Borse Atelier Dissegna

Tempo di lettura: 6 minuti

Nel decidere cosa sottoporre a test seguo una pianificazione scrupolosa. Pensare cosa potrebbe rendervi la vita sui pedali più semplice, cercarlo, valutarlo e confrontarlo con altri prodotti analoghi, immaginarne ogni possibile utilizzo, stilare il protocollo delle prove e così via. Malgrado sia mosso dalla passione è la ragione a dovermi guidare.

Poi ci sono i test “nati per caso”: una foto, un fugace passaggio su strada, una dritta di qualche amico. Vedo quell’oggetto, mi colpisce e non trovo pace finché non è tra le mie mani. Quello che è successo con le borse di Arianna Dissegna.

Durante l’ultima Eroica Alfonso Cantafora ha pubblicato una foto, scattata al suo stand e con questa borsa applicata al suo portapacchi. Mentre scorrevo altre immagini qualcosa mi frullava nella testa senza che riuscissi ad afferrarlo, un pensiero incompiuto, una sensazione.

Finalmente si è attivato il neurone asfittico: cavolo! Ma che borsa ha piazzato Alfonso? Torno indietro, la riguardo, ingrandisco, vorrei entrare nel piccolo schermo per afferrarla e invece le uniche due cose che afferro sono: mi piace; non la conosco.

Ora è necessario sappiate una cosa: non posso tollerare di non conoscere una bici, un accessorio o componente. Fingo di non conoscere, depisto aprendo con “non ricordo bene…” per proseguire implacabile “…ma se cerchi con codice xwhsd8564okldw77g*bg3[78kju]h67 dovresti trovare quello che fa al caso tuo; forse il codice è sbagliato, mi sa che la silver ha hjy93 finale, però comprendimi, l’avevano in catalogo nel ’74, dopo tanti anni la memoria, sai com’è…”. Ignobile.

Orgoglio ed ego smisurati mi hanno impedito di fare da subito l’unica cosa intelligente, cioè chiamare Alfonso e chiedere. Cerca e ricerca in rete, nisba. Del resto senza una parola chiave più precisa, a cercare bags, canvas e leather ti salta fuori qualche milionata di risultati.

E vabbè, mi tocca ammettere l’ignoranza, tacitare l’ego e ingoiarmi l’orgoglio “Pronto Alfò, ma che borsa hai messo sul tuo portapacchi?”

“E’ di Arianna Dissegna, una stilista artigiana che ha lo stand accanto al mio qui all’Eroica…”

E buon per te, caro Alfonso, che non hai chiuso la frase con “…perché, non la conosci?” 😈

“Ah, molto belle, mi sembrava di riconoscerle (ma quando mai), però queste foto piccole non rendono bene le borse di Arianna (Arianna chi?), ci sta proprio carina sul tuo portapacchi, fa belle cose (chi fa belle cose? Chi è? Dove le trovo queste borse?) e sarebbe carino pubblicarle sul blog, è da tempo che ci pensavo (cosa pensavi? Ma ti senti? Non conosci la vergogna?) e visto che è lì dille che appena finita l’Eroica la chiamo…”.

Superato il disgusto per me stesso ho racimolato l’indizio: nome e cognome. E via a cercare Arianna Dissegna e il suo sito.

Purtroppo con ancora molte sezioni in costruzione e una galleria fotografica poco fornita, al momento in cui scrivo; ma quello che ho visto mi è bastato e così, dopo essermi documentato, è partita la mia richiesta ad Arianna. Che fa Dissegna di cognome, il ché è profetico per una stilista, e meno male che non ho chiesto “Ok, ma chi le disSegna le borsSe ad Arianna?”. Avrei chiuso il blog per la vergogna…

Una volta tanto sono stato zitto, memore che il 90% della fatica di sembrare intelligenti è sapere quando tacere, non ho fatto domande inopportune e mi sono ritrovato a casa una coppia di borse, una per colore.

Borse artigianali e sapete quanto per me nella parola artigiano sia importante la sua origine nell’arte. L’arte di far le cose per bene, con cuore, testa e mani.

L’arte di fare le cose con passione e mossi dalla passione. Anzitutto la passione per la bici. Nata per caso, come sempre deve essere.

Nata per una foto di John John Kennedy che sfreccia per le strade della Grande Mela in sella alla sua bici; e ammirando Jennifer Beals muoversi libera e indipendente sulla sua Motobecane nel tempo tra una saldatura e un ballo.

Cosa poteva fare allora una figlia d’arte se non proseguire le orme del babbo, tutt’ora suo punto di riferimento anche se in pensione e al quale non manca mai di chiedere consiglio, aggiungendo alla collezione anche accessori per la bici?

Ossia quello che ha fatto, con una produzione tutta artigianale, su disegno suo o esaudendo le richieste del ciclista; con materiali di qualità, finiture di ottimo livello e quell’eleganza che mi ha colpito sin dalla prima foto vista.

Vediamo insieme come sono fatte queste borse che Arianna mi ha inviato.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    Non appena finito di leggere l’articolo mi sono fiondato sul sito: che prodotti meravigliosi!
    Non l’ho ancora individuata, ma spero di trovare una borsa da portapacchi anteriore o almeno che ci sia la possibilità di realizzarla. (Sono un poco difficili da trovare).
    In ogni caso, complimenti per aver individuato l’ennesimo produttore di artigianato d’eccellenza. Questo blog si rivela una continua fonte di ispirazione e ricerca.
    Daniele

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Borsa tipo la Ostrich o la Gilles Berthoud (che costa un rene) o tipo la Zimbale piccolina (che non fanno più)? Comunque se hai una foto gira ad Arianna e chiedi se è fattibile

      Fabio

  • <cite class="fn">alfalunaLorenzo</cite>

    Bellissime queste borse, probabilmente ho conosciuto Arianna a Raggio lo scorso novembre, mi ero soffermato su uno stand che esponeva borse bellissime; Mi si era avvicinata una ragazza e aveva iniziato ad illustrarmi i prodotti.
    Purtroppo ero con mio figlio, ho dovuto tagliare corto e allontanarmi senza approfondire la visita 🙁 peccato…….
    In ogni caso Alfonso sta preparando un accessorio al suo portapacchi per una migliore installazione delle borse non rigide tipo queste appunto.
    BAC e Arianna Dissegna secondo me stanno come Giulietta e Romeo 🙂
    (i prodotti ovviamente non pensate male…..)

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Lorenzo, è possibile; le borse infatti le ho rispedite in tempo per la fiera di Raggio.

      Romeo e Giulietta? mah 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀

      Fabio

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