Borse Bike Smart Metro Panniers

Come è fatta

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Come è fatta

Forma semplice, da valigetta.

Fianchi pure semplici, troppo. Mancano una fettuccia per una lucetta a clip o almeno una banda rifrangente. Considerato il costo, l’assenza pesa.

Però seppure così squadrata, a me questa linea piace.

Le misure sono importanti per essere una borsa da città, di solito molto più piccola. Qui abbiamo 38 cm di lunghezza, 32 di altezza e 16 di profondità. Circa, perché la borsa è semirigida e quindi la misurazione non può essere precisa al millimetro.

La parte superiore è chiusa da una ampia patta, robusta e pesante; due rettangoli in velcro la tengono ferma.

Non tantissimo; delle cinghiette sicuramente avrebbero offerto migliore chiusura anche se al costo della laboriosità che mal si concilia con una borsa a vocazione urbana; una che apri e chiudi spesso. Avrei preferito dei magneti.

Sul davanti abbiamo una tasca a tutta larghezza, sfruttabile per oggetti poco voluminosi. Va bene un libro, ma che sia un racconto breve: Il signore degli anelli non ce lo fate entrare…

Il portafoglio, le chiavi o il telefono li infili senza problemi; un tablet da 7″ si, oltre no. La cerniera non è all’altezza del resto, non è robusta come la borsa che invece non teme maltrattamenti.

Intelligente soluzione sul fondo: quattro piedini in gomma, come fosse una valigetta. Che poi, di fatto, lo è 😀

Nella colonna delle mie richieste doveva essere garantito un facile trasporto una volta scesi di sella; e su questo la borsa Metro non mi ha deluso. Una comoda maniglia, con la classica pattina in velcro che la chiude e funge anche da imbottitura, e una pratica bretella in modo le mani restino libere, volendo.

Come si vede nella foto in alto, la tracolla è a sgancio rapido: altrimenti sarebbe stato pericoloso pedalando. Due click e la riponiamo in borsa.

Borsa che, l’ho detto prima, è semirigida. All’interno infatti abbiamo una base rigida asportabile.

E una coppia ai lati, anche loro asportabili. Le tasche che le accolgono hanno pratica chiusura in velcro.

La borsa non è impermeabile e non è fornita, nemmeno come optional, una copertura; poco male vista la vocazione urban, sarebbe stata una grave mancanza su una borsa da turismo. Però resta mancanza che si sente visto il costo della borsa. Il tessuto è spesso e robusto, così come le cuciture bordate. Due palpebre possono essere passate esterne per evitare che l’acqua goccioli dentro, a mo’ di tettoia.

La visibilità non è tenuta in gran conto, malgrado ci sia un cartellino che indichi la presenza di materiale riflettente 3M.

In pratica il tessuto è filato con un minimo di materiale riflettente, davvero troppo poco per essere visibile. Io già a fotografare queste cose sapete non sono capace e mi perdo molta luminosità, ma qui ho rinunciato a provarci perché anche a occhio nudo si vede pochissimo, quasi nulla. Un poco più visibile il logo, anche lui in materiale riflettente. Ma piccolo e laterale, alla fine non molto utile.

Mio consiglio: in commercio si trovano a pochi spiccioli delle toppe riflettenti, da applicare con un normale ferro da stiro. In varie forme e fogge, una la metterei.

La capienza mi ha soddisfatto: ha superato la prova del notebook da 15″ e quella delle scarpe da calcetto; vabbè, io ho usato scarpe da bici, non gioco a calcetto da 25 anni…

Ha superato anche la prova della spesa, in questo caso le provviste per il fine settimana; non ha superato la prova del sedano, troppo lungo per le borse 😀

Fin qui luci e qualche ombra; adesso giriamo la borsa e vediamo il sistema di attacco.

Nella parte superiore due uncini scorrono lungo un binario, una asola per ognuno e non una continua.

Se si fosse abbondato un altro poco sarebbe stato più semplice installare queste borse ovunque; invece in un caso ho avuto problemi di interferenza con il tallone.

Comunque la distanza nella massima e nella minima chiusura riesce ad accontentare quasi tutti. L’interesse misurato dal centro degli uncini è stato di 13 e 22 cm. Abbastanza.

Sotto, la classica virgola da innestare su un tubo del portapacchi per bloccare la borsa in posizione.

Scorre anch’essa lungo il suo binario, con una vite che poi la assicura in posizione. Escursione utile, cioè effettivamente utilizzabile, di circa 13 cm.

Ovviamente è smontabile.

Lo scopo, facile intuirlo, è la sua reversibilità; a seconda se decidiamo di montare la borsa a destra o sinistra.

Torniamo agli uncini: sagomati per tubi da 12mm e con molla di sicurezza: la borsa non salta via nemmeno sui fossi peggiori.

La lavorazione è precisa, robusta e ben fatta.

Saggiamente l’azienda ha previsto dei riduttori per tubi da 10 e 8 mm. Si montano all’interno dell’uncino e una unghia in plastica andrà a incastro in apposita sede ricavata sull’uncino. Togliendo la borsa non scappa via, si incastra perfettamente e ci pensa la molla di sicurezza (la stessa che impedisce agli uncini di saltare dal portapacchi) a tenerla al suo posto. Senza pericolo di perderla nemmeno portando la borsa a tracolla.

Svolgono perfettamente il loro dovere, abbracciando con precisione i sottili tubi dei portapacchi di una volta.

Bene, ora conosciamo questa Bike Smart Metro in ogni dettaglio; ho pensato sia inutile usare la classica struttura dei test che vorrebbe ora la prova su strada e poi la chiusura con le conclusioni.

Preferisco andare direttamente a queste, ampliandole con alcune considerazioni nell’uso. Andiamo.

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