire le vibrazioni molto più del manubrio flat che usavo di solito. A causa dello smorzamento la percezione della velocità è in qualche misura alterata: sembra di andare piano anche scendendo a rotta di collo lungo strade sterrate. Questo è per certi versi comodo ma anche molto pericoloso 😀

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Paolo, più che altro sono utili informazioni che qui, forse, si perdono. Te la senti di scriverne? Con abbondante corredo di foto e lo pubblichiamo come articolo a sé? A tua firma, ovvio. Valuta, io sono disponibile a offrire spazio.

      Fabio

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        Sono onorato della proposta 🙂
        Solo due problemi mi vengono in mente. Il primo, che mi stufi di ‘sto coso prima di riuscire a trovare una regolazione (se c’è) abbastanza comoda per conviverci sufficientemente a lungo, al momento mi sta facendo tribolare. Il secondo sono le foto, ma magari con qualche aiutino si può ottenere qualcosa di decente.
        Non sono problemi insormontabili (forse) e il pezzo ha delle caratteristiche insolite che meritano una descrizione più dettagliata di quello che ho trovato su internet, in totale ben tre (3!) foto del gator addobbato con componenti mtb. Vediamo tra una settimana o due cosa decidono i miei polsi…

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Oibò, più che un onore ti rifilo una bella seccatura… 😀
          Foto, monta, smonta, foto, testo, revisione, modifica ecc. Insomma…
          Comunque valuta, se vuoi come detto spazio c’è. E se ti serve aiuto per la composizione, pure.

          Fabio

  • <cite class="fn">Marco A. F.</cite>

    Buonasera Fabio Sergio, sono un ragazzo di 30 anni che abita a Parigi e che ultimamente si è avvicinato al mondo della bici…ho comprato da pochissimo una economica Triban 100 flat bar al Decathlon, che se pur basica adoro!!!! Da qui subito dopo il sogno do modificarla per poter piano piano arrivare a montare doppie leve freni comando, quello che tu sei riuscito e che nessuno mai a quanto pare !! Ho cercato in lungo e largo in italiano e in francese e su internet ho trovato poco a riguardo..Quindi complimenti!! Il mio obiettivo è quello di arrivare ad avere una gravel cicloturistica e com questo (perdonami sono ignorante nel ciclismo) intendo dire una buona bici personalizzata che possa sia permettirmi divertimento in strada ( niente agonismo nn mi interessa) che sui sterrati e evadere in campagna e perché no in foresta (al limite del mountain bike ovviamente) e magari un giorno che possa portarmi in giro permtutto il mondo nei lunghi viaggi!
    Potresti aiutarmi a scegliere i componenti? Per esempio il gruppo 105 per il cambio come lo vedi ?
    E cosa puoi consigliarmi il merito al mio progetto? In più homuna buona manualità ma nn so se riuscirei a montare dei freni da solo….nella speranza di una risposta ti ringrazio per il bellissimo blog e ti auguro una buona serata !
    Ps: ma Elessar come Aragorn di SdA? Love it!!!! Ciao a presto

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Marco, ti ringrazio per l’entusiasmo ma non sono l’unico a fare di questi lavori. Forse solo uno dei pochi che prova a raccontarli, tutto qui.
      Veniamo a noi.
      Da quello che scrivi deduco la voglia di passare alla piega, con l’aggiunta poi di leve freno supplementari.
      Sincero? Lascia perdere.
      La spesa in modifiche è alta, ti costerebbe meno una bici della stessa casa ma già equipaggiata con tutto il necessario a cui aggiungere, con minima spesa, solo le leve freno.
      So che speravi in una risposta differente, ma oggettivamente parliamo di modifiche che costano molto più della bici che hai e non giustificate dalla singolarità/rarità del modello.
      Qui sul blog c’è il test della Triban 520; ottima base di partenza per la tua idea. Dagli una scorsa, forse puoi trovare le caratteristiche che cerchi.

      Fabio

  • <cite class="fn">GIovanni PIazze</cite>

    ciao, complimenti per gli approfondimenti sempre attenti e specifici. Avrei da acquistare leve freno da corsa ma senza i doppi comandi per il cambio dal momento che le leve cambio si trovano al termine della curva del manubrio (non ricordo il nome specifico). Al momento ho delle leve freno areo tektro rl 340, ma utilizzanfdo la bici per lavoro e appogiandola talvolta accanto a dei muri, i gommini copri leve freno si sono rotti e bucati. Ho cercato i copri gommino e ho scoperto che costano praticamente come le leve freno nuove. Mi darebbe molto fastidio buttare le vecchie leve freno che sono perfettamente funzionanti, ma ho preso in considerazione aimè l’idea e visti i costi, volevo chiedere un consiglio su leve freno più comode o lunghe perché ho le mani grandi e a volte mi sento un pò sacrificato nella presa, specialmente in inverno con i guanti, mi sento poco sicuro quando prendo le innumerevoli buche cittadine…GRazie per il suo tempo!

    Buona giornata!
    Giovanni PIazze

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, la scelta delle leve dipende dalla tecnologia dell’impianto; comunque visto che hai le 340 e immaginando tu non abbia apportato modifiche, suppongo monti caliper/cantilever o dischi meccanici da strada.
      Puoi guardare al catalogo TRP, sempre Tektro ma ramo diverso, che ha una ottima leva sagomata.
      Se cerchi gli articoli sulla Surly Cross qui sul blog ne puoi vedere la versione modaiola, luccicante e forata. Ma esistono anche nere e piene.

      Fabio

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Ciao Fabio,sempre eccellenti ed esaustive le tue dispense per ogni componente della bici.Ti chiedo un consiglio ben sapendo quanto stimi la Azienda tedesca Rose Bikes.Sono in procinto di ordinare una Compact da 26 che mi sembra presentare valori interessanti sopratutto come drop addirittura da 120,me la consigli o ritieni che la Deda 26 sia sullo stesso livello.Tieni conto che la differenza di pochi grammi non mi turba il sonno…Ne hai mai utilizzate?Ciao e grazie come sempre.

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