Challenge Gravel Grinder Race

Come è fatto

Tempo di lettura: 8 minuti

Come è fatto      

Non è una novità il Chellenge Gravel Grinder Race; anzi, è in giro da tempo e mi intrigava pedalarci. Ne ho letto in giro seppure di test veri e propri non se ne trovano tanti. Comunque i ciclisti ne paiono felici, valeva la pena un esame approfondito. Ma non è questo il paragrafo dedicato al comportamento, questo è lo spazio riservato alla presentazione statica.

Quindi vediamo come è fatto.

Nessun fronzolo per la confezione, una semplice base in cartoncino con praticamente quasi nessuna indicazione.

Giusto una etichetta con riportati modello e misura, più gli immancabili richiami ai social.

La confezione è un costo, inevitabilmente ricade sul cliente finale, ossia noi ciclisti. Però ormai anche copertoncini di prezzo al pubblico assai inferiori non fanno mancare maggior cura; e una scatola è pure la giusta tela dove dipingere utili consigli, per esempio le pressioni di esercizio in differenti usi come ormai fanno tanti.

Rimossa la basetta ecco il copertoncino, pieghevole ovviamente.

Una lunga (e grintosa) scritta riporta comunque una buona dose di informazioni. Mi piace come risalta in questa versione nero/para ma, si sa, ho sempre avuto un debole per i copertoncini bicolore.

Oltre modello e versione abbiamo la misura e l’indicazione della pressione minima e massima.

Misura che è riportata anche in rilievo sul fianco, giustamente; col tempo sappiamo che soprattutto su gomme da offraod le etichette tendono a usurarsi.

E sempre in rilievo ritroviamo anche le pressioni di esercizio, ma stavolta con diverso parametro: quella riservata ad uso in gara e quella massima.

Manca, e su questo c’è tutto il mio disappunto, l’indicazione del verso di montaggio.

Che visto il disegno del battistrada non è certo intuitivo; e nulla è riportato sulla confezione.

Per questo anticipo la scaletta e mostro prima i fianchi del battistrada: è a loro che dobbiamo fare riferimento per il montaggio.

Osserviamo la forma particolare delle tacchette laterali, una sorta di Y.

Se preferiamo una migliore scorrevolezza in curva allora il “gambo” della Y dovrà essere orientato nel senso di marcia; in pratica lui a toccare per primo il terreno.

Se invece preferiamo una superiore tenuta seppure a discapito della scorrevolezza in curva, allora installiamo questi Chellenge Gravel Grinder Race in senso inverso, con la “testa” della Y ad artigliare per prima il terreno.

D’accordo, spulciando sul sito ufficiale dell’azienda tra le Faq c’è la soluzione; e se si ha un minimo di esperienza non è nemmeno necessario andarla a cercare una soluzione, ci si arriva.

Però resta una mancanza ai miei occhi, perché puoi tranquillamente essere un ciclista alle prime armi e vivere in luogo (ammesso esista…) non raggiunto dalla rete. Insomma, se non sul fianco del copertoncino magari una scritta in più sulla basetta di cartone della confezione non sarebbe stato chissà che sforzo.

Torniamo alla esposizione classica e osserviamo il centro del battistrada.

Una fitta bugnatura a cuspide ricopre tutta la fascia centrale.

In dettaglio vediamo come sia omogenea, garanzia di buona scorrevolezza e di riparo da accumuli indesiderati.

Non si sviluppa molto in altezza, anzi direi che si mantiene decisamente bassa; il che potrebbe potenzialmente ridurre la vita utile di queste gomme. Ma essendo una versione (anche) da gara non è un limite, la prestazione conta più di ogni altra valutazione.

Le tacchette laterali, soprattutto quelle a Y di contro hanno svettamento deciso.

C’è abbastanza spazio tra battistrada centrale e laterale, in pratica due canali che, vedremo nella prova su strada (e soprattutto in fuoristrada) influenzano parecchio la condotta di guida.

Profilo piuttosto tondeggiante una volta montate. Appare omogeneo, una curvatura costante. Eppure…

Dimensione, rilevata da fianco a fianco su cerchio a canale da 17 e pressione di 4,5 bar, un capello sotto i 37 mm.

Che all’atto pratico si traducono in un ingombro laterale un filo superiore ai 38 mm; lo indico per chi ha spazio risicato nella parte bassa del carro, dietro la scatola movimento. La zona sempre più rognosa quando ci prende la fregola di gomme più larghe.

La famiglia Gravel Grinder ha differenti versioni, sia per dimensioni che per tecnologia.

Nel caso dei nostri Race, gomme per camera d’aria (ma a catalogo ci sono anche TLR e tubolare) la scelta è tra le 700×38 e le 700×42. Ambedue previste sia nero/para che all black.

Peso rilevato per le Race in prova, copertoncino vulcanizzato da 120Tpi, un pelo sopra i 400 g. Forse la versione solo nera scende di qualcosina, in genere le bicolore pesano di più.

A proteggere dalle forature c’è una fascia interna che in casa Chellenge indicano con l’acronimo PPS; alcuni modelli indicano protezione PPS2, in pratica raddoppia la fascia.

Chiudo la presentazione statica con quello che avrei dovuto scrivere all’inizio: la particolarità di questi copertoncini (e di tutti i prodotti dell’azienda) è l’essere fatti a mano. Per conservare inalterate le caratteristiche della gomma naturale, intesa come materia prima.

Ce ne accorgiamo noi su strada?

Beh, per rispondere c’è da pedalare ed è quello che faremo nei prossimi paragrafi.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Grazie per il test e grazie per avermi(ci) fatto conoscere questa CycleTyres…d’ora in poi di certo nessuno lettore del blog potrà più dire di non aver trovato un copertone adatto alle proprie esigenze!! 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Adriano, come ho scritto nell’introduzione ricevo ogni settimana molte proposte di test da parte di negozi e sempre le rifiuto.
      Stavolta ho fatto un eccezione proprio perché ho trovato a catalogo diversi marchi che ho sempre grande difficoltà a reperire e che so molti di voi usate.
      Alla fine conta il test, andato meno bene di quanto credessi visto quello che avevo letto di questi copertoncini; e, sempre alla fine, che mi inviate mail per chiedermi dove comprare cosa e io ve lo indico o che lo scrivo direttamente qui, cambia poco. Anzi nulla, perché la stesura dell’articolo non è stata influenzata dal canale di approvvigionamento.
      Col gravel comunque non finisce qui: stamattina ho parlato con l’agenzia che cura la comunicazione Pirelli e ho avuto l’ok all’invio dei nuovi Cinturato gravel. Quando dipenderà dalla disponibilità dei sample test, gomme nuove e attese quindi chieste da tanti. Ma arriveranno…

      Fabio

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Come al solito test interessante, peccato per il risultato. Come avevo scritto sotto l’articolo che raccontava il test imprevisto, non mi ispiravano molto ma ero curioso di leggere il tuo parere. Guardandoli in foto si intuiva il potenziale problema con le tacchette laterali, con un comportamento simile a quello di gomme mtb senza tacchette intermedie tra battistrada centrale e spalla. Però avrei immaginato fosse fastidioso su asfalto, non in offroad… peccato per il design non azzeccato

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Oibò Paolo, io metto sempre in conto un mio errore, non sono l’oracolo di Delfi.
      Però effettivamente non essere io riuscito a trovare uno stile di guida idoneo non me lo aspettavo. Ne avevo letto un gran bene, confesso le avevo scelte a colpo sicuro (il negozio CycleTyres non mi ha indicato un modello, ha lasciato fossi io a decidere cosa provare) “sarà un test facile, solo loro da provare, una passeggiata…” e invece così non è stato. Succede, raro ma succede che un prodotto si collochi al di sotto delle aspettative. Mi secca più che altro il fatto che altre gomme della casa, che ho usato ma non pubblicato perché non erano per i test, mi avevano fatto felice. Vabbè, andiamo avanti, stamattina ho preparato la bozza del calendario di pubblicazione e sono pieno fino a Natale. Come al solito dico sempre che a settembre mi do una calmata e invece…

      Fabio

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        “non sono l’oracolo di Delfi”: per fortuna, oserei dire! Già le recensioni sono lunghette, se poi non si capisse un’accidente – come spesso succedeva con i responsi – non oso immaginare quanto potresti sentirti fischiare le orecchie 😀

  • <cite class="fn">ivano</cite>

    Ciao Fabio, il sito di Cycle Tyres è davvero molto ben strutturato e completo. Ho acquistato varie volte da loro e sono sempre stati puntuali e veloci. Inoltre sono gli unici che importano i tubeless IRC da strada, che reputo i migliori nella misura da 23 mm, dopo aver provato svariate marche.

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